Evangelii nuntiandi

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Non credenti

55 Significativa è anche la preoccupazione, manifestatasi nel citato Sinodo, nei riguardi delle due sfere molto differenti l'una dall'altra, e tuttavia molto vicine per la sfida che, ciascuna a suo modo, lancia all'evangelizzazione.

La prima è quella che si può chiamare il progressivo aumento della non credenza nel mondo moderno.

Il Sinodo ha cercato di descrivere questo mondo moderno: sotto questo nome generico, quante correnti di pensiero, valori e contro-valori, aspirazioni latenti o semi di distruzione, convinzioni antiche che scompaiono e convinzioni nuove che si impongono!

Dal punto di vista spirituale, questo mondo moderno sembra dibattersi in quello che un autore contemporaneo ha chiamato « il dramma dell'umanesimo ateo ».77

Da una parte, si è obbligati a costatare nel cuore stesso di questo mondo contemporaneo il fenomeno che diviene quasi la sua nota più sorprendente: il secolarismo.

Noi non parliamo della secolarizzazione, che è lo sforzo in sé giusto e legittimo, per nulla incompatibile con la fede o con la religione, di scoprire nella creazione, in ogni cosa o in ogni evento dell'universo, le leggi che li reggono con una certa autonomia, nell'intima convinzione che il Creatore vi ha posto queste leggi.

Il recente Concilio ha affermato, in questo senso la legittima autonomia della cultura e particolarmente delle scienze.78

Noi vediamo qui un vero secolarismo: una concezione del mondo, nella quale questo si spiega da sé senza che ci sia bisogno di ricorrere a Dio, divenuto in tal modo superfluo ed ingombrante.

Un simile secolarismo, per riconoscere il potere dell'uomo, finisce dunque col fare a meno di Dio ed anche col negarlo.

Nuove forme di ateismo - un ateismo antropocentrico, non più astratto e metafisico ma pragmatico, programmatico e militante - sembrano derivarne.

In connessione con questo secolarismo ateo, ci vengono proposti tutti i giorni, sotto le forme più svariate, la civiltà dei consumi, l'edonismo elevato a valore supremo, la volontà di potere e di dominio, discriminazioni di ogni tipo: altrettante inclinazioni inumane di questo umanesimo.

In questo stesso mondo moderno d'altra parte, paradossalmente, non si può negare l'esistenza di veri addentellati cristiani, di valori evangelici, per lo meno sotto forma di un vuoto o di una nostalgia.

Non sarebbe esagerato parlare di una possente e tragica invocazione ad essere evangelizzato.

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77 Henri de Lubac, Le drame de l'humanisme athée, Ed. Spes, Paris 1945
78 Gaudium et Spes59