Summa Teologica - III

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Articolo 5 - Se Cristo avesse i doni

In Is., c. 11; In Ioan., c. 1, lect. 8

Pare che Cristo non avesse i doni.

Infatti:

1. Come si dice comunemente, i doni vengono dati in aiuto alle virtù.

Ma ciò che è perfetto in se stesso non ha bisogno di aiuto esterno.

Poiché dunque in Cristo le virtù erano perfette, pare che in lui non ci fossero i doni.

2. Il dare e il ricevere suppongono soggetti diversi, poiché il dare è di chi ha e il ricevere di chi non ha.

Ma a Cristo compete di dare i doni, come attesta il Salmo [ Sal 68,19 ]: « Diede doni agli uomini ».

Quindi a Cristo non si addice di ricevere i doni dello Spirito Santo.

3. Quattro doni si riferiscono alla conoscenza propria dei viatori: la sapienza, la scienza, l'intelletto e il consiglio, che rientra nella prudenza; tanto che anche il Filosofo [ Ethic. 6,3 ] pone queste cose tra le virtù intellettuali.

Ma Cristo aveva la conoscenza propria dei contemplanti.

Quindi non aveva tali doni.

In contrario:

A proposito di quel passo di Isaia [ Is 4,1 ]: « Sette donne avranno un uomo solo », la Glossa [ ord. di Ger. ] spiega: « cioè i sette doni dello Spirito Santo possederanno Cristo ».

Dimostrazione:

Come si è detto nella Seconda Parte [ I-II, q. 68, a. 1 ], i doni sono propriamente dei perfezionamenti delle potenze dell'anima in ordine alle mozioni dello Spirito Santo.

Ora, è evidente che l'anima di Cristo era mossa perfettissimamente dallo Spirito Santo: leggiamo infatti [ Lc 4,1 ] che « Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto ».

È chiaro dunque che in Cristo c'erano i doni nella maniera più eccelsa.

Analisi delle obiezioni:

1. Ciò che è perfetto secondo la propria natura ha bisogno dell'aiuto di ciò che ha una natura superiore: come all'uomo, per quanto perfetto, è necessario il soccorso di Dio.

E in questo senso le virtù richiedono l'aiuto dei doni, che perfezionano le potenze dell'anima in ordine alla mozione dello Spirito Santo.

2. Cristo riceve e dà i doni dello Spirito Santo non sotto il medesimo aspetto, ma li dà in quanto Dio e li riceve in quanto uomo.

Perciò S. Gregorio [ Mor. 3,56 ] dice che « lo Spirito Santo, procedente dalla divinità di Cristo, non abbandonò mai la sua umanità ».

3. In Cristo non c'era solo la conoscenza propria della patria beata, ma anche la conoscenza propria della vita presente, come si dirà in seguito [ q. 15, a. 10 ].

Tuttavia anche in cielo ci sono i doni dello Spirito Santo in un certo modo, come si è detto nella Seconda Parte [ I-II, q. 68, a. 6 ].

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