Summa Teologica - III

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Articolo 2 - Se la risurrezione di Cristo sia la causa della risurrezione delle anime

In 3 Sent., d. 21, q. 2, a. 2, ad 1; In 4 Sent., d. 49, expos.; C. G., IV, c. 79; De Verit., q. 27, a. 3, ad 7; q. 29, a. 4, ad 1; Comp. Theol., c. 239

Pare che la risurrezione di Cristo non sia la causa della risurrezione delle anime [ cioè della giustificazione ].

Infatti:

1. S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 23 ] afferma che « i corpi risorgono restando nella sfera dell'uomo, mentre le anime risorgono per la sostanza di Dio ».

Ora, la risurrezione di Cristo non riguarda la sostanza di Dio, ma la sfera umana.

Quindi la risurrezione di Cristo, pur essendo causa della risurrezione dei corpi, non è causa della risurrezione delle anime.

2. Il corpo non può agire sullo spirito.

Ma la risurrezione di Cristo appartiene al suo corpo, il quale era caduto con la morte.

Quindi tale risurrezione non è causa della risurrezione delle anime.

3. Essendo la risurrezione di Cristo la causa della risurrezione dei corpi, essa produrrà la risurrezione di tutti i corpi, secondo l'affermazione di S. Paolo [ 1 Cor 15,51 ]: « Tutti risorgeremo ».

Invece non tutte le anime risorgeranno: poiché alcune « andranno al supplizio eterno », come dice il Vangelo [ Mt 25,46 ].

Quindi la risurrezione di Cristo non è la causa della risurrezione delle anime.

4. La risurrezione delle anime avviene con la remissione dei peccati.

Ma questa è dovuta alla passione di Cristo, secondo le parole dell'Apocalisse [ Ap 1,5 ]: « Ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue ».

Perciò la causa della risurrezione delle anime è più la passione di Cristo che la sua risurrezione.

In contrario:

L'Apostolo [ Rm 4,25 ] insegna: « È stato risuscitato per la nostra giustificazione », la quale altro non è che la risurrezione delle anime.

E la Glossa [ P. Lomb. ], commentando quelle parole del Salmo [ Sal 30,6 ]: « Alla sera sopraggiunge il pianto », afferma che « la risurrezione di Cristo è la causa della risurrezione dell'anima nel tempo presente, e del corpo in quello futuro ».

Dimostrazione:

La risurrezione di Cristo, come si è già notato [ a. 1, ad 3 ], agisce per la virtù della divinità, la quale si estende non solo alla risurrezione dei corpi, ma anche a quella delle anime: poiché si deve a Dio sia che l'anima viva mediante la gloria, sia che il corpo viva mediante l'anima.

La risurrezione di Cristo dunque possiede la capacità strumentale di produrre non solo la risurrezione dei corpi, ma anche la risurrezione delle anime.

E così pure ha natura di causa esemplare rispetto alla risurrezione delle anime.

Poiché noi dobbiamo conformarci a Cristo risorto anche secondo l'anima: per cui, secondo le parole dell'Apostolo [ Rm 6,4 ], « come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova »; e come Cristo « risorto dai morti non muore più, così anche noi dobbiamo considerarci morti al peccato per vivere » nuovamente « con lui » [ Rm 6,8,9,11 ].

Analisi delle obiezioni:

1. S. Agostino, dicendo che la risurrezione delle anime avviene per la sostanza o natura di Dio, intende parlare di una sua partecipazione: poiché le anime diventano giuste e buone partecipando la bontà divina, non già partecipando una qualsiasi creatura.

Infatti dopo aver detto che « le anime risorgono per la sostanza di Dio », aggiunge: « Poiché solo partecipando di Dio l'anima diventa beata, e non invece partecipando di un'anima santa ».

Invece i nostri corpi diventano gloriosi partecipando la gloria del corpo di Cristo.

2. La causalità della risurrezione di Cristo raggiunge le anime non per la virtù propria del suo corpo risuscitato, ma per la virtù della divinità ad esso ipostaticamente unita.

3. La risurrezione delle anime implica il merito, che è un effetto della giustificazione; la risurrezione dei corpi invece è ordinata sia alla pena che al premio, i quali dipendono dalle funzioni del giudice.

Ora, Cristo ha il compito di giudicare, non di giustificare tutti.

Per questo egli risusciterà tutti secondo il corpo, ma non secondo l'anima.

4. Nella giustificazione delle anime concorrono due fattori: la remissione del peccato e il rinnovamento della vita mediante la grazia.

Ora, rispetto alla causalità dovuta alla virtù divina sia la passione di Cristo che la sua risurrezione sono causa della giustificazione sotto entrambi gli aspetti.

Invece rispetto alla causalità esemplare la passione e la morte di Cristo sono propriamente la causa della remissione della colpa, per cui moriamo al peccato, mentre la risurrezione è la causa della novità di vita, dovuta alla grazia, ossia alla giustizia.

L'Apostolo [ Rm 4,25 ] infatti scrive che « Cristo è stato messo a morte per i nostri peccati », cioè per toglierli, « ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione ».

La passione di Cristo però è anche causa meritoria, come si è rilevato [ a. 1, ad 4; q. 48, a. 1 ].

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