Summa Teologica - II-II

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Articolo 2 - Se il peccato di gola sia mortale

Infra, q. 154, a. 2, ad 6; De Malo, q. 14, a. 2; In Rom., c. 13, lect. 3; In Gal., c. 5, lect. 5

Pare che il peccato di gola non sia mortale.

Infatti:

1. Qualsiasi peccato mortale si contrappone a qualche precetto del decalogo.

Ma la gola non presenta questa opposizione.

Quindi la gola non è un peccato mortale.

2. Il peccato mortale è incompatibile con la carità, come si è visto sopra [ q. 35, a. 3; I-II, q. 72, a. 5 ].

Ma il peccato di gola non è incompatibile né con l'amore di Dio, né con l'amore del prossimo.

Quindi il peccato di gola non è mortale.

3. S. Agostino [ Serm. supp. 104 ] insegna: « Quando uno nel mangiare e nel bere prende più del necessario, sappia che la sua colpa è tra i peccati meno gravi ».

Ma questo è proprio il peccato di gola.

Quindi il peccato di gola è tra i peccati meno gravi, o veniali.

In contrario:

S. Gregorio [ Mor. 30,18 ] ha scritto: « Se prevale il vizio della gola, gli uomini perdono tutto il bene compiuto; per cui se manca la moderatezza del ventre, crollano insieme tutte le virtù ».

Ma la virtù non viene eliminata se non dal peccato mortale.

Quindi la gola è un peccato mortale.

Dimostrazione:

Il peccato di gola, come sopra [ a. prec. ] si è notato, consiste propriamente in una brama disordinata.

Ora, in due modi si può guastare l'ordine della ragione che deve guidare il desiderio.

Primo, rispetto ai mezzi, rendendoli non proporzionati al fine.

Secondo, rispetto al fine stesso: cioè in quanto il desiderio, o concupiscenza, distoglie l'uomo dal debito fine.

Se quindi il peccato di gola consiste in un disordine della concupiscenza che distoglie dal fine ultimo, allora è un peccato mortale.

E ciò avviene quando uno è attaccato ai piaceri della gola come al suo fine ultimo, per cui disprezza Dio: nel senso cioè che è disposto ad agire contro i suoi comandamenti pur di conseguire tali piaceri.

- Se invece il disordine della concupiscenza nel peccato di gola si limita ai soli mezzi, cioè al fatto che uno brama troppo i piaceri dei cibi, ma non fino al punto di mettersi per questo contro la legge di Dio, allora il peccato di gola è veniale.

Analisi delle obiezioni:

1. Il peccato di gola è mortale in quanto distoglie dal fine ultimo.

E sotto questo aspetto esso può ridursi a una trasgressione del terzo comandamento riguardante la santificazione del sabato, nel quale si comanda di cercare il riposo nel fine ultimo.

Infatti non tutti i peccati mortali sono direttamente contrari ai precetti del decalogo, ma solo quelli che implicano un'ingiustizia: poiché, come sopra [ q. 122, a. 1 ] si è detto, i precetti del decalogo riguardano specialmente la giustizia e le virtù connesse.

2. La gola, in quanto distoglie dal fine ultimo, è incompatibile con l'amore di Dio, che va amato sopra tutte le cose come ultimo fine.

E sotto questo aspetto il peccato di gola è mortale.

3. Le parole di S. Agostino valgono per i peccati di gola che si limitano al disordine della concupiscenza rispetto ai mezzi.

4. Si dice che la gola distrugge le altre virtù non tanto per se stessa, quanto per i vizi che ne derivano.

Dice infatti S. Gregorio [ Past. 3,19 ]: « Mentre il ventre si dilata per la voracità, le virtù dell'anima sono distrutte dalla lussuria ».

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