Crociata della sofferenza  

B252-A8

Anno XXVI - Lettera N. 105 - Ottobre 1989

Andate anche voi nella mia vigna ( Mt 20,4 )

Fratelli,

Giovanni Paolo II il 30 dicembre 1988 ha rivolto al mondo una importante « Esortazione apostolica » sulla vocazione e missione dei laici nella chiesa e nel mondo, che dalle parole latine con cui inizia è conosciuta come la « Christifideles laici ».

Essa afferma che i fedeli laici appartengono a quel popolo di Dio che è raffigurato dagli operai della vigna, dei quali parla il Vangelo di Matteo: "Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna.

Accordatesi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella vigna ». ( Mt 20,1-2 )

La parabola evangelica, dice il Papa, spalanca davanti al nostro sguardo l'immensa vigna del Signore e la moltitudine di persone, uomini e donne, che da lui sono chiamate e mandate perché in essa abbiano a lavorare.

La vigna è il mondo intero che deve essere trasformato, secondo il disegno di Dio, in vista dell'avvento definitivo del regno di Dio.

L'appello del Signore Gesù « Andate anche voi nella mia vigna » non cessa di risuonare da quel lontano giorno nel corso della storia: è rivolto a ogni uomo che viene in questo mondo.

A ogni uomo, proprio in quanto creatura di Dio e in ogni stato di vita, fosse anche in una vita apparentemente inerme, è affidata una missione per la chiesa e per il mondo.

Lo ricordava S. Gregorio Magno che, predicando al popolo, così commentava la parabola degli operai della vigna: « Guardate al vostro modo di vivere, fratelli carissimi, e verificate se siete già operai del Signore.

Ciascuno valuti quello che fa e consideri se lavora nella vigna del Signore ».

Accogliamo anche noi questo invito e nel nostro incontro riflettiamo assieme prima, e personalmente poi, sul nostro impegno di lavoro nella vigna del Signore.

È una valutazione che parte dalla considerazione delle nostre forze, delle nostre capacità, delle nostre condizioni e circostanze di vita.

Se l'invito è rivolto a tutto il popolo di Dio e si trasforma in rimprovero per chi ancora non l'ha accolto con le parole del padrone della vigna: « Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? » non serve la risposta di giustificazione: « Perché nessuno ci ha presi a giornata ».

Il padrone a questi ripete: « Andate anche voi nella mia vigna » nonostante che ormai la giornata volga al tramonto.

Così nessuno resta escluso.

La chiamata nelle diverse ore della giornata, dall'alba fino a un'ora prima del tramonto è interpretata da S. Gregorio Magno con riferimento alle età della vita: il mattino può rappresentare la fanciullezza, l'ora terza l'adolescenza, l'ora sesta la giovinezza, l'ora nona l'anzianità.

L'undicesima ora è l'età di chi è già molto avanzato negli anni.

La varietà delle chiamate è legata non solo all'età, ma anche alla differenza tra uomo e donna, alla diversità delle doti, come pure alle vocazioni e alle condizioni varie della vita: è una varietà che rende più viva e concreta la ricchezza della chiesa. ( C.L. 45 )

Una delle situazioni di vita che il Papa prende in particolare considerazione è quella dei malati e dei sofferenti ( 53 ).

Afferma: « L'uomo è chiamato alla gioia ma fa quotidiana esperienza di tantissime forme di sofferenza e di dolore.

Vi sono gli abbandonati ed emarginati della nostra società consumistica, i malati, gli handicappati, i poveri, gli affamati, gli emigranti, i profughi, i prigionieri, i disoccupati, gli anziani, i bambini abbandonati, le persone sole, le vittime della guerra e di ogni violenza ».

« La sofferenza, dice, conduce al Signore, associa alla Passione redentrice e fa vivere alla luce della sua Redenzione.

Per questo la Chiesa conta su chi soffre per insegnare al mondo intero che cosa è l'amore.

La sofferenza accolta diventa segno di amore.

L'amore è di sua natura donazione.

Per questo anche i sofferenti sono mandati come operai nella vigna del Signore.

Il peso che affatica le membra del corpo e scuote la serenità dell'anima, lungi dal distogliere dal lavorare nella vigna, chiama a vivere la propria vocazione umana e cristiana e a partecipare alla crescita del regno di Dio in modalità nuove, anche più preziose.

Le parole dell'Apostolo Paolo devono divenire il loro programma e, prima ancora, sono luce che fa splendere ai loro occhi il significato di grazia della loro situazione: « Completo quello che manca ai patimenti di Cristo nella mia carne, in favore del suo corpo, che è la Chiesa ».

Proprio facendo questa scoperta l'apostolo è approdato alla gioia: « Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi. » ( Col 1,24 )

Il Papa cita poi l'intervento di un handicappato in aula sinodale: « … è di grande importanza porre in luce il fatto che i cristiani che vivono in situazioni di malattia, di dolore e di vecchiaia, non sono invitati da Dio soltanto ad unire il proprio dolore con la Passione di Cristo, ma anche ad accogliere già ora in se stessi e a trasmettere agli altri la forza del rinnovamento e la gioia di Cristo risuscitato ».

E aggiunge: « Occorre pertanto che, sotto la Croce del Calvario, idealmente convengano tutti i sofferenti che credono in Cristo e, particolarmente coloro che soffrono a causa della loro fede in lui Crocifisso e Risorto, affinché l'offerta delle loro sofferenze affretti il compimento della preghiera dello stesso Salvatore per l'unità di tutti ».

Ecco, fratelli e sorelle, tracciato per noi un cammino in questa Esortazione del Papa.

Un cammino che presenta queste tappe: una chiamata, il lavoro, la ricompensa.

Una chiamata: ogni vita è una chiamata con la sua specifica situazione.

Dio ci ha chiamati alla vita: è la prima vocazione, la più grande, l'inizio di ogni altra, il primo passo del nostro cammino.

Nella vita si susseguono poi tante altre chiamate così diverse e così personali.

Non c'è cammino che si assomigli ad un altro.

Pensa a quali chiamate si sono fatte udire nella tua vita attraverso un incontro, un episodio, uno stato di vita.

Tra le tante c'è sicuramente la chiamata alla sofferenza più o meno grande, più o meno determinante.

E non è solo chiamata della tarda età: talvolta si fa sentire fin dall'alba della vita: la giornata si presenta quindi più lunga, più angosciante sia che la viviamo nella nostra carne sia che la viviamo nella carne di chi ci è caro.

Accanto ad un bimbo che soffre, c'è tutto un altro fiorire di sofferenze di chi ne condivide le pene e ne accetta la presenza.

Allora il lavoro nella vigna diventa assai più impegnativo perché condizionato e, a nostro parere, limitato.

Non è così. La valutazione del rendimento nel lavoro, nella contabilità di Dio, non è fatto sulla linea della produzione, è fatto unicamente sulla linea della dedizione.

E se, fattasi sera, non puoi offrire che una sofferenza di inattività o di impotenza allora scoprirai che è nella povertà dell'uomo che si manifesta la ricchezza di Dio, che è nella debolezza che si manifesta la forza di Dio, che è nell'oscurità che più risplende la luce di Dio.

Così è stato sempre nella storia dell'umanità, così è nella storia di ogni uomo: nella mia storia, nella tua storia.

Ma perché tutto questo avvenga al di sopra di noi, non dobbiamo restare insensibili a queste realtà: esse debbono penetrare nella nostra vita, dobbiamo diventarne pienamente coscienti, dobbiamo pensarci e farle entrare nel nostro ordine di idee.

Ci ritroveremo allora tra le mani una nuova inesplorata ricchezza: la ricchezza di Dio.

Avremo lavorato nella vigna del Signore là dove lui ci ha posti a rendere feconda la zolla a noi affidata, il virgulto messo perché noi lo coltivassimo.

E potremo offrire a Dio il "frutto del lavoro degli uomini" accanto e assieme al frutto del lavoro di Gesù: è questo il completamento di quanto manca alla passione di Cristo.

Nella Adorazione alle Piaghe di Gesù che siamo invitati a fare, ritroviamo una grande varietà di lavoratori nella vigna del Signore: la Chiesa, i suoi figli che camminano nella via dei suoi comandamenti, i poveri peccatori e i moribondi, tutto il clero e le persone a lui consacrate, tutte le persone che si raccomandano alle nostre preghiere.

Per tutti questi lavoratori e in particolare per le anime consacrate offriamo, nello spirito della nostra Crociata il piccolo o grande tesoro del nostro lavoro.

La Vergine Santa che, chiamata per prima, ha risposto con prontezza e generosità, nella piena disponibilità della serva per ogni lavoro a Lei richiesto, ed era una chiamata di massimo impegno e di immensa risonanza, ci aiuti in questa nostra offerta, ci preceda e ci accompagni davanti al Padre con il nostro piccolo obolo, simile a quello della povera vedova che sale al tempio: Gesù ha detto che la sua offerta era « più grande di quella di tutti gli altri ».

Intenzione generale per il prossimo trimestre

Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenze le seguenti intenzioni che ci sono state raccomandate:

- le vocazioni all'apostolato tra i giovani e i sofferenti

- le vocazioni all'Unione Catechisti

- le vocazioni dei laici impegnati nell'apostolato e nel servizio

- le intenzioni degli iscritti alla Crociata della Sofferenza: B.A. ( Novale Milanese ) per la propria famiglia; P.A. ( Catania ); A.V. ( Catania ); A.S. ( Busto Arsizio ) per la sua salute; C.F: ( Vibo Valentia ) per sé e per i suoi familiari; D'A.M. ( Catania ) per sé, per i suoi cari e per una conversione; O.R. ( Borgo d'Ale ) per il figlio; L.T. ( Nivelles, Belgio ) per sé e per i suoi cari; B.A. ( Licata ) per il figlio disoccupato; C.P. ( Nicolosi ) una preghiera particolare; L.M. ( Bedano ) per la sua salute; M.V. ( Busca ); P.R. ( Torino ); P.l. ( Torino ) per la sua famiglia; E.G.E. ( Vibo Valentia ); D'A-M.G: ( Catania ) per sé e per una giovane; A.M. ( Bronte ); C.N., B.P., D.C.C. ( Catania ); D'A.M.G. ( Catania ) per la sua famiglia; M.C. ( Torino ) per la sua salute; C.P. ( Nicolosi ) ; D.S.V. ( Catania ) per sé e per il fratello e per la salute di Giuseppe Alcantara e della moglie Grazia.

Ricordiamo nelle preghiere di suffragio

Le anime del Dott Gaetano di Sales, Catechista Associato, dei Fratelli Albino Re, Efisio Maritano, Achille Bardotti che più profondamente appartenevano alla nostra famiglia.

- I defunti: Natale Luetto, Emilia Bronzino, Eugenio Gallina, Jolanda Savoini, Vittorio ed Erminia Mencini, il catechista Gaetano Sales, Fr. Achille, Fr. Albino e Fr. Efisio, i genitori di L.O. ( Acireale ); i defunti Rosario, Vito, Rosa e Maria di M.S. ( Acireale ); il marito di O.R. ( Borgo D'Ale ); i defunti di B.A. ( Licata ); Angelo, Lucio, Lina, Giuseppe di A.N. ( Mantova ); i defunti di G.R. ( Andora ); C.M. ( Catania ); Carlo, Alba, Vittoria, Gregorio di M.C. ( Torino ) i genitori di D.S.V. ( Catania ) e l'anima di Mineo Giuseppe, la mamma della sig.ra Uzzo e la mamma della sig.ra Baj.

La Vergine Immacolata ci guidi a Gesù Crocifisso e Gesù viva sempre nei nostri cuori!