Dominum et vivificantem

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Lo Spirito e la Sposa dicono: « Vieni! »

65 Il soffio della vita divina, lo Spirito Santo, nella sua maniera più semplice e comune, si esprime e si fa sentire nella preghiera.

È bello e salutare pensare che, dovunque si prega nel mondo, ivi è lo Spirito Santo, soffio vitale della preghiera.

È bello e salutare riconoscere che, se la preghiera è diffusa in tutto l'orbe, nel passato, nel presente e nel futuro, altrettanto estesa è la presenza e l'azione dello Spirito Santo, che « alita » la preghiera nel cuore dell'uomo in tutta la gamma smisurata delle situazioni più diverse e delle condizioni ora favorevoli, ora avverse alla vita spirituale e religiosa.

Molte volte, sotto l'azione dello Spirito, la preghiera sale dal cuore dell'uomo nonostante i divieti e le persecuzioni, e persino le proclamazioni ufficiali circa il carattere areligioso, o addirittura ateo della vita pubblica.

La preghiera rimane sempre la voce di tutti coloro che apparentemente non hanno voce - e in questa voce risuona sempre quel « forte grido », attribuito a Cristo dalla Lettera agli Ebrei. ( Eb 5,7 )

La preghiera è anche la rivelazione di quell'abisso, che è il cuore dell'uomo: una profondità, che è da Dio e che solo Dio può colmare, proprio con lo Spirito Santo.

Leggiamo in Luca: « Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono! ». ( Lc 11,13 )

Lo Spirito Santo è il dono, che viene nel cuore dell'uomo insieme con la preghiera.

In questa egli si manifesta prima di tutto e soprattutto come il dono, che « viene in aiuto alla nostra debolezza ».

È il magnifico pensiero sviluppato da san Paolo nella Lettera ai Romani quando scrive: « Noi nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili ». ( Rm 8,26 )

Dunque, lo Spirito Santo non solo fa sì che preghiamo, ma ci guida « dall'interno » nella preghiera, supplendo alla nostra insufficienza, rimediando alla nostra incapacità di pregare: egli è presente nella nostra preghiera e le dà una dimensione divina.283

Così « colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio ». ( Rm 8,27 )

La preghiera per opera dello Spirito Santo diventa l'espressione sempre più matura dell'uomo nuovo, che per mezzo di essa partecipa alla vita divina.

La nostra difficile epoca ha uno speciale bisogno della preghiera.

Se nel corso della storia - ieri come oggi - numerosi uomini e donne hanno dato testimonianza dell'importanza della preghiera, consacrandosi alla lode di Dio e alla vita di orazione soprattutto nei monasteri con grande vantaggio per la Chiesa, in questi anni va pure crescendo il numero delle persone che, in movimenti e gruppi sempre più estesi, mettono al primo posto la preghiera ed in essa cercano il rinnovamento della vita spirituale.

È questo un sintomo significativo e consolante, giacché da tale esperienza è derivato un reale contributo alla ripresa della preghiera tra i fedeli, che sono stati aiutati a meglio considerare lo Spirito Santo come colui che suscita nei cuori un profondo anelito alla santità.

In molti individui e in molte comunità matura la consapevolezza che, pur con tutto il vertiginoso progresso della civiltà tecnico-scientifica, nonostante le reali conquiste e le mète raggiunte, l'uomo è minacciato, l'umanità è minacciata.

Dinanzi a questo pericolo, e anzi sperimentando già la paurosa realtà della decadenza spirituale dell'uomo, persone singole e intere comunità, quasi guidate da un senso interiore della fede, cercano la forza capace di risollevare l'uomo, di salvarlo da se stesso, dai propri sbagli e abbagli, che spesso rendono nocive le sue stesse conquiste.

E così scoprono la preghiera, nella quale si manifesta lo « Spirito che viene in aiuto alla nostra debolezza ».

In questo modo i tempi, in cui viviamo, avvicinano allo Spirito Santo molte persone, che ritornano alla preghiera.

Ed io confido che tutte trovino nell'insegnamento di questa Enciclica un nutrimento per la loro vita interiore e riescano ad irrobustire, sotto l'azione dello Spirito, il loro impegno di preghiera in consonanza con la Chiesa e col suo Magistero.

66 In mezzo ai problemi, alle delusioni e alle speranze, alle diserzioni e ai ritorni di questi tempi, la Chiesa rimane fedele al mistero della sua nascita.

Se è un fatto storico che la Chiesa è uscita dal Cenacolo il giorno di Pentecoste, in un certo senso si può dire che non lo ha mai lasciato.

Spiritualmente l'evento della Pentecoste non appartiene solo al passato: la Chiesa è sempre nel Cenacolo, che porta nel cuore.

La Chiesa persevera nella preghiera, come gli apostoli insieme a Maria, Madre di Cristo, ed a coloro che in Gerusalemme costituivano il primo germe della comunità cristiana e attendevano, pregando, la venuta dello Spirito Santo.

La Chiesa persevera nella preghiera con Maria.

Questa unione della Chiesa orante con la Madre di Cristo fa parte del mistero della Chiesa fin dall'inizio: noi la ve diamo presente in questo mistero, come è presente in quello di suo Figlio.

Ce lo dice il Concilio: « La Beata Vergine …, adombrata dallo Spirito Santo, … diede alla luce il Figlio, che Dio ha posto quale primogenito tra molti fratelli ( Rm 8,29 ), cioè tra i fedeli, alla cui rigenerazione e formazione essa coopera con materno amore ».

Ella è « per le sue singolari grazie e funzioni … intimamente congiunta con la Chiesa: è figura della Chiesa ».285

« La Chiesa, contemplando l'arcana santità di lei ed imitandone la carità, diventa anch'essa madre » e « ad imitazione della Madre del suo Signore, con la virtù dello Spirito Santo, conserva verginalmente integra la fede, salda la speranza, sincera la carità: essa pure ( cioè la Chiesa ) è vergine, che custodisce… la fede data allo Sposo ».286

Si capisce così il senso profondo del motivo, per cui la Chiesa, unita con la Vergine Madre, si rivolge ininterrottamente quale Sposa al suo divino Sposo, come attestano le parole dell'Apocalisse, riportate dal Concilio: « Lo Spirito e la Sposa dicono al Signore Gesù: "Vieni!" ». ( Ap 22,17 )287

La preghiera della Chiesa è questa invocazione incessante, nella quale « lo Spirito stesso intercede per noi »: in certo modo, egli stesso la pronuncia con la Chiesa e nella Chiesa.

Lo Spirito, infatti, è dato alla Chiesa, affinché per la sua potenza tutta la comunità del Popolo di Dio, per quanto largamente ramificata e varia, perseveri nella speranza: in quella speranza, nella quale « siamo stati salvati ».( Rm 8,24 )

È la speranza escatologica, la speranza del definitivo compimento in Dio, la speranza del Regno eterno, che si attua nella partecipazione alla vita trinitaria.

Lo Spirito Santo, dato agli apostoli come consolatore, è il custode e l'animatore di questa speranza nel cuore della Chiesa.

Nella prospettiva del terzo Millennio dopo Cristo, mentre « lo Spirito e la Sposa dicono al Signore Gesù: "Vieni!" », questa loro preghiera è carica, come sempre, di una portata escatologica, destinata a dare pienezza di significato anche alla celebrazione del grande Giubileo.

E una preghiera rivolta in direzione dei destini salvifici, verso i quali lo Spirito Santo apre i cuori con la sua azione attraverso tutta la storia dell'uomo sulla terra.

Nello stesso tempo, però, questa preghiera si orienta verso un preciso momento della storia, in cui è messa in rilievo la « pienezza del tempo », scandita dall'anno Duemila.

A questo Giubileo la Chiesa desidera prepararsi nello Spirito Santo, come dallo Spirito Santo fu preparata la Vergine di Nazareth, nella quale il Verbo si fece carne.

Indice

283 Origene, De oratione, 2: PG 11, 419-423
285 Lumen gentium 63
286 Lumen gentium 64
287 Lumen gentium 4