Le chiamate e la nostra risposta

18-10-2003

Don Mauro Agreste

Indice

1) La nostra chiamata, fondamentale
2) La vocazione dell'Unione Catechisti
3) Le vocazioni quotidiane, genitorialità
4) Far crescere equilibrata una nuova creatura
5) Il Signore ti da un'anima da plasmare
6) Voler essere al servizio della parola
7) Parlerai di Dio, Catechista sempre
8) La vocazione se è autentica
9) Sei stata scelta e il Signore da te si aspetta qualcosa
10) Importanza del direttore spirituale

1) La nostra chiamata, fondamentale

L'altra volta avevamo appena introdotto il tema della vocazione, giusto?

Avete potuto riflettere un po' in questi giorni su questo ultimo tema?

- Cos'è la vocazione? - "È una chiamata"

- Benissimo, riservata a chi? - "A tutti".

- Beh, vedo che allora ricordate abbastanza le cose.

È una risposta ad una chiamata di Dio.

Allora io direi che bisogna che in ogni caso, otre che capire o riflettere bene su che cosa sia la vocazione, noi entriamo nell'ordine di idee di capire, intuire la nostra vocazione.

Se la volta scorsa abbiamo accennato, e siamo partiti nel discorso, dicendo che la vocazione è una chiamata dalla parte di Dio, ma è soprattutto la risposta nostra a questa chiamata, allora forse vale la pena di capire qual è la nostra vocazione, qual è la nostra chiamata.

Per ragioni di tempo, che voi sapete è sempre tiranno, andiamo abbastanza in fretta, vi dirò che ognuno di noi ha una vocazione principale nella propria vita.

Su quella vocazione principale si inseriscono tutte le altre vocazioni.

Allora qual è la tua vocazione principale?

È molto semplice. - "Il matrimonio?"

- Matrimoniale. La chiamata di Dio è quella.

Hai avuto quella chiamata o volevi farti suora? - "No io volevo farmi suora veramente" -

Comunque, questo è un caso particolare.

Parleremo anche di questo, ma purtroppo abbiamo pochissimo tempo.

Oppure fate come Giosuè, pregate il Signore che fermi il tempo, in modo tale che riusciamo a parlare più tranquillamente.

Ci sono queste chiamate fondamentali. - "Straordinarie"

- Non proprio straordinarie, sono ordinarie, ognuno di noi ha una chiamata fondamentale, chi è quella matrimoniale, chi è quella di consacrazione al Signore, sacerdotale oppure religiosa; c'è anche la vocazione all'essere soli, cioè non avere un marito o una moglie e non vivere in una condizione di consacrazione ordinata, cioè in un ordine religioso.

È anche questa una chiamata? Direi che è anche impegnativa, è la chiamata diciamo alla santità nel mondo, appartenendo solo a Dio.

2) La vocazione dell'Unione Catechisti

C'è la vocazione dell'Unione Catechisti, con cui abbiamo iniziato questa scuola, Leandro è il vicepresidente dell'Unione Catechisti, è una consacrazione che appartiene agli istituti secolari, cioè sono dei religiosi come i frati, o come le suore che però vivono la loro consacrazione non in una comunità, ma nella loro famiglia.

Quindi nella loro famiglia di origine, sono consacrati a tutti gli effetti, non hanno un abito liturgico, oppure un abito religioso che li individui, perché la loro vocazione è quella secolare, cioè del secolo, nel mondo, quindi l'abito è quello che portano i laici nel mondo.

Facciamo una piccola digressione. Si può portare l'abito laicale, in un modo santo, e si può portare l'abito laicale in un modo ludibrioso.

È vero o non è vero?

Ecco provate a farvi un idea di quello che la moda propone tutte le volte che ci sono le famose sfilate, che al telegiornale ci fanno sempre sorbire.

Ecco quello è un modo ludibrioso di pensare alla moda.

Ma l'abito ti testimonia, ti presenta di fronte agli altri, in ogni modo.

Quindi chiusa la parentesi, ci sarebbero molti sviluppi da affrontare, ma non è questo il tema.

3) Le vocazioni quotidiane, genitorialità

Quindi su queste vocazioni generali, cioè quelle che danno un orientamento generale alla nostra vita, si inseriscono tutte le vocazioni quotidiane, ordinarie, cioè a dire tutte le chiamate ulteriori che il Signore fa nella nostra quotidianità.

Allora, per spiegarci in maniera molto semplice.

Vocazione generale al matrimonio, quindi orientamento alla vita matrimoniale, alla vita di coppia, al sostegno vicendevole, alla santificazione l'uno dell'altro, al non appartenersi più, alla donazione totale, questo è tutto contenuto della vocazione matrimoniale.

Ci siamo fino a qui? Si inserisce un'altra vocazione, non meno importante, quella genitoriale.

Non è solo una conseguenza. Perché per quello che riguarda i figli di Dio, l'essere genitori è un impegno notevole, bellissimo, santissimo, esigentissimo, faticosissimo, impegnativissimo, perché?

Perché nella vocazione matrimoniale tu hai a che fare con una persona che ha il suo libero arbitrio, ha le sue responsabilità.

Certo dipende da te, perché nel matrimonio tu dici bene: io non mi appartengo più, appartengo a te, e viceversa.

Il sacerdote è lì che ascolta e Dio ha preso nota di tutto, e vuol dire che il marito si impegna a rendere santa la moglie, non perché la martirizza eh, ben inteso.

La moglie si impegna a far diventare santo il marito, vuol dire il vero bene del coniuge.

Ecco però sono due persone adulte, mature eccetera eccetera.

4) Far crescere equilibrata una nuova creatura

Nella vocazione genitoriale, in più come dire, Dio ti mette nelle mani una creatura che dipende in tutto da te.

Ma dipende completamente. Dipende anche nella formazione di quella autonomia che tu già possiedi, o dovresti possedere.

Perché il bambino piccolo neonato dipende in tutto da te, non solo dal cibo che gli dai, dai vestiti che gli metti, eccetera eccetera, ma tutta la sua psiche dipende da te, il tuo compito è quello di farlo crescere psicologicamente equilibrato.

Quindi far crescere equilibrata una nuova creatura che Dio ha messo nelle tue mani, significa che tu de devi essere una persona sufficientemente libera da te stessa, da poter donare con amore, affinché la mente di questa giovane creatura possa svilupparsi in un modo equilibrato e pieno.

E poi quando questa mente è sufficientemente equilibrata, ma anche prima, perché non bisogna aspettare che uno riesca a capire, per introdurre le creature piccole alla presenza di Dio.

5) Il Signore ti da un'anima da plasmare

Dio ti ha dato quell'anima eh! Sì, sì, tu ti prendi cura del corpo, ma non dimenticare che il corpo, resterà qui sulla terra, fino alla risurrezione dei corpi.

Mentre quell'anima Dio l'ha messa nelle tue mani, completamente, sei tu che plasmi quell'anima.

Perché tua moglie e tuo marito tu l'hai già ricevuto plasmato dai tuoi genitori.

Sì o no?- " Sì " - Ma il bambino no.

Il bambino l'hai voluto, l'hai accolto, Dio te lo ha donato, non dipende da te l'averlo, o il volerlo.

Parentesi. La morale odierna ci fa pensare che il bambino sia un diritto. Sbagliato!

Il bambino non è un diritto, perché il bambino è una persona, quindi non è un oggetto e se non è un oggetto, il bambino non è un mezzo, ma un fine.

È orripilante, mi vengono i capelli ricci, a me, quando sento dire, anche alla televisione, facciamo un bambino.

Come facciamo un bambino? Facciamo una polpetta, ma non facciamo un bambino!

Perché il bambino lo ricevi in dono, non lo fai tu.

Tu collabori solamente con la legge di Dio, facendo la tua parte umana, ma chi fa nascere quel bambino è Dio, non tu.

Perché se Dio non dice, voglio che questa persona esista, quelle due cellule, non si incontreranno mai!

E dunque lì, non ci sarà mai un bambino.

Se c'è un concepimento, è semplicemente perché Dio, nel momento che conosce solo Lui, dice lo voglio, esisti. Mi sono spiegato?

6) Voler essere al servizio della parola

Quindi voi come futuri catechisti, siate anche molto attenti all'uso del linguaggio, delle parole, perché per forza di cose, voi tra le altre vocazioni, avete risposto anche a questa vocazione, a voler essere a servizio della Parola di Dio.

Quindi a parlare a nome di Dio, con parole di Dio, che però sono diventate anche vostre parole di Dio.

Questo esige da voi un certo stile nel linguaggio, una certa elevatezza , non solo nei concetti che usate, ma anche nelle forme con cui vi esprimete.

Perché voi volente o nolente, vi siete messi su un piedistallo, avete accettato che Dio si servisse di voi, Dio ha posato lo sguardo su di voi, ha detto sì ho bisogno di te, mi servirò di te.

E tu hai accettato, va bene Signore, ti seguirò, mi preparo per essere adatto al compito che tu ti aspetti da me.

Molto bene, preparasi non vuol dire sapere il catechismo a memoria.

Certo, magari anche quello, ma vuol dire soprattutto incarnare nella nostra vita ciò che viene spiegato.

Noi dobbiamo essere la lettera vivente, non il magnetofono che ripete quello che viene detto dagli altri.

Questo vuol dire che tu, accettando un compito così grandioso, e accettando la fiducia che il Signore ha messo proprio in te, perché ha scelto te, e ha chiamato te, volente o nolente.

7) Parlerai di Dio, Catechista sempre

Hai deciso di salire il calvario, e il tuo calvario sarà, la tua croce sarà il piedistallo.

Perché solo una persona sciocca e infantile, desidera e ambisce essere ammirata e ascoltata dagli altri, solo una persona che è molto immatura desidera la vanagloria.

Tu sai molto bene che se ti metti al servizio di Dio, nella parola, per aiutare gli altri a conoscere Dio, vuol dire che tu sarai scrutato continuamente, perché tu non sarai catechista solo in quell'ora o quelle due ore settimanali, che avrai il tuo impegno ufficiale richiestoti dal tuo parroco, o qualunque altra situazione in cui tu dovrai parlare di Dio, tu sarai catechista sempre.

Ti vedranno camminare, ti vedranno come cammini, come ti vesti, che tipo di linguaggio usi, che scherzi fai, quali sono i tuoi divertimenti, eccetera eccetera.

Non te lo diranno mai, ma questa catechesi spicciola è quella che passerà prima delle parole che tu dirai.

8) La vocazione se è autentica

Allora tu capisci, che è la tua vocazione, non puoi dire: ah ma se è una vocazione così difficile io non la seguo, ma tu riesci a smentire a una chiamata di Dio?

Riesci a zittirla dentro di te? Allora vi ricorderò che ho incontrato delle persone che sono venute poi alla direzione spirituale, che in gioventù avevano ricevuto la vocazione sacerdotale, poi per casi della vita particolari, non hanno potuto svolgere questo ministero.

Son passati decenni, e queste persone hanno lavorato professionalmente, poi quando tutte le cose si sono calmate, è riemersa questa vocazione, perché il Signore non cambia idea, se una vocazione c'è, resta, se la vocazione è autentica, non è una mia illusione, resta.

Riprendendo il discorso nella direzione spirituale, queste persone hanno scoperto che quella vocazione di allora non era stata smentita, c'era ancora.

- "Era sopita" - Neanche sopita, per dei motivi particolari, che poi cambiano di persona in persona, non aveva potuto svolgersi.

Riscoprendo tutto questo, e facendo un cammino di direzione spirituale, questa persona è ritornata in seminario.

Ha più di cinquant'anni, ha fatto tutti gli esami di teologia, è stato ordinato diacono, sacerdote, adesso è parroco, non in questa regione, in un'altra regione.

Tanto per dirvi, la vocazione è qualche cosa che resta se è autentica.

Questo vuol dire che, io posso dire: ah ma è troppo difficile la mia vocazione, non la voglio fare.

Va bene puoi anche non fare quello che il Signore ti ha messo nel cuore, però lo saprai dentro di te.

Sentirai sempre nel tuo cuore la nostalgia di qualche cosa che ti manca.

Sant'Agostino diceva chiaramente questo.

"Tu ci hai fatti per te, Signore, il nostro cuore non trova riposo finché non riposa in te".

È qualche cosa che ci può fare intuire che cosa significa la chiamata di Dio.

Quando la chiamata di Dio è autentica, e non è una mia illusione, è come una sorta di voce che continua a echeggiare dentro di te, un richiamo lontano, che continui a sentire, e che per carità; tu non sei infelice in quello che stai facendo, però senti che manca qualcosa alla pienezza della tua felicità.

Allora il vostro rispondere a questa chiamata di vocazione di catechisti, è sicuramente una risposta ad una chiamata che c'era già dentro di voi chissà da quanto tempo.

Solo che rispondere a questa chiamata, esige che si abbia veramente il desiderio di lasciarsi usare dal Signore.

Quindi esige la voglia di cambiare, la voglia di lasciarsi plasmare dal Signore.

E allora in questa vocazione il momento fondamentale che deve essere sempre ricuperato, e deve diventare il punto di forza della nostra esperienza, è esattamente il momento della chiamata.

9) Sei stata scelta e il Signore da te si aspetta qualcosa

Allora io suggerirei di fare una cosa in questa settimana, vi prendete un vostro foglio; e cercate di mettere per iscritto, quello che ricordate del momento in cui avete capito, che potevate fare quest'esperienza.

Ti avrà chiamato qualcuno, te l'avrà detto una persona, l'avrai letto da qualche parte, sta di fatto che adesso sei qui, e sei qui non solamente per dire: ma sì facciamo un corso culturale e cerchiamo di imparare qualche cosa sul Cristianesimo, che è già una cosa ottima; sei qui perché il Signore ti ha scelto e da te si aspetta qualche cosa.

Quando tu hai capito questo, che cosa hai provato, dentro di te, che cosa hai sentito, che cosa desideri, di che cosa hai paura?

Ecco, abbiate il coraggio di mettere nero su bianco, quello che pensate e non dite, ma non queste cose me le tengo segrete nel mio cuore.

Va bene puoi benissimo farlo, io mica ti vengo a controllare, però ti dico solo questo, peggio per te.

Lo so anch'io che è faticoso scrivere nero su bianco quello che tu hai dentro, però ricordati, solo se tu lo farai, comincerai ad avere ordine nella tua spiritualità.

Forse siamo molto ordinati nelle nostre cose esteriori, forse cerchiamo di mettere ordine al nostro modo di ragionare, di pensare, ma il nostro spirito ha bisogno ugualmente di trovare un ordine e un modo di esprimersi chiaro.

Perché? Perché abbiamo bisogno di capire come il Signore parla dentro di noi e come noi siamo in grado di rispondere.

Quindi questi sono piccoli passi che precedono veramente tutto il cammino che vogliamo fare.

In questo cammino parleremo adesso di questa vocazione, poi parleremo di come è fatto l'essere umano, cercheremo di capire come il Signore ci parla dentro, di interpretare in che modo noi possiamo purificare i nostri pensieri, per distinguere ciò che è la voce di Dio, ciò che son solo dei miei pensieri, e ciò che sono per esempio le tentazioni.

Abbiamo bisogno di imparare come si fa il discernimento, ma se noi non sappiamo come siamo fatti noi, siamo in grado di fare un discernimento? - "No" - Ecco.

Quindi tenete presente che a breve termine noi abbiamo come orizzonte questo, andremo avanti un po' durante l'anno, secondo tutto quello che riusciremo a capire sia importante per noi approfondire.

10) Importanza del direttore spirituale

Un'altra cosa, l'ultima, se avete delle domande, delle curiosità, su quello che è stato spiegato ma anche su altre cose, allora visto che abbiamo poco tempo, non fatemi le domande durante la lezione, però fatemi avere due righe, in modo tale che io sappia che quell'argomento lo posso inserire in qualche catechesi, in qualche incontro, in modo tale che possiamo avere tutto quanto.

Non avere domande non lo so che cosa significhi, ditemelo voi.

Per tutto quello che ho detto fino adesso ci sono problemi, è tutto chiaro?

Io direi, sarà un po' faticoso, scrivetevelo, scrivetelo non per farlo leggere a me, o a qualcun altro, voi potete anche bruciarlo quel foglio, come pure vi può servire quando andate dal vostro direttore spirituale.

Ho scoperto questo e quest'altro di me stesso, come mi devo comportare?

Ma sento che il Signore mi sta chiamando ma non sto capendo, aiutami a capire che cosa devo fare.

Il direttore spirituale è fatto per quello.

Parentesi, non è facile trovare un direttore spirituale.

Quindi pregate perché il Signore vi faccia trovare un sacerdote che possa avere il tempo a disposizione, voi sapete che noi siamo sempre di meno, non è facile trovare dei sacerdoti disponibili.

Quindi mi raccomando chiedete al Signore che ve li faccia trovare e quando ne avete trovato uno, chiedete se vi può ricevere, se vi può accogliere, siate fedeli agli appuntamenti, perché è difficile, la vita è frenetica per tutti; quindi bisogna avere anche la pazienza di saper aspettare, per potersi incontrare nel momento opportuno.

Sia lodato Gesù Cristo