Ecclesia in Europa

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L'impegno dei ministri ordinati

34 I sacerdoti sono chiamati in virtù del loro ministero, a celebrare, insegnare e servire in un modo speciale il Vangelo della speranza.

In forza del sacramento dell'Ordine che li configura a Cristo Capo e Pastore, i Vescovi ed i sacerdoti devono conformare tutta la loro vita e la loro azione a Gesù; mediante la predicazione della Parola, la celebrazione dei sacramenti e la guida della comunità cristiana, essi rendono presente il mistero di Cristo e, attraverso lo stesso esercizio del loro ministero, « sono chiamati a prolungare la presenza di Cristo, unico e sommo Pastore, attualizzando il suo stile di vita e facendosi quasi sua trasparenza in mezzo al gregge loro affidato ».57

Inseriti "nel" mondo ma non "del" mondo ( Gv 17,15-16 ), nell'attuale situazione culturale e spirituale del Continente europeo, sono chiamati ad essere segno di contraddizione e di speranza per una società malata di orizzontalismo e bisognosa di aprirsi al Trascendente.

35 In questo quadro acquista rilievo anche il celibato sacerdotale, segno di una speranza riposta totalmente nel Signore.

Esso non è mera disciplina ecclesiastica imposta dall'autorità; al contrario, esso è innanzitutto grazia, dono inestimabile di Dio per la Chiesa, valore profetico per il mondo attuale, fonte di intensa vita spirituale e di fecondità pastorale, testimonianza del Regno escatologico, segno dell'amore di Dio verso questo mondo, nonché dell'amore indiviso del sacerdote verso Dio e verso il suo popolo.58

Vissuto in risposta al dono di Dio e come superamento delle tentazioni di una società edonista, esso non solo favorisce la realizzazione umana di chi vi è chiamato, ma si rivela fattore di crescita anche per gli altri.

Stimato in tutta la Chiesa come conveniente per il sacerdozio,59 richiesto come obbligo dalla Chiesa latina,60 altamente rispettato dalle Chiese Orientali,61 il celibato, nel contesto della cultura attuale, appare come segno eloquente da dover essere custodito quale bene prezioso per la Chiesa.

Una revisione della disciplina attuale, a questo riguardo, non permetterebbe di risolvere la crisi delle vocazioni al presbiterato cui si assiste in molte parti d'Europa.62

Un impegno al servizio del Vangelo della speranza chiede anche che nella Chiesa si abbia a presentare il celibato nella sua piena ricchezza biblica, teologica e spirituale.

36 Non possiamo ignorare che oggi l'esercizio del sacro ministero incontra non poche difficoltà dovute sia alla cultura diffusa, sia alla diminuzione numerica dei presbiteri stessi con la crescita del carico pastorale e la stanchezza che questa può comportare.

Di conseguenza, sono ancora più degni di stima, di gratitudine e di vicinanza i sacerdoti che con ammirevole dedizione e fedeltà vivono il ministero loro affidato.63

A loro, riprendendo le parole scritte dai Padri sinodali, intendo dire anch'io, con fiducia e gratitudine, il mio incoraggiamento: « Non perdetevi d'animo e non lasciatevi sopraffare dalla stanchezza; in piena comunione con noi Vescovi, in gioiosa fraternità con gli altri presbiteri, in cordiale corresponsabilità con i consacrati e tutti i fedeli laici, continuate la vostra opera preziosa e insostituibile ».64

Con i presbiteri, desidero ricordare anche i diaconi, che partecipano, seppure in grado diverso, dello stesso sacramento dell'Ordine.

Mandati al servizio della comunione ecclesiale, essi esercitano, sotto la guida del Vescovo e con il suo presbiterio, la "diaconia" della liturgia, della parola e della carità.65

In questo modo loro proprio sono a servizio del Vangelo della speranza.

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57 Giovanni Paolo II, Pastores dabo vobis 15
58 Giovanni Paolo II, Pastores dabo vobis 29;
Propositio 18
59 Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, can. 373
60 Cod. Dir. Can. can. 277,1
61 Paolo VI, Sacerdotalis coelibatus 40
62 Propositio 18
63 Propositio 18
64 Sinodo dei Vescovi – Seconda Assemblea Speciale per l'Europa, Messaggio finale, n. 4: L'Osservatore Romano, 23 ottobre 1999, p. 5
65 Lumen gentium 29