Africae munus

Indice

Parte 2 - Cap 2

Principali campi di aposolato

132. Il Signore ci ha affidato una missione particolare e non ci ha lasciato sprovvisti di mezzi per compierla.

Non solo Egli ha rivestito ciascuno di noi di doni personali per l'edificazione del suo Corpo che è la Chiesa, ma ha affidato anche a tutta la comunità ecclesiale doni particolari per permetterle di continuare la sua missione.

Il dono per eccellenza è lo Spirito Santo.

È grazie a Lui che noi formiamo un solo corpo ed « è solo nella forza dello Spirito Santo [ che ] possiamo trovare ciò che è retto e poi attuarlo ».182

I mezzi sono necessari per permetterci di agire, ma essi rimangono insufficienti se, attraverso « le nostre capacità di pensare, parlare, sentire, agire »,183 non è Dio stesso che ci dispone a collaborare alla sua opera di riconciliazione.

È grazie allo Spirito Santo che noi diventiamo veramente « il sale della terra » e « la luce del mondo » ( Mt 5,13.14 ).

I. LA CHIESA COME PRESENZA DI CRISTO

133. La Chiesa è « in Cristo, come sacramento, cioè segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano ».184

In quanto comunità di discepoli di Cristo, possiamo rendere visibile e comunicare l'amore di Dio.

L'amore « è la luce – in fondo l'unica – che rischiara sempre di nuovo un mondo buio e ci dà il coraggio di vivere e di agire ».185

Questa realtà diventa manifesta nella Chiesa universale, diocesana, parrocchiale, nelle CEV/SCC,186 nei movimenti e nelle associazioni, e fin nella famiglia cristiana, « chiamata a essere una "Chiesa domestica", luogo di fede, di preghiera e di preoccupazione amorevole per il bene vero e duraturo di ciascuno dei propri membri »,187 una comunità dove si vive il segno della pace.188

Le CEV/SCC, i movimenti e le associazioni possono essere luoghi propizi, all'interno delle parrocchie, per accogliere e vivere il dono della riconciliazione offerta da Cristo, nostra pace.

Ogni membro della comunità deve diventare il custode dell'altro: è uno dei significati del gesto della pace nella Celebrazione dell'Eucaristia.189

II. IL MONDO DELL'EDUCAZIONE

134. Le scuole cattoliche sono preziosi strumenti per imparare a tessere nella società, sin dall'infanzia, legami di pace e di armonia mediante l'educazione ai valori africani assunti da quelli del Vangelo.

Incoraggio i Vescovi e gli Istituti di persone consacrate a operare affinché i bambini in età scolare possano frequentare una scuola: è una questione di giustizia per ogni bambino e, molto più, ne dipende l'avvenire dell'Africa.

I cristiani, i giovani in particolare, si dedichino alle scienze dell'educazione per trasmettere un sapere impregnato di verità, un saper fare e un saper essere animati da una coscienza cristiana formata alla luce dell'insegnamento sociale della Chiesa.

Si dovrebbe prestare attenzione anche ad assicurare una giusta remunerazione al personale delle istituzioni educative della Chiesa e all'insieme del personale delle strutture ecclesiali per rafforzare la credibilità della Chiesa.

135. Nell'attuale contesto di grande mescolanza di popolazioni, di culture e di religioni, il ruolo delle università e delle istituzioni accademiche cattoliche è essenziale alla ricerca paziente, rigorosa e umile della luce che viene dalla Verità.

Solo una verità che trascende la misura umana, condizionata da limiti, pacifica le persone e riconcilia le società tra loro.

A tal fine, è opportuno creare nuove università cattoliche dove non esistono ancora.

Cari fratelli e sorelle impegnati nelle università e nelle istituzioni accademiche cattoliche, a voi il compito, da una parte, di educare l'intelligenza e lo spirito delle giovani generazioni alla luce del Vangelo e, dall'altra, di aiutare le società africane a comprendere meglio le sfide con cui l'Africa si confronta oggi, offrendo la luce necessaria con le vostre ricerche e le vostre analisi.

136. La missione affidata dall'Esortazione apostolica Ecclesia in Africa alle istituzioni universitarie cattoliche conserva tutta la sua pertinenza.

Il mio beato Predecessore ha scritto: « Le Università e gli Istituti superiori cattolici in Africa svolgono un ruolo importante nella proclamazione della Parola salvifica di Dio.

Sono un segno della crescita della Chiesa in quanto integrano nelle loro ricerche le verità e le esperienze della fede, ed aiutano ad interiorizzarle.

Questi centri di studio sono così a servizio della Chiesa, fornendole personale ben preparato; studiando importanti questioni teologiche e sociali; sviluppando la teologia africana; promuovendo il lavoro d'inculturazione [ … ]; pubblicando libri e diffondendo il pensiero cattolico; intraprendendo le ricerche loro affidate dai Vescovi e contribuendo ad uno studio scientifico delle culture [ … ].

I centri culturali cattolici offrono alla Chiesa singolari possibilità di presenza e di azione nel campo dei mutamenti culturali.

In effetti, essi costituiscono dei forum pubblici che permettono una larga diffusione, mediante il dialogo creativo, delle convinzioni cristiane sull'uomo, sulla donna, sulla famiglia, sul lavoro, sull'economia, sulla società, sulla politica, sulla vita internazionale, sull'ambiente.

Essi sono così luoghi d'ascolto, di rispetto e di tolleranza ».190

I Vescovi vigileranno affinché queste istituzioni universitarie conservino la loro natura cattolica, assumendo sempre orientamenti fedeli all'insegnamento del Magistero della Chiesa.

137. Per apportare un contributo forte e qualificato alla società africana, è indispensabile proporre agli studenti una formazione alla Dottrina sociale della Chiesa.

Ciò aiuterà così la Chiesa in Africa a preparare, con serenità, una pastorale che raggiunga l'essere dell'Africano e lo riconcili con se stesso nell'adesione a Cristo.

Ai Vescovi spetta, ancora una volta, di sostenere una pastorale dell'intelligenza e della ragione che crea l'abitudine di un dialogo razionale e di un'analisi critica nella società e nella Chiesa.

A Yaoundé avevo detto: « Questo secolo permetterà forse, con la grazia di Dio, la rinascita, nel vostro Continente, ma certamente sotto una forma diversa e nuova, della prestigiosa Scuola di Alessandria.

Perché non sperare che essa possa fornire agli Africani di oggi e alla Chiesa universale grandi teologi e maestri spirituali che potrebbero contribuire alla santificazione degli abitanti di questo Continente e della Chiesa intera? ».191

138. È bene che i Vescovi sostengano le cappellanie all'interno delle università e delle istituzioni educative della Chiesa, e ne creino nelle strutture educative pubbliche.

La cappella ne sarà come il cuore.

Permetterà allo studente di incontrare Dio e di mettersi sotto il suo sguardo.

Permetterà ugualmente al cappellano, che sarà scelto con cura per le sue virtù sacerdotali, di esercitare il suo ministero pastorale d'insegnamento e di santificazione.

III. IL MONDO DELLA SALUTE

139. La Chiesa in ogni epoca si è preoccupata della salute.

L'esempio viene da Cristo stesso che, dopo aver proclamato la Parola e guarito i malati, ha affidato ai suoi discepoli la stessa autorità affinché essi guariscano « ogni malattia e ogni infermità » ( Mt 10,1; cfr Mt 14,35; Mc 1,32.34; Mc 6,13.55 ).

È questa stessa cura dei malati che la Chiesa, attraverso le sue istituzioni sanitarie, continua a manifestare ai sofferenti.

Come hanno sottolineato i Padri sinodali, la Chiesa è risolutamente impegnata nella lotta contro le infermità, le malattie e le grandi pandemie.192

140. Le istituzioni sanitarie della Chiesa e tutte le persone che vi lavorano a diverso titolo si sforzino di vedere in ogni malato un membro sofferente del Corpo di Cristo.

Difficoltà di ogni genere sorgono sul vostro cammino: il numero crescente di malati, l'insufficienza dei mezzi materiali e finanziari, la defezione degli organismi che vi hanno lungamente sostenuto e vi abbandonano, tutto questo vi dà a volte l'impressione di un lavoro senza risultati tangibili.

Cari operatori sanitari, siate portatori dell'amore compassionevole di Gesù alle persone che soffrono!

Siate pazienti, siate forti e abbiate coraggio!

Per quanto riguarda le pandemie, i mezzi finanziari e materiali sono indispensabili, ma applicatevi anche senza sosta a informare e formare la popolazione e soprattutto i giovani.193

141. Occorre che le istituzioni sanitarie siano amministrate secondo le regole etiche della Chiesa, assicurando i servizi in conformità con il suo insegnamento ed esclusivamente a favore della vita.

Esse non divengano una fonte d'arricchimento per i privati.

La gestione dei fondi concessi deve avere di mira la trasparenza e servire soprattutto il bene del malato.

Infine ogni istituzione sanitaria dovrà avere una cappella.

La sua presenza ricorderà al personale ( direzione, funzionari, medici e infermieri … ) e al malato che Dio solo è il Signore della vita e della morte.

Nello stesso tempo conviene moltiplicare, nella misura del possibile, i piccoli dispensari che assicurano cure sul territorio e di primo soccorso.

IV. IL MONDO DELL'INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE

142. L'Esortazione apostolica Ecclesia in Africa considerava che i moderni media non sono soltanto strumenti di comunicazione, ma anche un mondo da evangelizzare.194

Essi devono offrire una comunicazione autentica, che è una priorità in Africa, in quanto sono una leva importante per lo sviluppo del Continente195 e per l'evangelizzazione.

I « media possono costituire un valido aiuto per far crescere la comunione della famiglia umana e l'ethos delle società, quando diventano strumenti di promozione dell'universale partecipazione nella comune ricerca di ciò che è giusto ».196

143. Tutti sappiamo che le nuove tecnologie d'informazione possono diventare potenti strumenti di coesione e di pace o anche fattori efficaci di distruzione e di divisione.

Essi possono giovare o nuocere sul piano morale, propagare il vero come il falso, proporre il brutto come il bello.

La massa di notizie o di contro-notizie, così come la massa di immagini può essere interessante come pure può condurre a una forte manipolazione.

L'informazione può diventare molto facilmente disinformazione, e la formazione una deformazione.

I media possono promuovere un'autentica umanizzazione, ma possono al contempo comportare una disumanizzazione.

144. I media eviteranno questo scoglio se essi « sono organizzati e orientati alla luce di un'immagine della persona e del bene comune che ne rispecchi le valenze universali.

I mezzi di comunicazione sociale non favoriscono la libertà né globalizzano lo sviluppo e la democrazia per tutti semplicemente perché moltiplicano le possibilità di interconnessione e di circolazione delle idee.

Per raggiungere simili obiettivi bisogna che essi siano centrati sulla promozione della dignità delle persone e dei popoli, siano espressamente animati dalla carità e siano posti al servizio della verità, del bene e della fraternità naturale e soprannaturale ».197

145. La Chiesa deve essere maggiormente presente nei media al fine di renderli non soltanto strumento di diffusione del Vangelo ma anche un mezzo utile per la formazione dei popoli africani alla riconciliazione nella verità, alla promozione della giustizia e alla pace.

Perciò una solida formazione dei giornalisti all'etica e al rispetto della verità li aiuterà a evitare l'attrattiva del sensazionale, così come la tentazione della manipolazione dell'informazione e del guadagno facile.

I giornalisti cristiani non abbiano paura di manifestare la loro fede.

Ne siano fieri.

È bene ugualmente incoraggiare la presenza e l'attività di fedeli laici competenti nel mondo delle comunicazioni pubbliche e private.

Come il lievito nella pasta, continueranno a rendere testimonianza del contributo positivo e costruttivo che l'insegnamento di Cristo e della sua Chiesa apporta al mondo.

146. Inoltre, la scelta fatta dalla prima Assemblea Speciale per l'Africa di considerare la comunicazione come un elemento portante dell'evangelizzazione si è dimostrata fruttuosa per lo sviluppo dei media cattolici.

Forse converrebbe anche coordinare le strutture esistenti come si fa già in alcuni luoghi.

Migliorare in tal modo l'utilizzo dei mezzi di comunicazione sociale contribuirà a una maggiore promozione dei valori difesi dal Sinodo: la pace, la giustizia e la riconciliazione in Africa,198 e permetterà a questo Continente di partecipare allo sviluppo attuale del mondo.

Indice

182 Benedetto XVI, II Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi. Meditazione durante l'ora terza ( 5 ottobre 2009 ): AAS 101 (2009), 920
183 Ibidem
184 Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Lumen gentium, 1
185 Benedetto XVI, Lett. enc. Deus caritas est, 39 ( 25 dicembre 2005 )
186 Cfr Propositio 35
187 Benedetto XVI, Omelia a Nazareth ( 14 maggio 2009 ): AAS 101 (2009), 480
188 Cfr Id., Esort. ap. postsinodale Sacramentum caritatis, 49 ( 22 febbraio 2007 )
189 Cfr Propositio 36
190 N. 103: AAS 88 (1996), 62-63
191 Benedetto XVI, Discorso ai membri del Consiglio speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi ( Yaoundé, 19 marzo 2009 ): AAS 101 (2009), 312
192 Cfr Messaggio finale, 31
193 Ibidem
194 Cfr Giovanni Paolo II, Esort. ap. postsinodale Ecclesia in Africa, 124 ( 14 settembre 1995 )
195 Cfr Propositio 56
196 Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate, 73 ( 29 giugno 2009 )
197 Caritas in veritate, 73 ( 29 giugno 2009 )
198 Cfr Propositio 56