Crociata della sofferenza  

B232-A10

Anno XXI - Lettera N. 85 - Luglio 1984

" Se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio » ( 1 Pt 2,20 )

Fratelli, nella Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, la « Salvifici doloris », e cioè « il valore salvifico del dolore », che già ci è servita nel precedente incontro per alcuni spunti di riflessione, il Papa dedica un capitolo a « Il Vangelo della sofferenza ».

Così viene spiegato il significato di questa espressione: « Il Vangelo della sofferenza significa non solo la presenza della sofferenza nel Vangelo, come uno dei temi della Buona Novella, ma la rivelazione altresì della forza salvifica e del significato salvifico della sofferenza nella missione messianica e nella vocazione della Chiesa ».

Furono i « testimoni della Croce e della Risurrezione di Cristo, che hanno trasmesso alla Chiesa e all'umanità uno specifico Vangelo della sofferenza.

Tale Vangelo della sofferenza è un annuncio che inizia con l'esempio di Gesù Redentore, continua con la testimonianza della sua Madre Santissima, dei primi Apostoli e discepoli di Gesù, dei martiri e di coloro che soffrono persecuzione per Cristo ».

È una testimonianza che si continua nei secoli.

Ogni generazione vi aggiunge qualche pagina, ogni cristiano vi contribuisce scrivendone qualche riga.

Anche ognuno di noi aggiungiamo forse ogni giorno una nuova parola con la nostra sofferenza offerta.

È un Vangelo, e cioè una Buona Novella, che attraverso i secoli e le generazioni continua a testimoniare e a rivelare nel mondo il valore salvifico della sofferenza: perché il primo capitolo scritto da Gesù Crocifisso e Risorto, ci spiega e ci illumina sul grande valore della sofferenza che salva.

La Passione e Morte di Gesù in croce e la sua Risurrezione hanno dato al mondo la salvezza.

Il Redentore ha scritto questo Vangelo dapprima con la propria sofferenza assunta per amore, affinché l'uomo non morisse ma avesse la vita eterna.

Questa sofferenza, insieme con la viva parola del suo insegnamento, è diventata una fonte abbondante per tutti coloro che hanno preso parte alla sofferenza di Gesù nella prima generazione dei suoi discepoli e confessori e poi in quelle che si sono succedute nel corso dei secoli.

Un ampio capitolo dopo quello di Gesù è quello scritto dalla Santissima Vergine.

Così dice il Papa: « È, innanzitutto, consolante - come è evangelicamente e storicamente esatto - notare che a fianco di Cristo, in primissima e ben rilevante posizione accanto a Lui, c'è sempre la sua Madre Santissima per la testimonianza esemplare, che con l'intera sua vita rende a questo particolare Vangelo della sofferenza.

In Lei le numerose e intense sofferenze si assommano in una tale connessione e concatenazione, che se furono prova della sua fede incrollabile, furono altresì un contributo alla redenzione di tutti ».

Il Papa poi continua rilevando i momenti più significativi delle pagine del Vangelo della sofferenza scritto dalla Madre di Gesù, fin dal primo momento della Annunciazione quando « Ella intravide nella sua missione di Madre la destinazione a condividere in maniera unica ed irripetibile la missione stessa del Figlio.

E la conferma in proposito le venne assai presto sia dagli eventi che accompagnarono la nascita di Gesù a Betlemme, sia dall'annuncio formale del vecchio Simeone che parlò di una spada tanto acuta da trapassarle l'anima, sia dalle ansie e ristrettezze della fuga precipitosa in Egitto, provocata dalla crudele decisione di Erode ».

Sono pagine di Vangelo della sofferenza scritte da una eccezionale Mamma di famiglia e da una Sposa che ci danno la dimensione della sofferenza che travagliò lo spirito della Vergine Santissima, pagine scritte già in unione a Gesù lattosi uomo nel suo seno e vissute nel grande mistero della Redenzione.

La risposta data all'Arcangelo, inviatele da Dio: « Si faccia di me secondo la tua parola », il « Sì » della Annunciazione rivelano la piena accettazione di quanto Dio richiede alla sua Creatura privilegiata e la sua piena disponibilità ad essere strumento docile nelle mani del suo Creatore.

Per questo Elisabetta, nell'incontro con Maria di Nazaret la proclama « Beata te che hai avuto fiducia nel Signore e hai creduto che egli può compiere ciò che ti ha annunziato » ( Lc 1,45 ).

Le pagine scritte dalla Vergine Santa « continuano ancora, dopo le vicende della vita nascosta e pubblica del suo Figlio, da Lei indubbiamente condivise con acuta sensibilità ».

Ma « fu sul Calvario che la sofferenza di Maria Santissima, accanto a quella di Gesù, raggiunse un vertice già difficilmente immaginabile nella sua altezza dal punto di vista umano, ma certo misterioso e soprannaturalmente fecondo ai fini della universale salvezza ».

Quel suo ascendere al Calvario, quel suo « stare » ai piedi della Croce insieme col discepolo prediletto furono una partecipazione del tutto speciale alla morte redentrice del Figlio, come del resto le parole, che poté raccogliere dal suo labbro, furono quasi la solenne consegna di questo tipico Vangelo da annunciare all'intera comunità dei credenti.

Testimone della passione del Figlio con la sua presenza e di essa compartecipe con la sua « compassione », Maria Santissima offrì un singolare apporto al Vangelo della sofferenza, avverando in anticipo l'espressione di S. Paolo: « Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, in favore del suo corpo che è la Chiesa » ( Col 1,24 ).

In effetti, Ella ha titoli specialissimi per poter asserire di « completare nella sua carne - come già nel suo cuore - quello che manca ai patimenti di Cristo ».

Nella luce dell'inarrivabile esempio di Cristo riflesso con singolare evidenza nella vita della Madre sua, il Vangelo della sofferenza, mediante la esperienza e la parola degli Apostoli, diventa fonte inesauribile per le generazioni sempre nuove che si avvicendano nella storia della Chiesa.

Cristo non nascondeva ai propri ascoltatori la necessità della sofferenza.

Molto chiaramente diceva: « Se qualcuno vuoi venire dietro a me … prenda la sua croce ogni giorno » ( Lc 9,23 ) e ai suoi discepoli poneva esigenze di natura morale, la cui realizzazione è possibile solo a condizione di « rinnegare se stessi ».

Il Redentore ha sofferto al posto dell'uomo e per l'uomo.

Ogni uomo ha una sua partecipazione alla redenzione.

Ognuno è anche chiamato a partecipare a quella sofferenza, mediante la quale si è compiuta la redenzione.

Operando la redenzione mediante la sofferenza, Cristo ha elevato insieme la sofferenza umana a livello di redenzione.

Quindi anche ogni uomo, nella sua sofferenza, può diventare partecipe della sofferenza redentiva di Cristo.

Se il primo grande capitolo del Vangelo della sofferenza viene scritto, lungo le generazioni, da coloro che soffrono persecuzioni per Cristo, di pari passo si svolge lungo la storia un altro grande capitolo di questo Vangelo.

Lo scrivono tutti coloro che soffrono insieme con Cristo, unendo le proprie sofferenze umane alla sua sofferenza salvifica.

In essi quindi si compie il Vangelo della sofferenza e, al tempo stesso, ognuno di essi continua in un certo modo a scriverlo: lo scrive e lo proclama al mondo, lo annuncia al proprio ambiente ed agli uomini contemporanei.

La lettura e la riflessione sulle pagine del Vangelo della sofferenza scritte da Gesù nella sua vita e nella sua Passione e Morte e quelle scritte in concomitanza e in continuazione dalla sua Madre, la Vergine Immacolata, illuminano il senso delle nostre sofferenze.

Sulle pagine della nostra vita abbiamo scritto anche noi e continuiamo a scrivere lunghe pagine di sofferenze passate e presenti.

Quante volte le rileggiamo queste pagine, riandando col pensiero alle tribolazioni passate o considerando le sofferenze presenti!

Abbiamo il coraggio e la buona volontà di dare loro il valore salvifico per cui Dio le permette nella nostra vita, consideriamole come il nostro contributo, nella nostra epoca, per completare quello che manca alla Passione di Cristo.

Non resti vuota la nostra pagina del Vangelo della sofferenza: quella pagina che Dio ha destinato a noi e che solo noi possiamo in qualche modo compilare.

Uniamoci all'opera redentiva del dolore di Gesù e di Maria Santissima.

Nelle intenzioni di preghiera che esprimiamo nella Adorazione alle Piaghe di Gesù, ricordiamo quello che manca alla Chiesa di oggi, le necessità del Corpo mistico di Cristo.

In particolare voglio ricordare l'intenzione espressa nella Adorazione alla Piaga del piede destro: « Ti chiedo la grazia che in tutto il clero e tra le persone a te consacrate fioriscano molti santi ».

La Chiesa ha bisogno di santi sacerdoti, di santi religiosi, di santi laici!

E qualcuno deve offrire del « dolore salvifico » per ottenerli da Dio.

Ci conceda Dio di essere generosi e di non rifiutare questo nostro contributo alla Chiesa di Dio e siamo grati a Dio che ci ha chiamati a questa opera redentiva.

Se ne saremo veramente convinti, pur nella sofferenza, sapremo accettare dalla mano di Dio le nostre tribolazioni con lo spirito di chi è disponibile a collaborare all'opera della Redenzione, nella serenità.

Così, come ha fatto la Santissima Vergine Immacolata, nel Magnificat: « Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e santo è il suo nome! » ( Lc 1,49 ).

Intenzione generale per il prossimo trimestre

Chiediamo a Dio la grazia che fiorisca nella Chiesa la santità, anche per il valore delle sofferenze che sapremo offrire.

Intenzioni particolari

Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenze le seguenti intenzioni che ci sono state raccomandate:

- le vocazioni all'apostolato tra i giovani

- le vocazioni dell'Unione Catechisti

- la santità delle persone consacrate

- le intenzioni degli iscritti: S.T. ( Torino ); C.F.A. ( Torino ); G.M. ( Catania ) per sé e per il marito; M.M. ( Catania ) per la buona riuscita del matrimonio; B.G. per la salute propria e del marito; Fam. C. ( Catania ) per il marito ammalato; D.S.V. ( Catania ) per il fratello; D.M.I. ( Catania ); Comunità Suore S. Giuseppe ( Torino ); E.C.E. ( Vibo Valentia ).

Ricordiamo nelle preghiere di suffragio:

- Fr. Beniamino Bonetto tornato alla Casa del Padre

- i defunti per cui si chiedono preghiere: G.R. ( Marina di Andora ) per i suoi defunti; in suffr. di Salvatore e Anna Gallo, Anastasi Vincenzo, Margheritina, Nunzio ( Catania ); T.A. ( Via-grande ) per i suoi defunti; in suffr. di Compagna Antonino e Gaetano, Vinciguerra Giuseppe, Cocuzza Filippa ( Catania ); in suffr. di Filomena Fornasari ( Torino ); in suffr. di Giuseppe Mineo ( Catania ); in suffr. di Botta Salvatore ( Catania ); M.A. ( Catania ) per la nonna; B.N. ( Catania ) per i suoi morti; D.S.V. ( Catania ) in suffr. dei genitori; C.N. ( Catania ) per i suoi cari morti; in suffr. Leone Salvatore e Rosa Bonaccorso ( Aci Bonaccorsi ) e tutte le anime dei defunti della famiglia della Crociata della Sofferenza.

La Vergine Immacolata ci guidi a Gesù Crocifisso e Gesù viva sempre nei nostri cuori!

La Presidenza