Catechesi e Kerigma

21-12-2002

Don Mauro Agreste

Indice

1) Katechein: insegnare
2) Il tempo della catechesi: da oggi per tutti i giorni
3) Come si può svegliare il dono della fede?
4) Verificare se il kerigma è stato recepito
5) Apertura ad un discorso spirituale senza pregiudizi
6) Tempio di Dio. Il kerigma è Gesù. I quattro elementi
7) La fede si manifesta nella fiducia
8) Relazione tra noi e lo Spirito Santo
9) L'esperienza mistica
10) Sottomettiamoci allo Spirito Santo con docilità

1) Katechein: insegnare

Vediamo a pag. 9 e guardiamo il settore della catechesi.

Voi capite la catechesi si inserisce sul fondamento del Kerigma, non si può catechizzare una persona che prima non abbia ricevuto il Kerigma, quindi una cosa completa l'altra, è complementare.

Se ci rendiamo conto che è mancante allora è bene costruire prima le fondamenta e poi il resto della casa.

Katechein: insegnare.

L'etimologia di questa parola ha in sé il significato dell'eco.

È il risuonare, nella nostra vita, degli insegnamenti di Dio.

Obbiettivo: crescere in Cristo, avere vita in abbondanza.

C'è una progressione, perché nel Kerigma si diceva che l'obbiettivo è di avere una vita nuova, invece nella catechesi si dice: avere una vita nuova, averne in abbondanza, in modo stabile, in modo di continua crescita.

Un po' quello che dicevo stamattina: "Bisogna proteggere ciò che abbiamo ricevuto", quindi la catechesi è l'opera di protezione, d'accrescimento, d'incremento, di tutto ciò che abbiamo ricevuto.

Il Kerigma è ricevere.

La catechesi è purificare, raffinare, proteggere, rivalutare, accrescere ecc…

Contenuto: dottrina della fede.

Mentre prima l'annuncio era che Gesù morto, resuscitato ecc., il contenuto della catechesi è la dottrina della fede, cioè gli insegnamenti.

In una parola : il Credo (credo in uno solo Dio, Padre onnipotente …), dare ragione di tutti gli articoli del Credo, saperli conoscere e saperli comunicare.

"Credo in un solo Dio", qui c'è già un grande discorso, il discorso del monoteismo.

Monoteismo, che fa riferimento alla trascendenza, alla provvidenza, alla possibilità che ha Dio di comunicarsi, di parlare, di spiegare ecc…

Ora la dottrina della fede, il Credo, si concretizza poi in quello che è la morale e tutti gli insegnamenti che fanno parte della nostra fede cattolica.

La morale è il modo di comportarsi; mos sono i costumi, quindi gli atteggiamenti, i modi di vivere, la concretizzazione degli insegnamenti.

Il dogma invece sono quelle verità assolute, che non sono facilmente intuibili, ma che sono però la realtà della fede.

Conoscenza della Bibbia: significato degli insegnamenti e di quanto è contenuto nella Bibbia.

Vedete, la catechesi si trova ad affrontare un oceano di stimoli e di cose importanti.

Metodo: si insegna con ordine e progressivamente; è diretto alla comprensione della fede di tutta la Chiesa.

La catechesi non è un qualche cosa che si fa a macchia di leopardo, ma è una progressione, un cammino, segue dei programmi; i programmi servono per dare una struttura mentale agli articoli di fede che noi abbiamo, serve ad avere un'architettura solida, serve ad avere le idee chiare su quello che è l'edificio della nostra spiritualità.

La catechesi serve per farci capire un po' di più le grandi realtà che fanno parte dell'esperienza cristiana, che non vuol dire capire completamente, ma avere una struttura.

Agente: il Catechista, che è un maestro ripieno di Spirito Santo.

Si può anche ribaltare dicendo: lo Spirito Santo, che si serve del Catechista, lo anima, lo sorregge, lo illumina affinché il Catechista, con le proprie parole, con la propria esperienza, con i propri modi di vita e di esprimersi, possa comunicare le verità di fede.

La meta da raggiungere è: la vita nella Chiesa.

Essere membra vive, attive, all'interno della Chiesa.

Questo essere membra attive all'interno della Chiesa produce, chiaramente, la santità, cioè il distinguersi, l'essere particolarmente docili e aderenti alle emozioni dello Spirito.

La risposta comunitaria e sociale: nostro Salvatore, nostro Signore, nostro Messia, cioè dal mio al noi.

Dall'io al noi.

Il Kerigma è una scoperta personale "ma il Signore ha fatto questo per me ecc…".

La seconda parte invece è la risposta di donazione, "anche a te ha fatto questo quindi è il nostro Salvatore".

2) Il tempo della catechesi: da oggi per tutti i giorni

Il tempo della catechesi è quotidiano; da oggi per tutti i giorni.

Questa è un po' la comparazione delle due esperienze, che in realtà sono complementari.

L'una completa l'altra, non ci può essere catechesi se prima non c'è Kerigma.

Perché se si facesse solo catechesi senza il Kerigma, si otterrebbe una conoscenza intellettuale che produce solo religione ma non fede.

Perché se la religione sono i modi di agire, le strutture, la fede invece è il mio rapporto personale con Dio.

Allora si possono avere tante persone catechizzate, ma che non hanno fede.

Persone che sanno tutto della dottrina cristiana, ma che non hanno una relazione, viva, autentica, efficace, gioiosa con Dio, per cui non hanno fede.

L'esperienza cristiana non è un'esperienza filosofica di sapere tante cose, non siamo degli illuminati, noi siamo persone di fede.

La nostra fede anima anche la nostra cultura, ma non è la cultura che fa nascere la fede, è l'incontro personale con Dio.

Non possiamo illuderci che insegnando tutte le cose del Catechismo una persona dopo abbia fede.

La persona avrà tante nozioni.

3) Come si può svegliare il dono della fede?

Il compito del Catechista, l'occupazione o la preoccupazione è domandarsi: ma queste persone hanno fede?

Cosa posso fare io perché queste persone comincino ad avere fede?

Perché se non hanno fede, gli sto soltanto riempiendo la testa di tante nozioni, che, però, non gli cambieranno mai la vita.

Quando tu andavi a scuola e l'insegnante di matematica ti spiegava le espressioni algebriche, ti cambiava la vita? No!

Cioè è come una persona che si riempie di realtà che tuttavia non gli cambiano la vita.

Invece la catechesi è lo sviluppo di un dono che abbiamo ricevuto

Domandiamoci: hanno il dono della fede? Sì, ce l'hanno perché sono battezzati.

Cosa ne hanno fatto? Lo stanno facendo crescere?

Cosa posso fare io per svegliare questo dono della fede?

Il Kerigma; Ma lo hanno già ricevuto.

Si vede come l'hanno ricevuto: non vanno neanche a Messa!

Allora vuol dire che l'hanno ricevuto, ma lo hanno messo nel freezer, sono caduti in letargo, cosa posso fare, cosa debbo fare perché il Kerigma sia autentico ed efficace?

4) Verificare se il kerigma è stato recepito

Prima di fare la catechesi dovrò verificare se hanno recepito il Kerigma, hanno accettato che Gesù è il tuo Signore, è quello che è morto per te, per i tuoi peccati, per salvare te, perché ama te ecc…

Certe volte bisogna avere il coraggio di prendere la persona per le spalle e scuoterla e dirle: "Ti rendi conto di quello che ha fatto Dio per te o non te ne rendi conto?

Non te ne importa niente? Ma allora cosa vieni a fare qui?".

Bisogna avere coraggio, perché non è giusto dare i Sacramenti a chicchessia, solamente perché hanno frequentato un corso: se non sono pronti non si danno.

Vedete che ci troviamo di fronte a delle difficoltà oggettive, però non dobbiamo scoraggiarci perché le difficoltà ci sono.

Le difficoltà ci sono, ma quello che compete a noi come Catechisti è quello di fare di tutto perché il Kerigma diventi un qualcosa di efficace.

Ricordo quella Catechista che diceva che aveva portato i suoi bambini alla preghiera spontanea, alla preghiera di intercessione e questi si svegliavano, nel cuore della notte e passavano un'ora di preghiera di adorazione e di lode al Signore e i genitori erano stupitissimi di quello che il bambino aveva fatto.

Quindi non è vero che il bambino non è capace di pregare, è necessario che il Catechista sia in grado di comunicare che cos'è la preghiera autentica.

5) Apertura ad un discorso spirituale senza pregiudizi

I bambini sono meravigliosi, perché sono aperti ad un discorso spirituale.

Il problema sorge con la pre-adolescenza, l'adolescenza e poi dopo con le scuole superiori.

Finché i bambini sono nelle scuole elementari sono, più o meno, condizionati, certo le maestre possono essere anche atee, però c'è la poesia e tutto quanto contribuisce ha mantenere questo clima.

Ma poi quando entrano nell'età delle medie, con la contestazione degli insegnamenti ricevuti dai genitori, e poi, con le superiori, dove ricevono degli insegnamenti contrari agli insegnamenti che sono stati dati dalle famiglie, intendo dire nel migliore dei casi, perché è chiaro che se la famiglia non sostiene l'insegnamento certamente non è buono.

Ci sono questi problemi d'incomunicabilità.

Hanno delle pre-comprensioni: Cosa sono le pre-comprensioni?

Sono i pregiudizi, sono stati riempiti di giudizi diversi, non accolgono più gli insegnamenti che fanno parte della dottrina cristiana, perché sono "vecchi", perché la dottrina cristiana rappresenta un certo tipo di mondo, mentre la cultura dominante in cui la persona è così e così ecc…, senza poi considerare che spesso nelle scuole superiori ciò che condiziona l'insegnamento è un certa visione politica.

È la politica che sta guidando l'insegnamento e non quello che veramente dovrebbe essere, cioè la cultura.

Dunque questa è la realtà in cui ci veniamo a trovare e ci veniamo a muovere.

È una realtà che bisogna che conosciamo e che sappiamo, in qualche modo, agire per neutralizzare.

6) Tempio di Dio. Il kerigma è Gesù. I quattro elementi

Nella pag. 10 troviamo lo schema di questo tempio.

Il primo capoverso, praticamente, riassume tutte le cose che vi ho accennato prima: la catechesi non comprende, né sostituisce il Kerigma.

Poi abbiamo questo schema che ci rappresenta il Tempio di Dio.

A fondamento c'è la persona di Gesù.

La persona di Gesù rappresenta il Kerigma. Il Kerigma è Gesù.

Dal fondamento fino all'architrave, cioè le colonne, costituiscono l'ambito della catechesi (Cat-echeo che significa risuonare).

La catechesi è risuonare.

Allora la catechesi su cosa si basa? Sulla Rivelazione.

La Rivelazione è: Bibbia e Tradizione.

Bibbia e Tradizione che cosa producono? Producono la Morale, il Dogma, la catechesi, l'impegno, la Pastorale.

Dall'architrave in poi si produce la vita cristiana, quella che qui è definita: la santità, cioè il mettere in pratica tutto quello che è l'edificio.

Il coronamento dell'edificio è la vita pratica.

La vita pratica è la santità.

Allora nel basamento (Kerigma) che cosa è importante sottolineare?

Questi quattro elementi: la ricerca, l'incontro, la frequentazione, l'annuncio.

Come si può capire questo schema? Semplice, la ricerca di Gesù, l'incontro con Gesù, la frequentazione di Gesù e l'annuncio di Gesù.

Tutto questo fa parte del Kerigma.

Ma che cosa facciamo se mancano questi quattro elementi? Anche per noi stessi.

Se noi non siamo tra quelli che cercano, incontrano, frequentano e cercano di annunciare Gesù, noi non siamo dei Catechisti, perché la catechesi è imprescindibilmente basata proprio sul Kerigma.

Il Kerigma è Gesù stesso! Questa relazione con Gesù c'è o non c'è.

Se non c'è debbo crearla, non solo perché faccio il Catechista, ma perché se sono cristiano devo saperlo, devo viverlo.

7) La fede si manifesta nella fiducia

Attenzione, attenzione i miracoli li fa Dio, non la fede.

Voi dovete stare molto attenti, perché quello che voi dite la gente ripete.

Voi siete Catechisti, la Catechista ha detto: "La fede fa i miracoli … come mai io non ho ottenuto il miracolo?".

Rischiate di mettere una persona in crisi, di farle perdere tutto.

La fiducia non la fede.

La fiducia che Dio si occupa di quella situazione, se ne occupa in qualunque modo, o ti dà la forza di viverla o ti fa un miracolo.

La tua fede si manifesta nella fiducia, ma non puoi dire a una persona che non ha fede.

Se le dici che non ha fede allora quella si impicca, perché è disperata che non ha più neanche la fede, allora non ha più niente.

State attenti perché ci sono stati dei casi di persone che sono state in crisi, ed alcune si sono allontanate definitivamente dalla pratica religiosa, perché di fronte a delle situazioni dolorose, non avendo ottenuto la guarigione, qualcuno ha detto loro che non avevano avuto abbastanza fede, mentre essa avevano fatto tutto il massimo che potevano.

Quindi Catechisti attenzione, attenzione, le parole sono una lama a doppio taglio, bisogna usarle nel modo giusto per non far male a noi e per curare il prossimo.

Il nostro più grande errore pedagogico, nella pastorale di evangelizzazione, è che vogliamo cattolicizzare prima di cristianizzare.

Se uno prima non è cristiano, come può avere l'universalità della conoscenza del mistero di Cristo?

Cattolico vuol dire universale.

Noi vogliamo rivestire di catechesi, di pastorale, di morale, ma senza domandarci se la persona ha fatto l'incontro con Dio.

Non si tratta tanto di dire ad una persona ciò che deve fare.

Il Catechista che ha ottenuto degli ottimi risultati è il Catechista che non usa mai la parola dobbiamo, o bisogna o si deve, mai questa parola.

Il Catechista, il cristiano ben riuscito, e quel cristiano che è passato dal "tu devi" al "tu vuoi", oppure dal "io debbo" al "io voglio".

Io non debbo ubbidire ai Dieci Comandamenti io voglio ubbidire.

Lo stesso discorso che fa San Paolo nella lettera ai Romani, quando ci parla, mi pare nel capitolo VII, " ora siamo liberati dal potere della Legge" ( Rm 7,6 )cioè chi vive guidato dallo Spirito è libero dal potere della legge, perché la legge ti obbliga, lo Spirito ti dà la libertà.

Io non debbo ubbidire alla legge, io voglio ubbidire alla legge.

Se tu vuoi farlo non c'è nessuno che ti costringe, dunque è un'esperienza di libertà non di oppressione.

Vogliamo insegnare prima a catechizzare i fedeli sulle verità della Chiesa Cattolica, la nostra preoccupazione è di trasmettere la dottrina sana e ortodossa ecc… qui c'è tutto il capoverso che ce lo illustra bene.

Ed ecco il Kerigma, il valore del Kerigma, alla pag. 11.

8) Relazione tra noi e lo Spirito Santo

Domanda inquietante a pag. 12: perché Pietro, nel giorno di Pentecoste, convertì tremila persone con un solo discorso e noi con tremila discorsi non riusciamo a convertire neanche un'anima?

La persona dello Spirito Santo è evidente!

Spirito Santo protagonista di tutto quello che è la vita intermedia, cioè che ci separa dal ritorno di Gesù Cristo.

La prima venuta è avvenuta, stiamo in attesa della seconda venuta di Gesù Cristo.

Questo è il tempo dello Spirito, protagonista assoluto di tutto quello che è l'opera della Chiesa, la vita della Chiesa, guidato dallo Spirito Santo.

Chi è questo Spirito Santo? Conosciamo lo Spirito Santo?

Che cosa fa lo Spirito Santo? Cosa sono i doni dello Spirito Santo?

Cosa sono i carismi dello Spirito Santo? Come agisco guidato dallo Spirito Santo?

Lo Spirito Santo è una devozioncella di cui conosco solo il " Veni creator", oppure dello Spirito Santo conosco qualche cosina in più?

Sono docile alla voce dello Spirito Santo? In che modo mi lascio usare dallo Spirito Santo?

Vedete che le domande sulla relazione che c'è tra noi e lo Spirito Santo ce ne sono un bel po'.

Se noi non rispondiamo a queste domande, rischiamo di fare della nostra fede semplicemente un insieme di norme, di obblighi.

Ma lo Spirito è Signore e dà la vita, è Lui che rende viva la nostra fede cristiana e la toglie dall'incubo della routine, e di ubbidire semplicemente a certe norme.

Lo Spirito Santo ci fa essere figli di Dio in Gesù Cristo, non ci fa fare meglio i servi di Dio.

Ci fa essere figli di Dio.

Quindi, attenzione, lo Spirito Santo mette dentro di noi questo zelo per la casa del Signore, questo ardore, questo desiderio forte.

Non che tutti siano implotonati a fare la stessa cosa, ma che tutti si convertano, perché hanno conosciuto il tesoro meraviglioso che Dio Padre ha fatto all'umanità, ha regalato a noi suo figlio.

Ha regalato a noi suo figlio perché noi in Lui diventassimo suoi figli.

Quindi lo Spirito Santo ci mette in luce il Padre nel Figlio.

Lo Spirito Santo grida in noi: Abbà.

Lo Spirito Santo ci fa sentire, ci fa vivere, ci fa sperimentare l'essere figli dell'Onnipotente Padre.

Allora lo Spirito Santo ti fa venire questa grande gioia, questo grande desiderio che tutti facciano questo tipo di esperienza.

9) L'esperienza mistica

Se manca la dimensione, potremo dire, mistica, manca anche la concretezza.

L'esperienza cristiana è un'esperienza eminentemente mistica, che poi si traduce in una vita concreta, non è una vita morale la vita cristiana.

La vita morale del cristiano è la conseguenza di un incontro personale, l'incontro personale si chiama mistica.

Mistica non vuol dire che ad un certo momento uno si solleva di tre metri da terra, perché ha fatto un'esperienza mistica.

La mistica è questo legame affettivo, di fiducia con Dio; questa è la cosa più importante, tutto il resto sono solo conseguenze.

Se al Signore piace che tu ti sollevi da terra ogni volta che preghi, è un problema suo, tu ti solleverai; ma tu non pregherai per sollevarti, tu pregherai per stare con il Signore.

San Filippo Neri, che quando diceva messa si sollevava da terra, per evitare che la gente fosse incuriosita e andasse alla sua messa solamente perché lui s'innalzava, si portava un libretto di barzellette sull'altare per distrarsi, perché se no le sue messe iniziavano al mattino alle cinque e finivano di notte, perché lui andava in estasi, stava delle ore lì, e non si rendeva neanche conto che stavano passando delle ore.

Ma sto parlando di San Filippo Neri il quale diceva chiaramente che lui sentiva proprio il fuoco dello Spirito Santo dentro di sé.

In pieno inverno teneva le finestre aperte, stava con dei vestiti molto leggeri, perché bruciava di calore.

Quando è morto si sono resi conto che aveva il cuore più grande di quello degli altri, le costole si erano spaccate per fare spazio al suo cuore.

Lui ricordava chiaramente la notte in cui questa esperienza di Dio fu così forte che sentì il suo cuore trasalire e riempirsi di gioia, questo avvenne addirittura fisicamente.

10) Sottomettiamoci allo Spirito Santo con docilità

Vedete, lo Spirito Santo non è solo una forza, non è solo l'olio che viene messo sulla fronte del Catecumeno, lo Spirito Santo è veramente Dio, va interpellato come Dio, va trattato come Dio, va riconosciuto come Dio, gli si parla e gli si dà onore come si dà onore a Dio, ci si confida con Lui, gli si chiede l'aiuto, ci si sottomette a Lui perché lo Spirito Santo è Dio e gli è dovuto il rispetto, l'onore, la gloria e la potenza perché è Dio, come il Padre e il Figlio.

Beata quell'anima che si fa guidare dallo Spirito Santo.

Il Cardinale inglese, mi pare del sec. XIX, Neumann diceva proprio questo: "Il segreto della santità è l'assoluta docilità alle azioni dello Spirito".