Crociata della sofferenza  

B247-A10

Anno XXV - Lettera N. 100 - Aprile 1988

« Imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime ». ( Mt 11,29 )

Fratelli, questa è la centesima lettera della Crociata della Sofferenza!

Sono cento volte che ci incontriamo per scambiare con voi i sentimenti che sentiamo nel nostro cuore, per aiutarci gli uni gli altri a vivere più intensamente la nostra fede, a rivedere alla sua luce le sofferenze della nostra vita, a rinnovare il nostro impegno di preghiera per tutto trasformare in offerta a Dio.

In 25 anni quante sofferenze, quante preghiere abbiamo offerto a Dio per le vocazioni sacerdotali e religiose.

Quali i frutti? Solo Dio può saperlo perché è lui che le ha amministrate.

Noi siamo certi che nulla è andato perso.

E quanti amici ci hanno lasciato per raggiungere in Dio la pace e la gioia, la ricompensa e il ringraziamento delle anime che con le loro offerte hanno aiutato.

Ringraziamo Dio che ci ha sostenuto e ci ha aiutato in questo quarto di secolo!

La crisi di vocazioni si fa sempre più urgente e preoccupante, pur con qualche lieve spiraglio di speranza.

Rappresenta oggi per la Chiesa e per gli Ordini e Congregazioni religiose la spina più dolorosa.

Molte sono le cause e attiva è l'azione per superare questa crisi, ma resta sempre valido e attuale il richiamo di Gesù: « La messe è molta, ma gli operai sono pochi ».

Gesù è attorniato da un piccolo gruppo di discepoli, davanti ad un grande campo da mietere, ma pensava al più vasto campo del mondo che attendeva mietitori.

Che cosa poteva fare quel piccolo gruppo di uomini di fronte a così grande necessità?

Gesù lo dice: « Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai alla sua messe ».

Gesù ci insegna così che Dio solo è l'autore e il promotore di ogni vocazione sia religiosa sia laicale.

Anche tu, fratello e sorella, hai una vocazione ricevuta nella consacrazione battesimale che ti impegna a lavorare nella messe di Dio.

Proprio perché tu vivi nel mondo e lavori nel mondo, puoi essere il messaggero primo e più ascoltato da chi ti vive accanto.

Dio ha affidato anche a te, nella vita di laico, il suo campo perché tu ne possa coltivare i frutti.

Gli Apostoli, erano così pochi e impreparati!, annunciano la parola di Gesù al mondo ostile di allora e ben presto aumentano coloro che vi credono: molti furono coloro che per essa diedero la vita.

Il piccolo seme germogliava fecondato dalla sofferenza, dal martirio.

Quante sofferenze, quante incomprensioni, quanti rifiuti, quante ingratitudini dovettero offrire i primi discepoli.

Questa prima crociata della sofferenza fecondò, anche con il sangue, il terreno della chiesa di Dio.

Alla sofferenza fu sempre unita la preghiera: « Tutti erano assidui e concordi nella preghiera, con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui ». ( At 1,14 )

La presenza di Maria anima i discepoli nella preghiera.

La missione che Gesù le aveva affidato sul Calvario di essere la Madre degli uomini e l'invito agli uomini ad accoglierla come Madre era subito iniziata.

Nel suo cuore, Maria, accanto al suo Figlio unigenito, aveva accolto tutti quegli altri figli che Gesù le aveva affidato, e già da allora erano presenti tutti gli uomini che sarebbero venuti e anche noi.

L'Anno Mariano deve avere per noi questo forte e rinnovato richiamo alla preghiera e all'offerta della sofferenza.

Che spazio ha nella nostra vita la preghiera?

Gesù ci dice: « Pregate sempre, senza mai stancarvi! ». ( Lc 18,1 )

Come è possibile? Se vivi nella grazia di Dio già trasformi la tua vita in preghiera pur attendendo alle varie occupazioni di ogni giorno.

La preghiera non è solo parola, è unione con Dio è amore costante per Dio, che in alcuni tempi e in alcune circostanze diventa parola che si rivolge a Dio, come ci ha insegnato Gesù nel « Padre nostro ».

La vita dei primi cristiani ci illumina al riguardo: « Erano assidui nell'ascoltare gli insegnamenti degli apostoli, nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nella preghiera ».

Quale il frutto di tale vita? Proprio quello che noi attendiamo nel nostro impegno nella Crociata della sofferenza: « Il Signore aggiungeva ogni giorno, alla comunità quelli che erano salvati ». ( At 2,42-48 ).

Dio mandava operai alla sua messe.

Alla preghiera univano la sofferenza.

Gesù ci esprime il significato di questa offerta con il paragone del chicco di frumento che « se caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore; porta molto frutto ».

Essere grano di frumento significa essere disposti a soffrire, a morire, certi che dalla morte risorgerà la vita in un meraviglioso frutto.

Offrirsi per accettare la sofferenza significa non misurare la nostra croce dicendo che è troppo grande e non possiamo portarla, ma misurarla con la Croce di Gesù portata nell'amore nella via del Calvario, dando se stesso per noi.

Cosi ha portato molto frutto, cosi ne porteremo anche noi con la nostra croce portata in unione con Lui.

Preghiera, sofferenza, ma anche azione per vivere e agire nella carità di Cristo.

Da quel cuore che ha tanto amato gli uomini e si è proposto come nostro modello, impariamo a vivere nell' « unione fraterna ».

« Imparate da me che sono mite ed umile di cuore e troverete ristoro per le anime vostre ». ( Mt 11,29 ).

Da lui dobbiamo imparare ad « essere buoni » perché « risplenda la nostra luce davanti agli uomini e vedendo le nostre opere buone rendano gloria al Padre che è nei cieli ». ( Mt 5,16 ).

Essere buoni suppone molte virtù: dedizione, rinuncia, misericordia, pazienza.

Essere buoni è dimenticare se stessi per pensare agli altri.

Essere buoni è perdonare pensando che la miseria umana è più grande della cattiveria umana.

Essere buoni è avere compassione per le debolezze altrui, dicendoci con umiltà che siamo anche noi simili agli altri e che nelle stesse condizioni avremmo potuto essere peggiori di loro.

Essere buoni è chiudere gli occhi di fronte all'ingratitudine.

È dare quando non si riceve, sorridere a quelli che ci fanno del male, dimenticare le piccole incomprensioni.

Essere buoni è tenere il proprio cuore tra le mani per dimenticare le proprie sofferenze e sorridere sempre, anche nel dolore.

Essere buoni è essere pazienti; è accettare che più si da agli altri e più ci viene egoisticamente richiesto, perché l'egoismo umano si preoccupa più di ricevere che di dare.

Essere buoni è sacrificarsi, perché dal giorno in cui le sofferenze e le gioie degli altri diventeranno le nostre, dovremo aggiungerle al peso della nostra sofferenza per condividerle.

Essere buoni è accettare di non avere più nulla per sé, più nulla oltre la via in cui Gesù cammina davanti a noi, la grande via di ogni sacrificio, quella del « Chi vuoi venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua ». ( Mt 16,24 ).

Essere buoni è camminare per la via della croce certi che è anche la via della risurrezione.

Essere buoni è tutto questo, ma anche la gioia profonda che deriva all'anima che si dona, perché la felicità, in definitiva non è ricevere ma dare.

Così possiamo comprendere quanto Gesù ci dice: « Dio solo è buono - Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo, poi vieni e seguimi » ( Mt 19,17-22 ).

Non si sentì di dare e si allontanò triste! La gioia è di chi dona e segue Gesù.

Se, alla richiesta di Gesù non faremo come il giovane ricco, non ci perderemo di coraggio ma proporremo: « Signore, voglio almeno tentare di dare me stesso per gli altri, nella rinuncia, nella sofferenza di ogni giorno, allora ci avvicineremo alla parola sorprendente di Gesù "Siate perfetti come perfetto è il vostro padre che è nei cieli" ».

Rivolgiamo a Dio la nostra preghiera: « Signore, fa' che oggi mi si chieda qualcosa, perché quando io avrò teso la mano al povero, avrò detto la parola di conforto al sofferente, quando avrò dato un sorriso al disperato, tu sorrida a me come il padrone sorride al suo servo fedele.

E poi, Signore, rendi pure la mia vita un po' sofferente e un po' dolorosa per ritrovare in essa la capacità di essere buono ».

La Vergine del Magnificat insegna le parole della preghiera a coloro che soffrono e non disperano.

Pur nella sofferenza l'anima mia magnifica il Signore ed esulta il mio spirito in Dio mio Salvatore.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e santo è il suo nome.

Intenzione generale per il prossimo trimestre

Preghiamo perché, in quest'anno Mariano, la Vergine Santa ci aiuti ad ascoltare e ad applicare nella vita, l'invito di Gesù ad essere buoni.

Intenzioni particolari

Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenze le seguenti intenzioni che ci sono state raccomandate:

- tutti gli iscritti alla Crociata della Sofferenza, in questo venticinquennio di incontri;

- le vocazioni all'apostolato tra i giovani e i sofferenti;

- le vocazioni dell'Unione Catechisti;

- le vocazioni all'apostolato dei laici battezzati;

- le intenzioni degli iscritti alla Crociata della Sofferenza: M.C. ( Vibo Valentia ) per il fratello; L.T. ( Nivelles-Belgio ) per i suoi figli; P.C.v.B. ( Comiso ) per sé e per i suoi cari vivi e defunti; L.G. e M.C. ( Torino ) per la sua salute; F.G., S.S., S.M., M.V., T.A., S.M.R. per i figli, F.A. per la nipotina ammalata, M. D'A.G. per la nipote Vincenza di Catania; P.T. ( Mantova ); Sorelle Q. ( Villafranca Piemonte ); M.A. ( Bronte ) per una conversione: R.A. ( Minervino Murge ); M.V. ( Acireale ); T.N.B. ( Ventimiglia ); O.M. ( Ciriè-To ); V.A. ( Modena ) per i suoi cari; Famiglia G. ( Pianezza ); C.G. ( Mantova ); D.S.S. ( Andria ); T.G. ( Trecastagni ); G.G. e C.P. ( Schio ); M.M.C. ( Acireale ); P.L. ( Roma ); B.M.E. ( Villastrada ) per la sua salute; R.P. ( Catania ) per il figlio.

E tutte le altre intenzioni degli iscritti alla Crociata della Sofferenza.

Ricordiamo nelle preghiere di suffragio:

- Le anime di don Laiolo Pasquale, pronipote di Fratel Teodoreto, della Dott. Vercellesi Pierina, dei defunti delle famiglie Reverso ( Roma ), Ruffinello ( Avigliana-To ), L.M. ( Viagrande ), M.C. ( Torino ) e per Carlo, Alba, Vittorio, Gregorio, F.A. ( Catania ); della nonna Assunta di G.R. ( Marina di Andora ); di Teresa Ferretti ( Torino ), Felicetta Di Donato ( Guardia Sanframondi ), Mauro Pensabene ( Catania ), Vittorio ed Erminia Mancini ( Mantova ), Ida Sangalli Tacconi, dei genitori Angelo e Concetta di P.M. ( Bonaccorsi ); Famiglia G. ( Pianezza ); Virgilio Frignani ( Sistiana ); Mamma Pierina ( Torino ); Alfio Leone ( Aci Bonaccorsi ); W.A.P. ( Marina di Carrara ) in suffr. della mamma Maria Cleofe e del fratello Enrico; Giuseppa, Donato, Francesco Insinga ( Catania ); L.O. ( Acireale ) in suffr. del papa morto in guerra; R.P. ( Catania ) per tutti i parenti defunti.

E tutti i defunti della Crociata della Sofferenza.

La Vergine Immacolata ci guidi a Gesù Crocifisso viva sempre nei nostri cuori.