Aggeo

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Introduzione

Contenuti

La predicazione di Aggeo vuole spronare gli Ebrei, ritornati dall'esilio, alla ricostruzione del tempio di Gerusalemme.

Egli collega la riedificazione del santuario alla manifestazione della gloria di Dio e al compimento delle promesse messianiche.

Diversi temi della predicazione di Aggeo si ritrovano anche in quella del suo contemporaneo Zaccaria.

Schema

Il libro contiene quattro oracoli:

Invito a ricostruire il tempio ( 1,1-15 )

Gloria del nuovo tempio ( 2,1-9 )

Culto e benedizione ( 2,10-19 )

Promessa per Zorobabele ( 2,20-23 ).

Caratteristiche

A differenza di altri libri profetici, in cui gli oracoli sono spesso in forma poetica, il testo di Aggeo è scritto in prosa.

Peculiare è anche la datazione precisa, che viene premessa a ogni intervento del profeta ( si va dall'agosto al dicembre del 520 a.C. ).

Aggeo considera i mali che colpiscono il popolo un segno del suo allontanamento da Dio.

Egli identifica la colpa principale degli Ebrei nella trascuratezza verso il tempio, perché è come se il popolo trascurasse il Signore stesso.

Aggeo si rivolge probabilmente a uomini stanchi e sfiduciati; la sua accusa è anche un richiamo a non perdere la fede nel compimento delle promesse divine.

Origine

Di Aggeo non sappiamo quasi nulla.

Nel libro le introduzioni agli oracoli sono in terza persona: forse la stesura del testo va fatta risalire a un discepolo del profeta, ma non si può escludere che questo sia un espediente letterario utilizzato dallo stesso Aggeo.

Destinatari della sua predicazione sono gli Ebrei ritornati in Giudea dall'esilio, dopo il 538.

Molte difficoltà avevano rallentato i lavori di ricostruzione del tempio.

La situazione economica dei rimpatriati era abbastanza precaria; inoltre essi dovevano fare i conti con una certa ostilità delle popolazioni vicine.

Così, nel 520 il tempio non era ancora stato ricostruito.

Aggeo prende probabilmente spunto anche dalla situazione internazionale: alla morte di Cambise ( 522 ) erano scoppiati violenti disordini per la successione nel regno e, solo dopo qualche tempo, Dario riuscì a salire al trono.

In tali eventi il profeta vede i segni dell'intervento di Dio; per questo sprona gli Ebrei alla ricostruzione del tempio, simbolo per eccellenza della dimora del Signore in mezzo al suo popolo.

Commento di G. Rinaldi

Il libro di Aggeo introduce nell'intimità della comunità giudaica tornata dopo l'esilio ( editto di Ciro, 538 a. C. ) con un episodio caratteristico.

I rimpatriati ricostruirono qualche cosa per riprendere il culto: forse non più che l'altare degli olocausti.

Poi per qualche anno non si fece nulla.

Nel secondo anno di Dario ( 520 a. C. essendo governatore Zorobabel ), quando già la città tornava a risorgere, ma al tempio nessuno vi pensava, la comunità giudaica ebbe le parole incitative appunto di Aggeo e di Zaccaria per la ripresa e la prosecuzione dei lavori.

Il nostro libro ci conserva alcuni saggi dei « fervorini » con cui il primo dei due « profeti » ricordati, Aggeo, si presentò e incoraggiò l'impresa.

Nello stesso tempo egli rappresenta quella corrente del giudaismo che era ritornato e che per un momento guardò a Zorobabel come al possibile restauratore della monarchia ( 2,20ss e luoghi di Zac. ivi citati ): disegno che dovette poi fallire per il diverso sentimento di parte della popolazione e, certamente, dei dominatori persiani.

Di Aggeo non si sa altro: può darsi che egli fosse nel numero di coloro che per propria dolorosa esperienza sapevano quanto lontano era il nuovo tempio da quello di Salomone ( 2,3 ) : nel qual caso all'epoca del ritorno sarebbe stato per lo meno ottantenne: un particolare che il tono conservatore del libro non smentirebbe.

Conferenze

Don Federico Tartaglia

Libro di Aggeo

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