Siamo gli eredi di Dio Padre

3-6-2005

Don Mauro Agreste

Per la ferita del cuore prezioso, del cuore divino, del cuore sacratissimo di Gesù, noi siamo entrati nella intimità di Dio.

E se Lui per noi è padre è perché noi siamo figli, e se siamo figli, dice S. Paolo, siamo anche eredi.

Siamo gli eredi di Dio Padre, tutto ciò che Dio ha preparato, lo ha preparato per se stesso e per i suoi eredi, che siamo noi: i figli di Dio.

I figli che lo cercano, i figli che lo amano.

Vi ricordate il figliol prodigo? Era scappato da casa.

E il padre lo aspettava, stava sempre sulla terrazza, e desiderava, e pregava che questo figlio ritornasse a casa.

Perché a casa, preparato per il suo erede, c'era tutto.

Tutto ciò di cui egli avesse avuto bisogno o piacere.

Ma il figlio aveva le sue idee.

Voleva seguire le sue vie, non quelle che aveva ricevuto come insegnamento.

E il frutto che ne ricavò fu solitudine, povertà, abbandono, fatica, digiuno, lontananza da Dio.

Perché quando nella parabola si dice che il figlio si mise a fare il guardiano dei porci, vuol dire una cosa molto importante: che si trovava in un posto lontano dalla legge di Israele, dalla legge di Mosè.

Forse non tutti ricordiamo che per il Dio israelita, il maiale è un animale immondo.

Quindi questo vuol dire che questa persona si era allontanata non solo dalla famiglia e dagli insegnamenti buoni che aveva ricevuto, ma addirittura da Dio, e si era ridotto a rubare le carrube di cui quegli animali volevano cibarsi.

Certe volte l'uomo ha bisogno di fare un'esperienza amara per ritornare in sé.

Forse la sofferenza, che non è mai auspicabile per nessuno, costituisce un motivo di ravvedimento, di pensiero, per tante persone.

Tanti grandi pensatori, specie nel '600, Bossuet e altri, dicevano proprio questo: se la sofferenza non esistesse bisognerebbe inventarla.

Perché quando c'è la sofferenza, la persona umana si rende conto di essere debole e fragile.

Si abbassano le velleità, si china il capo di fronte a Dio, e lo si riconosce come Signore.

Come sarebbe più semplice che noi, come abbiamo cantato prima, fossimo tra coloro che ascoltano la voce del Signore.

"Ascolta Israel, io sono il tuo Dio."

Il Signore parla, e ha parlato, e continuerà a parlare nella vita di ciascuno di noi.

Però perché qualcuno senta la sua voce, bisogna mettersi nella disposizione di ascoltare, bisogna aprire il cuore e bisogna dire a se stessi: bene, che cosa il Signore mi invita oggi a fare, a cambiare, ad abbandonare, a migliorare?

Forse non abbiamo pensato, ma forse sì perché in tutti questi incontri l'abbiamo sempre ripetuto tante volte, che la guarigione più importante non è quella del corpo ma è quella dell'anima.

Certo che ci fa piacere che il corpo guarisca, che la mente sia serena, ma è molto più importante che la nostra anima sia nella luce, senza nessuna ombra, senza nessun vincolo, senza nessun legame, senza nessun peso da trascinarsi.

Perché? Perché il corpo si consuma e si ferma, l'anima non si consuma e non si ferma mai.

L'anima vive per sempre.

Ecco perché è importante riconoscere che la più grande guarigione e la guarigione della nostra vita è quando noi cambiamo il modo di essere.

Quando diventiamo assolutamente docili agli insegnamenti di Gesù e della Sua Chiesa, senza cedimenti, senza ma, senza però.

E quando questo accade allora sì che queste parole, che sono riportate nel libro del Deuteronomio che abbiamo sentito nella prima lettura, allora diventano importanti per ciascuno di noi.

Perché Dio dice questo: tu sei un popolo consacrato al Signore tuo Dio.

Il Signore tuo Dio ti ha scelto per essere il Suo popolo privilegiato fra tutti i popoli che sono sulla terra.

Tu sei una persona scelta da Dio.

Lui ha posato il suo sguardo su di te, perché vuole cambiare completamente la tua vita, vuole renderla luminosa, un esempio splendido, una manifestazione dell'amore di Dio per il prossimo, vuole che tu possa diventare lo sguardo di Dio, vuole che tu possa essere la carezza di Dio per il tuo prossimo, vuole che tu sia quel cuore capace di amare e di sostenere i tuoi fratelli nei momenti della difficoltà, e tu dirai: "ma Don Mauro siamo venuti qui a pregare perché noi siamo pieni di ferite, siamo pieni di malattie, pieni di dispiaceri" è vero o no?

Ebbene, non ci dimentichiamo mai, che per dare agli altri prima dobbiamo ricevere.

E che quando tu preghi per altre persone, il Signore benedice te.

Chissà quanti tra di voi hanno già fatto questa esperienza?

Magari siete venuti a qualche incontro per pregare per alcune persone che si sono raccomandate alle vostre preghiere, e quando siete tornati a casa, e anche nei giorni successivi, vi siete accorti che il Signore stava aiutando voi, e aveva benedetto voi, e quel problema che prima avevate piano, piano si stava sciogliendo, e voi entravate nella pace, può essere successo così?

Per quanti è successo così potete alzare la mano.

A lode e gloria del Signore.

Il Signore si è legato a voi, non perché siate più fortunati o più belli degl'altri, ma perché il Signore vi ama.

Dice Mosè, in questo discorso che è contenuto nel libro del Deuteronomio: "Il Signore ha volto, il suo sguardo di benevolenza, non perché ce lo meritiamo ma perché Lui è buono".

Ora il modo migliore per essere riconoscenti al Signore, per tutto il bene che abbiamo ricevuto, non è forse quello di fare ciò che a Lui piace? Siete d'accordo con me?

Voi lo sapete che cosa pensa Gesù, Gesù l'ha detto in tante occasioni: non chi dice Signore, Signore ma chi fa la volontà del Padre mio.

Allora per tutte le benedizioni che avete ricevuto in quest'anno, negli anni precedenti ecc… volete esprimere la vostra gratitudine al Signore, per tutto l'amore che Lui ci ha manifestato, qual è il modo migliore per esprimere la nostra gratitudine?

Un grande applauso? Un grande alleluia? Ma sì, ma queste sono cose di un momento.

Sono belle perché ci aiutano a fortificarci nella nostra convinzione di fede, ma possiamo dire che quella è la nostra gratitudine nei confronti del Signore?

Ma no, quello è un momento così, di allegria, di gioia di quel momento.

Ma la vera gratitudine consiste in un cambiamento autentico del nostro modo di essere.

Un cambiamento che ci faccia essere come Maria, semplici, dal cuore puro, parole chiare, atteggiamenti chiari, una volontà ferma di fare la volontà di Gesù, un desiderio di dire: da oggi in poi Signore ti servirò, ti seguirò, ti onorerò.

E quando Dio onnipotente, sente che qualcuno di noi, sulla terra, pensa in questo modo, e decide in questo modo, sapete che cosa fa?

Manda i suoi angeli intorno a quelle persone e li salva.

Angeli che proteggono, che aiutano la vita di questa persona, e poi Dio manda le Sue benedizioni, e la Madonna ascolta le nostre preghiere, perché Lei vede che qualcuno dei suoi figli, ha deciso di seguire Gesù in un modo autentico, senza cedimenti e senza compromessi.

Allora quando il cuore è libero, in questo modo, voi lo capite benissimo, se tu chiedi al Signore qualche cosa, con un cuore semplice, un cuore puro in questo modo, può il Signore non rispondere alle tue preghiere?

Il Signore risponderà sempre a tutte le preghiere.

Ma quando la tua vita è cambiata, perché tu hai messo Gesù al centro della tua vita, allora non chiedi più le cose insulse, invece chiedi le cose importanti, quelle che servono per la salvezza della tua anima.

E così mi è capitato di incontrare, tante volte delle persone, che dopo aver incontrato veramente il Signore, mi hanno detto: "Don Mauro io non prego più per la mia guarigione, io prego solo per la mia salvezza, prego per la mia anima, prego per l'anima della mia famiglia, dei miei figli, di mio marito, di mia moglie, dei miei genitori che non conoscono il Signore.

Non mi importa più guarire da quella malattia, mi importa invece che quelle persone cambino, si convertano, si santifichino.

Don Mauro il Signore non mi ha dato la guarigione che chiedevo, mi ha dato una più grande, mi ha dato la guarigione dell'anima, e da quella volta io vado tutti i mesi a confessarmi, ricevo una pace che prima non conoscevo".

E sono persone che sono qui in mezzo a voi, che hanno testimoniato questa grande gioia.

Fratelli e sorelle chiediamo sicuramente al Signore che estenda il braccio della Sua misericordia, perché Lui non può che essere buono e misericordioso, però impariamo anche a domandare al Signore ciò che è veramente importante per noi.

Non solo il benessere materiale, il benessere fisico, ma soprattutto la serenità della coscienza, che sia una coscienza illuminata non accecata, non addormentata.

Una coscienza illuminata dalla verità dell'insegnamento del Vangelo e della Chiesa.

Una coscienza che sia cristallina quanto alle intenzioni, e alla volontà di fare l'insegnamento di Dio.

Carissimi in questa Eucaristia mettiamo nel cuore di Gesù, tutto quello che sta a cuore a noi.

Lo sapete che tutto quello che per noi è importante, è importante anche per il Signore, non c'è assolutamente niente che sia importante per noi e non lo sia anche per il Signore.

Man mano che tu camminerai nel cammino spirituale, ti accorgerai di questo.

Il Signore pone molta attenzione a tutto quello che tu pensi, e a quello che tu fai, ma nello stesso tempo parlerà nel profondo del tuo cuore, per farti capire quali sono le cose più importanti, e quelle meno importanti le cose che sono a Lui gradite e quelle che lo sono meno, le cose che vengono prima e le cose che vengono dopo.

E chi fa, veramente, un cammino autentico nella luce del Signore, impara a discernere ciò che è vero, buono, a Lui gradito e santo.

Gesù prezioso in questo giorno in cui, noi ti adoriamo nel mistero del Tuo amore, simboleggiato dal Tuo cuore sacratissimo.

Ti preghiamo di accoglierci tutti nell'immensità del tuo cuore, dove la presenza luminosa e purificatrice del Tuo Santo Spirito, possa operare dentro di noi, tutte quelle guarigioni fisiche e spirituali, di cui abbiamo veramente bisogno.

Anzi Signore, Tu sai che cosa è più importante per noi.

Guarisci prima il nostro cuore, converti prima la nostra anima, e se ci vuoi lasciare quella difficoltà, quella malattia, quella fatica, non importa Signore perché avendo ricevuto la forza che viene da te, noi saremo capaci di sorridere alla vita, sicuri che Tu ci accompagni ogni giorno, non ci lasci mai soli.

Prendendo il tuo carico ci accorgeremo che esso è leggero e soave.

Sia lodato Gesù Cristo.