2 marzo 2008

Cari fratelli e sorelle, in queste domeniche di Quaresima, attraverso i testi del Vangelo di Giovanni, la liturgia ci fa percorrere un vero e proprio itinerario battesimale: domenica scorsa, Gesù ha promesso alla Samaritana il dono dell'"acqua viva"; oggi, guarendo il cieco nato si rivela come "la luce del mondo"; domenica prossima, risuscitando l'amico Lazzaro, si presenterà come "la risurrezione e la vita".

Acqua, luce, vita: sono simboli del Battesimo, sacramento che "immerge" i credenti nel mistero della morte e resurrezione di Cristo, liberandoli dalla schiavitù del peccato e donando loro la vita eterna.

Soffermiamoci brevemente sul racconto del cieco nato ( Gv 9,1-41 ).

I discepoli, secondo la mentalità comune del tempo, danno per scontato che la sua cecità sia conseguenza di un peccato suo o dei suoi genitori.

Gesù invece respinge questo pregiudizio e afferma: "Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio" ( Gv 9,3 ).

Quale conforto ci offrono queste parole!

Esse ci fanno sentire la viva voce di Dio, che è Amore provvido e sapiente!

Di fronte all'uomo segnato dal limite e dalla sofferenza, Gesù non pensa ad eventuali colpe, ma alla volontà di Dio che ha creato l'uomo per la vita.

E perciò dichiara solennemente: "Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato …

Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo" ( Gv 9,5 ).

E subito passa all'azione: con un po' di terra e di saliva fa del fango e lo spalma sugli occhi del cieco.

Questo gesto allude alla creazione dell'uomo, che la Bibbia racconta con il simbolo della terra plasmata e animata dal soffio di Dio ( cfr Gen 2,7 ).

"Adamo" infatti significa "suolo", e il corpo umano in effetti è composto di elementi della terra.

Guarendo l'uomo, Gesù opera una nuova creazione.

Ma quella guarigione suscita un'accesa discussione, perché Gesù la compie di sabato, trasgredendo, secondo i farisei, il precetto festivo.

Così, alla fine del racconto, Gesù e il cieco si ritrovano entrambi "cacciati fuori" dai farisei: uno perché ha violato la legge e l'altro perché, malgrado la guarigione, rimane marchiato come peccatore dalla nascita.

Al cieco guarito Gesù rivela che è venuto nel mondo per operare un giudizio, per separare i ciechi guaribili da quelli che non si lasciano guarire, perché presumono di essere sani.

È forte infatti nell'uomo la tentazione di costruirsi un sistema di sicurezza ideologico: anche la stessa religione può diventare elemento di questo sistema, come pure l'ateismo, o il laicismo, ma così facendo si resta accecati dal proprio egoismo.

Cari fratelli, lasciamoci guarire da Gesù, che può e vuole donarci la luce di Dio!

Confessiamo le nostre cecità, le nostre miopie, e soprattutto quello che la Bibbia chiama il "grande peccato" ( cfr Sal 18,14 ): l'orgoglio.

Ci aiuti in questo Maria Santissima, che generando Cristo nella carne ha dato al mondo la vera luce.