Che cosa si intende per Piano Pastorale diocesano

Già il Sinodo Diocesano, nelle sue conclusioni, rilevò l'importanza di un rinnovamento pastorale secondo alcune linee progettuali di fondo:

"La complessità dei fattori in gioco e la pluralità delle esperienze ecclesiali non deve distoglierci dalla necessità di dotare la Chiesa che è in Torino di un programma pastorale di ampio respiro, fondato su chiare priorità da attuarsi in maniera progressiva nel corso degli anni, tale da permettere un ampio ventaglio di sperimentazioni operative e soggetto a costanti verifiche" ( LS p.113 ).

A questo riguardo mi sembra importante chiarire che cosa si intende per Piano Pastorale.

Esso non è un tema annuale di riflessione che viene proposto a tutta la diocesi, né si sostituisce o si sovrappone alla pastorale ordinaria, che non può mai venire trascurata e che costituisce l'elemento di continuità di tutta l'azione della Chiesa.

Il Piano Pastorale è la proposta di alcune iniziative straordinarie generalizzate per tutta la diocesi e tutti i soggetti pastorali, o diversificate ( ad es. per alcuni distretti pastorali ), per mettere in primo piano un settore o un ambito della pastorale ordinaria così che, quel settore o quell'ambito, si sentano verificati, rilanciati e vivificati in una prospettiva pienamente missionaria.

Il Piano Pastorale, pertanto, non è un programma in alternativa né "altro" rispetto agli impegni fondamentali delle singole comunità parrocchiali o delle diverse realtà ecclesiali.

È piuttosto un insieme di iniziative mirate a innescare una prospettiva missionaria nell'impegno di evangelizzazione delle comunità, affrontando alcune questioni di fondo della pastorale ordinaria, valorizzando gli sforzi esistenti, portando a piena attuazione le disposizioni del Sinodo e ridando slancio e fiducia ai pastori delle comunità e a tutti coloro che, a vario titolo, sono impegnati nella diffusione e nella testimonianza del Vangelo.

Diversamente si corre il rischio di vivere in stato di costante aritmia pastorale nel senso che o si finisce col subire le proposte diocesane, quasi fossero un disturbo per la quotidiana attività, oppure si creano rallentamenti e disorientamenti pastorali anziché omogeneità di convinzioni, di stile e di obiettivi e maggior convergenza di forze, che sono la radice di ogni strategia pastorale che voglia essere efficace per suscitare speranza ed entusiasmo e fornire un'immagine coerente e riconoscibile della Chiesa particolare.