Supplemento alla III parte

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Articolo 1 - Se dopo aver consumato il matrimonio un coniuge possa farsi religioso contro il volere dell'altro

Pare che dopo aver consumato il matrimonio un coniuge possa farsi religioso contro il volere dell'altro.

Infatti:

1. La legge divina deve favorire i beni spirituali più che la legge umana.

Ora, un tempo la legge umana [ Novell. 22,5 ] permetteva ciò.

Quindi a maggior ragione dovrà permetterlo la legge divina.

2. Un bene minore non può impedire un bene maggiore.

Ma lo stato matrimoniale, come risulta dalle parole di S. Paolo [ 1 Cor 7,8.32ss ], è inferiore a quello religioso.

Quindi dal matrimonio uno non può essere impedito di farsi religioso.

3. In qualsiasi religione si attua un matrimonio spirituale.

Ora, è lecito passare da una religione meno gravosa a un'altra più severa.

Perciò da un matrimonio meno gravoso, come è quello carnale, è sempre lecito passare a un matrimonio più severo, ossia a quello della religione, anche contro il volere della moglie.

In contrario:

1. S. Paolo [ 1 Cor 7,5 ] afferma che gli sposi non devono neppure dedicarsi temporaneamente alla preghiera astenendosi dal matrimonio, senza il mutuo consenso.

2. Nessuno può fare lecitamente ciò che pregiudica i diritti di un altro, contro il volere di quest'ultimo.

Ma i voti religiosi emessi da uno dei coniugi pregiudicano i diritti dell'altro: poiché l'uno ha potestà sul corpo dell'altro [ 1 Cor 7,4 ].

Perciò un coniuge non può emettere i voti religiosi senza il benestare della comparte.

Dimostrazione:

Nessuno può offrire a Dio ciò che appartiene ad altri.

Poiché dunque col matrimonio consumato il marito cede il proprio corpo alla moglie, senza il suo consenso egli non può più offrire se stesso a Dio col voto di castità.

Analisi delle obiezioni:

1. La legge umana considera il matrimonio solo come compito naturale.

Invece la legge divina lo considera come sacramento, e da questo lato esso è del tutto indivisibile.

Perciò l'argomento non regge.

2. È del tutto normale che un bene maggiore possa essere impedito da un bene minore ad esso contrario: come anche il bene è impedito dal male.

3. Il matrimonio [ spirituale ] che viene contratto in qualsiasi ordine religioso è sempre con la medesima persona, cioè con Cristo, verso il quale tuttavia uno si obbliga di più o di meno a seconda delle varie regole.

Invece il matrimonio carnale e quello dei voti religiosi non vengono contratti con la medesima persona.

Quindi il paragone non regge.

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