Il kerigma - l'esperienza dell'amore di Dio e la risposta dell'uomo

14-12-2002

Don Mauro Agreste

Indice

1) Kerigma: stimolo, obiettivo, contenuto, metodo, agente
2) Sue mete: esperienza dell'amore di Dio e della nostra condizione di peccatori
- incontro personale con Gesù
- proclamazione di Gesù Salvatore e Signore
- dono dello Spirito Santo e integrazione nella comunità
3) Amore di Dio generale, ma individuale
4) Dio rispetta la volontà degli altri
5) Il mistero del male
6) L'amore di Dio, la risposta dell'uomo
7) Incontro personale con Gesù per la fede e la conversione
8) Proclamazione di Gesù come Salvatore e Signore
9) Ricevere il dono dello Spirito e integrarsi nella comunità
10) Ricevono la Cresima e dopo spariscono
11) Il catechista deve creare un senso di legame affettivo e delle abitudini

1) Kerigma: stimolo, obiettivo, contenuto, metodo, agente

Su questa pagina 9 trovate la differenza tra kerigma e catechesi, in modo tale che si abbia un po' una visione di quello che si sta facendo.

Il vostro compito non è esclusivo, cioè o catechetico o kerigmatico, i concetti vanno chiarificati ed è importante che si capisca, un po', di quello di cui si sta parlando.

Etimologia.

Keyssein: proclamare; gridare, quindi è un annuncio.

Katekein: insegnare, richiama il concetto dell'eco che rimbomba, risonanze necessarie alla dottrina che viene data, sono i risvolti.

Obbiettivo.

Nel kerigma è nascere di nuovo, significa dare un senso nuovo cioè definitivo alla vita di una persona.

Quando una persona vive lontano da Dio ha un senso vecchio, viziato, senso nuovo significa definitivo.

La piena realizzazione della persona umana.

Vita nuova significa nascere di nuovo in modo definitivo, finalmente nel modo giusto.

C'è un modo giusto e un modo sbagliato di esistere, il kerigma annuncia che c'è questo modo giusto.

Non sta dicendo l'altro è un modo sbagliato, dice solamente questo è il modo giusto.

Contenuto.

Di che cosa parla in kerigma?

Il kerigma parla di Gesù ( morto; risuscitato; glorificato; Salvatore; Signore; Messia ).

Metodo.

Si proclama Gesù come buona notizia.

È diretto alla volontà e alla testimonianza personale.

Cosa vuol dire diretto alla volontà?

Fa riferimento alla volontà delle persone cioè Gesù è il Messia, è il Salvatore ecc..ecc…vuoi la vita nuova?

Interpella il libero arbitrio.

Il metodo è fare riferimento sulla volontà della persona.

Gesù è la buona notizia, Gesù è ciò che tu aspettavi lo vuoi?

Questo è praticamente il metodo.

Agente.

Chi agisce? Agisce l'evangelizzatore.

Ma l'evangelizzatore chi è?

L'evangelizzatore è una persona che è ripiena di Spirito Santo che da esso si fa utilizzare e si mette a Sua disposizione.

Essere a disposizione dello Spirito Santo non è una prerogativa di pochi, è un sogno di Dio per tutti.

Dio sogna che tutti diventino evangelizzatori, che tutti diano il buon annuncio cioè che tutti annuncino agli altri la bontà di Dio ( Euanghelion: eu vuol dire buono, anghelion messaggio inviato ).

2) Sue mete: esperienza dell'amore di Dio e della nostra condizione di peccatori

- incontro personale con Gesù

- proclamazione di Gesù Salvatore e Signore

- dono dello Spirito Santo e integrazione nella comunità

(v. pag. 9) Queste sono le mete importanti. Perché le dico?

Voi dite: "Ma in fondo noi non ci stiamo impegnando per essere evangelizzatori, noi siamo qui per fare una scuola di catechesi, vogliamo diventare catechisti".

Vi ho già detto molte volte, e anche questa mattina in Cappella, che il buon Catechista non è quello che parla di Gesù ma quello che fa fare esperienza di Gesù, questo vuol dire che una persona che non fa esperienza di Gesù in prima persona, non riuscirà mai ad essere né un buon catechista, né tanto meno un buon evangelizzatore.

Voi sapete che su questo punto qui da noi si insiste fino al parossismo, perché è la cosa fondamentale.

Le mete da raggiungere. Vedete c'è un itinerario.

Prima meta da raggiungere: esperienza dell'amore di Dio e della nostra condizione di peccatori.

Quando Dio si lamentava con il profeta Isaia, nel capitolo II, si lamenta proprio che il popolo è diventato insensibile.

Si lamenta che la coscienza del popolo è diventata sorda: "Venite, discutiamo insieme…se anche voi foste…ecc…" .

Dio si lamenta, perché vede che la coscienza del popolo è addormentata.

Il profeta Isaia viene inviato, cap. VI Santo, Santo…i Cieli e la Terra sono ripieni della Sua gloria".

Isaia, sommo sacerdote, riceve questo mandato: "Cosa devo fare Signore?", "Convinci, parla, insisti, perché sappiano cos'è il peccato e cosa non lo è".

Quando la coscienza è addormentata è necessaria la verità, chiamare le cose con il loro nome, proclamare che Dio la pensa in un certo modo a dispetto di quello che ne pensano gli altri.

Questo è ciò che possiamo fare noi uomini, la grazia di Dio potrà fare il resto, però ciò che compete agli uomini e di proclamare la verità di Dio, non di interpretare la volontà di Dio.

Dio è colui che conosce veramente il segreto dei cuori delle persone ed è solo Lui che giudica.

Però il compito dell'Evangelizzatore, che è un compito profetico, in quanto battezzati siete tutti profeti, è quello di annunciare la verità, di chiamare le cose con il loro nome, di non dire che una cosa non è peccato quando è peccato, e non dire che tutto è peccato quando non lo è, bisogna che sia un'esperienza di verità.

Allora le mete è esperienza dell'amore di Dio.

Prima di tutto far riconoscere, far sperimentare alla persona quanto essa è amata da Dio, che Dio è amore, che il suo amore si riversa dai cieli sulla terra in favore di tutte le creature, ma specialmente per amore tuo.

3) Amore di Dio generale, ma individuale

L'amore di Dio non è un amore generalizzato, è un amore generale ma individualizzato, nel senso che Dio ama tutto e ama tutti e ama te in modo speciale, come se tu fossi l'unica persona esistente in tutto il Creato.

Il fatto che noi siamo sei miliardi, non significa che la Sua quantità di amore è divisa per sei miliardi, Dio, tutto intero, ama ciascuno dei sei miliardi di persone che in questo momento sono sulla faccia della terra.

In più Dio con il Suo stesso amore, totale amore, ama anche tutti gli altri miliardi di persone che non sono più sulla faccia della terra ma sono già nell'Aldilà.

Per quanto vi possa sembrare strano, Dio ama con tutto il Suo amore persino Satana e tutte le anime dannate.

Ma il Suo amore, come noi sappiamo molto bene, non è mai vincolo, è assoluta libertà.

Lo stesso Lucifero lo dice, addirittura in certi esorcismi, che sono riportati dai libri di Padre Ernetti, per esempio, dice: "Cosa credete che io non sappia che se mi convertissi Dio mi darebbe di nuovo, subito, tutta la gloria infinita che io avevo nel Paradiso?

Ma io non lo voglio fare, non lo voglio riconoscere come mio Signore, io non voglio dipendere da nessuno" questo è il succo del discorso.

4) Dio rispetta la volontà degli altri

Dio rispetta la volontà degli altri, per quanto essa possa essere contorta, perché l'amore è rispettare non imporre!

Dio non è felice di tutti coloro che si perdono, ma non essere felice non significa essere tiranno, cioè obbligarli a fare ciò che Lui vuole.

Lo so che è un discorso controverso, è un discorso che lascia molti punti interrogativi, che sotto certi aspetti è anche emblematico, ma non ci è dato di capire tutto, ci è dato di intuire e di contemplare il mistero di Dio.

5) Il mistero del male

Nel mistero di Dio è presente il mistero del male, non nel senso che Dio dentro di sé abbia il male, ma a riguardo di Dio, nella relazione con Dio, si verifica effettivamente questo grande punto interrogativo, che è il rifiuto della relazione con Dio.

Cosa produce?

È un discorso che possiamo intuire, del quale non c'è soluzione, perché non ci è rivelata l'esplicita volontà di Dio, quando saremo nell'Aldilà, mi raccomando tutti dalla parte bella.

Intuiremo, capiremo la verità di tutti questi gesti, questo, tutto sommato, non è un problema nostro è un problema di Dio.

Quindi se abbiamo fiducia in Dio, lasciamo che sia Lui veramente il giudice del mondo.

Però è importante che un'idea su questo orizzonte l'abbiamo.

Quindi prima esperienza: l'esperienza dell'amore di Dio, Dio ti ama teneramente, Is 43, segnatevelo, lo leggete tanto per intuire come l'amore di Dio non sia un'esperienza del Nuovo Testamento, era già presente tutta chiara sia nei Salmi sia nei Profeti, leggendo il cap. 43 di Isaia vi renderete conto con quali termini Dio si esprime nei confronti del popolo.

6) L'amore di Dio, la risposta dell'uomo

Il secondo aspetto che non può essere disgiunto, perché sono i due lati della stessa medaglia, è la nostra condizione di peccatori.

L'amore di Dio e la risposta dell'uomo.

La risposta dell'uomo, che può essere fallace, debole, insicura, incompleta, anche di negazione.

Condizione di peccatori: visione realistica su noi stessi, avere il coraggio della verità.

L'amore di Dio è la luce e tu ti metti di fronte a questa luce, tutto ciò che produce ombra davanti a te vuol dire che è una macchia.

Se tu metti un vetro davanti alla luce del sole e se il vetro è pulito non produce nessuna ombra per terra, se sul vetro c'è una macchia vedrai sulla parete una zona scura, ecco quella zona scura è ciò che impedisce alla luce di passare e di riempire tutta la stanza.

La luce di Dio, l'amore di Dio si riversa su di te; la tua condizione è condizione di verità; sei nella comunione con Dio allora sei trasparente come un cristallo.

Se non sei nella comunione con Dio ci saranno delle macchie che impediscono alla luce di Dio di attraversarti come se tu fossi un cristallo.

Usateli questi esempi, applicateli anche in altre occasioni, perché vi serviranno a capire e a far capire il peccato come un qualche cosa di cui uno si priva, non semplicemente come una trasgressione a una legge.

Chi pecca, non semplicemente ha disubbidito ma, principalmente, si è privato di una parte di amore di Dio.

Privarsi di una parte dell'amore di Dio ha conseguenze anche negative, nefaste, è chiaro che peccare significa privarsi, non riconoscere, rifiutare l'amore di Dio, quindi accontentarsi del nostro stesso amore.

Il nostro amore non è un amore grande, come quello di Dio; per quanto possa essere grande, è sempre un amore limitato.

Per cui l'uomo che ama se stesso pecca perché si priva di quell'anelito di infinità di cui è costituito.

L'uomo è nato per l'infinito, se si accontenta di un amore finito è come il gruviera: è pieno di buchi, dove dovrebbe esserci il pieno invece c'è il vuoto.

Sono tutti esempi, forse l'immagine aiuta a capire un po', perché il concetto è un po' complesso.

7) Incontro personale con Gesù per la fede e la conversione

È il secondo aspetto delle mete.

Il compito dell'evangelizzatore è quello di far incontrare Gesù.

Come fare incontrare Gesù?

Creare un clima di molta familiarità con Lui, un clima di affetto.

Se avete dei nipotini o dei bambini piccoli, esercitatevi in casa.

Per creare questo clima di fiducia, raccontategli le storie in cui Gesù e la Madonna siano dei protagonisti, raccontategli gli eventi del Vangelo, oppure raccontategli la vita quotidiana, esempio: che lavoro faceva la Madonna?

Stava pulendo la sua capanna e ad un certo momento è apparso l'Angelo.

Dovete raccontare tutto come se voi steste raccontando la fiaba di Cenerentola.

Tenete il canovaccio ben a mente di quello che è scritto nel Vangelo e poi, dopo, create tutto l'ambiente; una volta che si è creato tutto questo nasce spontaneamente, dentro al bambino, un tipo di relazione piacevole, nasce la piacevolezza che è il presupposto principale.

A lui piace pensare a questa situazione.

Piace pensare che quando la Madonna ha accompagnato Gesù al fiume, Gesù, con i suoi amici andava a fare il bagno per divertirsi, perché faceva caldo.

Sono cose false? Sono cose vere?

Gesù giocava con i suoi amici?

Faceva il bagno, nuotava…poi ha imparato a camminare sull'acqua.

La Madonna avrà detto a Gesù di sparecchiare la tavola?

Gli avrà detto di andare a prendere un orcio d'acqua?

Dunque vedete, la vita quotidiana non è narrata nel Vangelo, io non dico che noi dobbiamo sostituire questo!

Ma quando voi dovete creare una struttura mentale, di cui abbiamo parlato oggi in Cappella, abbiate anche la capacità di distinguere, ovviamente, quello che è l'insegnamento del Vangelo, che deve essere perfetto, ma di creare anche tutto quel substrato che serve al bambino.

Sto parlando del bambino, non sto parlando dell'adulto, quindi sappiate applicare alle persone adatte.

Mai confondere la favola con il Vangelo, non date mai l'impressione che il Vangelo sia una favola!

Dovete essere molto prudenti su questo punto, perché la meta di cui adesso stiamo parlando non è di parlare delle favole, ma di fare un incontro personale con Dio.

Questo incontro personale con Dio deve essere fatto nell'età diverse in modi diversi, a una persona che è ammalata e che ha paura, tu dovrai parlare dell'incontro personale con Dio, e tu gli dirai di non avere paura, che non si senta sola: "Vedi il Signore ti è sempre vicino, quando tu spegni la luce, egli si siede al fondo del tuo letto e sta lì con te, tutta la notte ti fa compagnia, così tu non avrai più paura.

" È una falsità? È una realtà!

Voi avete, in qualche modo, con le vostre semplici parole aiutato quella persona ad avere un incontro personale con Dio, vedrete quella persona che subito si tranquillizza.

È tranquilla. Una persona che ti chiede di pregare per lei perché deve essere operata, tu dici: "Stai tranquilla, pregherò per te, chiederò al Signore che ti mandi tanti angeli, che siano lì nella sala operatoria che aiutino i chirurghi a operarti bene."

8) Proclamazione di Gesù come Salvatore e Signore

Quando una persona ha fatto l'esperienza personale di Gesù, cioè lo ha conosciuto non semplicemente librescamente, ma lo ha conosciuto come persona che ti sta accanto, che ti guida, che ti illumina, che ti salva, che ti guarisce, che ti vuole bene, quindi questo incontro personale è fatto non solo di emozioni, ma è fatto proprio anche di insegnamento, cioè: "Vedi, il Signore vuole il bene delle persone, infatti ha detto questo in quell'occasione, ha raccontato questa parabola spiegando quest'altro, ha fatto questo miracolo per far vedere come Lui si occupa ecc…ecc…".

Quindi questo incontro personale, che è fatto di tutto questo, scaturisce poi in questa proclamazione di Gesù come Salvatore e Signore; cioè nasce la fiducia.

La persona dice:" Se il Signore è tutto questo per me, se ha fatto tutto questo, vuol fare tutto questo, se questi sono i suoi progetti su di me, allora io sono fortunato a saperlo, non vedo l'ora di mettermi sotto la sua protezione e lo proclamo mio Signore, cioè mia guida , Lui è il mio capo."

9) Ricevere il dono dello Spirito e integrarsi nella comunità

Ecco questo è l'itinerario da produrre, dopo di che occorre ricevere il dono dello Spirito Santo e integrarsi nella comunità.

Questo ultimo aspetto non sempre è molto conosciuto e certo non è sempre molto valorizzato, chiaramente ricevere il dono dello Spirito Santo in certi casi lo si dà per scontato.

Lo Spirito Santo lo riceviamo al Battesimo, lo riceviamo alla Cresima.

Ma come mai non produce gli effetti che dovrebbe produrre?

E cioè l'integrarsi nella comunità.

Ma allora questo Spirito Santo è stato desiderato?

È stato ricevuto? È stato accolto?

Certamente, per il fatto stesso che la Chiesa ha operato un Sacramento, lo Spirito Santo è venuto.

E su questo non si dubita. Ma come mai non ci sono i frutti di tutto questo?

Voi vi rendete conto che il compito dell'evangelizzatore, ma anche del Catechista, è non solo quello di insegnare, ma di fare in modo che la persona desideri ricevere ciò di cui si sta parlando.

Perché se non si desidera ricevere questo dono, non si produrranno effetti positivi.

Ricevere il dono dello Spirito Santo, e il catechismo ci dice ricevere lo Spirito Santo, ci porta i suoi famosi sette doni, ma questi doni a cosa servono?

Sapienza, scienza, intelletto, consiglio, fortezza, pietà, timor di Dio, a cosa servono?

Servono alla tua costruzione personale.

Quindi questi doni sono una realtà stabile, cioè Dio te li dà e ti rimangono fino all'ultimo respiro che tu hai sulla terra.

Sapienza, scienza, intelletto cosa sono?

Cosa significano? A cosa servono? A che cosa mi servono? Come li posso usare?

Come devo alimentare questi doni? Come funzionano questi doni?

Come funziona la sapienza? Cos'è la scienza?

Come funziona e come posso usufruirne?

Qual è il tesoro dato che sono doni e, che quindi essendo dono, vuol dire che servono individualmente a me, non al mio prossimo, proprio a me, come funzionano?

Lo so io che unitamente ai doni lo Spirito Santo porta anche i carismi?

Cosa sono i carismi? A chi servono i carismi? Come funzionano i carismi?

Come si usano i carismi? Quando si usano i carismi? Come si giudicano i carismi?

Attenzione questa qui è Teologia della Chiesa.

Quindi l'esperienza della Pentecoste, che trovate in Atti 2, dovrebbe essere l'esperienza di ogni cristiano.

Non ci si può accontentare dei doni, perché altrimenti la nostra fede sarebbe una religione, invece bisogna rendersi conto che il dono dello Spirito Santo produce la nostra santificazione e il nostro servizio.

Nostra santificazione i doni, nostro servizio i carismi.

I carismi sono per gli altri.

Tu che carismi hai? Lo Spirito Santo ti ha dato i carismi? Quali sono i carismi?

Quanti sono i carismi? A cosa servono, come si usano?

10) Ricevono la Cresima e dopo spariscono

Vedete, ricevere i doni dello Spirito Santo e integrarsi nella comunità è un tutt'uno.

Quando voi vedete queste persone che ricevono la Cresima e dopo un po' spariscono, queste persone hanno ricevuto un atto di religione, hanno preso lo Spirito Santo, lo hanno chiuso nella cassaforte ed è finita lì.

Quindi vuol dire che a monte c'è qualcosa che non ha funzionato.

Avranno accettato Gesù come Signore e Salvatore?

Andiamo indietro, perché se l'ultimo punto non ha funzionato, vuol dire che indietro ci sarà qualcosa che non è andato per il verso giusto.

Avranno proclamato Gesù come Signore della loro vita?

Tu catechista, tu genitore, tu padrino o madrina di qualsiasi Sacramento, cosa hai fatto perché quella persona proclamasse Gesù come Signore e Salvatore proprio.

Almeno hai pregato perché questo avvenisse?

Oppure prima c'era stato l'incontro personale con Gesù?

La persona ha fatto una scelta di Fede, si è convertita, oppure si è solo infarinata di cultura su Gesù, ma non ha fatto nessun incontro personale?

Ossia questa persona ha cominciato a pregare da sola, ha cominciato a sentire Gesù come importante, a rivolgersi a Lui, a parlare a Lui ad ascoltarlo.

Sta facendo una ricerca spirituale o sta solo subendo un'opera di catechesi che tu gli stai offrendo?

Prima ancora, questa persona si sente peccatore, oppure si sente più santa della beata Vergine Maria?

E prima ancora, questa persona ha fatto esperienza dell'amore di Dio, oppure ha solo ricevuto delle strutture di religione che ha assunto in sé, ma che non ha mai preso coscienza di dire:" Un attimo. Mi dicono che Dio ama, che Dio mi ama, com'è che io non lo sento questo amore di Dio?"

11) Il catechista deve creare un senso di legame affettivo e delle abitudini

La risposta personale "mio Salvatore" "mio Signore" e "mio Messia" quando?

Oggi non domani. Questa è la griglia di interpretazione.

Voi potrete lodare il Signore per come vi ha usati, tutte quelle volte che vedrete e non dipende unicamente da voi, dipende anche dalla risposta che danno le persone che avrete di fronte a voi.

Voi vedrete che le persone cominciano a camminare con le proprie gambe, non perché voi le avete costrette.

Certo dovete aiutarle.

Finito il Catechismo, tu dici: "Non è finito il tempo in cui ci vediamo, ci vediamo domenica in Chiesa e ti aspetto"

Bisogna creare anche quel senso di legame affettivo, perché la Chiesa è comunità, quindi è chiaro che bisogna che ci sia questa esperienza di comunicazione.

Un Catechista che va in Chiesa e lascia che i suoi bambini siano sparsi per la Chiesa, è meglio che vada a nascondersi sotto una piastrella.

Tu sei Catechista, ci sono i tuoi bambini a Messa, allora tu vai vicino a loro, li saluti, li accarezzi, saluti i genitori, gli fai vedere che sei contento, finita la Messa ognuno va per conto suo.

Perché così a giugno finisce il catechismo, ma la domenica dopo, anche se il catechismo e la scuola sono finiti, diciamo a quelli che non sono andati in vacanza: "Andiamo tutti insieme a Messa, ci troviamo la domenica prossima".

Dovete creare le abitudini, dovete farle voi, il Catechista è educatore, non è burocrate.

Certo che è faticoso, ma vivere su questa terra, finché non siamo nella piena visione di Dio nell'altra vita, comporta questo tipo di impegno.

Voi vi rendete conto che Gesù aveva proprio ragione: "I figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce".

Gesù lo ha detto apposta per farci ingelosire, cioè a dire:" Svegliatevi ragazzi, non vedete che quelli che seguono le cose del mondo sono più svegli di voi, allora usate l'intelligenza che io vi ho dato per metterla al servizio dell'evangelizzazione".

Questo è l'augurio che ci scambiamo oggi in questo incontro e domani, domenica, la comunione con il Signore vi dia quella forza, quell'entusiasmo necessari perché possiate desiderare di essere sempre più evangelizzatori.