Articolazione della missione anziani

( Vedi anche le proposte dell’Ufficio Pastorale e del Movimento con il calendario più avanti )

a) Il livello parrocchiale

La Missione si realizza attraverso gli incontri di convocazione.

Tenendo conto della presenza degli anziani in parrocchia e delle loro possibilità di incontro come già delineato al punto 5 si possono invitare le persone in parrocchia, presso una Casa di Riposo o nelle case degli anziani stessi.

Tutta la comunità si deve sentire coinvolta per favorire questi appuntamenti là dove occorre provvedere ad accompagnare chi è solo oppure è in difficoltà.

Le convocazioni si basano sull’approfondimento delle schede che propongono una traccia per ritrovare le linee fondamentali della nostra fede presentate a partire da un fatto concreto che interpella la vita della persona anziana.

Importante che i diversi gruppi attivi in parrocchia si uniscano attorno a questo impegno pastorale che vuole inserirsi nell’azione pastorale generale della parrocchia senza stravolgere le attività consuete del cammino pastorale parrocchiale.

Le convocazioni attraverso le schede possono trovare spazio in avvento, quaresima e tempo pasquale, seguendo i tempi della vita parrocchiale.

Sono inoltre proposti dei momenti di festa da inserire nel cammino: feste liturgiche, celebrazioni Eucaristiche o liturgie che diano spazio e attenzione alla presenza degli anziani.

Una "Festa dei Nonni" a ottobre, all’inizio delle attività.

La "Festa di Natale" che cerca il coinvolgimento dei gruppi di volontariato parrocchiale e dei giovani per alleggerire la solitudine - più grave in prossimità delle festività - con un momento conviviale e un piccolo dono, oltre la Celebrazione liturgica.

Nel tempo di Quaresima, là dove è possibile una celebrazione Eucaristica presso una Casa di Riposo o Istituto per anziani.

Si intende sottolineare la forza della preghiera unita alla sofferenza per ottenere da Dio "Grazia su Grazia".

È la fedeltà a "quel poco" di una vita limitata dalla sofferenza che fa ricca tutta la comunità.

La ormai tradizionale Celebrazione del Sacramento dell’Unzione degli Infermi, non amministrato nella Giornata Mondiale del malato, con una più attenta preparazione che eviti l’Unzione "di massa" e diventi significativa per chi la riceve e per la comunità.

Possono essere di aiuto a preparare l’evento le ultime schede del sussidio.

La celebrazione che conclude la Missione a livello parrocchiale può essere inserita nella solennità del Corpus Domini.

b) Il livello zonale.

La zona pastorale è invitata a coordinare con l’aiuto dei gruppi missionario, Caritas e giovani, queste proposte.

Azione caritativa nel tempo della Missione e in particolare durante la Quaresima, con l’aiuto dei gruppi Missionario e Caritas, estendibile a tutta la comunità.

Ecco in specifico la proposta:

"L’obolo della Vedova" ( Lc 21,1-4 ) "…questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri."

Durante tutto il periodo della Missione ogni zona propone, in continuità con le Convocazioni e le attività parrocchiali e distrettuali, un cammino di prossimità ai fratelli più poveri.

Gli animatori della Missione con il Consiglio Pastorale Zonale identifica un progetto concreto e realistico di aiuto concreto da sostenere economicamente o, se lo si individua in zona, anche a livello di impegno personale concreto.

Si suggeriscono attività come: adozione a distanza comunitarie ( per un minore, per una mamma, per un anziano non autosufficiente ), sostegno alla costruzione di una struttura per anziani o disabili in paesi stranieri, interventi in istituti della zona, impianto di un piccolo "fondo rotativo" per gli anziani in situazione di particolare indigenza.

Il tempo di Quaresima vedrà approfondirsi l’impegno con il concorso di tutta la comunità cristiana locale.

L’iniziativa andrà presentata e ricordata con una attività zonale specifica.

Tra le tante si suggerisce un agilissimo foglio di collegamento curato da un piccolo comitato, oppure un incontro di presentazione a livello zonale, oppure una sorta di mostra esplicativa itinerante nelle varie parrocchie della zona.

Importante e necessario anche unire l’iniziativa con la preghiera e con il richiamo delle tematiche proposte nelle Convocazioni.

Incontro di Festa.

Incontro tra parrocchie della Zona o parrocchie confinanti.

Coinvolgendo eventualmente i gruppi giovani della Zona per vivere la tradizionale festa del Lunedì dell’angelo: "la Pasquetta"

c) Il livello distrettuale.

Un unico momento a livello distrettuale segna la fine della Missione con un grande Pellegrinaggio Mariano in un santuario che dovrà essere individuato dai vicari.

Tale iniziativa potrà essere pensata ed attuata con l’intervento dell’Ufficio Pastorale pensionati e anziani.

d) La sperimentazione.

Ad alcune singole parrocchie o ad una zona, in accordo con i parroci ed i vicari, è affidato il cammino della sperimentazione.

È la ricerca di nuovi spazi e nuove esperienze di pastorale che dovranno essere verificate di anno in anno e valutate per un possibile suo inserimento come direttiva pastorale per tutta la Diocesi.

Ecco due proposte.

1. "Io sono con voi."

Cammino di accompagnamento spirituale degli anziani in struttura.

Questa sperimentazione ha come fine la costituzione di una forma di assistenza spirituale intergrata per gli anziani ospiti di istituti e residenze socio-assistenziali presenti nel territorio di una parrocchia.

L’orizzonte è l’istituzione di una sorta di cappellania retta dal sacerdote con il concorso di religiosi e laici.

Un gruppo di persone che abbiano come impegno primario l’accompagnamento spirituale dei degenti nelle forme più consone alla situazione delle persone.

Non si tratta di creare un gruppo di volontariato dedito alla assistenza delle persone, ma un pool di pochi operatori pastorali, adeguatamente formati, che possano supportare il sacerdote-parroco nella cura pastorale degli anziani istituzionalizzati.

Loro compito sarà soprattutto la catechesi e il sostegno spirituale.

Il pool dovrà essere costituito con ministri straordinari dell’Eucaristia, operatori pastorali che hanno ottenuto il mandato, catechisti.

I "cappellani" dovranno redigere un progetto pastorale di intervento e, dove possibile, una sorta di protocollo di intesa con la direzione dell’Istituto per poter svolgere il ministero ( contattare a questo proposito l’Ufficio di Pastorale della Sanità ).

Potrebbero iniziare con questa sperimentazione le parrocchie che hanno nel loro territorio una casa di riposo, soprattutto se direttamente collegata al mondo cattolico.

2. Un altro campo di sperimentazione ci viene suggerito da una necessità richiamata anche dal nostro Arcivescovo.

Un capitolo importante della collaborazione dei laici per la vita della Comunità riguarda la cura dei luoghi e degli edifici per il culto e per le attività della comunità.

Si sa che gli edifici hanno bisogno di quotidiane manutenzioni e attenzioni.

Anche l’apertura delle Chiese per permettere la preghiera personale fuori degli orari delle funzioni ha bisogno di attenzione.

Diventa importante garantire l’apertura delle Chiese con turni di assistenza e di vigilanza per assicurare la Chiesa dalla visita di malintenzionati, ma soprattutto per dare un segno discreto di accoglienza a chi entra, un aiuto nella preghiera, offrendo magari un piccolo sussidio per la preghiera.

Ecco sorgere persone disposte a fare da custodi in senso "spirituale", cioè persone che sanno di possedere un tesoro preziosissimo e lo dimostrano con il comportamento, le parola e la premura.

Questa cura e custodia interessa ogni membro delle nostre comunità cristiane.

Ma è un campo nel quale le persone della Terza Età possono rendersi estremamente utili.

Questa cura e custodia si può concretizzare anche nell’attenzione agli ambienti utilizzati per la catechesi ai fanciulli ed ai ragazzi, aprendo loro i locali nei tempi e orari stabiliti e offrendo un sorriso accogliente ai bambini, ai genitori ed ai catechisti. (cfr. Mons. Severino Poletto, "I miei occhi hanno visto …" Lettera Pastorale, Asti, 1996)