La felicità e il senso della vita

24-10-2003

Don Mauro Agreste

Indice

1) Spesso ci si converte nella malattia
2) Che cosa accade se non raggiungo il mio ideale?
3) La filosofia
4) La filosofia arricchita dalla rivelazione è la teologia
5) Il senso della vita
6) La felicità
7) La felicità va condivisa
8) Che tipo di felicità vuoi tu?
9) Paradiso: situazione di attività, non passività

1) Spesso ci si converte nella malattia

Allora voi sapete che molto spesso certe persone si convertono e approfondiscono il senso cristiano nella loro vita quando?

Nella malattia, per esempio, nella malattia.

Perché? Perché è un momento in cui si interrrompe quel circolo, quella struttura di attività che hanno in qualche modo focalizzato e attirato la tua attenzione a quelli che sono i valori, a cui tu ti sei ispirato per dare un ordine o un movimento alla tua esistenza.

Quindi, nell'ordine della natura, finché uno ha salute e tutto va bene giustamente, si fa un programma di vita che prevede il raggiungimento di determinati scopi. Siamo d'accordo?

Allora poiché la cultura dominante è quella del profitto e quella del benessere, ognuno si prefigge il raggiungimento di certi ideali negativi, ma che forse in taluni casi sono veramente materiali, forse esclusivamente materiali.

Non dico consapevolmente, ma spesso inconsapevolmente o inconsciamente e le persone sono portate a fare di tutto per il conseguimento, per il raggiungimento di una forma di paradiso terrestre, una situazione di pieno appagamento, ma considerando semplicemente l'aspetto materiale della vita.

2) Che cosa accade se non raggiungo il mio ideale?

Che cosa accade però quando in qualche modo qualcosa si oppone, in maniera che non dipende totalmente da te, al raggiungimento di questi scopi e tutto il castello che ti sei costruito vacilla?

E allora ti domandi: ma allora io su che cosa ho costruito l'ideale che voglio raggiungere?

Vedo che non riesco a raggiungerlo, allora qui sto sbagliando tutto.

Allora nel momento della difficoltà che tanto tocca ogni essere umano, tutti, chi più chi meno, esplicitamente sono portati a riflettere sul senso della loro esistenza, sono le grandi domande che in qualche modo non affliggono, ma, come dire, incombono sul genere umano.

Chi sono? Da dove vengo? Dove vado?

Evidentemente di fronte a queste domande così fondamentali la sapienza umana, nel corso dei secoli, ha cercato sempre di dare una risposta e per quanto in tanti casi abbia dato anche delle risposte molto molto interessanti, è pur sempre sapienza umana.

3) La filosofia

Questo ambito si chiama l'ambito della filosofia.

È lo studio da parte dell'uomo circa i grandi problemi che lo riguardano: la vita, l'esistenza di Dio, il cosmo e poi, come possiamo dire, la relazione con gli altri.

La filosofia, di per sé, non sempre si occupa della trascendenza che, è ciò che noi chiamiamo semplicemente l'aldilà.

Quindi scrivetelo pure: trascendenza = aldilà.

L'aldilà quindi non è compito preciso della filosofia, perché la filosofia in qualche modo, in base alle categorie umane, cioè alla capacità che ha l'uomo di capire, cerca d'interpretare se stesso e i grandi problemi che sono intorno a lui per forze di cose.

La filosofia ti spinge alla considerazione di qualche cosa che è al di fuori di te stesso, per cui molte filosofie hanno affrontato il problema di Dio, dell'esistenza di Dio, chi è Dio?

Come è fatto Dio? La creazione, tutto quanto, è evidente che nell'epoca precristiana, quindi a partire dall'epoca greca in poi, la filosofia aveva un approccio con l'esistenza di Dio.

4) La filosofia arricchita dalla rivelazione è la teologia

Partire invece dall'esistenza dell'esperienza cristiana, la filosofia è stata arricchita da che cosa? Dalla rivelazione.

Che cos'è la rivelazione? Ce l'avete sul tavolo, ce l'avete sul tavolo. La Bibbia.

Che cos'è la rivelazione? La Bibbia, Parola di Dio o Bibbia va bene, perché la chiamano rivelazione?

Semplicemente perché Dio rivela se stesso.

In nessun modo possiamo conoscere Dio se non è Dio che ci dice di Lui, chi è, come è fatto, ecc.

In epoca precristiana con la filosofia si tentava di capire o di inventare tante teorie sulla divinità.

Con l'avvento della rivelazione nel mondo del pensiero, nel mondo della filosofia, allora tutta la filosofia si è trasformata.

Perché? Perché si è basata sulla rivelazione e allora la filosofia è anche diventata teologia, il discorso su Dio mediante la ragione umana.

I modi per conoscere Dio infatti sono almeno due: la rivelazione e la ragione.

Qui sto facendo una cosa molto accelerata e perché non è che noi dobbiamo fare un corso di filosofia, ma tanto perché voi abbiate un'infarinatura generale sull'orizzonte che sta intorno a noi.

5) Il senso della vita

Dunque il senso della vita è sicuramente una delle domande inconsce, che sono latenti nel cuore e nella mente di ciascuno di noi e che in certi momenti della vita possono emergere.

Avete detto prima giustamente: nei momenti di difficoltà, della paura, della sofferenza queste domande è più facile che emergono, perché vanno in crisi tutti i valori che non sono quelli veri a cui tu ti sei attaccato.

Quindi ti dici: ma come, ma allora io chi sono, ma allora che cosa sto cercando, ma io che cosa voglio veramente.

E allora scopri che probabilmente quello che hai inseguito per lunghi anni come il tuo massimo ideale in sostanza non viene incontro ai tuoi bisogni profondi.

Ora il senso della vita generalmente è animato da un bisogno profondo e comune a tutti gli esser i umani.

Qual è questo bisogno profondo.

Vediamo se vi viene in mente? Conoscenza di Dio?

No, una cosa molto più semplice, molto più banale ed elementare, appena la dirò, voi tutti direte: è vero.

Qual è il bisogno di tutti gli uomini? No, vivono lo stesso, credere no.

Molto più semplice, ve lo dico io: la felicità.

6) La felicità

Tutti gli uomini cercano la felicità. È vero o non è vero?

Tutti la cercano, però bisogna vedere come la identificano, come è identificata la felicità.

Per una persona la felicità consiste nell'avere tanto tanto denaro, per un'altra persona la felicità è identificata con l'avere tanto potere, per un'altra persona la felicità è avere tanti piaceri.

E quindi queste persone, se seguono, se perseguono questo ideale di felicità, ad un dato momento della loro vita che esperienza faranno?

Perché noi dobbiamo imparare a conoscerci per capire che cosa succede.

Anche perché voi un domani, se dovete comunicare la vostra esperienza cristiana a qualcuno, è bene che conosciate un po' di quello che c'è nel profondo del cuore dell'uomo, è vero?

Metti il caso che anche una persona riesca ad ottenere tutti i piaceri che vuole, tutto il potere che vuole, tutta la ricchezza che vuole.

Cosa farà questa persona, sarà felice? Cerca altra felicità. Perché la cerca?

Perché noi siamo fatti per Dio. No, ancora più semplice, se tu lo dovessi dire ad un bambino?

Perché cerca ancora felicità? Perché non l'ha trovata, non l'ha trovata, non l'ha trovata.

Quindi anche il raggiungimento di tutti questi scopi umani produce più o meno consapevolmente una forma di frustrazione, che si manifesta in questa continua ricerca di fruire di altra felicità.

La logica è evidente. Se tu hai trovato la felicità con continui a cercarla, giusto?

Se tu sei a stomaco pieno, continui a mangiare?

No, se sei già sazio non hai più fame, non mangi più.

Se tu vai a cercare i funghi e trovi un meraviglioso porcino, continueresti a cercarlo?

L'hai trovato. Se tu hai trovato la felicità continuerai a cercarla?

7) La felicità va condivisa

Che cosa fai? Te la tieni, te la godi quella felicità e quando hai trovato veramente quella felicità e te la godi, qual è la tua massima gioia?

È tenersela, non è degli altri? Ma poi non ti soddisfa neanche, non ti soddisfa.

Tu dici vado a fare un'escursione in montagna, tu fai questa escursione e trovi un posto, una cosa dell'altro mondo, meraviglioso e stupendo e sei da solo.

Sei felice? Cosa pensi? Non vedo l'ora di portare quella persona, glielo farò vedere, perché è una cosa troppo bella.

È vero o non è vero? Sì, la tua felicità consiste nel fare felice l'altro.

È come se a uno piace qualcosa dico all'altro: assaggia, senti come è buono, esatto.

Mentre se lo mangi tutto tu hai, come dire, una forma di mancanza di felicità, senti che ti manca la felicità, perché tu non vedi la felicità intorno a te.

Chi è felice vuole vedere intorno a sé delle persone felici.

Quindi tenete presenti queste piccole provocazioni, queste piccole riflessioni.

Tutti gli uomini cercano la felicità, ma qualcuno la identifica in un modo sbagliato, confonde la felicità con i beni materiali, non è che perversamente dica la verità è conoscere Dio non me ne frega niente io voglio solo i beni materiali, non è mica detto che sia una malizia di questo genere e può anche darsi che sia semplicemente l'ignoranza, una forma di educazione, una cultura in cui è inserito allora tu cosa dici bene è stato educato così, lasciamolo così dici, così non perdi la felicità tu se lasci gli altri in quella situazione, se la tua felicità consiste ed in un certo senso dipende anche dalla felicità del tuo prossimo.

Per te diventa una necessità: tu nutri con la tua felicità facendo felici gli altri, ma tu non puoi, come dire, avere dentro di te queste felicità se non l'hai cercata, se non l'hai identificata nel modo giusto allora poiché tutti gli uomini vogliono una felicità, ma di quale felicità hanno bisogno gli uomini?

Qual è tutta la felicità che tutti gli uomini desiderano?

Non cercate di essere molto come dire molto pratici, anche se doveste dirlo ad un bambino di cinque anni, perché quando il concetto diventa chiaro dentro di voi, potete comunicarlo a qualsiasi persona.

8) Che tipo di felicità vuoi tu?

Sì, ma che tipo di felicità? La felicità che sia nella pace, sì.

Che caratteristiche ha queste felicità nell'amore?

È completa, completa cosa vuol dire completa?

Che ti dà soddisfazione cosa vuol dire che ti dà soddisfazione?

Ti senti pieno, ma cosa vuol dire che ti senti pieno?

Appagati che cosa vuol dire sentirsi appagato?

Facciamo quest'esempio: a chi piace la nutella?

Solo a lei, a te non piace, a te cosa piace?

Un bel salame, i cioccolatini, va bene.

Allora immaginate di aver di fronte a voi tutto ciò che vi piace e avete una voglia matta di tutto quello che avete di fronte.

Cominciate pure a mangiare, riuscite a mangiare per un'ora, sì per due ore, per mezza giornata, una giornata intera, provate un po' a chiedere ai pasticceri se gli piacciono i pasticcini.

Allora tu dici la mia massima felicità è mangiare un chilo di cioccolata: ma dopo quella tua felicità ti dà la nausea, perché non ne puoi più e forse non mangerai più cioccolata per il resto della tua vita.

Allora quella è la felicità? No, che felicità vuoi tu?

Quella che rimane, quindi una situazione di pienezza, di realizzazione, di pieno appagamento, che non stanca, che non finisce.

Ma facciamo un altro esempio e credo che a tutti noi piace la musica, Vero?

Generi diversi, ecc., fatemi un esempio di genere di musica che vi piaccia: i canti, i canti cos'altro?

La musica sinfonica, cos'altro, la musica leggera, ecco allora vi piace tanto la musica.

Avete un disco di musica che vi piace e lo ascoltate una volta, cinque volte, sapete tutto a memoria, dieci volte, mille volte dopodiché non lo volete mai più manco vedere a distanza, è vero?

Sì sì immaginate invece di essere voi un concertista, c'è una grande differenza, perché in un caso influisci passivamente di un piacere che ti viene offerto, nell'altro caso sei tu che lo produci agli altri e a te stesso.

Un concertista d'organo si studia per otto ore al giorno quel brano difficilissimo di Bach e se lo studia fino al punto che lui si è identificato con la musica, lui non è stufo, lui è quella musica.

La felicità non consiste nel ricevere passivamente, ma nel donare attivamente.

La felicità di cui noi abbiamo bisogno è una felicità che noi ci vuole come spettatori passivi, ma come attori attivi, allora la felicità che tutti gli uomini cercano non è una felicità passiva, ma una felicità attiva.

Tutto ciò che passivo produce saturazione, stufa, non ne posso più, ecco basta, basta, sarà la cosa più bella di questo mondo, ma non ne posso più.

Ti vuoi vedere un film dieci volte, cento volte, mille volte, dopodiché dici basta, ma è un supplizio di Tantalo.

9) Paradiso: situazione di attività, non passività

Certa gente ha una mentalità, immagina il paradiso come tutta una serie di persone che si contemplano Dio per tutta l'eternità, … un po' dicono che basta contemplare per mille anni, ma non è così.

Il paradiso non è una situazione di passività, è una situazione di attività.

Tu partecipi a ciò che è Dio in se stesso, tu partecipi fatto che Dio è creatore.

Chissà che cosa significherà, ma Dio ti fa entrare nella sua Trinità per quale motivo?

Tu partecipi al fatto che Dio sia lo Spirito Santo, perché col Battesimo tu sei inserito nella Trinità volente o nolente.

E questo significa che il paradiso per te non sarà sicuramente startene lì ad aspettare per miliardi e miliardi di anni a vedere che cosa?

Significa essere attivo in Dio, in quello che capiremo.

Chi ha la felicità dentro di sé assomiglia ad una sorgente, chi ha la felicità nel mondo assomiglia a uno stagno, lo stagno è fatto di acqua putrida e limacciosa, perché non riceve acqua, non produce acqua, riceve solamente e poi con il sole, gli insetti ecc, quest'acqua evapora e rimane limacciosa e fangosa.

La sorgente invece è qualcosa di zampillante, che riceve dall'interno di se stessa quest'acqua che viene elargita.

Quindi l'acqua che ha in sé è sempre pura e sempre fresca e sempre cristallina, è sempre nuova, non è mai la stessa.

La felicità che Dio propone è una felicità che è continuamente nuova, cioè apre continuamente nuove prospettive dentro di te.

Quelli che sono in paradiso non hanno una situazione statica di santità, crescono come dice San Paolo di gloria in gloria nello splendore del mistero di Dio.

Quindi chi è in paradiso non è statico, così come sei arrivato rimani, hai tutta l'eternità ed è un tempo infinito in cui tu continuerai a crescere nella santità da splendore in splendore di potenza in potenza di gloria in gloria sempre di più, senza mai alcun limite, perché la tua pienezza è Dio, ma la pienezza di Dio è infinita, perché Dio è infinito, quindi tu continuerai a crescere infinitamente nello splendore, nella maestà, nella felicità, nella pace, nella luce, nella consapevolezza, nell'amore in tutto quello che vuoi, fino a raggiungere i limiti di Dio, solo che Dio non ha limiti.