Summa Teologica - III

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Articolo 3 - Se Cristo in questo mondo avesse dovuto vivere poveramente

C. G., IV, c. 55; De rat. fidei, c. 7; Contra Retr., c. 15

Pare che Cristo in questo mondo non avrebbe dovuto vivere poveramente.

Infatti:

1. Cristo doveva scegliere una vita accessibile a tutti.

Ma è tale quella intermedia fra la ricchezza e la povertà.

Infatti si legge nei Proverbi [ Pr 30,8 ]: « Non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il cibo necessario ».

Quindi Cristo doveva vivere una vita decorosa, non povera.

2. Le ricchezze esterne servono per assicurare al corpo il vitto e il vestito.

Ma Cristo nel cibarsi e nel vestirsi si uniformò al tenore di vita dei suoi conterranei.

Quindi pare che anche nell'uso della ricchezza e della povertà si sarebbe dovuto uniformare agli altri, e non eccedere nella povertà.

3. Cristo esortò in maniera particolare alla pratica dell'umiltà, secondo le parole riferite da S. Matteo [ Mt 11,29 ]: « Imparate da me, che sono mite e umile di cuore ».

Ora, l'umiltà è lodata soprattutto in chi è ricco, come risulta dalle parole di S. Paolo [ 1 Tm 6,17 ]: « Ai ricchi di questo mondo raccomanda di non essere orgogliosi ».

Quindi Cristo non doveva vivere da povero.

In contrario:

Nel Vangelo [ Mt 8,20 ] si legge: « Il Figlio dell'Uomo non ha dove posare il capo ».

E S. Girolamo [ In Mt 1 ] commenta: « Come puoi bramare di seguire me per amore delle ricchezze e per dei vantaggi temporali se io sono così povero da non possedere neppure un piccolo tugurio, e il tetto che mi ripara non è mio? ».

Spiegando poi l'altro passo evangelico [ Mt 17,26 ]: « Perché non si scandalizzino, va' al mare », continua: « Inteso come suona, ciò edifica l'uditore: udendo questi come il Signore fosse tanto povero da non avere di che pagare il tributo per sé e per l'Apostolo ».

Dimostrazione:

Fu opportuno che Cristo sulla terra vivesse poveramente.

Primo, perché ciò era consono all'ufficio della predicazione, per il quale egli era venuto in questo mondo, secondo le sue parole [ Mc 1,38 ]: « Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là: per questo infatti sono venuto ».

Ora, i predicatori della parola di Dio, per dedicarsi interamente alla predicazione, devono essere del tutto liberi da ogni occupazione di ordine temporale.

Il che non è possibile per chi possiede le ricchezze.

Per questo dunque il Signore, inviando gli Apostoli a predicare, diceva [ Mt 10,9 ]: « Non prendete né oro né argento ».

E gli stessi Apostoli ebbero a dire [ At 6,2 ]: « Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense ».

Secondo, perché egli, come volle subire la morte corporale per darci la vita spirituale, così accettò la povertà materiale per donare a noi le ricchezze spirituali, secondo le parole di S. Paolo [ 2 Cor 8,9 ]: « Voi conoscete la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi della sua povertà ».

Terzo, perché il possesso delle ricchezze non facesse pensare che la sua predicazione fosse ispirata dalla cupidigia.

Per cui S. Girolamo [ In Mt 1, su 10,9 ] dice che se gli Apostoli avessero posseduto delle ricchezze, «s arebbe potuto parere che essi predicassero non per la salvezza delle anime, ma a scopo di lucro ».

E lo stesso vale per Cristo.

Quarto, affinché tanto più grande apparisse la sua virtù divina, quanto più spregevole egli appariva per la sua povertà.

Per questo negli atti del Concilio di Efeso [ 3,9 ] si legge: « Scelse tutto quanto vi era di povero, di vile, di mediocre e di oscuro, affinché fosse reso evidente che a trasformare il mondo era stata la divinità.

Per questo egli scelse una madre povera e una patria ancora più povera; e non aveva danaro.

Il presepio te lo dimostra ».

Analisi delle obiezioni:

1. Coloro che intendono vivere virtuosamente devono evitare sia l'eccesso della ricchezza, sia la miseria, in quanto sono occasioni di peccato.

Infatti le troppe ricchezze mettono nell'occasione di insuperbirsi, e la miseria mette nell'occasione di rubare, di mentire e persino di spergiurare.

Siccome però Cristo non poteva peccare, il motivo per cui egli evitava questi estremi non era quello indicato da Salomone.

- Del resto, non una mendicità qualsiasi è occasione di furto e di spergiuro, bensì, come lascia capire Salomone, soltanto quella involontaria, per evitare la quale l'uomo ruba e spergiura.

Ma la povertà volontaria esclude questo pericolo.

E tale fu la povertà scelta da Cristo.

2. Quanto al vitto e al vestito, si può vivere la vita di tutti non solo possedendo ricchezze, ma anche ricevendo il necessario da chi è ricco.

E ciò avvenne nel caso di Cristo.

Riferisce infatti S. Luca [ Lc 8,2s ] che alcune donne lo seguivano e « lo assistevano con i loro beni ».

E S. Girolamo fa notare che « presso i Giudei, per antica e lodevole consuetudine, le donne usavano prendere dai propri beni cibi e vestiti per assistere i loro maestri.

Siccome però quest'uso poteva essere occasione di scandalo per i gentili, S. Paolo afferma di averci rinunziato ».

Così dunque si poteva avere il vitto comune senza le preoccupazioni che avrebbero impedito la predicazione, e che invece sarebbero state inevitabili con le ricchezze.

3. In chi è povero per necessità l'umiltà non viene particolarmente lodata.

Ma in chi è povero volontariamente, come nel caso di Cristo, la povertà è il segno della più grande umiltà.

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