Crocevia

Indice

Marcabru

Marcabru è stato il più geniale dei trovatori.

Di lui si hanno poche notizie storiografiche se non quelle legate alla sua poetica che si manifesta a partire dal 1130 fino al 1148.

Fu certamente il teorico moralista del "fin' amor".21

Egli credette nell'amore come forza che può essere messa in opera per dare stabilità morale e gioia tanto al singolo che alla società.

Pensava ad una "società buona", ad una partecipazione lungimirante di tutti.

Chissà cosa dirà guardando a questa nostra società.22

Visse in un tempo di forti sovvertimenti spirituali e sociali a fianco di un monachesimo che rinasce dai pericolosi fasti di Cluny e con la compagnia della nuova cavalleria religiosa, attivo-contemplativa, incarnata dall'Ordine dei Templari", allora chiamato dei "Pauperes Milites Christi23 o in Spagna dai Cavalieri di Santiago.24

Se leggiamo la storia di san Bernardo di Clairvaux, patrono di Francia, artefice principale della rinascita medioevale, comprendiamo l'ispirazione che animò molti giovani a scegliere nuovi orizzonti in un epoca dove antichi valori stavano assumendo aspetti solo formali, primi fra tutti la cavalleria.

La vita nei castelli debilitava la nobiltà in assenza di ricambio ad ogni livello ed allora proprio l'itinerare di animi nobili stanchi, ma non rassegnati, del decadimento morale, provocò una delle fasi epocali di rinnovamento che, in prima istanza morale, diventò poi anche sociale.

Nel Sud la Chiesa era in letargo, seduta sui fasti di un potere temporale e attaccata dalle eresie, innanzitutto nate da un desiderio non guidato di riforma e di ritorno alle origini della predicazione di Gesù.

Immoralità intesa soprattutto dal punto di vista etico, dove la nobiltà rinunciava a comportamenti che consentissero un'adeguata crescita cristianamente intesa.25

Marcabru si erse a giudice e critico di questi comportamenti contrari all'etica cristiana e anche all'umanesimo classico, e condannò l'amore falso.

Offrì come rimedio una "razionalità" dell'amore, una raffinatezza intellettuale in grado di governare istinti e desideri al fine di un ordine e di una gioia sia individuale che sociale.

Una filastrocca, come tante altre nate dallo spirito della speculazione e falsità proverbiale, dice che "al cuore non si comanda" quasi a concedere un permissivismo irrazionale.

Invece Marcabru "canta" l'amore come innalzamento spirituale di una seria e costruita mentalità.26

Non più matrimoni ed affari di interesse speculativo ma ritorno alla sacralità presa da moltissimi temi religiosi che in quel periodo avevano ispiratori illustri in sant'Agostino e nei grandi riformatori monastici come appunto san Bernardo, Guigo il Certosino, Guglielmo di S. Thierry.

La proposta, e le sue principali fonti, sono molto interessanti.

Perché non considerarle rifondanti una nuova epoca agli inizi del terzo millennio?

Sono tutte finalizzate a dare all'uomo una "interezza" che lo guidi a scelte sempre più libere ed unitarie secondo coscienza.

Il problema maggiore che dobbiamo affrontare nella vita, oggi come sempre, è quello di essere sempre combattuti tra un pensare frammentario ed uno integrato, e tra il conseguente agire non coerente con quanto in fondo sappiamo essere giusto.

Paure, compromessi, abitudini ci rompono sempre in più parti fino a ridurci in uno stato di "inebriante" convinzione del relativo come assoluto.27

La grande scommessa è pensare ed agire in modo intero e finalizzato ad una coerenza che si trasformi eticamente in un giusto agire.

Coerente può essere anche un agire non giusto ecco perché alla coerenza, cavallo di battaglia di molti farisei, mercanti e massoni, va aggiunta un etica che sia fondata in Cristo.

Un passo delle liriche di Marcabru:28

"Di fronte a due modi di pensare
e teso a separare il fratto dall'intero,
considero di essere, per Dio, unito alla natura,
guida a discriminare tra i modi di pensare".

Indice

21 J. Pulmann in J. Leclercq, Contemplazione di Cristo. Giovanni di Fecamp (osb 990-1078) si può considerare per la particolare poetica delle sue opere, in particolare la "Confessio teologica" uno dei primi ispiratori del "fin amors" cantato dai trovatori ad esempio Marcabrù nei sec XII e XIII
22 John Kenneth Galbraith, La buona società, Ed. Rizzoli. "La buona società a questo proposito ha una regola basilare: ogni decisione in materia economica e sociale va presa caso per caso. Non è più l'era delle dottrine: questa è l'era del giudizio pratico. Certo, nel moderno sistema economico e sociale esistono correnti d'opinione che premono sulla necessità di intervento pubblico e sulle politiche ad esso legate. L'odierna economia di mercato, che cosi diligentemente fornisce beni di consumo e servizi, lo fa inseguendo un ritorno a breve termine, misura del suo successo. Investe pochissimo, se non nulla, per i vantaggi a lungo termine. E nemmeno investe per prevenire gli effetti negativi per la collettività che possono derivare dalla sua produzione o dai suoi prodotti, come dire che non si assume la responsabilità dei danni che reca all'ambiente. L'ideologia fa marcia indietro e interviene il giudizio pratico
23 Franco Cardini, Poveri cavalieri di Cristo. Esiste una bibliografia vastissima sull'argomento ma ritengo che Franco Cardini - docente universitario e importante storico - sia un autore di indubbia affidabilità sul tema
24 Nuova storia della Chiesa, Ed. Marietti, vol. 3 pag. 13 - note. "I Cavalieri di Santiago (San Giacomo di Compostela, patrono di Spagna) sono un Ordine Cavalleresco, che è caratteristico per la contemporanea presenza di tre categorie di membri: i cavalieri sposati, i cavalieri con voto di castità, i chierici con funzione di ospitalieri e di precettori dei figli dei cavalieri coniugati. Organizzato nel 1161 con l'obiettivo di difendere i pellegrini di San Giacomo di Compostela, quest'ordine cavalleresco venne approvato nel 1175 da Alessandro III con una bolla che è interessante in quanto stabilisce un nuovo concetto di stato di perfezione. Papa Bandinelli pensa che anche i cavalieri coniugati possano ugualmente rientrare giuridicamente nello stato di perfezione, perché si espongono ai pericoli del combattimento in spirito di penitenza, obbedendo sempre ad un solo maestro così come Cristo si è sempre conformato alla volontà del Padre. Questo ordine, diretto da un Gran Maestro, acquistò anche importanza politica e formò un piccolo stato tra i monti di Toledo, Sierra Morena e la frontiera del Portogallo. Sull'ordine di Santiago (o San Giacomo) cfr. R. G. Villoslada, Historia de la Iglesia Catolica, II: Edad Media (8001303), Madrid 1953, BAC, pp. 781-782; G. G. Meersseman, I penitenti nei secoli XI e XII, in I laici nella «Societas Christiana» dei secoli XI e XII, Atti della terza Settimana internazionale di studio, Mendola, 21-27 agosto 1965, Vita e Pensiero, Milano 1968, pp. 332-334G.G. Meersseman, I penitenti nei secoli XI e XII, in I laici nella «Societas Christiana» dei secoli XI e XII, Atti della terza Settimana internazionale di studio, Mendola, 21-27 agosto 1965, Vita e Pensiero, Milano 1968, pp. 332-334
25 Cheriyapattaparambil F. X. Francesco d'Assisi e i trovatori, E.F.I. Perugia, 1985
26 San Francesco d'Assisi: "che cosa son altro i servitori di Dio se non menestrelli, il cui compito è sollevare il cuore della gente spingendo alla letizia spirituale?"
27 Parmenide: "Allontana il pensiero dalla via dell'opinione affinché l'abitudine nata dalle molte esperienze degli uomini non ti costringa a dirigere su questa strada l'occhio che non vede"
28 « En dos cuidars ai conssirier - A triar lo frait de l'entier, Bel teing per Deum naturau - Qui de cuit conoisser es guitz »