Supplemento alla III parte

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Articolo 3 - Se le ceneri che ricostituiranno il corpo umano abbiano una certa inclinazione naturale verso l'anima che si riunirà ad esse

Pare che le ceneri che ricostituiranno il corpo umano abbiano una certa inclinazione naturale verso l'anima che si riunirà ad esse.

Infatti:

1. Se nelle ceneri mancasse una qualsiasi inclinazione naturale per una determinata anima, non ci sarebbe alcuna relazione particolare tra questa e le sue ceneri.

Perciò sarebbe indifferente che il corpo fosse ricomposto partendo da queste o da altre ceneri.

Il che è falso.

2. La dipendenza del corpo dall'anima è maggiore di quella dell'anima dal corpo.

Ma nell'anima separata resta ancora una certa dipendenza dal corpo, tanto che « è ritardato il suo moto verso Dio per il desiderio del suo corpo », come dice S. Agostino [ De Gen. ad litt. 12,35.68 ].

Molto più dunque il corpo separato dall'anima conserva una naturale inclinazione verso di essa.

3. Si legge nel libro di Giobbe [ Gb 20,11 Vg ]: « Le sue ossa saranno riempite dei vizi della sua giovinezza, che insieme con lui giaceranno nella polvere ».

Ma i vizi risiedono nell'anima.

Perciò anche nelle ceneri perdurerà un'inclinazione naturale verso l'anima.

In contrario:

1. Il corpo umano può risolversi negli elementi che lo compongono, oppure diventare carne di altri animali.

Ma gli elementi sono omogenei, e così pure la carne del leone o di qualsiasi altro animale.

Mancando dunque nelle altre parti degli elementi o degli animali un'inclinazione naturale per un'anima determinata, essa mancherà pure in quelle parti derivate dalla corruzione del corpo umano.

Il che risulta anche dalle parole di S. Agostino [ Enchir. 88 ]: « Il corpo umano, per quanto si trasformi in sostanza di altri corpi o si riduca agli elementi che lo compongono, per quanto diventi cibo di altri uomini o di animali e si converta in carne, tornerà sempre a unirsi immediatamente a quell'anima umana che lo animò per farne nascere, vivere e crescere un uomo ».

2. A ogni inclinazione naturale corrisponde anche una causa agente naturale: altrimenti « la natura verrebbe a mancare nelle cose necessarie ».

Ma nessun agente naturale può far ricongiungere le ceneri umane a una determinata anima.

Perciò in esse manca qualsiasi inclinazione naturale a tale ricongiungimento.

Dimostrazione:

Ci sono in proposito tre opinioni.

Secondo alcuni il corpo umano non si scompone mai fino a dissolversi negli elementi.

E così rimarrebbe sempre nelle ceneri una certa forza di coesione che produrrebbe l'inclinazione naturale verso quella data anima.

Ma questa opinione è in contrasto sia con le parole citate di S. Agostino, sia con i sensi, sia con la ragione, poiché qualsiasi cosa composta di elementi contrari è suscettibile di risolversi nei medesimi.

Altri perciò dicono che gli elementi risultanti dalla decomposizione del corpo umano, essendo stati congiunti all'anima umana, conservano una maggiore affinità con la luce, per cui conservano anche una certa inclinazione verso le anime.

Ma anche questa è una sciocchezza.

Poiché gli elementi in tutte le loro parti sono della stessa natura, e quindi hanno lo stesso grado di affinità con la luce e con le tenebre.

Perciò bisogna concludere che in quelle ceneri manca qualsiasi inclinazione naturale alla risurrezione, ma vi è solo una relazione dovuta all'ordine della divina provvidenza, la quale ha stabilito che quelle ceneri tornino a ricongiungersi all'anima.

E da ciò deriva il fatto che quei dati elementi, e non altri della stessa specie, torneranno a unirsi alle anime rispettive.

Analisi delle obiezioni:

1. È così risolta la prima obiezioni.

2. L'anima separata conserva la stessa natura di quando era unita al corpo.

Ciò invece non accade per il corpo.

Perciò il paragone non regge.

3. Le parole citate non vanno intese nel senso che i vizi restino davvero aderenti alle ossa dei morti, ma che per disposizione della divina giustizia quelle ceneri sono destinate a ricostituire il corpo che sarà tormentato in eterno per i peccati commessi.

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