Summa Teologica - III

Indice

Articolo 1 - Se nella celebrazione di questo sacramento ci sia l'immolazione di Cristo;

Supra, q. 22, a. 3, ad 2; q. 73, a. 4; In 4 Sent., d. 12, expos.; In Hebr., c. 10, lect. 1

Se nella celebrazione di questo sacramento Cristo venga immolato

Pare che nella celebrazione di questo sacramento Cristo non venga immolato.

Infatti:

1. L'Apostolo [ Eb 10,14 ] afferma che Cristo « con un'unica oblazione ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati ».

Ora, quell'oblazione fu la sua immolazione.

Quindi Cristo non si immola nella celebrazione di questo sacramento.

2. L'immolazione di Cristo si compì sulla croce, dove « egli diede se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore », come dice S. Paolo [ Ef 5,2 ].

Ma nella celebrazione di questo mistero Cristo non viene crocifisso.

Quindi non viene neppure immolato.

3. Come dice S. Agostino [ De Trin. 4,14 ], nell'immolazione di Cristo si identificano il sacerdote e la vittima.

Ma nella celebrazione di questo sacramento il sacerdote e la vittima non si identificano.

Quindi la celebrazione di questo sacramento non è un'immolazione di Cristo.

In contrario:

S. Agostino [ Decr. di Graz. 3,2,52 ] scrive: « Una volta sola Cristo venne immolato in se stesso, e tuttavia ogni giorno è immolato nel sacramento ».

Dimostrazione:

La celebrazione di questo sacramento può essere considerata un'immolazione di Cristo per due motivi.

Primo, poiché, come osserva S. Agostino [ De div. quaest. 2,3 ], «si è soliti denominare le immagini delle cose con il nome delle cose stesse: guardando p. es. un quadro o una parete dipinta diciamo: "Quello è Cicerone, quello è Sallustio" ».

Ora, la celebrazione di questo sacramento, come si disse sopra [ q. 76, a. 2, ad 1; q. 79, a. 1 ], è un'immagine rappresentativa della passione di Cristo, che è una vera immolazione.

Da cui le parole di S. Ambrogio [ Decr. di Graz. 3,2,53 ]: « In Cristo fu offerta una volta sola la vittima efficace per l'eterna salvezza.

Noi dunque che cosa facciamo?

Non offriamo forse il sacrificio ogni giorno, quale commemorazione della sua morte? ».

Secondo, per i suoi legami con gli effetti della passione: cioè in quanto mediante questo sacramento diveniamo partecipi del frutto della passione del Signore.

Per cui leggiamo in un'orazione segreta domenicale [ II per annum ]: « Ogni volta che celebriamo questo memoriale del sacrificio del Signore, si compie l'opera della nostra redenzione ».

In base dunque al primo motivo si può dire che Cristo veniva immolato anche nelle figure dell'Antico Testamento, per cui nell'Apocalisse [ Ap 13,8 ] si legge: « I nomi dei quali non sono scritti nel libro della vita dell'Agnello, il quale è stato immolato fin dall'origine del mondo ».

Per il secondo motivo invece l'immolazione di Cristo è propria della celebrazione di questo sacramento.

Analisi delle obiezioni:

1. Come dice S. Ambrogio [ l. cit. nell'ob. ], « unica è la vittima », quella che Cristo ha offerto e che noi offriamo, « e non molte, essendosi Cristo immolato una volta sola, ed essendo questo sacrificio modellato su quello.

Come infatti unico è il corpo che viene offerto in ogni luogo, e non molti corpi, così pure unico è il sacrificio ».

2. Come la celebrazione di questo sacramento è l'immagine rappresentativa della passione di Cristo, così l'altare rappresenta la sua croce, sulla quale Cristo venne immolato nel suo aspetto proprio.

3. Per la stessa ragione anche il sacerdote è immagine di Cristo, in persona e in virtù del quale egli pronuncia le parole della consacrazione.

E così in un certo modo abbiamo l'identità fra il sacerdote e la vittima, come si è già notato [ q. 82, aa. 1,3 ].

Indice