Summa Teologica - II-II

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Articolo 1 - Se la pace si identifichi con la concordia

In 3 Sent., d. 27, q. 2, a. 1, ad 6

Pare che la pace si identifichi con la concordia.

Infatti:

1. S. Agostino [ De civ. Dei 19,13 ] afferma che « la pace degli uomini [ tra loro ] è un'ordinata concordia ».

Ma qui non parliamo che della pace degli uomini.

Quindi la pace si identifica con la concordia.

2. La concordia è una certa unione di volontà.

Ma l'essenza della pace consiste in tale unione: infatti Dionigi [ De div. nom. 11 ] afferma che « la pace è l'elemento che unisce tutte le cose, e ne produce il consenso ».

Quindi la pace si identifica con la concordia.

3. Due cose che hanno il medesimo contrario sono identiche tra loro.

Ora, è identico il contrario che si oppone alla concordia e alla pace, cioè la dissensione, per cui S. Paolo [ 1 Cor 14,33 ] afferma: « Egli non è un Dio di dissensione, ma di pace ».

Perciò la pace si identifica con la concordia.

In contrario:

La concordia si può trovare anche tra i malvagi, sia pure nel male.

Invece Isaia [ Is 48,22 ] afferma che « non c'è pace per i malvagi ».

Quindi la pace non si identifica con la concordia.

Dimostrazione:

La pace implica la concordia, e in più qualche altra cosa.

Per cui dovunque c'è la pace c'è pure la concordia, ma non viceversa, se prendiamo il termine pace in senso proprio.

Infatti la concordia propriamente è in rapporto ad altri: poiché consiste nel consenso dei voleri di più cuori in una determinata decisione.

Il cuore di un singolo uomo però può tendere verso cose diverse: e ciò in due modi.

Primo, in base alle sue diverse potenze appetitive: l'appetito sensitivo, p. es., spesso è in contrasto con l'appetito razionale, secondo le parole di S. Paolo [ Gal 5,17 ]: « La carne ha desideri contrari allo spirito ».

Secondo, in quanto un'identica potenza appetitiva tende verso oggetti contrastanti, che non è possibile conseguire simultaneamente.

Per cui è inevitabile un contrasto tra i moti dell'appetito.

Ora, l'unione di questi moti è essenziale alla pace: infatti l'uomo non ha il cuore pacificato se, pur avendo ciò che vuole, non è in condizione di poter avere altre cose che pure vorrebbe.

Invece questa unione non rientra nel concetto di concordia.

Per cui la concordia implica l'unione degli appetiti di diverse persone, mentre la pace, oltre a ciò, implica l'unione degli appetiti in ciascuna di esse.

Analisi delle obiezioni:

1. S. Agostino parla qui della pace di un uomo con l'altro.

E dice che questa pace è una concordia non qualsiasi, ma « ordinata »: tale cioè per cui l'uno concorda con l'altro su cose che convengono a entrambi.

Se infatti un uomo concorda con un altro non per spontanea volontà, ma costretto in qualche modo dal timore di un male imminente, tale concordia non è veramente una pace: poiché non si conserva l'ordine dei due interessati, ma esso è turbato da colui che incute il timore.

Per questo S. Agostino aveva detto in precedenza che « la pace è la tranquillità dell'ordine ».

Tranquillità che consiste nel fatto che tutti i moti appetitivi vengono a quietarsi.

2. Un uomo, pur consentendo in una data cosa con un altro, non rende il suo consenso del tutto unito se tutti i suoi moti non sono anch'essi tra loro consenzienti.

3. Alla pace si oppongono tutte e due le dissensioni: quella di ciascuno con se stesso e quella dell'uno con l'altro.

Invece alla concordia si contrappone soltanto quest'ultima.

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