Atti degli Apostoli

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Capitolo 25

CEI 2008 - Audio - Interconfessionale

Paolo si appella a Cesare

1 Festo dunque, raggiunta la provincia, tre giorni dopo salì da Cesarèa a Gerusalemme.
2 I sommi sacerdoti e i capi dei Giudei gli si presentarono per accusare Paolo e cercavano di persuaderlo,
3 chiedendo come un favore, in odio a Paolo, che lo facesse venire a Gerusalemme; e intanto disponevano un tranello per ucciderlo lungo il percorso.
At 23,12-15
4 Festo rispose che Paolo stava sotto custodia a Cesarèa e chi egli stesso sarebbe partito fra breve.
5 « Quelli dunque che hanno autorità tra voi, disse, vengano con me e se vi è qualche colpa in quell'uomo, lo denuncino ».
6 Dopo essersi trattenuto fra loro non più di otto o dieci giorni, discese a Cesarèa e il giorno seguente, sedendo in tribunale, ordinò che gli si conducesse Paolo.
7 Appena giunse, lo attorniarono i Giudei discesi da Gerusalemme, imputandogli numerose e gravi colpe, senza però riuscire a provarle.
Mt 26,59-61p
At 27,12-14p
Lc 23,10
At 17,6-7
8 Paolo a sua difesa disse: « Non ho commesso alcuna colpa, né contro la legge dei Giudei, né contro il tempio, né contro Cesare ».
At 24,14+
At 21,18+
9 Ma Festo volendo fare un favore ai Giudei, si volse a Paolo e disse: « Vuoi andare a Gerusalemme per essere là giudicato di queste cose, davanti a me? ».
At 24,27
10 Paolo rispose: « Mi trovo davanti al tribunale di Cesare, qui mi si deve giudicare.
Ai Giudei non ho fatto alcun torto, come anche tu sai perfettamente.
11 Se dunque sono in colpa e ho commesso qualche cosa che meriti la morte, non rifiuto di morire; ma se nelle accuse di costoro non c'è nulla di vero, nessuno ha il potere di consegnarmi a loro. Io mi appello a Cesare ».
12 Allora Festo, dopo aver conferito con il consiglio, rispose: « Ti sei appellato a Cesare, a Cesare andrai ».
At 26,32
At 28,19

Paolo compare davanti al re Agrippa

13 Erano trascorsi alcuni giorni, quando arrivarono a Cesarèa il re Agrippa e Berenìce, per salutare Festo.
14 E poiché si trattennero parecchi giorni, Festo espose al re il caso di Paolo: « C'è un uomo, lasciato qui prigioniero da Felice, contro il quale,
15 durante la mia visita a Gerusalemme, si presentarono con accuse i sommi sacerdoti e gli anziani dei Giudei per reclamarne la condanna.
16 Risposi che i Romani non usano consegnare una persona, prima che l'accusato sia stato messo a confronto con i suoi accusatori e possa aver modo di difendersi dall'accusa.
17 Allora essi convennero qui e io senza indugi il giorno seguente sedetti in tribunale e ordinai che vi fosse condotto quell'uomo.
18 Gli accusatori gli si misero attorno, ma non addussero nessuna della imputazioni criminose che io immaginavo;
19 avevano solo con lui alcune questioni relative la loro particolare religione e riguardanti un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere ancora in vita.
At 18,15
At 23,29
20 Perplesso di fronte a simili controversie, gli chiesi se voleva andare a Gerusalemme ed esser giudicato là di queste cose.
At 23,6+
1 Cor 15,12-20
2 Cor 13,4
Lc 24,5.23
21 Ma Paolo si appellò perché la sua causa fosse riservata al giudizio dell'imperatore, e così ordinai che fosse tenuto sotto custodia fino a quando potrò inviarlo a Cesare ».
22 E Agrippa a Festo: « Vorrei anch'io ascoltare quell'uomo! ». « Domani, rispose, lo potrai ascoltare ».
23 Il giorno dopo, Agrippa e Berenìce vennero con gran pompa ed entrarono nella sala dell'udienza, accompagnati dai tribuni e dai cittadini più in vista; per ordine di Festo fu fatto entrare anche Paolo.
24 Allora Festo disse: « Re Agrippa e cittadini tutti qui presenti con noi, voi avete davanti agli occhi colui sul conto del quale tutto il popolo dei Giudei si è appellato a me, in Gerusalemme e qui, per chiedere a gran voce che non resti più in vita. »
25 Io però mi sono convinto che e gli non ha commesso alcuna cosa meritevole di morte ed essendosi appellato all'imperatore ho deciso di farlo partire.
At 21,36+
26 Ma sul suo conto non ho nulla di preciso da scrivere al sovrano; per questo l'ho condotto davanti a voi e soprattutto davanti a te, o re Agrippa, per avere, dopo questa udienza, qualcosa da scrivere.
27 Mi sembra assurdo infatti mandare un prigioniero, senza indicare le accuse che si muovono contro di lui ».
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Abbreviazioni
25,1-12 Paolo fa ricorso all'imperatore romano
25,1 raggiunta la provincia oppure « assunta la carica della provincia ».
25,2 Uguale procedura giuridica di At 24,1 ( cf. At 25,15 ).
25,9 per essere là giudicato …: Festo riconosce che si tratta di una controversia religiosa importante, non di sua competenza ma del sinedrio ( cf. vv 19-20 ).
Ma essendo cittadino romano, Paolo non può essere rinviato a questo tribunale senza il suo consenso.
Per ottenerlo, Festo gli assicura la sua presenza e il controllo sul processo.
25,11 Io mi appello a Cesare: il diritto di appello intendeva tutelare i cittadini romani da sentenze di magistrati locali.
Vedi At 22,25-29.
Avendo Festo declinato la propria competenza, Paolo poteva sfuggire al processo davanti al sinedrio solo invocando il privilegio, come cittadino romano, di farsi giudicare in causa criminale dal tribunale dell'imperatore.
25,13-27 Paolo compare davanti al re Agrippa
25,13 Agrippa: Marco Giulio Agrippa II, figlio di Erode Agrippa I ( At 12,1
e nota relativa ).
Dal 50 d.C. circa ebbe il regno di Calcide ( nell'attuale Libano )
oltre che la sovrintendenza sul tempio di Gerusalemme,
con il diritto di nominare i sommi sacerdoti.
Berenice, sua sorella, viveva con lui in unione incestuosa.
Agrippa, Berenice e Drusilla ( cf. At 24,24 )
erano tutti tre figli di Erode-Agrippa I ( cf. At 12,1+ ).
Agrippa ( II ), il primogenito, era nato nel 27.
Sua sorella Berenice in quel tempo viveva con lui, non senza causare chiacchere.
Si troverà alcuni anni dopo al fianco di Tito.
25,21 dell'imperatore: alla lettera: « dell'augusto ».
Come « Cesare », anche « Augusto » era un titolo che spettava all'imperatore regnante ( allora era Nerone, dal 54 al 68 ).
25,22 In modo analogo anche il suo prozio Erode Antipa aveva desiderato di vedere Gesù
( Lc 9,9; Lc 23,8 ).
25,26 al sovrano: alla lettera « al Signore », modo di indicare l'imperatore, considerato come il detentore di un potere regale assoluto e universale, che godeva quindi di prerogative più o meno divine.