Come farei un gruppo pensionati e anziani

( Avvocato Oreste Longhi, diacono permanente )

Il mondo degli anziani va ingrossandosi, la loro presenza aumenta e cosi pure la loro età, i centenari saranno più di quanto ora si possa pensare.

Si tratterà però sempre di persone che avranno bisogno di essere seguite da qualcuno che stia loro vicino, perché in loro continueranno a prevalere acciacchi, solitudine, tristezza.

Specialmente tra coloro che erano stati operativi, dinamici, abituati a lavorare e far lavorare; a considerare, come regola, la loro utilità.

Ecco perché si manifesta in essi la caduta in crisi depressive.

Da qui il nostro dovere di aiutarli: tale aiuto deve pervenire dalla Chiesa che deve tutelare la dignità della persona umana, rispettarne i valori, che esistono sempre, non diminuiscono con l'aumentare dell'età.

È bello interessarsi di ragazzi, giovani, nuove coppie, gruppi famiglia, ma non va dimenticato che la Chiesa deve tutelare anche l'anziano, e sempre.

Questo rientra nella sua funzione Materna e Pastorale.

Ben venga lo Stato, la regione, la provincia, ma con la Chiesa sempre presente.

Il Papa, in un discorso agli anziani, nel 1984, disse: "Non lasciatevi sorprendere dalla tentazione della solitudine interiore, non ripiegate su voi stessi.

Voi non siete, ne dovete sentirvi ai margini della vita della Chiesa.

Avete ancora una missione da compiere ed un contributo da dare..".

Per evitare la solitudine interiore, gli anziani devono sentirsi attivi, per intelligenza, capacità di ideare ed organizzare, ovviamente in funzione dell'età e della salute.

Mai strafare però, ricordare che ogni contributo è indirizzato alla famiglia, alla Chiesa, alla società.

Per quanto riguarda la società essi devono capire ed afferrare qualunque problema del momento per non cadere nella trappola di pensare in modo difforme dal pensiero della Chiesa ( si cita come esempio il problema attuale della procreazione ).

Ancora il Papa dice che l'anziano deve poter essere messo in grado di influenzare le politiche che riguardano la sua vita e la società.

Bene ha fatto l'ONU a proclamare "Anno dell'Anziano" il 1999: però questa deve diventare un'attività di fatto e non solo una proclamazione di diritto.

Il segretario dell'ONU parla di persone "che agiscono e partecipano", il Papa parla invece di "missione", cioè capacità di amare senza riserva, nonostante tutto.

Queste condizioni vanno tenute presenti quando si pensa di organizzare un Gruppo di animazione di persone anziane.

La Bibbia cita ampiamente gli anziani.

Ad esempio Lv 19: "Alzati davanti a chi ha i capelli bianchi";

Sir 3,16: "Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore, chi insulta la madre è maledetto dal Signore";

ed ancora: "Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore".

Uno dei carismi della longevità è proprio la saggezza che è un dono che l'anziano deve raccogliere, per vivere con responsabilità, il Tempo che la Provvidenza gli concede.

Se la Chiesa li trascurasse, verrebbe meno alla sua missione.

Ben vengano quindi i Centri di accoglienza che però non devono essere una specie di asilo nido dove si gioca a carte o si organizzano polentate con l'assillo di riempire il tempo della giornata.

L'anziano non ha bisogno di riempire il tempo, ma deve vivere il tempo; essere tolto dal suo isolamento egoistico ed evitare di chiudersi in se stesso.

Occorre perciò organizzare valide attività di Gruppo.

Il gruppo non deve diventare centro di critica, di doglianza o di pianto in cui gli anziani si trovano per sfogare le loro amarezze personali, familiari, parrocchiali.

Se vogliamo essere tristi accendiamo la TV, vi troveremo tante occasioni!!

Invece promuovere interessi e valori, in un luogo accogliente, all'insegna della serenità.

Per dare all'anziano la sensazione di essere un chiamato, non un sopportato.

Alcune Proposte

a) Attività caritativa, in collaborazione con gli altri gruppi: nella parrocchia non devono esserci dei ghetti, ma gruppi collegati gli uni con gli altri, gruppi ecclesiali che vivono secondo la loro capacità ed argomentazioni e non per coltivare il loro proprio orticello.

Cosi si vedrà il giovane che aiuta l'anziano e viceversa.

b) Si possono sviluppare iniziative simpatiche (aiuto a completare il banco di beneficenza; regalare al battezzato la "veste bianca" ritagliata e cucita personalmente dalle varie donne del gruppo anziani … ecc).

c) Attività culturali: con la proposta di incontri lungo molti temi: arte, scienza, letteratura, poesia, cronaca e magari politica sfuggendo in tal caso da coloro che si insinuano nei gruppi per amore di polemica o alla ricerca di popolarità per le prossime elezioni della Circoscrizione.

d) Aggiornamento pratico della conoscenza delle ricchezze artistiche, architettoniche della zona: visita ben guidata e ben organizzata.

e) Iniziative ricreative: contrariamente alle prime apparenze questo tipo di proposta è assai difficile, dispersivo ed anche pericoloso: certi pranzi a base di polenta, o simile, possono essere a volte nocivi !

f) Incontri festosi con canti d'epoca, sempre graditi agli anziani; brevi e facili spettacoli, meglio se comici, gite brevi e scampagnate, visite a musei.

Certo l'animatore necessità di una particolare preparazione, perché nulla va fatto all'insegna del pressappochismo.

g) Dialogo tra le generazioni e coi propri familiari.

Possono essere gradite "tavole rotonde" con scambio di opinioni o anche semplicemente incontri all'insegna di quattro chiacchiere.

La presenza dei familiari può infondere fiducia in tutti per dimostrare la validità del Gruppo e per accettarlo.

h) Attività socializzanti: il gioco delle carte e delle bocce prevalgono, quantunque non debbano prevalere.

Magari lotterie interne, collaborare al banco di beneficenza parrocchiale, anche come motivo di distensione.

i) Partecipazione alla vita religiosa della parrocchia. Il parroco deve aver cura di farsi affiancare da bravi animatori.

Inoltre il parroco deve credere nell'operato di ciascun gruppo parrocchiale ed è fondamentale che fin dall'inizio dell'anno vengano stabilite date ed impegni inderogabili, che nessun gruppo ne sia all'oscuro e tenti di subentrarvi in un secondo tempo con ulteriori proposte.

Cosi l'animatore deve conoscere esigenze, richieste, motivazioni del proprio gruppo, per fare opportune scelte all'interno della Comunità parrocchiale.

La comunicazione tra i vari gruppi agevolerà moltissimo il lavoro del parroco, che non deve mai essere sostituito.

L'animatore deve saper seguire la psicologia dell'anziano per captarne la suscettibilità e per conoscere personalmente le persone che compongono il suo Gruppo.

Poi dovrà essere paziente, ed ancora cordiale: saper avvicinare l'anziano, non essere mai scostante.

Il Papa dice ancora che l'età dell'anziano è quella della semplicità, tuttavia con i suoi rapporti affettivi, morali, religiosi, come li sta vivendo, risorsa indispensabile per la società, la famiglia, la Chiesa.

L'anziano coltiva il senso dell'amicizia, della prudenza, della saggezza; sa essere felice.

Per voi animatori il compito è magistrale, essenziale è altamente proficuo e se qualcuno è abituato a piangere allora regalategli lo splendido cartoncino che io ebbi da mia moglie al compimento dei 65 anni.

Su di esso è scritto: "Anche l'autunno della vita ha dei colori splendidi"