Convegno ecclesiale di Verona

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Conclusione

"Questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza" ( 1 Pt 3,15-16 )

16 Concludiamo questa traccia di riflessione, che accompagnerà la preparazione al Convegno Ecclesiale di Verona, richiamando ancora la prima lettera di Pietro, che ci esorta alla "dolcezza", al "rispetto" e alla "retta coscienza" ( 1 Pt 3,15-16 ).

La riflessione sulla forza della testimonianza e sul dinamismo della speranza trova il suo principio fondamentale nel rinnovamento della nostra vita in Gesù Crocifisso e Risorto.

Questo riferimento ci ha sospinti verso un atteggiamento di discernimento personale ed ecclesiale, per il quale queste pagine hanno solo offerto qualche spunto.

L'esercizio del discernimento è del resto già una componente della testimonianza: esso non solo prepara alla testimonianza, ma già la fa vivere.

Il discernimento è anche ascesi e purificazione: purifica la nostra conoscenza, e la conoscenza della realtà arricchisce la carità rendendola viva e operante nella storia quotidiana.

Il discernimento è vigilanza paziente: vigilanza sempre richiesta dalla vita cristiana e pazienza oggi particolarmente necessaria rispetto alle ambivalenze dischiuse dalle trasformazioni sociali e culturali.

Il discernimento, infine, va accompagnato con un atteggiamento umile nei confronti della verità, da cui nasce anche attenzione verso gli altri e verso le condizioni della loro esistenza, così che la testimonianza non sia mai fonte di divisione o di contrasto, ma sempre di edificazione.

Siamo invitati a essere testimoni di Gesù Cristo, speranza del mondo in "questa stupenda e drammatica scena temporale e terrena" ( Paolo VI, Testamento ), "tenendo fisso lo sguardo su Gesù" ( Eb 12,2 ) e "gettando in lui ogni nostra preoccupazione, perché egli ha cura di noi" ( 1 Pt 5,7-8 ).

Allegato

Il cammino di preparazione

a) La fase di preparazione al Convegno Ecclesiale dovrà essere vissuta come un'occasione per aiutare le comunità cristiane e i credenti a riacquistare la capacità di riflettere sulle tematiche del vissuto umano e delle istituzioni in modo costruttivo, così da superare gli atteggiamenti di rimozione dei problemi o di contrapposizione.

Spesso riconosciamo che i luoghi della vita quotidiana sembrano usciti dall'agenda pastorale e che pertanto i cristiani trovano difficoltà a collegare fede e vita, non soltanto sul piano della coerenza personale ma soprattutto sul piano della correlazione sostanziale.

Diventa perciò importante affrontare le questioni del vissuto, non con una semplice esortazione a fare di più o meglio, ma con atteggiamenti di condivisione e di amore, che sono costitutivi della vita di Chiesa.

Il Convegno viene in tal modo a proporsi come un momento di sintesi, si spera non solo estrinseca, tra due linee, l'una più pastorale, e più attenta alle prospettive della missionarietà, e l'altra più culturale, che si interroga sull'edificazione di una coscienza personale e storica dei fedeli cristiani a confronto con i diversi fenomeni che danno forma al vissuto.

Sono tre le prospettive che fanno da sfondo al Convegno: la prima è quella della missionarietà, del bisogno cioè di risvegliare una coscienza missionaria, della necessità di ritrovare, non da parte di singoli ambienti ma da parte dell'intera comunità ecclesiale, un anelito nuovo all'annuncio del Vangelo.

La seconda è quella della cultura, intesa come capacità della Chiesa di offrire agli uomini e alle donne di oggi un orizzonte di senso, di essere con la sua stessa esistenza un punto di riferimento credibile per chi cerca una risposta alle esigenze complesse e multiformi che segnano la vita.

La terza è quella della spiritualità, quella spiritualità moderna e pasquale, una spiritualità anche e specialmente laicale, caratterizzata dall'impegno nel mondo e dalla simpatia per il mondo, come via di santificazione, prospettata già a conclusione del Convegno Ecclesiale di Palermo.

Queste tre prospettive interagiscono con il tema del nuovo Convegno Ecclesiale, che comporta un reciproco ascolto delle molte esperienze e riflessioni che sono già in campo e che, se sapranno incontrarsi dando forma a un cammino organico, potranno aiutare nell'opera di discernimento a cui la Chiesa italiana è chiamata a Verona.

b) La traccia di riflessione costituisce il punto di riferimento per l'anno di preparazione al Convegno Ecclesiale, che coincide con l'anno pastorale 2005/2006, e viene affidato alle Chiese particolari, nelle quali i Vescovi, con i consigli presbiterali e i consigli pastorali, individueranno le forme più opportune perché la riflessione coinvolga tutti e in modo particolare i fedeli laici.

Le associazioni, i movimenti laicali e le aggregazioni ecclesiali tutte contribuiranno ad arricchire tale cammino preparatorio, inserendosi nel percorso che i Vescovi proporranno.

La stessa scelta dei delegati diocesani che parteciperanno al Convegno dovrà essere espressione di un cammino di Chiesa, che sappia anche valorizzare le tipicità di ciascuna comunità diocesana.

Le relazioni che raccoglieranno i frutti della riflessione attuata nelle diocesi, saranno trasmesse al Gruppo regionale di coordinamento, costituito dai rappresentanti di ciascuna regione nel Comitato Preparatorio, entro il 4 giugno 2006.

Entro la fine di luglio 2006 i Gruppi regionali di coordinamento trasmetteranno alla Giunta del Comitato Preparatorio una sintesi regionale dei diversi contributi pervenuti, che verranno allegati alla stessa sintesi.

Entro la stessa data gli organismi ecclesiali e le aggregazioni laicali a livello nazionale, come pure tutti coloro che si sentono interpellati da questa comune riflessione, potranno ugualmente far giungere i loro contributi.

I Gruppi regionali di coordinamento programmeranno nel mese di settembre 2006 almeno un incontro dei delegati diocesani, per la presentazione di quanto emerso dal lavoro preparatorio in regione e per una riflessione di approfondimento che favorirà l'ulteriore preparazione degli stessi delegati.

Accanto al percorso diocesano, attraverso il Servizio Nazionale per il Progetto culturale, verranno programmate iniziative articolate sul territorio nazionale, diversificate per tematiche e per forme organizzative, come tappe di avvicinamento al Convegno nelle quali saranno proposti alcuni contenuti riconducibili agli "ambiti della testimonianza", indicati nella quarta parte della traccia di riflessione.

Tale percorso nazionale itinerante, contestualizzato nel territorio, sarà realizzato con l'apporto di persone e realtà locali, in particolar modo del laicato cattolico, che esprimono la ricchezza della Chiesa che è in Italia, in una dinamica di confronto con tutti coloro che hanno a cuore il bene delle persone e della società.

La stessa dinamica del Convegno e il tema posto al centro della convocazione spingono peraltro ad avviare un grande laboratorio ecclesiale, e perciò popolare, per fare emergere l'immagine del fedele cristiano quale testimone del Risorto nel mondo.

c) Calendario

maggio 2005 Pubblicazione della traccia di riflessione

estate 2005 Pubblicazione del calendario degli incontri che daranno forma al "percorso nazionale itinerante" di preparazione al Convegno

settembre 2005 - maggio 2006 Approfondimento della traccia di riflessione nelle Chiese particolari attraverso i consigli presbiterale e pastorale e nelle forme che verranno stabilite a livello diocesano

4 giugno 2006 Termine ultimo per la consegna al Gruppo regionale di coordinamento dei contributi diocesani di preparazione al Convegno

31 luglio 2006 Termine ultimo per la consegna alla Giunta del Comitato Preparatorio delle sintesi regionali e dei contributi degli organismi e aggregazioni ecclesiali a livello nazionale

settembre 2006 Incontri regionali dei delegati diocesani al Convegno

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