Conflitti di idee e di progetti

La collaborazione tra la Chiesa e la società non risulta sempre facile ed armonica secondo un ampio disegno umanitario.

Nel mondo opera il peccato ed il peccato per natura sua è sempre sovvertitore.

La Chiesa non può adeguarsi a tutte le scelte negative operate dalle singole persone, poiché essa sente di dover prendere le distanze non dai peccatori, che ama sempre come figli, ma da ogni forma di peccato.

La Chiesa non può confondere, né confonde, la salvezza con le salvezze.

Persegue queste ultime collaborando cordialmente con chiunque, mentre proclama la prima e la offre per mandato specifico ricevuto da Gesù Cristo.

Da ogni situazione negativa, che ci può essere o nel cuore dell'uomo o nella società, la Chiesa si dissocia come testimone di un altro stile di vita.

Essa sa che ogni peccato è un atto contro Dio e contro l'uomo; per questo non si stanca di annunciare la conversione anche quando si sente incompresa, derisa o perseguitata.

I cristiani sanno che, pur avendo molti avversari, non vogliono essere nemici di nessuno, perché pongono al centro del loro impegno l'amore per l'uomo, che solo in Cristo trova la sua piena realizzazione.

I credenti sentono rivolti contro se stessi e contro la loro fede tutti gli attentati, di qualsiasi natura, alla dignità dell'uomo, in nome di quel Dio che "ha condiviso in tutto eccetto il peccato la nostra condizione umana" ( Eb 4,15 ).

La complessità della società e del mondo intero ha accentuato forme di conflitto e di contrapposizione a livello di idee, di interessi e di progetti.

Tale situazione è certamente il risultato di una realtà sempre più articolata e pluralista, e talvolta è frutto dell'egoismo umano, ma costituisce anche un'opportunità per ribadire che è possibile una superiore sintesi di interessi conflittuali e di progetti diversificati nella misura in cui ci si impegna a guardare all'uomo concreto e alla realizzazione del suo bene.

A questo riguardo la Chiesa si sente portatrice di un interrogativo profondo e stimolante:

"Si può costruire una convivenza civile, che realizzi in pienezza i valori delle persone, di tutte le persone, astraendo da Dio?

Può l'uomo, senza Dio, essere veramente e totalmente uomo?".

La Chiesa pone innanzitutto a se stessa questa importante domanda e se la pone per esaminare la sua fedeltà a ciò che Dio ha rivelato in Gesù.

La pone però anche nel confronto leale con tutte le persone che credono in Dio per verificare con esse l'autenticità e la validità anche civile e storica della propria fede, che ha nella persona di Cristo la sua fonte e il suo centro.

La Chiesa non pretende di avere il monopolio del bene, ma sa di avere un dono specifico da offrire ad ogni persona, che è Gesù e il suo Vangelo, nel quale è contenuta "la verità tutta intera" ( Gv 16,13 ), alla cui comprensione e attuazione ci conduce lo Spirito Santo.

Ci sono realtà positive a livello umano alle quali la Chiesa desidera offrire il "di più" del Vangelo che è sempre un dono, mai un impoverimento della persona, della città e della società.

Compito della Chiesa è, dunque, quello di accettare di camminare insieme a questa società facendosi carico di tutte le realtà faticose che sono davanti ai suoi occhi: giovani, anziani, ammalati, disoccupati, immigrati… in un impegno d'amore non solo suppletivo delle strutture sociali, talora insufficienti, ma soprattutto integrativo a livello di qualità.

Di fronte alla diversità di progetti e conflitti di idee e di interessi, la Chiesa non si presenta con soluzioni particolari, ma con la convinzione che a nessuno è lecito calpestare impunemente la dignità dell'uomo, perché chi pretende di realizzare una società che ignori la dimensione spirituale dell'uomo pone le premesse per un declino insanabile che finisce per allargare il solco dell'ingiustizia e della povertà.