Summa Teologica - II-II

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Articolo 1 - Se la bestemmia si contrapponga alla confessione della fede

Pare che la bestemmia non si contrapponga alla confessione della fede.

Infatti:

1. Bestemmiare consiste nel lanciare un oltraggio o un insulto per offendere il Creatore.

Ma ciò è dovuto più alla malevolenza contro Dio che all'incredulità.

Quindi la bestemmia non si contrappone alla confessione della fede.

2. La Glossa [ P. Lomb. ], spiegando quel detto di S. Paolo [ Ef 4,31 ]: « Sia bandita da voi la bestemmia », aggiunge: « bestemmia che si compie contro Dio o contro i santi ».

Ora, la confessione della fede riguarda esclusivamente le cose di Dio, oggetto della fede.

Quindi la bestemmia non sempre è contraria alla confessione della fede.

3. Alcuni affermano che ci sono tre specie di bestemmie: la prima consiste nell'attribuire a Dio cose che a lui non convengono, la seconda nel negargli ciò che gli spetta, la terza nell'attribuire a una creatura ciò che è proprio di Dio.

Perciò la bestemmia non riguarda soltanto Dio, ma anche le creature.

La fede invece ha solo Dio per oggetto.

Quindi la bestemmia non è direttamente opposta alla confessione della fede.

In contrario:

L'Apostolo [ 1 Tm 1,13 ] scrive: « Prima ero stato un bestemmiatore e un persecutore »; e continua: « agivo senza saperlo, lontano dalla fede ».

Quindi la bestemmia rientra nell'incredulità.

Dimostrazione:

Il termine bestemmia dice menomazione di una bontà eccellente, e in particolare della bontà divina.

Ora, come dice Dionigi [ De div. nom. 1 ], Dio è l'essenza stessa della bontà.

Per cui tutto ciò che conviene a Dio conviene alla sua bontà, e quanto a lui non spetta è estraneo alla nozione della perfetta bontà, che è la sua essenza.

Perciò chiunque nega a Dio qualcosa che gli è dovuto, o gli attribuisce quanto a lui non si addice, sminuisce la bontà divina.

E ciò può avvenire in due modi: primo, nel solo ordine concettuale; secondo, in connessione con una ripulsa affettiva, come viceversa la fede si completa nell'amore di Dio.

Perciò questa menomazione della bontà divina o è soltanto di ordine intellettivo, oppure è anche di ordine affettivo.

Se poi si limita a un atto interno del cuore, è una bestemmia di pensiero.

Se invece si manifesta a parole, è una bestemmia di locuzione.

Ed è così che la bestemmia è il contrario della confessione.

Analisi delle obiezioni:

1. Chi parla contro Dio con l'intenzione di offenderlo sminuisce la bontà divina non soltanto nell'ordine intellettivo, ma anche con la perversità della volontà, che detesta e ostacola per quanto può l'onore divino.

E questa è la bestemmia perfetta.

2. Come nei santi di Dio si loda Dio stesso, in quanto si lodano le opere da lui compiute in essi, così la bestemmia contro i santi ricade indirettamente su Dio.

3. A tutto rigore non è possibile distinguere tre specie nel peccato di bestemmia in base a quelle tre cose.

Infatti l'attribuire a Dio quanto a lui non conviene e il negargli quanto a lui conviene differiscono solo come l'affermazione e la negazione.

E questa differenza non dà una distinzione di specie: poiché una medesima scienza serve a far conoscere la falsità sia delle affermazioni che delle negazioni, e una medesima ignoranza basta a far sbagliare in tutti e due i sensi, dal momento che « la negazione è dimostrata con l'affermazione », come dice Aristotele [ Anal. post. 1,25 ].

L'attribuzione poi delle prerogative divine alle creature si riduce ad attribuire a Dio stesso cose sconvenienti.

Infatti quanto è proprio di Dio si identifica con Dio: perciò attribuire a una creatura ciò che è proprio di Dio equivale ad affermare che Dio è al livello della creatura.

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