Dimensione universale della missione

Ora siamo in grado di comprendere l'affermazione "Dove c'è Chiesa, ivi è la missione", perché alla luce del Concilio Vaticano II abbiamo individuato la fonte trinitaria della missione della Chiesa, la quale "è inviata da Dio alle genti per essere sacramento universale della salvezza" ( Ad gentes 1 )

È da notare che in primo luogo non si parla della Chiesa che invia, ad esempio, dei missionari, ma della Chiesa tutta che è inviata.

La Chiesa è inviata come il Figlio è inviato dal Padre.

La missione del Padre nei confronti del Figlio fonda e alimenta la missione di Cristo nei confronti dei suoi discepoli, cioè della Chiesa: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi" ( Gv 20,21 ).

Quel "come" non indica una rassomiglianza puramente esteriore tra la missione della Chiesa e quella di Gesù, ma sta a significare l'origine e il fondamento della missione della Chiesa, che non potrà non avere la stessa universalità della missione del Figlio e dello Spirito Santo.

La Chiesa e la sua missione universale vanno comprese alla luce di un principio fondamentale che Dio attua nella storia della salvezza: Dio attua la salvezza, che ha una destinazione universale, facendola iniziare da una persona, da un piccolo gruppo, in un luogo determinato.

Si pensi ad Abramo o, nel Nuovo Testamento, a Maria, ai Dodici o a Paolo e alle sue piccole comunità sparse nel bacino mediterraneo.

La missione universale deve cominciare con la cura del particolare, cioè delle nostre comunità ecclesiali, dei nostri gruppi, chiamati ad essere segno e strumento di Dio che salva il mondo.