La santità è un cammino verso Dio

4-10-2003

Don Mauro Agreste

Indice

1) Catechista ed evangelizzatore
2) La dottrina
3) La spiritualità del catechista è molto concreta
4) Tu devi diventare santo
5) La santità è un cammino autentico di ricerca di Dio
6) Il peccato contro lo Spirito Santo
7) Desiderare la santità
8) Lo spirito di paura
9) Il vero santo è umile
10) La via per il paradiso è lastricata d'impegno
11) Impossibile che una persona si sforzi di migliorare e non abbia risultato

1) Catechista ed evangelizzatore

Abbiamo già fatto "Spiritualità del Catechista", l'anno scorso con dei temi specifici, adesso affrontiamo un po' il discorso in un modo più globale.

Che cosa dire al riguardo della Spiritualità del catechista?

Che è probabilmente la cosa più importante che compete ad un Catechista.

Siete d'accordo? È fuori di dubbio che è importantissima la dottrina, però una dottrina che sia trasmessa senza una partecipazione del cuore, voi capite che diventa sterile.

Una delle caratteristiche fondamentali più importanti per un catechista è la sua spiritualità.

Per questo il catechista non è solo un insegnante, perché dal catechista ci si aspetta un'esperienza di vita, una condivisione dell'esperienza di vita.

Per questo catechista ed evangelizzatore dovrebbero coincidere.

Il problema è, siamo circondati in certi casi da moltissimi catechisti che non sono veramente consapevoli di avere fatto oppure non fatto un'esperienza con il Signore.

Da questo che ho appena detto allora voi capite che uno dei punti principali è accorgersi se abbiamo fatto o non fatto un'esperienza personale di Dio.

Ci siamo fino a qui? Allora io vorrei che in questa settimana voi incominciaste a pensarci.

Quando ho fatto esperienza di Dio personalmente?

Voglio che sia molto chiaro, se non mi spiego chiaramente ditemelo.

Quando ho incontrato il Signore? Come l'ho incontrato?

Che cosa è cambiato nella mia vita da quel momento?

Ci sono alcune persone che hanno fatto un'esperienza di Dio sicuramente, che però ad un dato momento è rimasta come dire, in uno stato larvale, non si è sviluppata.

Allora il primo presupposto è questo, diventa consapevole di ciò che ti è successo.

Ricordatele bene, cerca di ritornare in quel momento e di coglierne oggi tutti gli aspetti ad esso riferiti.

Perché il catechista non è uno che trasmette una dottrina, ma è uno che trasmette un'esperienza di vita nella Verità.

Quindi un'esperienza di vita, l'incontro personale con Dio nella verità, cioè dicendo le cose vere e le cose giuste.

2) La dottrina

Mentre la dottrina la trovi scritta dovunque, sul catechismo della Chiesa Cattolica, catechismo dei ragazzi, degli adulti, su tutti i sussidi che vuoi.

Facciamo dei corsi proprio qui, per spezzettare la dottrina, ma è sufficiente? Non è sufficiente.

Tu sicuramente puoi avere ascoltato una persona che ti racconta di Dio le cose più meravigliose e tu dici: che bel discorso, e di una persona semplicissima, senza cultura che ti sbaglia tutti i congiuntivi ma che ha fatto esperienza di Dio, e tu dici: che cosa meravigliosa.

È vero o non è vero? Ecco voi dovete essere le due cose insieme.

La gente vi incontra e dice: che cosa meravigliosa, ma anch'io voglio conoscere tutte le cose meravigliose di Dio che conosce quella persona lì. Avete capito?

Io voglio conoscere Dio come lo conosce quella persona.

Quindi voi capite bene che il catechista perfetto è il catechista che è spiritualmente formato.

Quando dico spiritualmente formato non intendo dire il catechista che gira con la corona del rosario al collo.

Perché una persona che gira con la corona del rosario al collo, probabilmente non è molto in equilibrio.

La corona del Rosario non si tiene al collo, si tiene o in tasca o in mano.

Al collo le donne mettono le collane, non le corone del rosario. Sì o no? - " Sì".

3) La spiritualità del catechista è molto concreta

Ecco. Attenzione bene. La Spiritualità è una cosa molto concreta, la spiritualità è una vita vissuta concretamente.

Cerco di essere ancora più chiaro.

Ditemi il nome di qualche santo che vi viene in mente.

- " Santa Teresa d'Avila , San Francesco di Sales, San Francesco d'Assisi, Sant'Ignazio di Loyola, Sant'Agostino, Don Bosco, San Domenico Savio, Cafasso.

Ditemi un po', di tutti i Santi di cui avete letto qualunque cosa avete avuto l'impressione che fossero persone disincarnate?

Cioè che vivessero su una nuvola e non capissero niente?

Facciamo un altro esempio. Chi di voi è andato a visitare un convento di clausura?

Ma ragazzi miei andate. Qui in Torino abbiamo in collina, un monastero di clausura di carmelitane potete benissimo andare.

Si arriva con il 3, mi pare che ci sia ancora un pochino di strada, comunque si arriva facilmente.

Andate incontrate una suora, cominciate a parlare di temi spirituali con lei, e poi mi direte se quelle persone che sono in clausura stretta, cioè dietro le doppie grate, sono lontane dal mondo o sono inserite nel mondo.

Però io vorrei che non lo sentiste dire da me, che faceste voi l'esperienza, di trovarvi ad un certo momento, un paio d'ore solo per voi, nella tranquillità, stare in cappella, incontrare una suora, puoi andare dalla madre e dire: senta io vorrei parlare con una suora, per condividere qualche tema spirituale che mi può fare bene.

E la madre ti manderà qualcuno, mi sono spiegato? Fate un po' quest'esperienza.

Quindi voi avete la possibilità di vedere e di capire che la spiritualità, se è autentica, è molto concreta.

Se non è autentica è molto svolazzante.

Madre Teresa che sarà beatificata aveva una spiritualità autentica, perché la sua intimità con il Cristo la conduceva ad essere concretamente attiva per il bene dei fratelli.

Una persona che fa tante parole e pochi fatti, ha una spiritualità autentica? - " No".

Un cristianesimo fatto di parole e non di impegno, è autentico cristianesimo?

4) Tu devi diventare santo

La spiritualità del catechista è una spiritualità molto concreta.

Cosa significa? Prima affermazione, questo qui è un principio assoluto, meno male che siete seduti così non cadete per terra dallo spavento.

Siete pronti? - " Sì" - Tu devi diventare santo.

Siamo chiari su questo punto? Allora, adesso non ti dico di dirlo, però tu quando sei nel segreto davanti al tabernacolo, puoi anche andare a fare una visita in cappella quando vieni qui al sabato mattina se arrivi prima, tu devi avere il coraggio di cominciare a dirtelo, dirlo a te stesso, io voglio diventare santo.

Scrivetevelo un po', fatevi la domanda, ho il coraggio di dire a me questa frase?

Io voglio diventare Santo.

Vedete che è una domanda tosta, siete d'accordo?

- " È difficile da dire." - Bruciante?

Paurosa, tremebonda? Impegnativa.

Non succederà mai niente finché non avremo il coraggio di dirlo.

Lo dirai timidamente la prima volta, però dopo che l'hai detto dirai: uh l'ho detto, e non sono morto.

Apro una parentesi e la chiudo subito.

Allora stavo dicendo, una volta che tu hai detto a te stesso, voglio diventare santo, ricordati che santo non è sinonimo, ossia non vuol dire impeccabile.

Perché ricordati bene che il nostro nemico il Diavolo verrà proprio per dirti che tu non sei santo perché hai fatto i peccati o perché fai dei peccati, mi sono spiegato?

Ma la santità impeccabile è solo di Dio e della Beata Vergine Maria.

Mi sono spiegato fino a qui?

5) La santità è un cammino autentico di ricerca di Dio

Per tutti gli altri la santità consiste in un cammino autentico di attaccamento a Dio, di cercare Dio, si volere Dio più di ogni altra cosa.

Questo volere Dio più di ogni altra cosa si traduce poi in atteggiamenti concreti, che ti portano a vivere la carità, la giustizia, la verità eccetera eccetera, tutte quelle che sono le virtù teologali e cardinali, mi sono spiegato?

Quindi nessuno si spaventi vedendo la propria debolezza, la propria indegnità dicendo, ma io non posso dire al Signore, voglio diventare santo, perché vedo continuante la mia piccolezza, la mia fragilità.

Bene il vedere la tua piccolezza e la tua fragilità non ti dà il permesso di non chiedere tutto questo.

Mi sono spiegato? Vi ricordo a questo proposito ciò che è raccontato nella Scrittura, quando San Paolo dice: ecco ho pregato tre volte per essere liberato da un inviato di Satana che mi schiaffeggia e il Signore mi ha risposto: ti basta la mia Grazia.

San Paolo ha capito che lo costringeva a vivere delle situazioni che lui si sentiva lontano dal Signore, non sappiamo di cosa si trattasse, in qualche modo lo manteneva in tensione verso Dio: perché non cadesse in superbia un inviato di Satana continuava a disturbarlo in qualche modo.

6) Il peccato contro lo Spirito Santo

Allora ricordatevi che il peccato peggiore è quello contro lo Spirito Santo.

Il peccato peggiore contro lo Spirito Santo consiste nella impenitenza.

Cosa vuol dire impenitenza? Uno che non si pente.

Voi capite che nella logica è l'unico peccato che non può essere perdonato.

Il peccato di cui tu non ti penti può essere perdonato? No.

Può essere un peccato grande come una casa o piccolo come una formica ma se tu non ti penti …

Poi siamo d'accordo c'è anche la gravità della materia eccetera eccetera.

È chiaro un aborto è diverso che rubare una marmellata.

Quindi ci sono i peccati veniali, e i peccati mortali, cioè che ti spengono la vita della Grazia dentro di te, quindi tu agisci semplicemente con il buon senso, ma senza più la Grazia, perché non la senti più.

Non che Dio non ci sia più, ma tu hai spento il ricevitore.

Quindi è necessario in casi gravissimi tipo l'aborto, è necessario confessarsi da quei sacerdoti che il vescovo in ogni diocesi istituisce, che si occupino dei peccati riservati alla sede episcopale.

Poi ci sono dei peccati ancora più gravi che sono riservati solo alla Santa Sede.

Facciamo il caso, un sacerdote che riveli il peccato e il peccatore, fuori dalla Confessione; cioè vengo a sapere, tu mi dici che hai rubato la marmellata, questo è un peccato così grave che è riservato solo al Sommo Pontefice.

Adesso ho fatto un esempio banale, ma voi sapete che ci sono anche cose molto più delicate.

Quindi ricordatevi ci sono gradi per poter dare l'assoluzione. Chiusa la parentesi.

7) Desiderare la santità

Allora spiritualità del catechista, cominciate a domandarvi se desiderate avere il coraggio di dire a voi stessi voglio diventare santo.

Ma non dirlo per dirlo, dirlo per davvero, convinto pensando veramente ciò che questo significa.

Un santo genitore, così santo che un giorno dal balcone di piazza San Pietro srotoleranno il mio ritratto.

Beh se tu lo fai solo perché tutti vedano il tuo ritratto hai già sbagliato sin dall'inizio.

Ma quello che intendo dire è questo, una santità autentica, non di striscio, svolazzare basso, tanto per salvarsi, il 6, non devi ambire al 6 ma al 10, non alla sufficienza ma all'eccellenza.

Hai il coraggio di desiderare l'eccellenza?

Non ho il coraggio di desiderare l'eccellenza, allora io sono un cristiano di serie B, non sei solo un cristiano che non si rende conto che questi desideri li mette lo Spirito Santo nel tuo cuore, ma li alimenta anche nel tuo cuore, e li sostiene.

Quindi a te compete solo il cominciare a desiderarlo, perché poi la potenza, il carburante, la forza, la tenacia, l'aspirazione, la visione, la tensione, te li fornisce lo Spirito Santo.

Allora primo punto importante è voglio avere il coraggio di dire questo.

Se tu non senti ancora il coraggio, bene vai di là, dove c'è il tabernacolo e dici: senti Signore, io ho capito che questa è una cosa importante, una cosa che mi fa gola, ma ho una paura folle di dirtela.

Poiché io non voglio avere questa paura, e voglio essere libero, dato che nella Bibbia c'è scritto, se il Figlio vi farà liberi voi sarete liberi davvero, io voglio questa libertà, la voglio, tu l'hai promessa.

Se non me la volevi dare non lo dicevi neanche, ma l'hai detto, e allora adesso io lo voglio; voglio questa libertà di poterti dire che voglio diventare santo senza avere paura, voglio potere desiderare tutto questo.

Allora tu mandami il tuo Spirito, accolgo il tuo Spirito dentro di me, voglio che il tuo Spirito Santo mi faccia crescere in questo desiderio e mi tolga la paura di desiderare questo.

Questo è il punto iniziale. - " Perché paura?".

Non ti dimenticare che nella lettera ai Romani c'è scritto voi non avete ricevuto uno spirito di schiavitù per ricadere nella paura, ma uno spirito di adozione per mezzo del quale gridiamo? " Abba Padre. "

8) Lo spirito di paura

Lo Spirito di paura proviene da Dio? - "No"

- Da chi proviene? - " Dal nemico di Dio, il quale di che cosa ha paura? Di te.

Ha paura di te, se tu diventi una persona ripiena di Dio.

Sai perché? Quante persone conosci? Dì un numero: cento, duecento, mille.

Se tu fossi il Diavolo diresti: quella persona conosce mille persone, se quella diventa santa, mille persone diventano migliori, perché conoscono lei e cominciano a riflettere, e cominciano a cambiare.

Magari non diventeranno santi da metterli sull'altare però mi sfuggono dalle unghie.

Allora chi vado a fermare? Quella, e come faccio?

Comincio a farle venire la paura di non farcela.

Tu vuoi diventare santo? Ma non ti vergogni?

Tu con quei capelli, vuoi diventare santa, no no no per favore.

E ti nasce una paura inconscia che non sai da dove venga.

Se tu ascolti la tentazione della paura, tu sei schiava della paura, se tu invece chiedi al Figlio che ti renda libera, tu sei libera e non hai più paura di dire questo.

9) Il vero santo è umile

Perché ti ricordi bene che il vero Santo è molto umile, non è orgoglioso, non si crede di essere migliore degli altri.

Il vero santo è autentico, e se il vero santo si rende conto che ha dei peccati, è umile e corre da Dio umilmente per chiedergli perdono.

Non lo fa perché deve essere giusto, lo fa perché ama Dio, questa è la differenza fra il fariseo e il pubblicano.

Il pubblicano diventò santo, il fariseo diventò peccatore.

- " Scusa Don Mauro, io come cristiano conoscendo la mia debolezza, dico Signore io so che sono fatta così, aiutami ad essere migliore, però nella stessa preghiera c'è la consapevolezza che io ho questi limiti, che io posso confessarli, posso chiedere a Dio di aiutarmi a superarli, ma poi io ci ricasco.

Come posso io aspirare alla santità quando ho la consapevolezza della mia miseria? "

- Perché il tuo pentimento se è autentico, costituisce per te una vera e propria croce.

Come diceva San Paolo, vedo il bene che vorrei, e faccio il male che non vorrei.

Allora se tu sei in grado di trasformare la tua umiliazione, per constatare la tua debolezza e la tua fragilità, e la vivi come una vera umiltà, come piccolezza e come fragilità, questa tua umiliazione ti spinge certamente a impegnarti a migliorare, e tu diventi santa.

10) La via per il paradiso è lastricata d'impegno

Ricordatevi che Don Bosco diceva che la via che conduce all'Inferno è lastricata di buone intenzioni.

Io penso invece un'altra cosa, oltre che questa che è assolutamente vera, la via che conduce al Paradiso, è lastricata di impegno.

Il successo lo conosce solo Dio, ma il successo è quello che vediamo noi o è quello che vede Dio?

Possiamo anche vederlo ma non è così fondamentale, il vero successo è un'anima che si avvicina a Dio.

Allora tu puoi fare uno sforzo titanico per superare quel difetto, quel peccato, eccetera eccetera, nessuno se ne accorgerà, ma Dio sì.

Come se tu avessi spostato una montagna, l'hai spostata di mezzo millimetro, nessuno se ne è accorto, Dio sì.

Allora la via che conduce in Paradiso è lastricata di impegno, non di buone intenzioni.

Siete stati a qualche funerale di una persona pessima, che dopo che è morta, ah era santa?

Vi è capitato qualche volta? Molto bene.

È questa la differenza che intendo dire.

Non interessa quello che dicono di noi, solo Dio legge nel nostro cuore, solo Dio sa quanto impegno, quanta fatica, quanta dedizione, quanta umiltà, quanta preghiera ha sostenuto il tuo sforzo per essere una persona che ne so sorridente, faccio un esempio banale, anche quando ti costa.

Dio vede il tuo sforzo e capisce quanto tu hai desiderato aderire a Lui, quanto ti sei sforzata, poi i risultati possono essere stati scadenti, però tu ti sei sempre rialzata e hai sempre ricominciato da capo, questo ti rende santo.

11) Impossibile che una persona si sforzi di migliorare e non abbia risultato

Poi io sto facendo un esempio al limite, perché è impossibile che una persona si sforzi autenticamente di migliorare, e che non abbia risultati.

Tutti, tutti hanno dei risultati, tutti li vedono, soprattutto gli altri, guardate bene quello che dico, soprattutto gli altri.

Una ragazza mi diceva che si è convertita quando ha incontrato una sua amica che prima era continuamente in lotta con i suoi genitori, ma proprio con frasi pesanti eccetera eccetera; poi l'ha rivista dopo un anno e ha visto che era sempre sorridente, e ha visto un rapporto diverso con i genitori.

È rimasta così sconvolta questa persona che ad un certo momento si è domandata che cosa è successo.

Quella ragazza là aveva incontrato il Signore e aveva incominciato un cammino.

Gli altri si accorgono dei tuoi cambiamenti, a te sembrerà di essere sempre allo stesso punto, in realtà tu stai cambiando.

Perché, che cosa succede? che quando una persona desidera autenticamente migliorare diventa sensibile nella coscienza, la coscienza si sveglia e si accorge di tante cose di cui prima non si accorgeva.

Quindi rendendosi conto di quante cose debbano cambiare la persona dice, uh ma allora io sono proprio all'ultimo gradino; in realtà quella persona sta già cambiando molto, gli altri se ne accorgono.

Invece il diretto interessato dice ci sono talmente tante cose da cambiare che è veramente un'impresa titanica.

Allora mi sono spiegato su questo punto?

È fondamentale che questo sia un convincimento che diventa autentico per ciascuno di voi.