Supplemento alla III parte

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Articolo 2 - Se il secondo matrimonio sia un sacramento

Pare che il secondo matrimonio non sia un sacramento.

Infatti:

1. « Reiterare un sacramento equivale a disprezzarlo » [ Agostino, Contra epist. Parmen. 2,13 ].

Ma nessun sacramento può essere disprezzato.

Se quindi il secondo matrimonio fosse un sacramento, non dovrebbe essere reiterato in alcun modo.

2. In ogni sacramento si usa qualche benedizione.

Invece nelle seconde nozze non c'è alcuna benedizione, come dice il testo delle Sentenze [ 4,42,7 ].

Quindi in esse non c'è un sacramento.

3. La significazione è essenziale al sacramento.

Ma nelle seconde nozze il significato del matrimonio non si salva: poiché non c'è l'unione di un solo uomo con una sola donna, come tra Cristo e la Chiesa.

Quindi le seconde nozze non sono un sacramento.

4. Un sacramento non può impedire di riceverne un altro.

Invece il secondo matrimonio impedisce di ricevere l'ordine sacro.

Quindi non è un sacramento.

In contrario:

1. Il rapporto sessuale è giustificato nelle seconde nozze come nelle prime.

Ma il rapporto sessuale è giustificato dai tre beni del matrimonio, che sono la fedeltà, la prole e il sacramento [ q. 49, aa. 2,4 ].

Quindi anche il secondo matrimonio è un sacramento.

2. Una seconda unione non sacramentale di un uomo con un'altra donna non provoca l'irregolarità: come è evidente nel caso della fornicazione.

Invece nelle seconde nozze si contrae l'irregolarità.

Queste quindi sono sacramentali.

Dimostrazione:

Dove si riscontrano gli elementi essenziali di un sacramento, lì c'è un vero sacramento.

Ora, dal momento che nelle seconde nozze si riscontrano tutti gli elementi essenziali del sacramento, cioè la debita materia, che consiste nella legittimità delle persone, e la debita forma, vale a dire la manifestazione del consenso interiore mediante la parola, è evidente che anche il secondo matrimonio è un sacramento come il primo.

Analisi delle obiezioni:

1. Ciò vale per i sacramenti che producono un effetto perpetuo: nel quale caso, se il sacramento viene ripetuto, si viene a dire che il primo non era valido, e quindi lo si disprezza; e ciò si verifica in tutti i sacramenti che imprimono il carattere.

Invece i sacramenti che hanno un effetto non perpetuo possono essere ripetuti senza fare ingiuria al sacramento: come è evidente nel caso della confessione.

Poiché dunque il vincolo matrimoniale è eliminato dalla morte, non si fa alcuna ingiuria al sacramento se dopo la morte del marito la donna si risposa.

2. Il secondo matrimonio, pur essendo in se stesso un perfetto sacramento, posto a confronto col primo presenta un difetto di sacramentalità: poiché non ha il suo pieno significato, non essendo il matrimonio di un solo uomo con una sola donna, come è invece il matrimonio tra Cristo e la Chiesa.

E per tale difetto nelle seconde nozze non si dà la benedizione.

Ciò però vale quando le nozze sono seconde sia dalla parte dell'uomo che dalla parte della donna, oppure dalla parte della donna soltanto.

Se infatti una vergine sposa un vedovo, le nozze vengono ugualmente benedette: poiché allora rispetto alle prime nozze [ della sposa ] in qualche modo si salva un certo simbolismo, poiché Cristo, sebbene abbia in isposa una sola Chiesa, tuttavia in essa possiede molte anime a lui sposate.

Invece l'anima non può avere altro sposo che Cristo: altrimenti abbiamo un adulterio col diavolo, e viene a mancare il matrimonio spirituale.

E così quando si risposa la donna non si benedicono le nozze, venendo a mancare il simbolismo del sacramento.

3. Considerato in se stesso il secondo matrimonio possiede un perfetto simbolismo sacramentale; non così invece se viene considerato in rapporto al primo matrimonio.

Ed è in questo senso che esso manca di significazione sacramentale.

4. Le seconde nozze sono un impedimento per il sacramento dell'ordine non in quanto sacramento, ma in quanto difettose secondo il simbolismo sacramentale.

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