Comunione con il Papa e illuminati dal suo magistero

Alla conclusione del Giubileo del 2000, il Santo Padre ha indirizzato a tutti una Lettera Apostolica "Novo millennio ineunte" ( NMI = All'inizio del nuovo millennio ) nella quale, dopo l'esperienza molto positiva dell'Anno Santo, invita tutta la Chiesa a "prendere il largo" ( Lc 5, 4 ) nel mare della storia per portare la ricchezza di grazia vissuta nel Giubileo a tutta l'umanità.

Ci dice il Papa: "Bisogna ora far tesoro della grazia ricevuta traducendola in fervore di propositi e concrete linee operative.

Un compito al quale desidero invitare tutte le Chiese locali…

È ora dunque che ciascuna Chiesa, riflettendo su ciò che lo Spirito ha detto al Popolo di Dio in questo speciale anno di grazia, ed anzi nel più lungo arco di tempo che va dal Concilio Vaticano II al Grande Giubileo, compia una verifica del suo fervore e ricuperi nuovo slancio per il suo impegno spirituale e pastorale" (NMI 3).

Noi desideriamo raccogliere e attuare questo invito che il Papa rivolge a tutte le diocesi del mondo e quindi anche alla nostra.

Dal Concilio in poi la nostra Chiesa, guidata da illuminati Pastori che si sono succeduti, i Cardinali Pellegrino, Ballestrero e Saldarini, ha visto una feconda fioritura di rinnovamento a tutti i livelli.

Quante cose nuove sono nate negli anni che vanno dal Concilio fino a noi e che sono tuttora presenti con tanta vivacità della nostra pastorale!

Questo cammino post-conciliare ha avuto un suo momento straordinario nella celebrazione del Sinodo diocesano che si è svolto negli anni 1994-1997, sotto la guida del Cardinale Giovanni Saldarini.

Le indicazioni del Sinodo con gli orientamenti e le norme promulgate dall'Arcivescovo nel Libro Sinodale, che è entrato in vigore il 1 gennaio 1998, mantengono intatta la loro validità.

Ad esse ci si deve attenere per tutte le scelte che di giorno in giorno siamo chiamati a compiere nella nostra pastorale ordinaria, che deve essere sempre ispirata ad una sincera comunione ecclesiale.

Il nostro Piano Pastorale non è "altro" rispetto al Sinodo, ma si mette in continuità con esso proponendo alcune "iniziative straordinarie" di annuncio del Vangelo, finalizzate a rivitalizzare sempre più il cammino quotidiano delle nostre comunità.

Chiedo perciò a tutti di guardare a questa proposta di Piano Pastorale non come a qualcosa che ci cade addosso, nostro malgrado, per complicare le già difficili problematiche pastorali che dobbiamo affrontare ogni giorno, bensì come un aiuto a concentrare il nostro impegno su alcune scelte prioritarie al fine di esperimentare nuovi orizzonti per la pastorale ordinaria.

Il Santo Padre, nella Lettera citata, ci avverte che non esistono formule magiche per affrontare le grandi sfide del nostro tempo.

"Non una formula ci salverà, ma una Persona, e la certezza che essa ci infonde: Io sono con voi!" (NMI 29).

Anche noi quindi diciamo col Papa che non si tratta di inventare un nuovo programma rispetto a quello che la Chiesa ha già ricevuto duemila anni fa da Gesù stesso: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" ( Mc 16,15 ).

È questa la "missione" che la Chiesa deve svolgere nei secoli: annunciare Gesù Cristo, farlo conoscere ed amare, imitarlo per vivere in Lui la vita trinitaria e trasformare con Lui la storia dell'umanità.

Questo programma di sempre deve però essere tradotto in orientamenti pastorali adatti alle condizioni di ciascuna comunità.

Ci dice ancora Giovanni Paolo II: "Dentro le coordinate universali e irrinunciabili è necessario che l'unico programma del Vangelo continui a calarsi, come da sempre avviene, nella storia di ciascuna realtà ecclesiale.

È nelle Chiese locali che si possono stabilire quei tratti programmatici concreti - obiettivi e metodi di lavoro, formazione e valorizzazione degli operatori, ricerca dei mezzi necessari - che consentono all'annuncio di Cristo di raggiungere le persone, plasmare le comunità, incidere in profondità, mediante la testimonianza dei valori evangelici nella società e nella cultura.

Esorto perciò vivamente i Pastori delle Chiese particolari, aiutati dalla partecipazione delle diverse componenti del Popolo di Dio, a delineare con fiducia le tappe del cammino futuro, sintonizzando le scelte di ciascuna Comunità diocesana con quelle delle Chiese limitrofe e con quelle della Chiesa universale" ( NMI 29 ).

Sono contento di poter riscontrare come tutto il cammino comune di preparazione a questo nostro Piano Pastorale diocesano si sia messo fin dall'inizio su queste linee che ora il Papa raccomanda a tutte le diocesi.

Perciò ora vogliamo vivere tutto il nostro lavoro, sia quello svolto nella consultazione sia ancor più quello che realizzeremo nei prossimi anni con le grandi Missioni diocesane, con una motivazione in più, che è la scelta di attuare le indicazioni del Santo Padre, come un atto di obbedienza e di comunione con la sua Persona che, in qualità di Vicario di Cristo e successore di Pietro, ha il compito di guidare tutta la Chiesa e quindi anche noi.