Summa Teologica - II-II

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Articolo 1 - Se sia giusto dividere la lussuria in sei specie

In 4 Sent., d. 41, a. 4, sol. 1, 2; De Malo, q. 15, a. 3

Pare che non sia giusto dividere la lussuria in queste sei specie: fornicazione semplice, adulterio, incesto, stupro, ratto e peccato contro natura.

Infatti:

1. La diversità di materia non dà una diversità di specie.

Ora, la suddetta divisione è desunta dalla diversità della materia, cioè dal fatto di peccare con una sposata, o con una vergine, o con donne di altra condizione.

Quindi pare che in base a ciò non si possano dare diverse specie di lussuria.

2. Le specie di un peccato non pare che possano differenziarsi per cose che appartengono ad altri peccati.

Ma l'adulterio si distingue dalla semplice fornicazione solo per il fatto che uno si accosta alla moglie altrui, commettendo un'ingiustizia.

Quindi l'adulterio non va posto tra le specie della lussuria.

3. Come capita che uno abusi di una donna che è unita a un altro nel matrimonio, così può capitare che uno abusi di una donna unita a Dio per voto.

Quindi tra le specie della lussuria, come c'è l'adulterio, così ci deve essere anche il sacrilegio.

4. Chi è unito in matrimonio non pecca soltanto unendosi con un'altra donna, ma anche usando disordinatamente della propria moglie.

E questo peccato rientra in quelli di lussuria.

Quindi doveva essere elencato tra le sue specie.

5. Così scrive l'Apostolo [ 2 Cor 12,21 ]: « Temo infatti che, alla mia venuta, il mio Dio mi umili davanti a voi, e io abbia a piangere su molti che hanno peccato in passato e non si sono convertiti dalle impurità, dalla fornicazione e dalle impudicizie che hanno commesso ».

Quindi, come la fornicazione, così anche l'« impurità » e l'« impudicizia » dovevano essere elencate tra le specie della lussuria.

6. Ciò che va diviso non può essere uno dei termini della divisione.

Invece la lussuria è posta tra le specie suddette, come risulta da quelle parole di S. Paolo [ Gal 5,19 ]: « Le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, lussuria ».

Quindi non è giusto mettere la fornicazione tra le specie della lussuria.

In contrario:

La predetta divisione si riscontra nel Decreto [ di Graz. 2,36,1 ].

Dimostrazione:

Il peccato di lussuria consiste nell'uso irragionevole del piacere venereo, come si è detto [ q. 153, a. 3 ].

E questo disordine può avvenire in due modi:

primo, per la materia in cui uno cerca il piacere;

secondo, per l'inosservanza delle altre debite circostanze.

Ma poiché la circostanza come tale non dà la specie all'atto morale, che invece deriva dall'oggetto, ossia dalla materia dell'atto, così era necessario determinare le specie della lussuria in rapporto alla materia, ossia all'oggetto.

Ora, tale materia può ripugnare alla retta ragione in due modi.

Primo, perché è incompatibile col fine dell'atto venereo.

E così in quanto viene impedita la generazione della prole si ha il peccato contro natura, che si commette in ogni atto venereo da cui non può seguire la generazione.

- In quanto invece ne risulta impedita l'educazione e la buona formazione della prole si ha la semplice fornicazione, che avviene tra due persone libere.

Secondo, la materia in cui si esercita l'atto venereo può ripugnare alla retta ragione in rapporto ad altre persone.

E ciò per due motivi.

Primo, in rapporto alla donna di cui si abusa senza rispettarne l'onore.

E allora si ha l'incesto, il quale consiste nell'abuso di donne unite da vincoli di consanguineità o di affinità.

- Secondo, in rapporto alla persona sotto il cui potere la donna si trova.

Poiché se è sotto il potere del marito, si ha l'adulterio; se è invece sotto il potere del padre si ha lo stupro quando non si usa violenza e il ratto quando la si usa.

E tutte queste specie vengono desunte più dalla parte della donna che da quella dell'uomo.

Poiché nell'atto venereo la donna funge da elemento passivo e materiale, l'uomo invece da causa agente.

Ora le specie ricordate, come si diceva, sono determinate secondo le differenze della materia.

Analisi delle obiezioni:

1. Le suddette differenze di materia implicano una diversità formale di oggetti, in base ai diversi tipi di ripugnanza alla retta ragione, secondo le spiegazioni date [ nel corpo ].

2. Nulla impedisce che nel medesimo atto si assommino i disordini di più vizi, come sopra [ I-II, q. 18, a. 7 ] si è detto.

E così l'adulterio rientra nella lussuria e nell'ingiustizia.

- Né si può dire che il disordine dell'ingiustizia sia del tutto accidentale rispetto alla lussuria.

Infatti la lussuria si rivela più grave per il fatto che uno si fa trascinare dalla concupiscenza fino a commettere un'ingiustizia.

3. La donna che fa voto di castità contrae un certo matrimonio spirituale con Dio.

Perciò il sacrilegio che si compie violando questa donna è un certo adulterio spirituale.

E così gli altri tipi di sacrilegio in questo campo si riducono alle altre specie della lussuria.

4. Il peccato degli sposati con le loro mogli non avviene perché la materia è indebita, ma per altre circostanze.

Ora queste, come si è visto [ nel corpo ], non determinano la specie dell'atto morale.

5. Come dice la Glossa [ interlin. ], in quel testo « impurità » sta per «l ussuria contro natura ».

« L'impudicizia » invece è quella « che si compie con donne non sposate »: per cui pare che si riduca allo stupro.

Ma si può anche pensare che l'« impudicizia » riguardi certi atti che accompagnano l'atto venereo, come i baci, i toccamenti e altre cose del genere.

6. Come spiega la Glossa [ interlin. ], in quel testo la lussuria indica « qualsiasi specie di eccesso ».

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