Evangelii nuntiandi

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Contributo specifico della Chiesa

38 Detto questo, Noi siamo lieti che la Chiesa prenda coscienza sempre più viva della maniera propria, fondamentalmente evangelica, che essa ha di collaborare alla liberazione degli uomini.

E che cosa fa? Cerca sempre più di suscitare numerosi cristiani che si dedichino alla liberazione degli altri.

Offre a questi cristiani « liberatori » una ispirazione di fede, una motivazione di amore fraterno, un insegnamento sociale al quale il vero cristiano non può non essere attento, ma che deve porre alla base della sua sapienza, della sua esperienza per tradurlo concretamente in categorie di azione, di partecipazione e di impegno.

Tutto questo, senza confondersi con atteggiamenti tattici né col servizio di un sistema politico, deve caratterizzare lo slancio del cristiano impegnato.

La Chiesa si sforza di inserire sempre la lotta cristiana per la liberazione nel disegno globale della salvezza che essa stessa annunzia.

Ciò che Noi abbiamo qui ricordato emerge più di una volta dai dibattiti del Sinodo.

Noi abbiamo d'altronde voluto consacrare a questo tema alcune parole di chiarificazione nel Discorso indirizzato ai Padri alla chiusura dell'Assemblea.65

Tutte queste considerazioni dovrebbero aiutare, bisogna sperarlo, ad evitare l'ambiguità che riveste troppo spesso la parola « liberazione » nelle ideologie, nei sistemi o nei gruppi politici.

La liberazione che proclama e prepara l'evangelizzazione è quella che il Cristo stesso ha annunziato e donato all'uomo mediante il suo sacrificio.

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65 Paolo VI, Discorso per la chiusura della terza assemblea generale del Sinodo dei Vescovi ( 26 ottobre 1974 ): AAS 66, 1974, p. 637