Andate evangelizzate i battezzati

13-10-2001

Don Mauro Agreste

Le schede riguardanti la spiritualità del Catechista che vi sono state date, portatele sempre in Chiesa (in cappella), dove facciamo questi incontri per avere sempre sott'occhio quello di cui si parla.

Ora il Corso prevede per il primo anno lo sviluppo del tema: "Andate evangelizzate i battezzati".

Tre sono le condizioni necessarie per diventare evangelizzatori.

Noi ci soffermeremo su di queste.

Esse evidenzieranno, soprattutto a coloro che stanno già fanno catechismo nelle loro parrocchie, quanto l'esercizio della catechesi sia ormai divenuto in qualche modo l'esercizio del compito di evangelizzatore.

Per quale motivo, secondo voi?

Questo è il campanello d'allarme che noi tutti abbiamo ben sentito e ci stiamo rendendo conto di quanto stia suonando, ma è come, per esempio, il campanello d'allarme che suonava sul "Titanic" che affondava.

Se il campanello suona, bisogna pur far qualcosa?

Intanto bisogna capire perché succede questo?

Cerchiamo di tornare indietro nella storia.

Torniamo, per esempio, al tempo in cui questa terra fu evangelizzata: all'epoca dei Romani.

Che cosa c'è di diverso da allora ad oggi, che renda così impermeabile il cuore delle persone di oggi ad accogliere questo?

Si viveva peggio allora?

Siete sicuri che si vivesse peggio?

Pensate davvero che noi stiamo vivendo tanto bene?

Perché in quei tempi in cui non c'era "Radio Maria", non c'erano i satelliti, né i telefoni, né gli aerei, né tutto quello che abbiamo adesso il cristianesimo fu così rapidamente diffuso.

In pochi decenni Gesù fu conosciuto in tutta l'India, per esempio, perché l'apostolo Filippo andò ad evangelizzare l'India.

Il santuario di Oropa conserva l'effigie di un'antichissima statua della Madonna che il Vescovo Eusebio di Vercelli ( che ha fondato tutte le diocesi del Piemonte ) aveva portato, in quel luogo che era un luogo di preghiera.

Si tratta di una statua di un legno che in Europa non esiste: l'ebano.

L'ebano in quel tempo cresceva in Africa (nella zona equatoriale) o in India.

Sappiamo bene che l'apostolo Filippo arrivò fino in India evangelizzando.

Come mai in pochi decenni tutto il mondo allora conoscibile fu evangelizzato, ed ora in 2000 anni, con tutti i mezzi di cui disponiamo, non siamo capaci neanche di convertire un'anima?

Come mai l'apostolo Pietro fece un discorso di cinque minuti ed il cuore di 3000 persone fu trafitto?

Che cosa c'è di differente?

C'è qualcosa che dipende semplicemente dalla sociologia?

Perché se tutto è un problema sociologico, basta invitare dei sociologi che analizzino la situazione culturale del tempo e noi abbiamo risolto il problema della catechesi; o c'è qualcosa di diverso?

Allora visto che noi dobbiamo assolutamente fare un cammino che sia spirituale e soprattutto biblico, fonderemo i nostri insegnamenti sulla "Rivelazione".

Io consiglio di prendere gli At 2. Iniziate a prendere confidenza con la Parola di Dio, perché non è possibile che i cristiani non sappiano che cos'è la Parola di Dio.

I protestanti ci prendono in giro, giustamente, dicono che i cattolici sono ignoranti. Hanno ragione!

Perché abbiamo 3000 devozioncelle, tutte le novene di questo mondo e non sappiamo che cosa c'è scritto nella Bibbia!

Le ragioni storiche sono sorpassate da quarant'anni ( il Concilio è stato fatto nel 1961, quindi non è giustificabile che in trent'anni non si conosca ancora la Bibbia ).

Le ragioni storiche possono essere molteplici, ma a noi non interessa, la mentalità si supera se la si vuole superare; che poi la gran massa delle persone non lo faccia è un altro problema ed io sto parlando a persone seriamente impegnate nel cammino della Chiesa.

È bene quindi che ci ricordiamo sempre di avere la Parola di Dio e soprattutto di tenerne conto.

Su tutti i temi la Parola di Dio ha qualcosa da dirci.

Se prendiamo in mano il catechismo della Chiesa cattolica, possiamo vedere che tutti gli articoli hanno un riferimento biblico.

Se poi, come reazione alla riforma protestante, si è pensato di lasciare la Bibbia in latino così che pochi la potevano leggere, questo è un problema pastorale di quei tempi.

Adesso noi ci troviamo in una situazione in cui da trent'anni la Scrittura è in italiano e prima che fosse tutta in italiano c'erano delle traduzioni ( magari non di tuta la Scrittura, ma degli estratti ) per cui non possiamo dormire sugli allori per questo fatto; dobbiamo finalmente riprendere in mano questa Scrittura ed imparare quello che ci dice il Signore.

Questo non ci dà la possibilità di fare come fanno i protestanti, di interpretare la Scrittura come uno al mattino si sveglia.

Questo si chiama "Fondamentalismo".

Noi abbiamo un'interpretazione che ci è assicurata dal Magistero della Chiesa e che ci dice:

"Guardate che questo brano non significa così come appare, l'insegnamento è questo o è quest'altro, corroborato dagli insegnamenti dei Padri e dall'insegnamento della Chiesa che per tutti i secoli si è comportato in questo modo.

Quindi teniamo presente che effettivamente questo insegnamento è vero.

Provate a dare un'occhiata a cosa succede durante la celebrazione eucaristica quando vengono fatte le letture; guardate le persone negli occhi e cercate di capire che cosa stanno facendo in quel momento.

Non si può dare loro tutti i torti, perché a volte ci sono delle persone che vanno a leggere

e sarebbe meglio che andassero a zappare l'orto!

Perché fanno vedere in tutti i modi che non capiscono quello che c'è scritto.

San Paolo è difficile da leggere, quindi preparati prima, cerca almeno di capire qual è l'ordine delle frasi.

Se parla di concetti difficili che non capisci, segui almeno la punteggiatura, segui gli accenti?

Ciò vuol dire che la persona è andata a leggere solo perché lo doveva fare, non perché sta cercando di capire quello che c'è scritto.

Allora di fronte a queste cose viene da dire:

"Queste persone sono troppo brave perché stanno lì a sentire le parole anche se non capiscono niente".

La Parola di Dio dovrebbe essere trattata con un pochino più di dignità ed un pochino più di sapienza, visto che Dio si è scomodato per dirci qualcosa, allora noi dobbiamo anche a imparare.

Lettura dei versetti At 2,1-4

Avete ricevuto tutti lo Spirito Santo?

Quante volte avete visto le fiamme sul vostro capo ed il vento in casa vostra?

Le nostre lingua quando parlano, parlano secondo quello che lo Spirito vuol dirci o parlano secondo quello che la nostra testa vuol farci dire?

Lettura versetti At 2,5-10

Dire ad una persona "Galileo", secondo la mentalità del tempo e del luogo (per questo l'evangelista Luca lo scrive,) equivaleva a dire ignorante; persino i suoi paesani dicevano: "Da dove gli viene tutta questa saggezza?".

La Galilea si trovava nel nord della Terra Santa in un luogo che era ormai vicino alle altre popolazioni, in un luogo dove era facile che ci fossero matrimoni misti.

E quindi tutti i sapientoni di Gerusalemme, cuore della religiosità, dicevano:

"Cosa vuoi che possa venire di bene dalla Galilea, lì sono tutti mezzi eretici: Baal - Filistei, sono tutti una mistura.

Sì! Sì! Sono dei nostri, ma non possiamo essere sicuri della loro dottrina perché sono Galilei!

Eppure tutti questi stranieri dicono: addirittura dai Galilei sentiamo dire una cosa di questo genere?

Quindi uno stupore incredibile!

Qui c'è la continuazione di quello che è successo dopo la discesa dello Spirito Santo.

Che cosa è successo?

Se voi doveste spiegarlo in parole semplici ad un bambino di cinque anni?

"È sceso lo Spirito Santo e …"? non è difficile perché un bambino ci crede che Dio è "uno" e "tre" persone.

Siamo noi che facciamo fatica a crederci; lui ci crede, ma non è detto che lo capisca, ma crederci sì!

Attenzione! Impariamo a dare alle cose e alle persone il loro giusto nome.

Anche noi usiamo delle parole senza saperne il pieno significato, ad esempio la parola "Trinità".

Sappiamo cosa significa?

Noi intuiamo il mistero della Trinità, ma per saperlo avremo bisogno di tutta l'eternità.

Quindi noi usiamo delle parole anche se non ne conosciamo il pieno significato.

Usiamo queste medesime parole nella trasmissione della fede, che sia catechesi, che sia un discorso con il nipotino o con un bambino, però usiamo le parole giuste.

Se noi diciamo "forza dello Spirito" è una cosa diversa da "Spirito Santo" e non viene recepita nel modo giusto perché "forza dello Spirito" è una cosa dello Spirito, invece lo Spirito Santo è una persona.

La forza di papà è la capacità di sollevare una borsa pesante; papà è tutta un'altra cosa.

Quindi ricordiamoci sempre di usare le parole giuste, non preoccupandoci troppo se sono capite profondamente.

Quindi dire "forza dello Spirito Santo" può essere fuorviante pure per noi adulti che dello Spirito Santo conosciamo la forza, ma non ne conosciamo la psiche, né l'amore, né la volontà.

Ad un certo momento a forza di dire "forza dello Spirito Santo" va a finire che lo spirito Santo diventa una cosa, mentre è una persona.

Stiamo attenti perché anche noi abbiamo bisogno di strutture mentali che ci aiutino ad entrare nel mistero, non a capirlo, ma ad intuirlo sì!

Quando poi doveste spiegare una cosa di questo genere non abbiate paura di usare la parola "miracolo", perché il bambino capisce di più la parola "miracolo" che non il "fatto che se".

In realtà si tratta di un miracolo.

Non ho fatto questa domanda perché la davo per scontata: credete ai miracoli?

I miracolo ci sono?

Fa parte del bagaglio della fede credere che Dio possa operare nel tempo e nello spazio alcuni segni che dimostrano la sua esistenza, cioè la sua provvidenza.

Il miracolo non ha un altro significato se non dimostrare che Dio c'è ed è provvedente.

Non ha bisogno di convincere, il miracolo ha semplicemente il significato di aprire al dono della fede, però non costringe alla fede, perché anche se tu vedi un miracolo, non significa che dopo crederai.

Potresti essere assalito da molti dubbi in più.

Tu vedi una persona che prima era cieca e poi ci vede.

E tu? Ci crederai che prima era cieca, oppure dirai: "Ma no!

È semplicemente una proiezione psicologica, era talmente il desiderio di vedere che è successo qualcosa a livello neuronale e la persona adesso ci vede".

Quindi se anche tu vedessi un miracolo saresti facilitato nel credere?

E se tu non avessi la fede?

Non si può dire lo Spirito di Dio aleggia su tutti; quindi suggerisce qualcosa in quel momento a chi assiste al miracolo.

Che cosa gli suggerisce? Non si sa.

E la persona in quel momento nell'inconscio che cosa risponde? Non si sa!

Forse è davvero un qualcosa di inspiegabile, non riesco a spiegarlo in un modo diverso, se non un intervento divino; oppure: "Ma no, sono tutte storie queste, sono tutte manifestazioni esoteriche.

Rendiamoci conto della differenza delle due cose.

Andando avanti c'è il famoso discorso di Pietro.

Lettura versetti At 2,14-41

Ha detto qualcosa di speciale Pietro?

Probabilmente ci sono alcune cose di cui noi dobbiamo assolutamente tenere conto.

Dobbiamo vedere se la nostra testimonianza cristiana è una testimonianza coerente a ciò che è scritto nella Scrittura, cioè a dire se abbiamo il coraggio di dire queste cose oppure se pensiamo di dover edulcorare, cioè addolcire, il messaggio di Gesù.

Se inconsciamente noi abbiamo il timore di perdere il consenso delle folle, cerchiamo di rendere appetibile in nostro messaggio presentandolo in modo che non sia abbastanza scomodo, che sia accettabile, che sia condivisibile da tutti.

Se dico la verità, cioè che le persone si devono convertire, dopo non vengono più.

Ci può essere questo rischio.

Ma noi dobbiamo farci delle fondamentali domande.

Anche perché ci stiamo rendendo conto che non si tratta più semplicemente di catechesi, ma si tratta di rievangelizzare e se io voglio il bene di una persona, io le devo dire la verità.

La verità e che il male è male e il bene è bene. Attenzione!

Qualcuno ti ha forse detto che sei diventato il Salvatore? No!

Tu sei il discepolo. Se tu sei il discepolo non sei chiamato a prendere delle decisioni al posto del maestro.

Finché il maestro non ritornerà e dirà: "Bene! Adesso chiudiamo i libri e andiamo a casa", finché il maestro non verrà lui e non prenderà lui queste decisioni a noi non è dato di cambiare il suo messaggio.

No! Se la sua verità è questa.

Pietro non si è fatto scrupoli a dire queste cose pazzesche in un periodo di oppressione e per di più non l'ha detto in Galilea, lo ha detto a Gerusalemme, la dove c'era il Tempio con il Sinedrio, tutti i capi religiosi (come andare a S. Pietro in Roma durante il concistoro di tutti i Cardinali e dire:

"Ehi! Ma non vedete che …"): questo Gesù l'ha fatto.

Qui Pietro non l'ha fatto davanti al Sinedrio, ma davanti a Parti, Meti, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, ecc.

Chi erano? In che periodo ci troviamo?

Durante il tempo della Pentecoste ( si chiamava già così ), prima ancora della discesa dello Spirito Santo.

Nell'arco dei secoli a questa festa di Pentecoste ebraica si erano stratificati dei significati diversi,e cioè:

antico: offerta a Dio delle primizie dei campi e dei raccolti.

teologico-spirituale: che si era stratificato nel tempo come una tradizione spirituale:

si identificava in quei 50 giorni dopo l'uscita dal paese d'Egitto e la consegna delle Tavole della Legge a Mosè.

Quindi almeno due tradizioni.

Cosa successe dunque nel giorno di Pentecoste a Gerusalemme?

Si radunavano tutte le popolazioni ebraiche perché, oltre alla celebrazione della Pentecoste, erano degli abili affaristi.

Offrivano a Dio le primizie, ringraziavano Dio per il buon raccolto ed una parte del raccolto lo portavano dietro per dimostrazione.

C'erano dei traffici incredibili. Tutti gli ebrei che si trovavano nel bacino del Mediterraneo, si ritrovavano a Gerusalemme sia per una ragione spirituale, sia per la possibilità di combinare affari.

In questo notiamo anche la furbizia di Dio che si è servito delle strutture umane affinché il suo messaggio fosse più veicolato.

Gesù poteva nascere in Egitto?

Perché non è nato al tempo degli Egiziani?

Perché non al tempo della Mesopotamia?

Perché non si è incarnato adesso?

Perché ha scelto il tempo dei Romani?

Perché? Semplice!

Perché c'era un solo impero, tutto collegato da strade e se Dio voleva fare in modo che il suo messaggio corresse veloce come è scritto nella scrittura, si è servito delle strutture umane che lui stesso aveva preordinato nella storia dei popoli.

Lo spirito di Dio aleggiava sulle acque?

Lo Spirito di Dio si serve della capacità degli uomini, non li schiaccia.

Tra i vari motivi, possiamo intravedere, e rimanere piacevolmente stupiti, il fatto che Dio è furbo ed anche intelligente perché ha detto:

"Bene! Gesù, mio Figlio, nascerà nel mio popolo in un periodo di debolezza e di povertà affinché appaia più chiaro che la mia Chiesa sia qualche cosa che proviene da me e non dalla potenza degli uomini, però aiuterò i miei discepoli e farò in modo che loro abbiano gli spostamenti rapidi, sicuri ed efficaci".

Se il bacino del Mediterraneo fosse stato diviso, se non ci fosse stato un solo Impero, sarebbe stato facile spostarsi da un posto all'altro con la possibilità di guerre e di combattimenti?

Invece Gesù è nato in un periodo in cui l'Impero Romano era la massimo del suo splendore.

Arrivava fino al … d.C. che comprendeva tutta l'Inghilterra.

Quindi tutta l'Europa era un nido preparato affinché il messaggio di Gesù corresse veloce.

Anche la zona delle Mesopotamia era già abbastanza servita perché l'Impero aveva costruito anche lì dei collegamenti; il servizio delle poste era abbastanza funzionante.