Spiritualità del catechista

23-10-2004

Don Mauro Agreste

Indice

1) Inquietudine interiore come ricerca della libertà dalle cose del mondo
2) Prendere la propria croce e seguire Gesù
3) Che cosa fa l'accusatore?
4) L'umiliazione e l'umiltà sono su due piani diversi
5) Il nostro nemico vuol farci credere di essere Dio
6) La persona che non è spirituale, vive una falsa umiltà
7) Magnificat "Quia respexit humilitatem ancillae sue"
8) Non ci sentiamo sempre degni di sentirci Cristo
9) Diventiamo Gesù Cristo attraverso la comunione eucaristica non perché siamo buoni, ma perché lui è buono
10) Il Signore cerca l'intenzione
11) Figlio se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione
12) Non ci sono ideali e il vivere fa paura
13) Vediamo intorno a noi un disagio spirituale, una mancanza di senso della vita
14) Lo Spirito di Dio ti conduce alla consapevolezza del peccato
15) Ma chi è degno? Chi? solo Dio
16) Non siamo degni, ma diventiamo degni perché lui ci rende degni
17) Dio consuma in noi ciò che non è degno di lui e rende noi degni di lui
18) C'è bisogno di tanta misericordia, lui è una cascata infinita dell'amore di Dio
19) Il cammino spirituale ci vede impegnati con fiducia e umiltà
20) Quando viene il nemico per presentarvi il vostro passato, voi presentategli il suo futuro
21) L'atto di abbandono è quello che distrugge la paura del futuro
22) Gesù condotto nel deserto per combattere contro satana
23) Dovete leggere la Bibbia: se voi non sapete cosa Dio promette, come fate a combattere?
24) L'umiltà è la seconda caratteristica necessaria nel cammino spirituale
25) Tutto quello che tu sei è un dono di Dio
26) Se tu hai delle caratteristiche, devi solo dire grazie a Dio che te le ha date, se hai dei limiti, grazie che me li hai dati
27) "Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum"

1) Inquietudine interiore come ricerca della libertà dalle cose del mondo

Bene ricevo qui due domande: inquietudine interiore come ricerca della libertà per superare le oppressioni dalle cose del mondo.

Allora inquietudine interiore cioè una sorta di disagio che si prova all'interno, nel constatare le oppressioni delle cose del mondo, è una cosa positiva, è una cosa negativa?

Bisogna valutare che tipo di inquietudine è.

Potrebbe essere un tipo di inquietudine che mi spinge a fuggire i disagi del mondo, e allora è un'inquietudine che io vivo in un modo non positivo.

I disagi della vita, che toccano l'esistenza di ciascuno di noi ci devono spingere in ogni caso a farci delle domande e a trovare delle risposte.

Il credente sa molto bene che i disagi che deve affrontare fanno parte di quel processo di cristificazione, parola difficile che significa trasformazione per assomigliare sempre di più a Gesù Cristo.

Quindi Gesù stesso ha detto: chi mi vuol servire prenda la sua croce e mi segua .

2) Prendere la propria croce e seguire Gesù

Allora prendere la propria croce su di noi e seguire Gesù, tra i molti significati comprende anche quello di imparare ad accettare ciò che siamo e la situazione che stiamo vivendo, ma con un fine preciso, per seguire Lui.

Allora voi capite che parlare di croce è un sinonimo per dire la situazione concreta in cui noi ci stiamo trovando.

Probabilmente noi abbiamo pensato, perché è una tentazione eh, state molto attenti, che per servire il Signore dobbiamo essere perfetti.

È una tentazione molto sottile, è una tentazione di orgoglio.

È una tentazione che blocca il nostro cammino spirituale di persone caritatevoli, nell'attesa di una situazione ottimale che non verrà mai.

Perché o noi siamo la Beata Vergine Maria Immacolata Concezione, e allora non ci sono problemi, ma se noi non siamo la Madonna, allora vuol dire che ogni giorno scopriamo in noi decine di difetti e anche di peccati; è così?

Allora attenzione bene, ricordiamoci che il nostro nemico, il diavolo è molto intelligente, non per niente il suo nome significa accusatore.

3) Che cosa fa l'accusatore?

Che cosa fa l'accusatore? Fa crescere l'orgoglio dentro di noi attraverso la tentazione.

E la tentazione di orgoglio si palesa anche da falsa umiltà, ossia l'accusatore ci accusa ogni momento di tutte le nostre infedeltà, affinché l'umiliazione che proviamo, che non è umiltà, ma è solo umiliazione faccia crescere dentro di noi quella strana forma di orgoglio che ci blocca e ci fa dire: poiché non sono come dovrei essere, è meglio che io non sia ipocrita e che dunque non faccia niente.

Quindi voi capite che è molto intelligente.

Allora come si vince la tentazione dell'orgoglio palesata e nascosta sotto una forma di falsa umiltà?

Semplice, con la vera umiltà; la vera umiltà è l'umiltà in cui noi siamo capaci di scendere in basso, anche con l'immagine che noi abbiamo di noi stessi.

In fondo una tentazione di orgoglio funziona nella misura in cui noi abbiamo una troppo alta immagine di noi stessi.

I fatti ci dimostrano che non possiamo avere un'idea così alta di noi stessi, ma nel nostro inconscio il nostro desiderio è quello di essere migliori degli altri; e quando ci accorgiamo che questo non è vero, se non siamo umili proviamo umiliazione.

4) L'umiliazione e l'umiltà sono su due piani diversi

Perché l'umiliazione e l'umiltà non sono la stessa cosa, sono su due piani diversi.

L'umiliazione è subire emotivamente la situazione di disagio per quello che noi si è, l'umiltà è una visione chiara e realistica di ciò che si è.

Mi sono spiegato? In questo modo voi vedete se avete presente lo schema dell'antropologia cristiana, ve lo ricordate?

Spirito, mente e corpo, chi non se lo ricorda tanto poi viene affrontato varie volte nel corso di questi anni.

Ci accorgiamo che le tentazioni sono sempre a livello psicologico, a livello dell'anima, non l'anima spirituale, l'anima psichica.

Perché lì è l'ambito in cui, se dovessimo parlare con un linguaggio elettronico, c'è l'interfaccia, il luogo della comunicazione.

5) Il nostro nemico vuol farci credere di essere Dio

Allora, il nostro nemico non è Dio, vuole farci credere di essere Dio, vuol far credere a noi che siamo Dio.

Ma lui non è Dio, questo vuol dire che non può entrare nel profondo di noi stessi, che è il nostro Spirito, dove Io e Dio quando tutto va bene dialogano tra di loro, giusto?

E allora che cosa fa? Fa di tutto per attirare il nostro "io" fuori dello Spirito, fuori della comunione con Dio.

È come il lupo che sta fuori della casa di Cappuccetto Rosso e da fuori delle finestre dice: aprimi la porta e vieni fuori a raccogliere le margherite.

E se Cappuccetto Rosso, invece di ascoltare la voce rassicurante della nonna, ascolta la voce del lupo che è fuori della casa.

Dentro la casa è protetta e ascolta gli insegnamenti saggi e pieni di esperienza della nonna e va tutto bene, ma se invece si stufa di ascoltare questi e presta attenzione al di fuori, cosa fa?

Può aprire la porta e uscire fuori.

Il lupo non entra dentro, perché non può starci, c'è già Dio.

Voi sapete che tanti indemoniati sono santi; santa Gemma è stata indemoniata per diciannove anni, ma è santa, perché se c'è un disturbo di questo genere è sempre periferico, mai nel cuore della persona, nello Spirito.

Don Calabria ogni tanto, ve l'ho già detto altre volte, doveva nascondersi in qualche parte della sua casa perché era assalito da uno spirito di blasfemia e doveva bestemmiare, però era in concetto di santità.

Perché le persone che vivono queste difficoltà sono veramente in una croce, diciamo così, fanno ciò che esse non vogliono.

Perché il nemico sta condizionando la mente e il corpo ma non l'anima spirituale, mi sono spiegato?

Allora la tentazione è sempre a livello psicologico.

6) La persona che non è spirituale, vive una falsa umiltà

La persona che non è spirituale, vive una falsa umiltà, una umiltà che è fatta tanto di apparenza e di ciò che pensano gli altri di noi.

È una umiltà psicologica.

Non è una cosa necessariamente cattiva, indica un processo di maturazione che però se si ferma lì procura molti danni, perché la vera umiltà non è quella psicologica è quella spirituale.

La persona veramente umile è anche in grado di ricevere le lodi, gli elogi, ma non si loda, non si vanta per tutto questo.

Perché la persona veramente umile sa molto bene che tutto ciò che avviene, avviene per grazia di Dio.

Quindi la differenza che ognuno di noi deve sempre compiere è questa: se ricevo una sgridata, se faccio una brutta figura, come sto vivendo quel momento di disagio?

Con sgomento, con spavento, con qualsiasi altra cosa, oppure come insegnamento, come esperienza, come accettazione, ecc.

Voi capite che sullo stesso fatto ci sono due reazioni diverse.

La reazione psichica per cui io sono spaventato per la figura che ho fatto di fronte agli altri, quindi una falsa umiltà.

Oppure sono dispiaciuto perché ho dato un cattivo esempio agli altri, però questa esperienza mi ha insegnato a non fare più così la prossima volta.

Allora in un caso sono distrutto, nell'altro sono edificato.

Quale dei due è umiltà? Il secondo.

7) Magnificat "Quia respexit humilitatem ancillae sue"

Vi ricordo Maria nell'inno Magnificat "quia respexit humilitatem ancillae suae" Lui ha visto la miseria della sua schiava.

Quindi Maria di sé ha una concezione concreta, lei considera se stessa misera, cioè piccola.

Non miseria nel senso deleterio del termine, la connotazione che abbiamo aggiunto noi dopo.

Quindi misera vuol dire piccola, la più piccola tra le creature.

E considera se stessa serva del Signore, ma non serva qualsiasi, serva in modo totale.

Lo schiavo di quei tempi non è da intendere come la schiavitù del 1800 che abbiamo in mente per via delle pellicole cinematografiche, lo schiavo di quei tempi era un servo che viveva nella casa del padrone, che condivideva tutta la vita del padrone.

Quindi nell'ambiente ebraico la schiavitù era qualche cosa di diverso: la servitù in cui lo schiavo non aveva diritto di possedere dei beni, però viveva nella famiglia.

Allora Maria definisce se stessa come la serva dl Signore, l'ancilla domini.

Anche se in latino ancella è diverso da serva.

Dunque strettamente collegato a questo tema c'è la seconda domanda che viene espressa così: oggi abbiamo detto con la Comunione noi diventiamo Cristo penso che con la Comunione noi ci impegniamo a vivere cercando di seguire l'esempio di Gesù Cristo.

8) Non ci sentiamo sempre degni di sentirci Cristo

Ma per le nostre miserie non ci sentiamo sempre degni di sentirci Cristo.

Può essere così? Viene praticamente detto così: la comunione ci renderebbe Gesù Cristo però noi d'altronde constatiamo quanto siamo ancora lontano dall'essere Gesù Cristo.

Questa nostra constatazione di essere lontani da Gesù Cristo, non potrebbe essere in qualche modo deleteria, perché ci blocca, ci spaventa e poiché constatiamo la nostra indegnità allora non ci sentiamo di dover fare questo cammino.

Vedete sono molto collegate tra di loro queste cose.

Vi ricordo che in cappella ho anche accennato questo secondo tema, non c'è molto tempo, però qualcosa l'accenno.

Il Signore non ha chiesto a noi di essere impeccabili; Lui si è manifestato a noi come Padre ricco di misericordia, "dives in misericordia", persino un'enciclica del Papa.

Ricco di misericordia.

9) Diventiamo Gesù Cristo attraverso la comunione eucaristica non perché siamo buoni, ma perché lui è buono

Allora noi diventiamo Gesù Cristo attraverso la comunione eucaristica non perché siamo buoni, ma perché Lui è buono.

Non perché lo vogliamo noi, ma perché Lui lo vuole.

Noi siamo solo chiamati ad accettare, accettiamo che facendo la Comunione la potenza dello Spirito di Dio che soffia dal mistero eucaristico mi trasformi?

Lo accettiamo? Questo è il punto fondamentale.

Il Signore non sta guardando e noi non dobbiamo cadere nella tentazione di dover vedere i risultati.

10) Il Signore cerca l'intenzione

Il Signore cerca l'intenzione, perché se c'è l'intenzione ci sarà anche il risultato.

È evidente. Poi dipende se il tuo orgoglio esige che il tuo risultato sia in un certo modo o in un altro modo.

Perché l'accusatore lavora molto, ma molto di più nella mente delle persone che hanno deciso di seguire il Signore fino in fondo.

Ci siamo? Se noi avessimo vissuto una vita tiepida, indifferente, non saremmo stati tanto disturbati dal diavolo, sapete perché?

Perché gli piacciamo già.

E poi lui è pigro, perché tra tutti i difetti e tra tutti i peccati ha soprattutto quello della pigrizia, non si sforza di far cadere qualcuno che è già caduto, giusto?

11) Figlio se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione

Ma nel libro del Siracide al capitolo 2 si dice questo: figlio, se ti presenti per servire il Signore preparati alla tentazione.

Perché se tu diventi un parafulmine è fuor di dubbio che tutti i fulmini cadranno su di te.

È vero o no? Quindi non appena si comincia un cammino spirituale si hanno le consolazioni spirituali, ma iniziano anche le battaglie spirituali.

E se vogliamo questo è anche un piccolo semplice criterio di discernimento; se prima ingoiavi il cammello insieme al moscerino, ora stai attento a tutto.

Prima non ti accorgevi di niente, ora ti accorgi di molte cose che prima davi per scontate.

Dunque ti accorgi dell'incongruenza di certi modi di pensare, di agire, di certe abitudini di certe cose che prima non consideravi neanche che potessero essere in contrasto con l'insegnamento di Gesù.

È vero o no ? Allora il cammino spirituale porta in sé tutto questo; oltretutto tu fai un discernimento su te stesso perché ti accorgi dell'insegnamento di Gesù e della tua vita concreta, e il nemico di Dio è spaventato del fatto che tu ti converta, perché se tu ti converti, lui sa che ti trascinerai dietro decine e forse centinaia di persone.

Se blocca te quelle decine e centinaia di persone resteranno tiepide, come piacciono a lui, e come non piacciono al Signore.

Vi ricordo nel libro dell'Apocalisse poiché non sei né caldo ne freddo, ma sei tiepido, ho cominciato a vomitarti.

Dunque la volontà del Signore è molto chiara, o caldo, o freddo, tiepido non piaci a nessuno.

Se non piaci a Dio, piaci molto all'altro, perché male non fa ma non fa neanche bene, quindi non si espone, è indifferente.

Quando c'è indifferenza cala il tono degli ideali.

Siamo in un'epoca dove l'indifferenza sta prendendo la prevalenza, voi vedete intorno a voi degli ideali? Di qualsiasi genere, eh?

12) Non ci sono ideali e il vivere fa paura

Non ci sono ideali, né di tipo spirituale, né di tipo sociale, né di tipo filosofico, di nessun tipo, non ci sono ideali, vita grigia.

E quando non ci sono ideali, la droga dilaga, l'etilismo dilaga, la sfrenatezza, il vivere di notte dilaga.

Perché? Perché senza ideali, vivere fa paura.

Quindi bisogna vivere quando tutto è nascosto, di notte.

Bisogna vivere con degli anestetici, l'alcool, la droga, la vita sfrenata, sono tutti anestetici, per la paura di vivere, perché mancano gli ideali.

Mancano gli ideali perché si è diventati tiepidi, si è diventati tiepidi perché non si vuole scegliere ciò che è giusto e ciò che non lo è.

Come dicevo in un'altra classe prima e qualcuno aveva sottolineato, se mancano gli ideali allora qualunque cosa si compia non ha conseguenze.

Quando uno decide una cosa sa che con quella cosa vengono dietro delle conseguenze, ma se una persona non ha ideali, non considera neanche il valore delle conseguenze.

Dunque guardate che la situazione è architettata in un modo molto fine e molto intelligente.

13) Vediamo intorno a noi un disagio spirituale, una mancanza di senso della vita

Quello che noi vediamo intorno a noi è la punta dell'iceberg di un disagio spirituale, una mancanza di senso della vita.

La nostra vita ha un grande senso se però noi riusciamo a scoprire perché viviamo.

Quando il vivere diventa semplicemente il vegetare, allora produce tutti quelli che sono tutti quei disagi che ho enumerato prima.

Dunque per continuare su questo tema, le miserie di ciascuno di noi possono essere un valido strumento nelle mani del nemico per bloccare il cammino spirituale, oppure possono essere un valido strumento nelle mani di Dio per aiutarti a superare, a sublimare.

Ossia il nemico che cosa farà, ti farà guardare l'ombelico, lo Spirito di Dio che cosa ti fa guardare? Gesù Cristo sulla croce, il quale dice: allorché sarò innalzato da terra attirerò tutti a me.

14) Lo Spirito di Dio ti conduce alla consapevolezza del peccato

Allora lo Spirito di Dio ti conduce alla consapevolezza del peccato, lo spirito diabolico ti conduce alla constatazione del peccato.

Sono due cose diverse anche se iniziano tutte e due per "c".

La consapevolezza del peccato ti fa avere di fronte agli occhi la salvezza di Gesù Cristo, la constatazione del peccato fa avere di fronte ai tuoi occhi, tu e i tuoi fallimenti.

Quindi in un caso Dio è al centro dei tuoi pensieri, nell'altro caso tu sei al centro dei pensieri e come vedete la tecnica del nemico è sempre quella: sarai come Dio.

Anche nella constatazione del peccato vedete come è intelligente, lui mette te al posto di Dio e facendo questo ti distrugge perché tu caschi nel senso di colpa.

Quando c'è la constatazione del peccato cadi nel senso di colpa, quando c'è la contemplazione della salvezza, quindi la consapevolezza del peccato tu cadi nella misericordia.

Ora il senso di colpa ti butta in un baratro, la misericordia ti porta nel cuore di Dio.

Allora è questo il grande cambiamento e la grande attenzione che bisogna fare nella cura del proprio cammino spirituale.

Per cui il vedere la nostra debolezza potrebbe in un certo senso farci dire, ma io non sono degno di seguire il Signore.

15) Ma chi è degno? Chi? solo Dio

E allora il tuo angelo custode potrebbe dirti, ma chi è degno? Chi? Solo Dio.

Se leggete il libro dell'Apocalisse leggerete gli inni che si riferiscono all'Agnello immolato, tu sei degno o Signore di prendere il libro perché sei stato immolato; quindi la dignità appartiene a Dio solo, perché il verbo fatto carne è degno di essere adorato, glorificato, lodato, perché?

Perché nella sua sottomissione a Dio Padre c'è stato un amore perfetto.

Non è stata una sottomissione di autorità, ma una sottomissione di amore, mi sottometto a te perché ti amo e tu mi ami, questa è l'autentica sottomissione, non la sottomissione buona, ma non pienamente buona per cui io mi sottometto a te perché sei più forte, perché sei più bravo, perché ho paura di te.

La sottomissione autentica che rende Gesù Cristo il verbo di Dio degno è una sottomissione di amore.

Allora quando noi facciamo la Comunione si verifica dentro di noi quel miracolo straordinario che si chiama la Comunione dei Santi.

E il primo santo è quello che viene dichiarato santo sin dal tempo di Isaia quando i cherubini roteando nel santo dei santi del tempio di Gerusalemme, di fronte a Isaia sommo sacerdote in quell'anno, che doveva offrire l'incenso, vede i cherubini che proclamano che Dio è santo.

Se è santo Lui e noi con il battesimo siamo diventati una cosa sola con Lui, non pensate che la sua santità, perché Lui é santo, fluisce in noi.

16) Non siamo degni, ma diventiamo degni perché lui ci rende degni

Allora noi non diventiamo degni perché noi siamo degni ma diventiamo degni perché Lui ci rende degni.

È lo stesso discorso che si fa quando si parla del sacramento del matrimonio, e si parla per esempio dei vasi comunicanti; vasi di forma e curvatura diverse e ciò che tu metti in un vaso, poiché sono comunicanti, va in tutti i vasi alla stessa altezza.

Allora poiché Lui è santo e noi per il battesimo, con lui siamo divenuti una cosa sola, la sua santità fluisce in tutti noi.

Non perché la santità ci appartenga, noi partecipiamo della sua santità e la sua morte in croce distrugge il nostro peccato perché.

Lui non aveva peccato ma distrugge il nostro.

Ecco il mistero della comunione, la sua santità santifica noi, il nostro peccato crocifigge Lui, però salva noi.

Allora c'è questo legame inscindibile, non perché noi l'abbiamo voluto e ci siamo aggrappati a Gesù Cristo, ma perché Lui ha voluto inchiodarsi alla nostra umanità e ha reso l'umanità a livello suo.

Gesù Cristo con la risurrezione rimane con le piaghe di Cristo, perché questo è per così dire il vaso comunicante che ci comunica il suo amore e la sua santità e la sua redenzione.

La comunione avviene in un modo mirabile, Lui comunica a noi la salvezza e noi comunichiamo a Lui tutto il nostro fallimento.

17) Dio consuma in noi ciò che non è degno di lui e rende noi degni di lui

E in questo la misericordia di Dio, che è l'amore di Dio, la carità di Dio il fuoco della grazia di Dio consuma in noi ciò che non è degno di Lui e rende noi degni di Lui, perché Lui lo vuole e Lui lo fa in noi.

Ora se nell'esperimento dei vasi comunicanti noi teniamo il rubinetto chiuso per quanto sia versato amore e misericordia dal vaso principale a tutti gli altri vasi, se tu il rubinetto lo tieni chiuso, puoi essere sicuro che la misericordia e l'amore di Dio non giungeranno mai ed è esattamente quello che il nemico di Dio vuole fare ricordandoci il nostro passato.

L'accusatore fa così, va nel nostro passato va nello schedario del nostro passato e tira fuori tutte le schede, poi le mette sotto ai tuoi occhi, toh, guarda questo, quello, quell'altro e su e giù e ti fa un elenco infinito.

E se tu lasci che la tua attenzione sia calamitata da quelle cose e non da quella cosa, che è la redenzione di Gesù Cristo, tu sei fregato.

È come se tu tenessi chiuso il rubinetto del vaso comunicante, in te la misericordia di Dio non arriva, perché c'è l'orgoglio, c'è la paura e la vergogna.

Ma se tu constatando quello che sei stato, ricordi anche ciò che Dio ha fatto di te, è come se levassi completamente la spina e la misericordia di Dio potesse fluire in te.

18) C'è bisogno di tanta misericordia, lui è una cascata infinita dell'amore di Dio

Ora se c'è bisogno di tanta misericordia da far traboccare tutta la schiuma del tuo peccato dall'alto del vaso, il Signore lo fa perché Lui è una cascata infinita.

L'abisso chiama l'abisso al fragore delle sue cascate ( Sal 41 ).

Allora la cascata dell'amore di Dio è sovrabbondante, e solo la sua abbondanza è capace di colmare il tuo vaso da far uscire fuori dall'alto tutte le schiume e tutte le scorie, in modo tale che la misericordia di Dio come sorgente continua a fluire e a bagnare intorno a te.

Infatti non sei chiamato ad essere uno stagno, ma una sorgente e la sorgente, in sé porta la vena dell'acqua che arriva da dove non si sa.

Quel luogo viene chiamato sorgente perché lì la vena dell'acqua esce fuori, ma arriva da dove non si sa, e quel luogo si chiama sorgente perché lì l'acqua non ristagna ma fluisce; se l'acqua ristagnasse diventerebbe stagno, dunque imputridirebbe, si ammalerebbe, evaporerebbe e renderebbe sterile il terreno che c'è intorno.

Dunque io spero che avendo preso queste due domande, ci siano stati molti motivi di riflessione su questo.

19) Il cammino spirituale ci vede impegnati con fiducia e umiltà

D'altronde il cammino spirituale che noi stiamo affrontando ci vede impegnati con fiducia e umiltà; fiducia e umiltà sono proprio quegli atteggiamenti di base fondamentali, trovate nella pagina 6 delle vostre dispense, a compiere un cammino autentico.

Perché? La fiducia non può essere la fiducia in noi stessi, la fiducia è: pongo le mie basi sulla roccia della salvezza.

Quindi per avere fiducia è necessario che io ascolti qualcuno che mi proponga un futuro; quando il nemico di Dio viene, voi ve ne accorgete perché pone di fronte ai nostri occhi il passato.

E quando ci parla del futuro parte dal passato, presenta il passato e da quel passato prospetta un futuro che sia la conseguenza di quel passato lì, non del presente in cui noi ci siamo dati a Cristo.

20) Quando viene il nemico per presentarvi il vostro passato, voi presentategli il suo futuro

Allora quando dovete fare il combattimento spirituale, ricordatevi, quando viene il nemico per presentarvi il vostro passato, voi presentategli il suo futuro.

Del quale sappiamo molto bene quale sarà: si chiama lo stagno di fuoco, libro dell'Apocalisse.

E il nemico lo sa, e lo terrorizza tutto questo.

Quando ti presenta il tuo passato e ti prospetta un futuro di disastro, tu sai che quella è menzogna, perché il tuo futuro è tutto nascosto in Dio e tu sei di Dio e qualunque cosa ti possa accadere, se ti metti nelle mani di Dio, è futuro di Dio.

Come si vince la paura del futuro? Con l'atto di abbandono.

Se avete presente la preghiera dell'abbandono di padre Charle de Foucauld capite bene a cosa mi riferisco.

Cercatelo per le prossime volte, chi l'ha trovato faccia delle fotocopie per gli altri.

Probabilmente fa paura.

Fa paura prima di farlo, dopo che l'hai fatto sperimenti la vera libertà, se l'hai fatto autenticamente e liberamente.

Quando tu ti metti nelle mani di Dio, che cosa ti potrà nuocere?

Forse il pericolo, la novità, la spada, l'altezza, la profondità? Che cosa? ( Rm 8,32 ).

Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori, in virtù di Colui che ci ha amati.

21) L'atto di abbandono è quello che distrugge la paura del futuro

Quindi mi raccomando, l'atto di abbandono è quello che distrugge la paura del futuro.

Cosa mi succederà? Mi verrà un cancro? Perderò tutti i soldi? Perderò tutti i capelli?

Che cosa mi succederà? Qualunque cosa mi succeda, io non ho paura, perché la mia vita la metto nelle mani di Dio.

Nel momento della valle oscura della morte mi ricorderò che ho dato la mia vita nelle mani di Dio e non avrò paura.

Ricordando il salmo 22, il suo bastone e il suo vincastro mi danno sicurezza, ma dovrò ricordarmene.

Ricordate che il nemico è molto intelligente, cercherà in tutti i modi di farci dimenticare o di farci credere che il nostro atto di abbandono è stato sterile, o non ha avuto significato.

Oppure sì, quella volta l'hai fatto, ma adesso in questa situazione, ma con questi fatti che ti stanno accadendo, vedi il Signore non può essere vicino a te.

Ricordatevi che la tentazione agisce in questo modo, c'è sempre un ma che smentisce la parola di Dio; in quel momento tu dovrai comportarti come si comportò Gesù, allorquando dallo Spirito di Dio fu condotto nel deserto, per essere tentato.

Perché Gesù fece combattimento spirituale nel deserto? Si dice per essere tentato,

22) Gesù condotto nel deserto per combattere contro satana

Gesù fu condotto dallo spirito nel deserto per combattere contro Satana.

Come fece a vincere tutte le volte Gesù? Con la parola di Dio.

Infatti se leggete bene il capitolo 4 del Vangelo di Luca dove si parla dell'inizio del ministero di Gesù, quando viene condotto nel deserto dallo Spirito, ad ogni tentazione Gesù risponde "sta scritto".

Quindi Gesù combatte l'attacco di Satana con la Parola di Dio.

Non io dico, ma Dio dice questo, quindi tu non mi disturbare.

Allora quando il nemico viene contro di te, per dirti il tuo futuro, tu digli ciò che è stato decretato, "sta scritto".

Non servono le devozioncelle, non servono le novene, non serve nient'altro; serve la proclamazione del nome di Gesù e la verità biblica che Gesù insegna.

23) Dovete leggere la Bibbia: se voi non sapete cosa Dio promette, come fate a combattere?

Dovete leggere la Bibbia, bisogna leggerla; perché se tu non sai cosa Dio promette, come fai a combattere?

Nell'ora della prova, il nemico viene da te con arti sopraffini di intelligenza finissima, e ti convince di tutto e del contrario di tutto.

Se qualcuno di voi ha letto il libro di Tarcisio Mezzetti "Come leone ruggente", si renderà conto con quali artifici, con quali sottigliezze, centinaia e migliaia di persone sono state indotte allo spiritismo credendo di parlare con il loro angelo custode o con i loro figli defunti.

Il Movimento della speranza, molto diffuso in tutta Italia e in tutta Europa.

Loro credono che gli dici cose buone, solo che in fondo c'è un pezzettino di veleno e non se ne rendono conto, perché sono ignoranti, sanno niente della Bibbia e sanno ancora di meno sulla Chiesa e quindi credono a tutto.

Bene, credo che tutto questo ci faccia capire quale importanza rivesta su ciascuno di noi il cammino che abbiamo intrapreso.

24) L'umiltà è la seconda caratteristica necessaria nel cammino spirituale

L'umiltà è la seconda caratteristica che abbiamo un po' trattato oggi, necessaria nel cammino spirituale perché umiltà viene da humus, ciò che rende efficace i minerali che sono contenuti nella terra, perché favorisce la scissione degli elementi minerali per essere assorbiti dalle radici delle piante.

Quindi l'humus è ancora meno della terra, ma è ciò che rende la terra fertile.

Allora la persona umile ha una consapevolezza di sé, per questo è importante che noi riconosciamo ciò che Dio ha fatto di noi, lo consiglio sempre, non solo a scuola, soprattutto a coloro che vengono da me alla direzione spirituale.

Impara a conoscere i doni di cui Dio ti ha dotato, conosci te stesso, non è una conoscenza psicologica, è una conoscenza necessaria per fare un cammino spirituale, tutto quello che tu sei.

Se tu te ne vanti, tu hai preso il posto di Dio.

25) Tutto quello che tu sei è un dono di Dio

Tutto quello che tu sei è un dono di Dio, e ti deve condurre a lodare ed esaltare Dio, non a gonfiare te stesso, devi avere la consapevolezza che Dio ha fatto di te questa persona.

Perché? Perché ti ha messo in un posto in cui c'era bisogno di quelle caratteristiche, non di altre, se no ti avrebbe fatto essere che ne so, Sant'Ignazio di Loyola, saresti nato in Spagna nel 1500.

Allora tenete presente, come cammino credo che sia importante per concretizzare con fiducia e umiltà, ognuno cominci a vedere quali sono le caratteristiche che lo costituiscono, soprattutto caratteristiche spirituali e psicologiche, perché attraverso di esse tu sarai efficace, come battezzato, come cristiano, come catechista.

26) Se tu hai delle caratteristiche, devi solo dire grazie a Dio che te le ha date, se hai dei limiti, grazie che me li hai dati

Se tu hai delle caratteristiche, tu devi solo dire grazie a Dio che te le ha date, se tu hai dei limiti, tu devi solamente dire grazie che me li hai dati, forse adesso non capisco perché, ma un domani lo capirò.

Vi ricordo che San Paolo, tre volte pregò per essere liberato da una spina che aveva nella carne, non si dice di che cosa si trattasse.

Poi dice: ho capito era un inviato di Satana che mi schiaffeggiava per tenermi nell'umiltà, perché io a causa delle rivelazioni che avevo ricevuto non crescessi nella eccessiva stima di me stesso.

Forse i tuoi limiti ti impediranno di diventare orgoglioso, forse i tuoi limiti ti spingeranno a dire: ma chi credo di essere?

Forse non diremo più tanto agli altri e neppure dentro noi stessi, perché a volte siamo talmente orgogliosi che per apparire santi agli altri, non lo diremo mai, ma lo penseremo sempre: lei non sa chi sono io.

Allora il vero orgoglio significa dire: io non so mica chi sono, se non sapere di essere Figlio di Dio e redento da lui.

27) "Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum"

Maria sapeva benissimo chi era: ecce ancilla domini, ecco l'ancella del Signore, fiat mihi secundum verbum tuum, si compia in me la tua volontà.

Ecco, finché non giungiamo alla consapevolezza autentica, umile, semplice, schietta, che non fa sentire meno, e non fa sentire più degli altri.

Quando noi facciamo i paragoni con gli altri vuol dire che siamo nella falsa umiltà, il nostro paragone è Dio, e il paragone che Dio pone dinanzi a noi è l'amore e la misericordia, non l'efficacia concreta delle cose.

L'amore e la misericordia si misurano nell'intensità dell'attaccamento che abbiamo per il Signore, tutto il resto è una conseguenza. Va bene?