Padri/Agostino/lettere/056.txt Lettera 56 Scritta verso lo stesso tempo. Agostino risponde a Celere che lo aveva pregato di esporgli gli errori dei Donatisti; lo esorta a dedicarsi allo studio delle S. Scritture ( n. 1 ) per imparare che la vita presente è fumo, e a distaccarsi dai Donatisti ( n. 2 ). Agostino all'illustrissimo e giustamente onorando signore e dilettissimo figlio Celere 1 - Agostino raccomanda a Celere di studiare la S. Scrittura Non ho dimenticato né la mia promessa né il tuo desiderio. Ma siccome sono dovuto recarmi a compiere la visita delle chiese affidate alla mia cura e non ho potuto subito soddisfarti io stesso, non ho voluto però nemmeno essere più a lungo debitore di ciò che ti posso soddisfare con ciò di cui dispongo. Ho quindi ordinato al prete Ottato, mio carissimo figlio, di leggerti quanto ti ho promesso nelle ore che tu giudicherai più opportune, quando capirà di poterlo fare senza interruzione. Quanto maggior gradimento mostrerà la tua Eccellenza nell'accoglierlo, tanta maggior sollecitudine e attenzione sarà spinto a mettere nella sua opera. Credo del resto che tu capisca assai bene da te stesso quanto io ti ami e desideri che tu possa trovare piacere nell'esercizio dei sani studi e nella conoscenza delle cose divine e umane. 2 - Sia buon cristiano staccato dai Donatisti Se non rifiuti la carità del mio servizio, spero che progredirai non solo nella fede cristiana, ma pure nei costumi convenienti alla tua dignità. Tu sei già ben disposto e perciò farai tali progressi che l'ultimo giorno di questo fumo o vanità temporale, che si chiama vita umana e che a nessun mortale è concesso d'evitare, lo aspetterai con brama e con serenità o almeno senza disperata ansietà, poggiato non sulla vuotezza dell'errore ma sulla saldezza della verità. Quanto infatti sei certo di vivere, altrettanto devi essere certo, in base alla dottrina della salvezza, che questa vita, anche se vissuta nei piaceri temporali, dev'essere considerata non vita bensì morte, se viene paragonata alla vita eterna promessa a noi da Cristo e per grazia di Cristo. Date poi le qualità innate del tuo animo, non dubito affatto che assai facilmente spezzerai i vincoli che ti legano ai Donatisti, se mosso da profondo senso religioso saprai apprezzare la purezza della dottrina cristiana. Non è infatti difficile neppure ai tardi d'ingegno comprendere con quanto irrefragabili e solide prove si dimostri l'errore di quegli eretici, se volessero udirle con pazienza e con attenzione. Ma per rompere le catene dell'errore consueto e diventato quasi familiare e per seguire la verità inconsueta occorrono forze assai maggiori. Tuttavia non si deve disperare della franchezza del tuo nobile carattere e del tuo animo veramente coraggioso, coll'aiuto della grazia e delle ispirazioni del Signore nostro Dio. La misericordia di Dio nostro Signore ti conservi sano e salvo, esimio e giustamente onorando signore e figlio direttissimo.