Approfondimento dell'enciclica sull'Eucaristia

6-11-2004

"Mane nobiscum Domine"

Don Mauro Agreste

Indice

1) Mane nobiscum Domine, dal titolo di questa lettera capiamo una sete
2) I due famosi discepoli di Emmaus, scappavano
3) Ci fu un colpo di scena: l'abbandono totale nelle mani del Padre
4) Molte persone sono favorevoli a impadronirsi dell'albero della vita
5) Il viandante Gesù ci annuncia il Consolatore
6) Come mai ce ne accorgiamo quando siamo nella sofferenza?
7) Che cosa ci riserva il futuro?
8) E il Signore li ascolta: quindi primo passo imparare ad ascoltare
9) Gesù usò questa tattica: fu la carità fatta persona
10) Prima accogliere, dopo rivelare la via di Dio
11) È urgente che i cristiani ritornino al cenacolo
12) Se ti esponi alla luce di Gesù Cristo la tua salute cambierà

1) Mane nobiscum Domine, dal titolo di questa lettera capiamo una sete

Il Santo Padre ci ha lasciato questa lettera, che dà il tono all'anno pastorale che è appena iniziato, l'anno 2004-2005, a partire da ottobre è un anno dedicato a Gesù Eucaristia.

Il titolo della lettera del Santo Padre, la lettera apostolica è "Mane nobiscum domine", che significa: "Signore rimani con noi"

E subito dal titolo di questa lettera capiamo una sete, che viene interpretata nella presentazione, dell'uomo di oggi.

Forse abbiamo tutti fatto questa esperienza, specialmente d'estate quando il calore ci opprime, siamo alla ricerca di qualche cosa di dissetante.

E allora ci sono bibite di vario genere, poi, dopo un po' di tempo, ci accorgiamo che l'unica cosa che disseta è l'acqua.

L'acqua è ciò che è veramente essenziale.

E allora già nel titolo di questa lettera apostolica il Santo Padre che interpreta sotto la luce dello Spirito, voi sapete che è guidato dallo Spirito, pone dinanzi a noi questa sete dell'umanità: "Signore rimani con noi".

Ora noi non sappiamo fino a che punto i singoli fedeli si rendono conto di questa necessità, di questa sete.

Forse, nella riflessione di quello che ci verrà proposto ci accorgeremo anche che noi siamo tra quelli che non sapevano di avere questa sete.

È indubbio però il fatto che viene posto dinanzi a noi la presenza di Gesù misteriosa e reale, una presenza desiderata, una presenza che viene a consolare i tempi difficili che stiamo vivendo.

2) I due famosi discepoli di Emmaus, scappavano

Proprio come i due famosi discepoli di Emmaus, i quali, dopo tutti gli eventi terrificanti a cui avevano assistito, la Passione di Gesù, la sua crocifissione e la sua morte, erano così affranti, così delusi, così amareggiati che scappavano addirittura da Gerusalemme.

Ecco volevano non vedere neanche più quella città che i loro padri avevano chiamata santa, perché in quella città il loro "maestro" era stato ucciso.

E dunque , come accade spesso, quando ci sono degli eventi traumatici che ci colpiscono, noi facciamo di tutto per vedere più quella situazione.

Dunque, i discepoli di Emmaus, con il cuore rotto vanno via da Gerusalemme e non si sa di cosa parlassero tra di loro.

Probabilmente stavano in silenzio, perché ogni parola sarebbe stata solo una parola di confusione.

Infatti proviamo a metterci nei loro panni e vedere che tutte le speranze, le aspirazioni, tutto ciò che si era visto in quegli anni, in cui si stava con il Signore, era crollato miseramente nel giro di pochissime ore.

E non solo Gesù era stato imprigionato e flagellato, ma era stato addirittura crocifisso; ed è lecito pensare che i discepoli, dopo aver visto tutto quello che Gesù faceva: risuscitava i morti, pensate a Lazzaro, il figlio della vedova di Naim ecc.

Forse i discepoli erano fuggiti, però da lontano cercavano di guardare che cosa succedeva dove c'era il luogo della crocifissione sul Golgota e probabilmente si aspettavano qualche colpo di scena, che non ci fu.

Non ci fu il fatidico colpo di scena che noi ci aspettiamo, ossia un colpo di spugna e tutto viene ristabilito, tutto viene risolto, tutto viene cambiato.

3) Ci fu un colpo di scena: l'abbandono totale nelle mani del Padre

Ci fu un altro colpo di scena, che non si vide immediatamente ed era questo abbandono totale nelle mani del Padre da parte di Gesù.

E di questo fu testimone la Madonna, le altre donne e il giovanissimo Giovanni che era lì insieme quando sentì dire: Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno.

Quello fu il colpo di scena, lì furono pochi testimoni a tutto questo,; ma in quell'evento si risolse l'intera frattura, che aveva separato l'uomo da Dio, quando l'uomo ascoltando il serpente pensò di essere Dio.

Se esaminiamo bene fino ai giorni nostri tutte le volte che vi è una forma di ribellione, una forma di disagio, che poi procura e produce molti disastri anche a livello sociale, c'è sempre questo atteggiamento dell'uomo che si sostituisce a Dio.

4) Molte persone sono favorevoli a impadronirsi dell'albero della vita

Non so il nostro futuro che cosa ci prepara, visto che molte persone sono favorevoli a impadronirsi dell'albero della vita.

Voi ricorderete che nel giardino dell'Eden Dio disse all'arcangelo Michele: Falli uscire, perché dopo che si sono serviti dell'albero della conoscenza del bene e del male, non si servano dell'albero della vita.

Beh sono passati svariati numeri di secoli e ora giunti a questo grado di "civiltà", noi assistiamo così, attoniti e forse indifferenti a coloro che si stanno servendo dell'albero della vita a loro piacimento.

Coloro che giocano con la vita, fanno nascere chi vogliono loro, fanno morire chi vogliono loro, vogliono creare un genere di umanità che sfuggirà sicuramente al controllo umano.

Molto bene, allora tutto questo ci pone dinanzi molte incognite, incombe sopra di noi un grossissimo punto interrogativo.

Proprio come incombeva sulla vita dei due discepoli di Emmaus, di cui non ci è detto il nome, che cosa sarebbe stato il loro futuro.

Sarebbero stati ricercati, imprigionati? Tutte le loro speranze svanite?

Sarebbe ritornato tutto come prima?

E se ne andavano tristemente per il loro cammino, probabilmente senza una meta.

Ad Emmaus ci sarà stata la loro casa, ma capivano anche essi che Emmaus, essendo così poco distante da Gerusalemme, non sarebbe stato un luogo sicuro.

E mentre andavano, il famoso viandante si accostò a loro.

Ecco la prima riflessione che possiamo compiere.

5) Il viandante Gesù ci annuncia il Consolatore

Il viandante. Gesù camminava per le strade del mondo.

Ci annuncia in questo la venuta del Consolatore.

Quelli che sono già venuti gli anni passati sanno molto bene che la parola consolatore si riferisce a chi?

Allo Spirito Santo Ma perché? Perché nella parola consolare c'è sicuramente l'aspetto emotivo di portare sollievo, ma c'è anche un altro aspetto: il sollievo che ci viene dato dallo Spirito Santo, perché Lui sta con noi, ci accompagna, meglio ancora ci guida, per coloro che si lasciano guidare.

Per coloro che non si lasciano guidare, Lui aleggia sopra come nelle acque informi, è la divina Grazia, e voi sapete che consolare viene da questa parola potremmo dire quasi onomatopeica, il cui significato è molto simile all'immagine che abbiamo: suola con suola.

Una suola vicino all'altra, vuol dire uno che ti accompagna.

Allora il Consolatore è colui che accompagna e noi vediamo in questo atteggiamento di Gesù, che li aspetta a qualche incrocio di quel viaggio, già l'annuncio della consolazione, del Consolatore.

Lui aspetta, essi arrivano, si unisce al loro cammino.

Il Signore ci aspetta, lo incontriamo in qualche incrocio della nostra vita e poi ci accompagna per il resto del cammino.

6) Come mai ce ne accorgiamo quando siamo nella sofferenza?

Come mai ce ne accorgiamo quando siamo nella sofferenza?

Perché in quel momento la nostra attenzione è rivolta alla soluzione, alla soluzione dei problemi ovviamente, non alle cose che ci attraggono, alle cose che sono per noi un primario interesse.

Quando intorno a noi le nostre speranze e le nostre sicurezze cominciano a vacillare allora noi cerchiamo con lo sguardo di trovare un appiglio, una soluzione.

E il Signore, che è buono, ci aspetta in qualche incrocio della vita

Beninteso sicuramente è uno dei modi con cui il Signore si fa incontrare, ma non è l'unico, perché noi sappiamo bene che il Signore lo incontriamo noi più facilmente nel momento della difficoltà, del dolore e della fatica, ma non è che non potremmo incontrarlo in altre situazioni.

Forse ce ne accorgiamo perché in quel momento stiamo cercando ad altro e quindi quando siamo all'incrocio è facile scorgere finalmente qualcuno che ti porge la sua mano.

Così fu per i discepoli di Emmaus che incontrarono questo viandante, uno che camminava per le strade del mondo.

Quindi il Signore ci rivela: io sono con voi; l'aveva già detto nel Vangelo di Giovanni, ma lì c'è già subito la presentazione "Io sono con voi tutti i giorni fino alla consumazione dei secoli.

Ed essi lo incontrano, ma non lo riconoscono, sono tutti presi dal loro dispiacere.

7) Che cosa ci riserva il futuro?

Gli uomini di oggi sono un po' e forse noi siamo un po' come i discepoli di Emmaus, affranti, spaventati: che cosa ci riserva il futuro?

Non possiamo poi neanche dimenticare il luogo in cui noi viviamo, la nostra regione che sta passando un periodo in cui le speranze per un futuro si affievoliscono di giorno in giorno.

E il passato industriale di questa regione piano piano sta per essere superato da nuove forme di lavoro.

E, naturalmente, se noi non siamo in grado di percepire il cambiamento dei tempi restiamo in una nebulosa e restiamo per lo meno perplessi.

Cosa ci riserva il futuro? I nostri giovani potranno in qualche modo assolvere alla loro vocazione?

Sono domande lecite, che lasciano dentro di noi sicuramente delle tensioni.

E voi come educatori a vario genere, sia come genitori, come parenti, come padrini e madrine, a maggior ragione quanti tra di voi sono catechisti, saranno catechisti, è necessario tenere presente il clima di frustrazione in cui possiamo venirci a trovare, in cui le persone che incontriamo si trovano, come i discepoli di Emmaus.

8) E il Signore li ascolta: quindi primo passo imparare ad ascoltare

E il Signore li ascolta; quindi primo passo imparare ad ascoltare, è molto importante.

Tu potrai fare entrare la presenza di Gesù nel cuore del tuo fratello, solo se prima ti sarai trasformato in un bidone aspirattutto, se prima sarai capace di caricarti dei suoi pesi.

Quando il suo cuore si sarà alleggerito, allora e solo allora potrai proporre la soluzione, perché?

Perché nella condivisione di un peso esso diventa leggero e dopo si diventa capaci anche di accogliere il messaggio che qualcuno ti dà.

Se qualcuno viene a te, perché ha bisogno, non aver fretta di dare dei consigli.

Abbi invece la sollecitudine, tutta piena di carità, di sapere ascoltare quello che il fratello ti dice.

Magari ti dirà cose in cui è fortemente influenzato dall'emotività, dalla rabbia, dalla delusione, dalla depressione, da tutto quello che puoi sentire, tu non ti stupire di niente.

Ricordati che tu in quel momento sei un cristoforo, il portatore di Cristo.

9) Gesù usò questa tattica: fu la carità fatta persona

E Gesù con i discepoli di Emmaus usò questa tattica: fu la carità fatta persona.

Non ebbe fretta di catechizzare i due suoi discepoli, che non lo avevano riconosciuto, ma prima li lasciò sfogare; il Vangelo ce ne parla in una breve frase: Come, tu non sai tutto quello che è accaduto a Gerusalemme?

E raccontarono i fatti. E Gesù li lasciò parlare, non sappiamo per quanto tempo: mezz'ora, un'ora…….

E dopo che loro ebbero parlato Lui disse: Non vi siete proprio accorti di nulla?

Vi si è ottusa la vista spirituale? Non avete riconosciuto che tutto questo era preannunciato dalle scritture?

E partendo dai profeti ecc. ecc. illustrò tutto ciò che si riferiva al maestro ed essi venivano nutriti.

Allo stesso modo siamo chiamati non a stupirci o a parlare con uno stesso linguaggio emozionale.

Noi siamo qualcosa di diverso, noi dovremmo aver incontrato Gesù in un modo talmente profondo, da non lasciarci influenzare dall'emotività, che è pure importante come partecipazione.

Infatti San Paolo dice: gioite con chi è nella gioia, piangete con chi è nel pianto.

Quindi l'emotività è un fattore importante, ma non determinante.

10) Prima accogliere, dopo rivelare la via di Dio

A noi è chiesto di essere come Gesù, e quindi a esser capaci di farne un linguaggio spirituale, prima accogliere, dopo rivelare la via di Dio.

Come, non ti rendi conto che nella vita che tu stai vivendo, nella situazione, potrebbe esserci un suggerimento di Dio?

Non hai mai pensato che questo, quest'altro ecc., naturalmente fratelli questo lo dico per inciso, è impossibile parlare in un modo spirituale, se non si va alla sorgente della spiritualità.

Ed è per questo che il Santo Padre ci ha ricordato e, benediciamolo davvero, ha indetto questo anno dell'Eucaristia.

11) È urgente che i cristiani ritornino al cenacolo

È urgente più di qualunque altra cosa che i cristiani, che i credenti, che coloro si dicono i discepoli di Dio, quindi figli di Dio, ritornino al cenacolo.

Non per ascoltare nuovi insegnamenti, non per approfondire la loro cultura religiosa, ma solo per vivere l'esperienza della comunione.

E l'esperienza della comunione è offerta a tutti e tutti ne possono beneficiare nell'adorazione e nella contemplazione del mistero di Gesù Cristo vivo e vero, che perpetua e prolunga la usa presenza, attraverso il sacramento eucaristico.

Non c'è limite di persona e neanche di stato spirituale.

Davanti a Gesù Eucaristia possono sostare tutti, i santi come i peccatori, le persone esemplari come le persone esecrabili e tutti, dico proprio tutti, usciranno dall'esperienza dell'adorazione come un'esperienza di comunione con il Signore.

È un'esperienza sacramentale del sacramento, è qualche cosa che ti cambia la vita, è qualche cosa di talmente banale da comprendere, che basta l'esempio dell'estate.

Sia che tu sia una persona sana o che tu sia una persona ammalata, se vai al mare per prendere il sole ti abbronzi, è vero o non è vero?

Anche se probabilmente la tua salute non cambierà, radicalmente.

12) Se ti esponi alla luce di Gesù Cristo la tua salute cambierà

Qui c'è qualcosa di diverso: se ti esponi alla luce di Gesù Cristo la tua salute cambierà, salute intesa come senso di salvezza: salus infirmorum, salute dei malati.

Bene questi sono alcuni temi, che ci vengono proposti all'inizio di questa lettera apostolica, che piano piano affronteremo in questi incontri in cappella tutte le settimane.

Intanto riteniamo per noi questo aspetto, i discepoli, il clima di incomprensione, la soluzione: Gesù presente in mezzo a noi.

E poi vedremo altri aspetti nelle prossime settimane.