Summa Teologica - III

Indice

Articolo 2 - Se la grazia sacramentale aggiunga qualcosa alla grazia delle virtù e dei doni

Infra, q. 72, a. 7, ad 3; In 2 Sent., d. 26, q. 1, a. 6, ad 5; In 4 Sent., d. 1, q. 1, a. 4, sol. 5; d. 7, q. 2, a. 2, sol. 3; De Verit., q. 27, a. 5, ad 12

Pare che la grazia sacramentale non aggiunga nulla alla grazia delle virtù e dei doni.

Infatti:

1. La grazia delle virtù e dei doni basta a rendere perfetta l'anima, tanto nella sua essenza quanto nelle sue potenze, come si è già spiegato nella Seconda Parte [ I-II, q. 110, aa. 3,4 ].

Ma la grazia è ordinata al perfezionamento dell'anima.

Perciò la grazia dei sacramenti non può aggiungere nulla alla grazia delle virtù e dei doni.

2. Le miserie dell'anima sono causate dai peccati.

Ma tutti i peccati sono sufficientemente prevenuti dalla grazia delle virtù e dei doni, poiché non c'è peccato che non abbia come antidoto una virtù.

Quindi la grazia dei sacramenti, essendo ordinata a riparare le miserie dell'anima, non può essere diversa dalla grazia delle virtù e dei doni.

3. Ogni aggiunta o sottrazione fa cambiare la specie, come dice Aristotele [ Met. 8,3 ].

Se dunque la grazia dei sacramenti è qualcosa di più della grazia delle virtù e dei doni, ne segue che tale grazia va intesa in senso equivoco.

E così quando si afferma che i sacramenti producono la grazia non si dice nulla di definito.

In contrario:

Se la grazia sacramentale non aggiunge nulla alla grazia dei doni e delle virtù, allora si danno inutilmente i sacramenti a coloro che hanno i doni e le virtù.

Ma nelle opere di Dio nulla è superfluo.

Quindi la grazia sacramentale aggiunge qualcosa alla grazia delle virtù e dei doni.

Dimostrazione:

Come si è detto nella Seconda Parte [ I-II, q. 110, aa. 3,4 ], la grazia considerata in se stessa perfeziona l'essenza dell'anima, in quanto le comunica una certa somiglianza con l'essere divino.

E come dall'essenza dell'anima derivano le potenze, così dalla grazia derivano alle potenze dell'anima alcune perfezioni che vengono dette virtù e doni, e che completano le potenze stesse in ordine ai loro atti.

Ora, i sacramenti sono ordinati a certi effetti speciali, necessari alla vita cristiana: p. es. il battesimo è destinato a una specie di rigenerazione spirituale, per cui l'uomo muore ai vizi e diventa membro di Cristo; il quale effetto è qualcosa di speciale, distinto dagli atti delle potenze dell'anima.

E lo stesso si dica degli altri sacramenti.

Come dunque le virtù e i doni aggiungono alla grazia in genere un perfezionamento delle potenze in ordine ai loro atti, così la grazia sacramentale aggiunge, sia alla grazia in genere che alle virtù e ai doni, uno specifico aiuto divino per conseguire il fine del sacramento.

E in questo modo la grazia sacramentale aggiunge qualcosa alla grazia delle virtù e dei doni.

Analisi delle obiezioni:

1. La grazia delle virtù e dei doni basta a perfezionare l'essenza e le potenze dell'anima per quanto riguarda l'agire ordinario.

Ma quanto ad alcuni effetti speciali, richiesti dalla vita cristiana, occorre la grazia dei sacramenti.

2. Le virtù e i doni bastano a impedire i vizi e i peccati per il presente e per il futuro, in quanto trattengono l'uomo dal peccare.

Ma per i peccati trascorsi, che passano quanto all'atto ma durano quanto al reato, viene offerto all'uomo un rimedio speciale con i sacramenti.

3. La grazia dei sacramenti sta alla grazia in generale come la specie al genere.

Come quindi non è equivoca la parola animale riferita all'animale in genere e all'uomo, così non è equivoca la parola grazia adoperata per la grazia in genere e per quella sacramentale.

Indice