Crociata della sofferenza  

B236-A7

Anno XXII - Lettera N. 89 - Luglio 1985

« Nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi, perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare » ( 1 Pt 4,13 )

Fratelli, l'aspirazione più profonda del cuore dell'uomo è quella della felicità.

Qualsiasi impresa umana, qualsiasi occupazione di ogni uomo, in qualunque momento della sua vita e della sua giornata è ispirata dal desiderio conscio o inconscio di essere felice.

Quello che si desidera è la felicità e la felicità più perfetta possibile.

Ma, di fatto, che cosa è la felicità?

Che cosa si deve intendere con questa parola magica che fin dall'inizio dei tempi affascina l'umanità?

E, per contro, l'avversione più profonda del cuore dell'uomo è per la sofferenza.

In ogni stato di vita, in ogni impresa, in ogni momento della vita e della giornata il cuore dell'uomo cerca di rifuggire dalla sofferenza, di evitarla.

Anche nel comune rapporto tra gli uomini, non inquinato da passioni o da corruzione dell'anima umana, si desidera e si augura agli altri, felicità e si formulano auguri, si ritrovano parole di consolazione, di incoraggiamento, di affetto per chi è nella sofferenza.

Tra questi due poli si dipana la vita dell'uomo e tutti possiamo provare per esperienza diretta che felicità e sofferenza si intrecciano nella vita di ogni uomo in modo più o meno palese, più o meno evidente.

Ognuno conosce il cammino della propria vita e vi sa collocare, con la memoria, i cippi della felicità e le croci della sofferenza.

Sono le avventure della vita: la nostalgia richiama i momenti, i giorni, le avventure felici ormai passate; la depressione ci rievoca i periodi, gli avvenimenti, le giornate della sofferenza.

E in maniera più o meno simile si può descrivere il cammino di ogni uomo.

Una prova evidente l'abbiamo quando, in vena di confidenza, conversiamo con qualche amico.

E anche allora neppure tutto viene fuori, perché c'è una parte di noi che mai a nessuno sveleremo.

Il tema della felicità e della sofferenza è pure uno dei temi fondamentali della Sacra Scrittura sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento.

Per l'Antico Testamento sono molto significativi a questo proposito i Salmi.

Lunga ne sarebbe l'analisi.

Ci basti solo qualche esempio.

Nel Salmo 23 è la felicità che trabocca: « Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla.

Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce.

Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino per amore del suo nome.

Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male perché tu sei con me: il tuo bastone e la tua guida mi danno sicurezza

Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni ».

È tutto un inno di gioia, un prorompere di felicità, un momento di esaltazione nella fiducia in Dio.

Ma quanto diverso è il tono del Salmo 77:

« La mia voce sale a Dio e grido aiuto, la mia voce sale a Dio finché mi ascolti

Nel giorno dell'angoscia io cerco il Signore tutta la notte la mia mano è tesa e non si stanca, io rifiuto ogni conforto.

Mi ricordo di Dio e gemo, medito e viene meno il mio spirito.

Tu trattieni dal sono i miei occhi, sono turbato e senza parole.

Ripenso ai giorni passati, ricordo gli anni lontani.

Un canto nella notte mi ritorna nel cuore, rifletto e il mio spirito si va intergando

Forse Dio ci respingerà per sempre, non sarà più benevolo con noi?

È cessato per sempre il suo amore, è finita la sua promessa per sempre? può Dio aver dimenticato la misericordia, aver chiuso nell'ira il suo cuore? ».

È un canto di angoscia, di disperazione!

Nei due Salmi, come in molti altri, c'è un elemento comune che prevale: felicità e sofferenza sono collegate con l'amore.

Nel primo è la sicurezza dell'amore, di un amore paterno che tutela, da fiducia, esalta lo spirito, nel secondo è la disperazione di un abbandono, di una mancanza di amore paterno che deprime: e l'animo si pone tanti interrogativi: può Dio dimenticarsi così di me?

In tutti e due è l'amore che ispira e fa parlare a Dio.

Possiamo dire che la volontà di felicità è la volontà di amare e di essere amato; la prostrazione della sofferenza deriva dal senso di aver perduto, anche se per breve tempo, lo slancio di amore e la sicurezza di essere amato.

Gesù nell'orto del Getsemani, agli Apostoli così si rivolge: « La mia anima è triste fino alla morte: restate qui e vegliate con me! » e quando torna e li trova addormentati li rimprovera: « Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me?

Vegliate e pregate per non cadere nella tentazione!

Lo spirito è pronto ma la carne è debole! » ( Mt 26,38-41 ).

Anche Gesù prova la tristezza dell'abbandono, della solitudine che si farà grido sulla Croce: « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? » ( Mt 27,46 ).

Se consideriamo il nostro stato di sofferenza, anche quello fisico, vediamo che esso è in gran parte determinato dall'abbandono, dall'incomprensione, dalla mancanza di un amore che si da e di un amore che si attende da chi ci circonda.

Gesù nel discorso dell'Ultima Cena avverte gli Apostoli delle sofferenze che li attendono, ma assicura anche loro la presenza dello Spirito di Verità, lo Spirito consolatore che Egli manderà per dare loro conforto e coraggio: uno Spirito di amore.

Queste parole di avvertimento e di promessa di conforto, Gesù le rivolge a tutti i cristiani e in special modo a voi che soffrite.

Non ha eliminato il dolore ma ha assicurato l'assistenza di un Amore infinito che resta sempre accanto a noi.

Nei momenti di dolore e nei luoghi di sofferenza, dobbiamo sempre ricordare che Dio ha altri criteri di valutazione e che stima e valorizza ciò che è accettato e compiuto nel silenzio, nell'umiltà, nel nascondimento, nella forzata inattività ma che è illuminato dalla luce dell'amore.

Non bisogna cadere nell'errore di dar peso alla nostra vita solamente in rapporto ai risultati tangibili.

Nessuna vita è senza valore.

Vivere le cose semplici, il lavoro quotidiano, i giorni o gli anni di sofferenza in spirito di amore, nella ferma convinzione che Dio ci ama e che noi possiamo testimoniargli il nostro amore, sono fatti che rivestono una grande importanza alla luce dell'esempio di Gesù e del suo insegnamento: essi ci trasformano in testimoni del Vangelo della Buona Novella.

Siamo invitati ad essere grandi nelle piccole cose: siamo invitati a valorizzare, nell'amore, quel tipo di vita che il Signore ci ha assegnato.

Quando la sofferenza si fa più acuta, la solitudine si fa più tetra, la preoccupazione si fa più pressante: quando la nostra mente si sente incapace di liberarsi dai tristi pensieri che l'assillano e il futuro si fa sempre più scuro pensiamo al valore dell'amore che sappiamo diffondere attorno a noi anche se non corrisposto, pensiamo soprattutto all'amore di Dio che investe e circonda tutta la nostra vita, pensiamo all'azione dello Spirito mandato dal Padre come Consolatore, dolce ospite della nostra anima.

Pensiamo al valore vero della nostra vita e rivolgiamoci a Dio; anche mediante la preghiera di qualche Salmo diciamo a Lui il nostro senso di gioia o rivolgiamo a Lui con la preghiera del Salmo la nostra angosciata invocazione di soccorso, di aiuto.

Come Gesù, che con la sua sofferenza, con la sua passione e Morte e risurrezione ha trasformato la sofferenza umana dall'interno e l'ha riempita della sua presenza, cerchiamo anche noi di trasformarla in testimonianza di amore per i nostri fratelli.

In modo particolare, per noi della Crociata della sofferenza sia essa testimonianza e offerta per le anime consacrate che più hanno bisogno di incontrare nuovamente nell'amore il loro impegno di donazione e di servizio, e per le anime che hanno bisogno di trovare la generosità e lo slancio per impegnarsi in una vita di servizio di Dio e dei fratelli nella vita religiosa, nel sacerdozio o in qualche impegno particolare di apostolato.

La Vergine Santa, testimone di amore, di grazia, di disponibilità all'azione di Dio per la sua missione tra gli Apostoli prima e poi per tutti gli uomini ci insegna con la sua vita di umiltà e di nascondimento che è Dio che ha operato in Lei grandi cose, proprio perché strumento docile di un amore che ha illuminato tutta la sua vita.

« Dio conosce se siete capaci di mantenere viva la speranza che da senso alle sofferenze sopportate nell'amore, se voi quali cristiani pieni di gioia, sapete camminare testimoniando la vostra fede sulle orme di Maria » ( Giovanni Paolo II ).

Intenzione generale per il prossimo trimestre

Preghiamo perché tutti gli uomini e in modo particolare i giovani, cerchino la vera felicità, là dove essa veramente esiste e cioè nell'amore di Dio e del prossimo.

Intenzioni particolari

Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenze le seguenti intenzioni che ci sono state raccomandate:

- le vocazioni all'apostolato tra i giovani;

- le vocazioni a servizio delle persone anziane e bisognose;

- le vocazioni dell'Unione Catechisti;

- le intenzioni degli iscritti alla Crociata della sofferenza: G.G. ( Marina di Andora ) per la guarigione; P.C. ( Tempio Pausania ) per sé e per la guarigione della figlia Norma e del fratello Giovanni; Q.G. ( Torino ); G.G. e C.A. ( Aci Bonaccorsi ); S.D. ( Catania ) per la salute sua e del marito; S.A. ( Vibo Valentia ); Rev. Suore S. Giuseppe ( Torino ); G.S.A. ( Licata ); M.L. ( Termoli ) per sé e per la moglie; R.P. ( Catania ) per il figlio; Sr. S.S. ( Enna ); G.R. ( Paternò ); A.M.S. ( Busto Arsizio ) per ricupero della vista; B. ( Catania ) per la pace in famiglia; M. ( Catania ) per la guarigione; T. ( Catania ) per la salute; A. ( Catania ) per la pace con i figli; D.S.V. ( Catania ) per il fratello; L.A. ( Boviso Masciago ) per la salute e tutte le altre intenzioni degli iscritti alla Crociata della sofferenza.

Ricordiamo nelle preghiere di suffragio:

- l'anima buona di Fr. Abondanzio Paolo Maldino e quella del Padre Renato Vasconi o.p.;

- i defunti per cui si chiedono preghiere: defunti Fam. Ruffinello ( Avigliana ); defunti Margherita Reverso ( Ronco Canavese ); Cantone ( Acireale ); Tommaso Bellino ( Torino ); V. ( Catania ) suffr. del marito; C. ( Catania ) suffr. del marito; S. ( Catania ) suffr. del marito; D.B. ( Catania ) suffr. del figlio; P.T.C. ( Mantova ) in suffr. di Rosario Pulvirenti; in suffr. del papa del Catechista Associato Habté ( Asmara ); Zelatrice Paola Turconi ( Milano ); Zelatore Domenico Ruggiero ( Vibo Valentia ) e tutti i defunti della Crociata della sofferenza.

La Vergine Immacolata ci guidi a Gesù Crocifisso e Gesù viva sempre nei nostri cuori!