Messa del Povero: Ieri e Oggi

Ieri

La Messa del Povero è sorta ieri come risposta alle povertà ed esigenze dei tempi.

Torino era meta di immigrati dalle campagne circostanti e dal meridione per un inserimento nelle attività industriali in forte sviluppo.

I poveri, senza mestiere e senza lavoro, erano tanti ed erano qualificati come "mendicanti" o come "barboni".

Chi ha vissuto quei tempi ricorda le situazioni veramente tristi di gente vagante per la città, vestita con stracci, in pessime condizioni igieniche, sistemata sotto i ponti o in case diroccate.

Non facevano ancora problema gli anziani, perché normalmente ospitati in famiglia, in alloggi più ampi e con figli più disponibili, o in Case di riposo gestite per lo più da Suore con assistenza attenta e premurosa.

Tra le iniziative in atto per soccorrere alle povertà emergenti erano in prima linea l'ospitalità silenziosa e umile ( anche ora! ) del Cottolengo e delle Figlie della Carità, affiancate dalle Conferenze di San Vincenzo per lo più impegnate in assistenza domiciliare.

All'orizzonte si delineava negli anni 1920-1940 l'impegno di due figure carismatiche: Fratel Teodoreto delle Scuole Cristiane, ispirato e animato da Fra Leopoldo Maria Musso ofm. e Suor Luisa Beltramo, Superiora delle Figlie della Carità di via Villa della Regina 21, consigliata e sostenuta dal Canonico Stefano Bertola.

Fratel Teodoreto, educatore, conscio dell'importanza di formare giovani che si inserissero in attività a favore della Società e della Chiesa, mossi dalla riscoperta del volto di Cristo Crocifisso rivelato nelle sofferenze dei fratelli, guidati dallo Spirito, intuì nelle iniziative del Cottolengo e delle Figlie della Carità un ampio campo di azione apostolica per i giovani formati nella scuola cattolica.

E, fedele al suo carisma proprio della Scuola, vide nel campo della formazione professionale, tramite l'istituzione delle Case di Carità, la via per giungere a ridurre la povertà che lo circondava, aprendo nuove vie di inserimento nelle attività lavorative.

L'incontro

- della dedizione ai poveri delle Figlie della Carità, sulle orme di San Vincenzo de' Paoli

- dell'impegno dei Fratelli delle Scuole Cristiane per la formazione di laici impegnati, sulle orme di S. Giovanni Battista de La Salle e del Fratel Teodoreto

- della spiritualità della Croce di Fra Leopoldo, sulle orme di San Francesco d'Assisi

- della presenza sacerdotale per l'azione liturgica per giovani e poveri sulle orme di San Giovanni Bosco.

Hanno dato vita alla Messa del Povero.

Nella denominazione vi sono gli elementi fondamentali della sua caratteristica:

- Messa: presenza di Cristo Crocifisso, vero volto del Povero, rivelato nella sua offerta al Padre col sacrificio della Croce

- Povero: presenza delle varie povertà umane, nascoste nel sacrificio quotidiano di tanti fratelli.

La Messa promuove e anima il servizio.

Cristo si offre per noi, identificandosi nel fratello bisognoso di tutto, di cibo, di bevande, di vestiti, di accoglienza, di visita, di comprensione.

Egli offre la sua vita,

per saziare la nostra anima,

per rinnovare la nostra vita,

per soccorrere la nostra miseria,

per consolare la nostra tristezza,

per motivare il nostro servizio.

Ouale era ieri il servizio?

Lo deduciamo dalle cronache del tempo con alcune brevi citazioni nel cammino di oltre sessanta anni:

"… raccolgono da tempo, ogni domenica e festa di precetto il maggior numero di poveri che sia loro possibile e dopo aver loro fatto adempiere il precetto festivo, li servono di minestra e di pane (!).

Però era bene che questi numerosissimi poveri ( in inverno sino a 180, nella stagione estiva un'ottantina ) udissero alcune parole del Catechismo … i nostri Catechisti Anziani dicono, prima della Santa Messa, le parole del Catechismo, con la spiegazione del S. Vangelo da parte del Rev. Canonico … poi per far vedere che devono prima praticare loro stessi le parole del Catechismo, si offrono a radere la barba a tutti i mendicanti che lo desiderano … ( 1934 )"

"… funziona inoltre un Segretariato costituito per compiere l'opera di conforto e di sollievo di tante miserie e, quando la carità pubblica li ha forniti, per distribuire capi di vestiario e biancheria, mai sufficienti a soddisfare il sempre crescente bisogno di tanti sventurati …"

" … ma l'intento intimo delle Figlie della Carità e dei Catechisti è quello di nobilitare il povero mediante l'educazione al lavoro e al senso cristiano della sofferenza e della vita … potrebbero aprirsi altre Sezioni, ma oltre al danaro mancano per ora "Gli audaci della carità" … due sono già le Sezioni: Una all'Opera Pia Lotteri, la seconda alla Madonna della Speranza ( Barriera di Milano ) … per la Pasqua della Messa del Povero ( 1936 ) i Catechisti ne hanno contati 147 nella Sezione dell'O.P. Lotteri e un centinaio nella Sezione Madonna della Speranza …"

"La Messa del Povero … provvede all'assistenza spirituale e morale degli indigenti: distribuisce viveri, indumenti, facilita gli assistiti nel disbrigo di pratiche di varia natura, procura occasioni, svolge insomma in silenzio una benefica attività.

Dal settembre del '35 al luglio del '36 il numero degli assistiti sale a più di 5.000 e dal novembre del '35 al luglio del '36 ha distribuito oltre diecimila buoni per dormitori pubblici …" ( da La Stampa del 15 luglio 1936 ).

"… nei casi più gravi l'assistenza è prolungata anche fuori della riunione festiva.

I poveri infermi sono visitati e in punto di morte assistiti da una compagnia appositamente costituita ( detta "Compagnia della buona morte" ) alla quale partecipano gli stessi poveri, istruiti al soccorso vicendevole … i soci della medesima devono visitare sovente i loro malati portando loro quel conforto materiale e spirituale di cui hanno bisogno …."

"… sorse poi una filodrammatica tra i poveri per brevi intrattenimenti …"

"Nel 1941, allo scopo di soccorrere tutti i mendicanti della città, i Catechisti pensarono di portare la loro opera anche al rifugio municipale di via Moncrivello che è come la città dei poveri.

Quel rifugio che rappresenta una magnifica provvidenza per gli accattoni, onora la città di Torino.

Vi mancava però l'assistenza religiosa ed è questa che i Catechisti desideravano portare.

Le autorità municipali accolsero volentieri la richiesta e oggi l'assistenza religiosa agli ospiti del rifugio cittadino è fatto compiuto.

In un salone del rifugio si celebra nei dì festivi la S. Messa durante la quale il celebrante non manca di rivolgere parole appropriate al folto uditorio di circa 300 poveri, molti dei quali si accostano ai Santi Sacramenti.

Speciali cure si hanno dei bambini, fra cui molti furono preparati alla prima Comunione e alla S. Cresima"

I centri della Messa del Povero furono così per anni, 3:

- Santi Angeli di via Villa della Regina, 21

- Via Saccarelli, 2

- Via Moncrivello al dormitorio Municipale

Fu opera immane, sostenuta e animata da chi ne fece parte integrante e fondamentale della sua vita, in profonda dedizione e costante sacrificio.

Oggi

Chi sono i poveri oggi?

Le forme di povertà e di disagio morale e fisico vanno aumentando e sono sempre più varie e diffuse.

Sono sorte nel frattempo altre iniziative e vari gruppi per far fronte alle nuove povertà: i drogati, gli immigrati, gli alcoolizzati, i senza fissa dimora, gli ammalati di AIDS, gli ex-ospedali psichiatrici, i carcerati e gli ex-carcerati …

La Messa del Povero, in questa evoluzione acquista nuovi significati e nuove dimensioni, nella fedeltà allo spirito con cui è sorta e dedicandosi ad alcuni settori di povertà, nella ricerca di sempre nuove forme di assistenza, ma senza mai trascurare il suo orientamento spirituale sintetizzato nel suo nome.

All'opera costante delle Figlie della Carità, dei Fratelli delle Scuole Cristiane, dei Catechisti, dei Salesiani, delle Suore di Nostra Signora, di veterani con anni di servizio nell'opera, si sono affiancati, alcuni già da parecchi anni, dei giovani volontari animati da convinta motivazione nel servizio.

La Messa del Povero oggi in unica sede al Centro Andrea

"… si propone di promuovere e favorire un'attività rivolta ai più poveri ed emarginati finalizzata all'educazione, all'istruzione, alla ricreazione, all'assistenza sociale e sanitaria …

In particolare si propone di aiutare a vivere il giorno festivo nella serenità e nella pace interiore.

Per questo la Santa Messa viene proposta come centro e sorgente di rispetto, di vicendevole aiuto, di amicizia fra uomini di qualunque condizione sociale …"

"Mira a dare ai propri soci un perfezionamento spirituale e una formazione pedagogica, sociale e psicologica a carattere permanente, affinché la loro azione sia maggiormente efficace …" ( dallo Statuto e dall'atto di costituzione - art. 3- 4 maggio 1991 ).

Chi sono oggi i "più poveri ed emarginati?"

Tra le tante povertà sono considerate senza esclusioni,

quelle derivate dalla solitudine, dalla emarginazione, forse anche dalle necessità materiali dei nostri connazionali,

quelle derivate dalle emergenze delle nuove immigrazioni e, quindi, degli extra-comunitari,

quelle derivate dalla monotonia, dalla solitudine di persone anziane che, pur avendo un tetto ed il cibo, non hanno una "casa" ed una "tavola familiare".

Sono così sorte le attività di animazione spirituale e ricreativa per gli anziani, le attività di assistenza spirituale e sociale, di istruzione per i fratelli extra-comunitari.

L'animazione della domenica con la Santa Messa, nell'uno e nell'altro caso, resta fondamentale.

Questi "nuovi poveri" devono bussare alle porte della Chiesa sapendo di potersi trovare "a casa propria" nella "comunità cristiana"

I corsi di alfabetizzazione, l'istruzione religiosa, gli incontri a gruppi etnici distinti nelle feste più importanti, il contributo pur minimo di legame con la famiglia lontana, la parola purtroppo raramente risolutiva di conforto e di speranza, l'interessamento ai loro gravi problemi, sono i passi di questo incontro con i fratelli di altre terre.

L'incontro, l'animazione della Santa Messa, la parola di comprensione e di partecipazione per chi più soffre la solitudine in strutture fuori dell'ambito familiare per gli anziani, diventano momenti di fraternità con chi ha già percorso un lungo cammino.

Le povertà di sempre, di ieri accanto alle povertà di oggi, mostrano il loro volto e attendono dei "buoni samaritani" e Dio continua a rivolgere ad anime generose la sua parola di invito e di riconoscenza: "Quello che avete fatto per uno dei più piccoli dei miei fratelli lo avete fatto a me".

Il campo è vastissimo e le vie aperte e non ancora percorse sono moltissime: l'importante è che non si percorrano senza una forte motivazione o per puro desiderio di novità transitoria.

Le opere di Dio si realizzano con l'anima, non con un semplice servizio esterno.

Sorge allora il secondo aspetto della finalità della MESSA DEL POVERO, quello che riguarda chi vi si dedica: "dare ai soci un perfezionamento spirituale ed una formazione pedagogica, sociale e psicologica a carattere permanente, affinché la loro azione sia maggiormente efficace".

È questo un campo assai impegnativo per chi ne ha la responsabilità, ma anche per chi intende dedicare ai fratelli il proprio tempo ed il proprio servizio: solo così può essere assicurata la fedeltà e qualificata la dedizione.

Col nome quasi centenario di "Messa del Povero", si presenta il nuovo volto nella linea della tradizione così ricca di esempi e di Audaci della Carità.

Così la veda, così la comprenda, senza inutile pubblicità, chiunque vi si accosta o chi ne sente parlare.

La via è molto aperta verso il futuro: rendiamoci degni di passare il testimone a quanti il Signore chiamerà al suo servizio nei più poveri dei suoi fratelli accanto a chi si dedica alle tante altre povertà, ma sempre nel suo Nome.

Fr. Gustavo