Summa Teologica - II-II

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Articolo 2 - Se la sobrietà sia per se stessa una virtù speciale

Pare che per se stessa la sobrietà non sia una virtù speciale.

Infatti:

1. L'astinenza ha per oggetto il mangiare e il bere.

Ma per il mangiare non c'è una virtù speciale.

Quindi neppure la sobrietà, che riguarda il bere, è una virtù specificamente distinta.

2. L'astinenza e la gola riguardano i piaceri del tatto quale senso degli alimenti.

Ora, il cibo e la bevanda rientrano entrambi nell'alimento: poiché la nutrizione dell'animale richiede l'elemento umido e quello secco.

Perciò la sobrietà, che ha per oggetto le bevande, non è una virtù speciale.

3. Come nella nutrizione la bevanda si distingue dal cibo, così si distinguono anche vari generi di cibi e di bevande.

Se quindi la sobrietà fosse una virtù speciale, per qualsiasi differenza di bevanda o di cibo ci sarebbe una virtù distinta: il che è impossibile.

Quindi la sobrietà non è una virtù speciale.

In contrario:

Macrobio [ Sup. somn. Scip. 1,8 ] fa della sobrietà una virtù speciale annessa alla temperanza.

Dimostrazione:

Le virtù morali, come si è detto [ q. 146, a. 2 ], hanno il compito di salvaguardare il bene di ordine razionale contro quanto potrebbe ostacolarlo: dove quindi si riscontra uno speciale ostacolo per la ragione, lì ci deve essere una virtù speciale per rimuoverlo.

Ora, le bevande inebrianti costituiscono un ostacolo speciale per l'uso della ragione: in quanto cioè turbano con i loro fumi le funzioni cerebrali.

E così per togliere questo impedimento della ragione si richiede una virtù speciale, che è appunto la sobrietà.

Analisi delle obiezioni:

1. Il cibo e la bevanda possono ugualmente ostacolare il bene di ordine razionale sommergendo la ragione con l'eccesso del piacere.

E da questo lato per il cibo e la bevanda insieme c'è la virtù dell'astinenza.

Ma la bevanda inebriante ostacola la ragione per un motivo speciale, come si è notato [ nel corpo ].

Quindi si richiede una virtù speciale.

2. L'astinenza non riguarda i cibi e le bevande in quanto servono a nutrire, ma in quanto possono essere di ostacolo all'ordine razionale.

Perciò non è detto che la virtù debba avere la sua specificazione in base all'alimentazione.

3. In tutte le bevande inebrianti non si riscontra che un unico e identico ostacolo per l'uso della ragione.

E così l'accennata diversità delle bevande è del tutto accidentale in rapporto alla virtù, per cui le virtù non si distinguono in base ad essa.

E lo stesso si dica per la diversità dei cibi.

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