Evangelii nuntiandi

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Artefici di unità

77 La forza dell'evangelizzazione risulterà molto diminuita se coloro che annunziano il Vangelo sono divisi tra di loro da tante specie di rotture.

Non starebbe forse qui uno dei grandi malesseri dell'evangelizzazione oggi?

Infatti, se il Vangelo che proclamiamo appare lacerato da discussioni dottrinali, da polarizzazioni ideologiche o da condanne reciproche tra cristiani in balìa delle loro diverse teorie sul Cristo e sulla Chiesa, ed anche a causa delle loro diverse concezioni su la società e le istituzioni umane, come potrebbero coloro a cui è rivolta la nostra predicazione non sentirsene turbati, disorientati, se non addirittura scandalizzati?

Il testamento spirituale del Signore ci dice che l'unità tra i suoi seguaci non è soltanto la prova che noi siamo suoi, ma anche che egli è l'inviato del Padre, criterio di credibilità dei cristiani e del Cristo medesimo.

In quanto evangelizzatori, noi dobbiamo offrire ai fedeli di Cristo l'immagine non di uomini divisi e separati da litigi che non edificano affatto, ma di persone mature nella fede, capaci di ritrovarsi insieme al di sopra delle tensioni concrete, grazie alla ricerca comune, sincera e disinteressata della verità.

Sì, la sorte dell'evangelizzazione è certamente legata alla testimonianza di unità data dalla Chiesa.

È questo un motivo di responsabilità ma anche di conforto.

A questo punto vogliamo sottolineare il segno dell'unità tra tutti i cristiani come via e strumento di evangelizzazione.

La divisione dei cristiani è un grave stato di fatto che perviene ad intaccare la stessa opera di Cristo.

Il Concilio Vaticano II afferma con lucidità e fermezza che essa « è di grave pregiudizio alla santa causa della predicazione del Vangelo a tutti gli uomini e impedisce a molti di abbracciare la fede ».123

Per questo, nell'indire l'Anno Santo abbiamo creduto necessario ricordare a tutti i fedeli del mondo cattolico che « la riconciliazione di tutti gli uomini con Dio, nostro Padre, dipende dal ristabilimento della comunione di coloro che già hanno riconosciuto ed accolto nella fede Gesù Cristo come il Signore della misericordia che libera gli uomini e li unisce nello Spirito di amore e di verità ».124

È con un forte sentimento di speranza che Noi guardiamo agli sforzi che si fanno nel mondo cristiano per tale ristabilimento della piena unità voluta da Cristo.

S. Paolo ce ne assicura: « la speranza non delude ». ( Rm 5,5 )

Mentre lavoriamo ancora per ottenere dal Signore la piena unità, vogliamo intensificata la preghiera.

Inoltre facciamo Nostro il voto dei Padri della terza Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, che si collabori con maggiore impegno con i fratelli cristiani, basandoci sul fondamento del Battesimo e sul patrimonio di fede che ci è comune, per rendere sin d'ora, nella stessa opera di evangelizzazione, una più larga testimonianza comune a Cristo di fronte al mondo.

Ci spinge a ciò il Comando di Cristo, lo richiede il dovere di predicare e di rendere testimonianza al Vangelo.

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123 Ad Gentes 6;
Unitatis Redintegratio 1
124 Apostolorum Limina, VII: AAS 66, 1974, p. 305