Catechesi tradendae

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I Catechisti laici

66 Io intendo ringraziare, a nome di tutta la chiesa, voi catechisti parrocchiali, laici, uomini ed in numero ancor maggiore donne, che dappertutto nel mondo vi siete dedicati all'educazione religiosa di numerose generazioni.

La vostra attività, spesso umile e nascosta, ma compiuta con zelo ardente e generoso, è una forma eminente di apostolato laicale, particolarmente importante laddove, per differenti ragioni, i fanciulli ed i giovani non ricevono una conveniente formazione religiosa in seno alle loro famiglie.

Quanti di noi hanno ricevuto da persone come voi le prime nozioni del catechismo e la preparazione al sacramento della riconciliazione, alla prima comunione ed alla confermazione?

La IV assemblea generale del sinodo non vi ha certo dimenticati.

Insieme con essa, io vi incoraggio a continuare la vostra collaborazione alla vita della chiesa.

Ma sono i catechisti in terra di missione coloro che meritano, in modo del tutto speciale, questo titolo di « catechisti ».

Nati da famiglie già cristiane, o convertiti un giorno al cristianesimo ed istruiti dai missionari o da un altro catechista, essi consacrano in seguito la loro vita, per lunghi anni, a catechizzare i fanciulli e gli adulti dei loro paesi.

Chiese ora fiorenti non sarebbero state edificate senza di loro.

Io mi rallegro per gli sforzi compiuti dalla Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli al fine di perfezionare sempre meglio la formazione di questi catechisti.

Io rievoco con riconoscenza la memoria di coloro che il Signore ha già chiamato a sé, mentre invoco l'intercessione di coloro che dai miei predecessori sono stati elevati alla gloria degli altari.

Io incoraggio di tutto cuore coloro che sono all'opera, ed auspico che molti altri prendano il loro posto, e che il loro numero si accresca per un'opera tanto necessaria alla missione.

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