Africae munus

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Seconda parte - Cap 1

« A ciascuno è data una manifestazione particolare dello spirito per il bene comune » ( 1 Cor 12,7 )

97. Gli orientamenti della missione che ho appena indicato diventeranno realtà solo se la Chiesa agisce, da una parte, sotto la guida dello Spirito Santo e, dall'altra, come un solo corpo, per riprendere l'immagine di san Paolo che presenta queste due condizioni in maniera articolata.

In effetti, in un'Africa segnata da contrasti, la Chiesa deve indicare chiaramente la via verso Cristo.

Essa deve manifestare come si vive, nella fedeltà a Gesù Cristo, l'unità nella diversità insegnata dall'Apostolo: « Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.

A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune » ( 1 Cor 12,4-7 ).

Nell'esortare ogni membro della famiglia ecclesiale ad essere « il sale della terra » e « la luce del mondo » ( Mt 5,13.14 ), intendo insistere su questo « essere » che, tramite lo Spirito, dovrebbe agire in vista del bene comune.

Non si è mai cristiani da soli.

I doni fatti dal Signore ad ognuno, Vescovi, preti, diaconi, religiosi e religiose, catechisti, laici, devono contribuire all'armonia, alla comunione e alla pace nella Chiesa stessa e nella società.

98. Conosciamo bene l'episodio dell'uomo paralitico che viene portato a Gesù perché lo guarisca ( cfr Mc 2,1-12 ).

Per noi oggi, quest'uomo simbolizza tutti i nostri fratelli e sorelle dell'Africa e di altri luoghi, paralizzati in diverse maniere e, purtroppo, spesso in un profondo abbattimento.

Dinanzi alle sfide che ho brevemente indicato secondo le comunicazioni dei Padri sinodali, meditiamo sull'atteggiamento di coloro che hanno portato il paralitico.

Quest'ultimo non ha potuto avvicinarsi a Gesù se non con l'aiuto di queste quattro persone di fede, che hanno superato l'ostacolo fisico della folla dando prova di solidarietà e fiducia assoluta in Gesù.

Cristo « vide la loro fede ».

Egli toglie quindi l'ostacolo spirituale dicendo al paralitico: « I tuoi peccati ti sono perdonati ».

Elimina ciò che impedisce all'uomo di rialzarsi.

Questo esempio ci sospinge a crescere nella fede e a dare prova, a nostra volta, di solidarietà e di creatività per sollevare coloro che portano pesanti fardelli, aprendoli così alla pienezza della vita in Cristo ( cfr Mt 11,28 ).

Di fronte agli ostacoli sia fisici che spirituali che si innalzano davanti a noi, mobilitiamo le energie spirituali e le risorse materiali dell'intero corpo che è la Chiesa, certi che Cristo opererà attraverso lo Spirito Santo in ciascuno dei suoi membri.

CAPITOLO I

I MEMBRI DELLA CHIESA

99. Cari figli e figlie della Chiesa, e in particolare voi cari fedeli d'Africa, l'amore di Dio vi ha colmato di ogni tipo di benedizione e vi ha resi capaci di agire come il sale della terra.

Voi tutti, come membri della Chiesa, dovete essere coscienti che la pace e la giustizia nascono anzitutto dalla riconciliazione dell'essere umano con se stesso e con Dio.

È solo Cristo il vero e l'unico « Principe della pace ».

La sua nascita è il pegno della pace messianica così come è stata annunciata dai profeti ( cfr Is 9,5-6; Is 57,19; Mi 5,4; Ef 2,14-17 ).

Questa pace non viene dagli uomini, ma da Dio.

Essa è il dono messianico per eccellenza.

Questa pace conduce alla giustizia del Regno che occorre cercare a tempo opportuno e non opportuno in tutto ciò che si fa ( cfr Mt 6,33 ), affinché in ogni circostanza sia resa gloria a Dio ( cfr Mt 5,16 ).

Ora noi sappiamo che il giusto è fedele alla legge di Dio perché si è convertito ( cfr Lc 15,7; Lc 18,14 ).

Questa nuova fedeltà è portata da Cristo per renderci « irreprensibili e puri » ( cfr Fil 2,15 ).

I. I VESCOVI

100. Cari fratelli nell'episcopato, la santità alla quale il Vescovo è chiamato esige l'esercizio delle virtù – in primo luogo delle virtù teologali – e quello dei consigli evangelici.153

La vostra santità personale deve risplendere a beneficio di coloro che sono stati affidati alla vostra cura pastorale e che voi dovete servire.

La vostra vita di preghiera irrigherà dall'interno il vostro apostolato.

Un Vescovo dev'essere un innamorato di Cristo.

L'autorità morale e l'autorevolezza che sostengono l'esercizio del vostro potere giuridico, potranno provenire solo dalla santità della vostra vita.

101. Come diceva san Cipriano a metà del III secolo a Cartagine: « La Chiesa poggia sui Vescovi, e tutta la sua condotta obbedisce alle indicazioni di questi stessi capi ».154

Sono la comunione, l'unità e la collaborazione con il presbyterium, che serviranno d'antidoto ai germi di divisione e che vi aiuteranno a mettervi tutti insieme in ascolto dello Spirito Santo.

Egli vi condurrà per il giusto cammino ( cfr Sal 22,3 ).

Amate e rispettate i vostri sacerdoti!

Essi sono i preziosi collaboratori del vostro ministero episcopale.

Imitate Cristo!

Egli ha creato attorno a sé un clima di amicizia, di affetto fraterno e di comunione che ha attinto dalle profondità del mistero trinitario.

« Vi esorto a perseverare con ogni premura nell'aiutare i vostri sacerdoti a vivere in intima unione con Cristo.

La loro vita spirituale è il fondamento della loro vita apostolica.

Li esorterete pertanto con dolcezza alla preghiera quotidiana e alla degna celebrazione dei Sacramenti, soprattutto dell'Eucaristia e della Riconciliazione, come faceva san Francesco di Sales con i suoi preti.

[…] I sacerdoti hanno bisogno del vostro affetto, del vostro incoraggiamento e della vostra sollecitudine ».155

102. Siate uniti al Successore di Pietro con i vostri sacerdoti e l'insieme dei vostri fedeli.

Non sprecate le vostre energie umane e pastorali nella vana ricerca di risposte a domande che non sono di vostra diretta competenza, o nei meandri di un nazionalismo che può accecare.

Seguire questo idolo, così come quello della assolutizzazione della cultura africana, è più facile che seguire le esigenze di Cristo.

Questi idoli sono delle illusioni.

Di più esse sono una tentazione, quella di credere che, con le sole forze umane, si può far venire il Regno della felicità eterna sulla terra!

103. Il vostro primo dovere è di portare a tutti la Buona Novella della Salvezza e di offrire ai fedeli una catechesi che contribuisca ad una conoscenza più approfondita di Gesù Cristo.

Preoccupatevi di dare ai laici una vera coscienza della loro missione ecclesiale ed esortateli a realizzarla con senso di responsabilità, cercando sempre il bene comune.

I programmi di formazione permanente dei laici, in particolare per i responsabili politici ed economici, dovranno insistere sulla conversione come condizione necessaria per trasformare il mondo.

È sempre bene cominciare con la preghiera per proseguire poi con la catechesi che porterà ad agire concretamente.

La creazione di strutture verrà di seguito se sarà veramente necessario, perché esse non sostituiscono mai la potenza della preghiera.

104. Cari fratelli nell'Episcopato, siate, alla sequela di Cristo Buon Pastore, buoni pastori e servitori del gregge che vi è affidato, esemplari con la vostra vita e il vostro comportamento.

La buona amministrazione delle vostre diocesi richiede la vostra presenza.

Affinché il vostro messaggio sia credibile, fate in modo che le vostre diocesi diventino dei modelli quanto al comportamento delle persone, alla trasparenza e alla buona gestione finanziaria.

Non abbiate timore di fare ricorso alla competenza dei periti contabili per essere di esempio sia ai fedeli che alla società intera.

Favorite il buon funzionamento degli organismi ecclesiali diocesani e parrocchiali così come sono previsti dal diritto della Chiesa.

La ricerca dell'unità, della giustizia e della pace spetta anzitutto a voi perché avete la responsabilità delle Chiese particolari.

105. Il Sinodo ha ricordato che « la Chiesa è una comunione che genera una solidarietà pastorale organica.

I Vescovi, in comunione con il Vescovo di Roma, sono i primi promotori della comunione e della collaborazione nell'apostolato della Chiesa ».156

Le Conferenze episcopali nazionali e regionali hanno la missione di consolidare questa comunione ecclesiale e di promuovere questa solidarietà pastorale.

106. Per una maggiore visibilità, coerenza ed efficacia nella pastorale sociale della Chiesa, il Sinodo ha avvertito il bisogno di un'azione più solidale a tutti i livelli.

Sarà bene che le Conferenze episcopali regionali e nazionali come pure l'Assemblea della Gerarchia Cattolica di Egitto ( A.H.C.E. ) rinnovino il loro impegno di solidarietà collegiale.157

Ciò implica concretamente una partecipazione tangibile alle attività di queste strutture, sia per quanto riguarda il personale che i mezzi finanziari.

La Chiesa testimonierà così quella unità per la quale Cristo ha pregato ( cfr Gv 17,20-21 ).

107. Mi sembra ugualmente auspicabile che i Vescovi si impegnino anzitutto a promuovere e sostenere effettivamente ed affettivamente il Simposio delle Conferenze Episcopali dell'Africa e del Madagascar ( S.C.E.A.M. ) come struttura continentale di solidarietà e di comunione ecclesiale.158

È opportuno anche coltivare buone relazioni con la Confederazione delle Conferenze dei Superiori Maggiori dell'Africa e del Madagascar ( CO.S.M.A.M. ), con le Associazioni delle Università cattoliche e con altre strutture ecclesiali del Continente.

II. I SACERDOTI

108. Collaboratori prossimi ed indispensabili del Vescovo, i sacerdoti159 hanno l'incarico di portare avanti l'opera di evangelizzazione.

La Seconda Assemblea del Sinodo per l'Africa è stata celebrata nel corso dell'anno che avevo consacrato al sacerdozio, lanciando un particolare appello alla santità.

Cari sacerdoti, ricordatevi che la vostra testimonianza di vita pacifica, al di là delle frontiere tribali e razziali, può toccare i cuori.160

L'appello alla santità ci invita a diventare pastori secondo il cuore di Dio,161 che fanno pascolare il gregge con giustizia ( cfr Ez 34,16 ).

Cedere alla tentazione di trasformarvi in guide politiche162 o in operatori sociali, sarebbe tradire la vostra missione sacerdotale e non servire la società che attende da voi parole e gesti profetici.

Lo diceva già san Cipriano: « Coloro che hanno l'onore del divino sacerdozio […] devono prestare il loro ministero solamente all'altare e al sacrificio e dedicarsi unicamente alla preghiera ».163

109. Consacrandovi soprattutto a coloro che il Signore vi affida per formarli alle virtù cristiane e condurli alla santità, voi non solo li guadagnerete alla causa di Cristo, ma ne farete anche i protagonisti di una società africana rinnovata.

Dinanzi alla complessità delle situazioni con cui vi dovete confrontare, vi invito ad approfondire la vita di preghiera e la formazione permanente: ciò avvenga sia a livello spirituale che intellettuale.

Diventate familiari delle Sacre Scritture, della Parola di Dio che meditate ogni giorno e che spiegate ai fedeli.

Approfondite anche la vostra conoscenza del Catechismo, dei documenti del Magistero così come della Dottrina sociale della Chiesa.

Sarete così capaci, a vostra volta, di formare i membri della comunità cristiana di cui siete gli immediati responsabili, perché diventino autentici discepoli e testimoni di Cristo.

110. Vivete con semplicità, umiltà e amore filiale l'obbedienza al Vescovo della vostra diocesi.

« Per il rispetto di chi ci ha voluto, bisogna obbedire senza alcuna ipocrisia, perché non si inganna il Vescovo visibile, bensì si mente a quello invisibile.

Non si parla della carne, ma di Dio che conosce le cose invisibili ».164

Nel quadro della formazione permanente dei sacerdoti, mi sembra opportuno che siano ripresi e meditati certi documenti, come il Decreto conciliare sul ministero e la vita dei sacerdoti Presbyterorum ordinis, o l'Esortazione apostolica post-sinodale Pastores dabo vobis del 1992, o il Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri del 1994, o anche l'Istruzione: Il sacerdote, pastore e guida della Comunità parrocchiale del 2002.

111. Edificate le comunità cristiane con il vostro esempio vivendo nella verità e nella gioia i vostri impegni sacerdotali: il celibato nella castità e il distacco dai beni materiali.

Vissuti con maturità e serenità, questi segni, che sono particolarmente conformi allo stile di vita di Gesù, esprimono « il dono totale ed esclusivo a Cristo, alla Chiesa ed al Regno di Dio ».165

Impegnatevi intensamente nella messa in opera della pastorale diocesana per la riconciliazione, la giustizia e la pace, soprattutto tramite la celebrazione dei sacramenti della Penitenza e dell'Eucaristia, la catechesi, la formazione dei laici e l'accompagnamento dei responsabili della società.

Ogni sacerdote deve potersi sentire felice di servire la Chiesa.

112. Seguire il Cristo sul cammino del sacerdozio richiede di fare delle scelte.

Esse non sono sempre facili da vivere.

Le esigenze evangeliche, codificate nel corso dei secoli dall'insegnamento del Magistero, appaiono radicali agli occhi del mondo.

Talvolta è difficile seguirle, ma non è impossibile.

Il Cristo ci insegna che non è possibile servire due padroni ( cfr Mt 6,24 ).

Egli certamente fa riferimento al denaro, quel tesoro temporale che può occupare il nostro cuore ( cfr Lc 12,34 ), ma Egli fa anche riferimento agli innumerevoli altri beni che noi possediamo: la nostra vita, la nostra famiglia, la nostra educazione, le nostre relazioni personali, per esempio.

Si tratta di beni preziosi e stupendi che sono costitutivi delle nostre persone.

Ma il Cristo richiede a colui che chiama di abbandonarsi totalmente alla Provvidenza.

Egli domanda una scelta radicale ( cfr Mt 7,13-14 ), che per noi, a volte, è difficile da comprendere e da vivere.

Ma se Dio è il nostro vero tesoro – la perla rara da acquistare a qualunque prezzo, anche a costo di grandi sacrifici ( cfr Mt 13,45-46 ) – allora desidereremo che il nostro cuore e il nostro corpo, il nostro spirito e la nostra intelligenza siano solo per Lui.

Questo atto di fede ci permetterà di vedere ciò che ci sembra importante con un altro sguardo, e di vivere il rapporto con il nostro corpo e le nostre relazioni umane familiari o di amicizia alla luce della chiamata di Dio e di ciò che esige al servizio della Chiesa.

Occorre riflettere su questo in maniera approfondita.

Questa riflessione inizierà nei seminari per continuarla durante tutta la vita sacerdotale.

Il Cristo, come per incoraggiarci, poiché conosce le forze e le debolezze del nostro cuore, ci dice: « Cercate, invece, anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta » ( Mt 6,33 ).

III. I MISSIONARI

113. I missionari non africani, rispondendo generosamente all'appello del Signore con ardente zelo apostolico, sono venuti a condividere la gioia della Rivelazione.

Al loro seguito, degli Africani sono oggi missionari in altri continenti.

A questo punto, come non rendere loro un particolare omaggio?

I missionari venuti in Africa – sacerdoti, religiosi, religiose e laici – hanno costruito chiese, scuole e dispensari, e hanno contribuito fortemente all'attuale visibilità delle culture africane, ma hanno soprattutto edificato il Corpo di Cristo ed arricchito la dimora di Dio.

Essi hanno saputo condividere il sapore del « sale » della Parola e far risplendere la luce dei Sacramenti.

E, al di sopra di tutto, hanno dato all'Africa ciò che essi possedevano di più prezioso: il Cristo.

Grazie a loro numerose culture tradizionali sono state liberate da paure ancestrali e dagli spiriti immondi ( cfr Mt 10,1 ).

Dal buon grano che essi hanno seminato ( cfr Mt 13,24 ) sono sorti numerosi Santi africani che sono tuttora modelli ai quali bisogna maggiormente ispirarsi.

Sarebbe auspicabile che il loro culto fosse ravvivato e promosso.

Il loro impegno per la causa del Vangelo si è realizzato talvolta con eroismo, anche a prezzo della loro vita.

Una volta ancora si è verificata l'affermazione di Tertulliano: « Il sangue dei martiri è seme di cristiani ».166

Rendo grazie al Signore per questi Santi e Sante, segni della vitalità della Chiesa in Africa.

114. Incoraggio i Pastori delle Chiese particolari a riconoscere fra i servitori africani del Vangelo coloro che potrebbero essere canonizzati, secondo le norme della Chiesa, non solo per aumentare il numero dei Santi africani, ma anche per ottenere nuovi intercessori in cielo affinché accompagnino la Chiesa nel suo pellegrinaggio terreno ed intercedano presso Dio per il Continente africano.

Affido a Nostra Signora d'Africa e ai Santi di questo caro Continente, la Chiesa che vi si trova.

IV. I DIACONI PERMANENTI

115. La grandezza della chiamata ricevuta dai diaconi permanenti merita di essere sottolineata.

Nella fedeltà alla missione ricevuta da secoli, li invito ad operare con umiltà in stretta collaborazione con i Vescovi.167

Con affetto chiedo loro di continuare a proporre ciò che ci insegna il Cristo nel Vangelo: la serietà nel lavoro ben fatto,168 la forza morale nel rispetto dei valori, l'onestà, il rispetto della parola data, la gioia di porre la propria pietra per l'edificazione della società e della Chiesa, la protezione della natura, il senso del bene comune.

Aiutate la società africana in tutte le sue componenti a valorizzare la responsabilità degli uomini in quanto sposi e padri, a rispettare la donna che è uguale all'uomo in dignità, ad avere cura dei bambini abbandonati a se stessi e senza educazione.

116. Non mancate di prestare una particolare attenzione alle persone malate mentalmente o fisicamente,169 a quelle che sono più fragili e ai più poveri delle vostre comunità.

Che la vostra carità possa farsi creativa!

Nella pastorale parrocchiale ricordatevi che una sana spiritualità permette allo spirito di Cristo di liberare l'essere umano perché questi agisca efficacemente nella società.

I Vescovi vigileranno per completare la vostra formazione affinché essa contribuisca all'esercizio del vostro carisma.170

Come santo Stefano, san Lorenzo e san Vincenzo, diaconi e martiri, sforzatevi di riconoscere e di incontrare il Cristo nell'Eucaristia e nei poveri.

Questo servizio dell'altare e della carità vi farà amare l'incontro con il Signore presente sull'altare e nei poveri.

Allora sarete preparati a dare la vostra vita per Lui fino alla morte.

V. LE PERSONE CONSACRATE

117. Tramite i voti di castità, povertà ed obbedienza, la vita delle persone consacrate è diventata una testimonianza profetica.

Esse possono essere così esempi in materia di riconciliazione, di giustizia e di pace, anche nelle circostanze di forti tensioni.171

La vita comunitaria manifesta che è possibile vivere come fratelli o come sorelle ed essere uniti, anche là dove le origini etniche e razziali sono diverse ( cfr Sal 133,1 ).

Essa può e deve far vedere e far credere che oggi in Africa, coloro che seguono Cristo Gesù trovano in Lui il segreto della gioia del vivere insieme: l'amore vicendevole e la comunione fraterna, quotidianamente consolidati dall'Eucaristia e dalla Liturgia delle Ore.

118. Possiate, cari consacrati, continuare a vivere il vostro carisma con zelo veramente apostolico nei diversi ambiti indicati dai vostri fondatori!

Avrete così maggiore cura nel tenere accesa la vostra lampada!

I vostri fondatori hanno voluto seguire Cristo in verità, rispondendo alla sua chiamata.

Diverse opere che ne sono i frutti, sono gioielli che ornano la Chiesa!172

Occorre dunque svilupparle seguendo il più fedelmente possibile il carisma dei fondatori, il loro pensiero e i loro progetti.

Vorrei qui sottolineare il ruolo importante delle persone consacrate nella vita ecclesiale e missionaria.

Esse sono un aiuto necessario e prezioso all'attività pastorale, ma anche una manifestazione della natura intima della vocazione cristiana.173

È per questo che vi invito, care persone consacrate, a rimanere in stretta comunione con la Chiesa particolare e il suo primo responsabile, il Vescovo.

Vi invito ugualmente a rafforzare la vostra comunione con il Vescovo di Roma.

119. L'Africa è la culla della vita contemplativa cristiana.

Sempre presente nell'Africa del Nord e particolarmente in Egitto e in Etiopia, essa ha messo radici nell'Africa sub-sahariana nell'ultimo secolo.

Il Signore benedica gli uomini e le donne che hanno deciso di seguirLo in maniera incondizionata!

La loro vita nascosta è come il lievito nella pasta.

La loro continua preghiera sosterrà lo sforzo apostolico dei Vescovi, dei sacerdoti, delle altre persone consacrate, dei catechisti e di tutta la Chiesa.

120. Gli incontri delle diverse Conferenze Nazionali dei Superiori Maggiori e quelli della C.O.S.M.A.M. permettono di unire le riflessioni e le forze non solamente per assicurare le finalità di ciascuno degli Istituti, preservando sempre la loro autonomia, il loro carattere e il loro spirito proprio, ma anche per trattare le questioni comuni in un clima di fraternità e solidarietà.

È bene coltivare uno spirito ecclesiale assicurando un sano coordinamento e una giusta cooperazione con le Conferenze dei Vescovi.

VI. I SEMINARISTI

121. I Padri sinodali hanno riservato una particolare attenzione ai seminaristi.

Senza trascurare la formazione teologica e spirituale, evidentemente prioritaria, essi hanno sottolineato l'importanza della crescita psicologica e umana di ogni candidato.

I futuri sacerdoti devono sviluppare in sé una giusta comprensione delle proprie culture senza rinchiudersi nei loro limiti etnici e culturali.174

Essi dovranno ugualmente radicarsi nei valori evangelici per rafforzare il loro impegno nella fedeltà e lealtà verso Cristo.

La fecondità della loro futura missione dipenderà molto dalla loro profonda unione a Cristo, dalla qualità della vita di preghiera e della vita interiore, dai valori umani, spirituali e morali che avranno assimilato durante la formazione.

Possa ciascun seminarista diventare un uomo di Dio ricercando e vivendo « la giustizia, la pietà, la fede, la carità, la pazienza, la mitezza » ( 1 Tm 6,11 )!

122. « I seminaristi devono imparare la vita comunitaria in modo tale che la vita fraterna tra di loro, di conseguenza, diventi la sorgente di una autentica esperienza di sacerdozio come intima fraternità sacerdotale ».175

I direttori e i formatori del seminario lavoreranno insieme, seguendo le indicazioni dei Vescovi, al fine di garantire una formazione integrale ai seminaristi loro affidati.

Nella selezione dei candidati, occorrerà procedere a un discernimento accurato e ad un accompagnamento di qualità affinché coloro che saranno ammessi al sacerdozio siano veri discepoli di Cristo ed autentici servitori della Chiesa.

Si avrà a cuore di iniziarli alle innumerevoli ricchezze del patrimonio biblico, teologico, spirituale, liturgico, morale e giuridico della Chiesa.

123. Mi sono rivolto ai seminaristi scrivendo loro una Lettera dopo l'Anno sacerdotale che si è concluso nel giugno 2010.176

In essa ho insistito sull'identità, la spiritualità e l'apostolato del sacerdote.

Raccomando vivamente ad ogni seminarista di leggere e di meditare questo breve documento che è destinato a lui personalmente e che i formatori metteranno a sua disposizione.

Il seminario è un tempo di preparazione al sacerdozio, un tempo di studio.

È un tempo di discernimento, di formazione e di maturazione umana e spirituale.

Possano i seminaristi utilizzare intelligentemente questo tempo che viene loro offerto per accumulare delle riserve spirituali e umane dalle quali potranno attingere nel corso della loro vita sacerdotale.

124. Cari seminaristi, siate apostoli presso i giovani della vostra generazione invitandoli a mettersi alla sequela di Cristo nella vita sacerdotale.

Non abbiate paura! La preghiera di numerose persone vi accompagna e vi sostiene ( cfr Mt 9,37-38 ).

VII. I CATECHISTI

125. I catechisti sono preziosi operatori pastorali nella missione di evangelizzazione.

Il loro ruolo è stato molto importante nella prima evangelizzazione, nell'accompagnamento catecumenale, nell'animazione e nel sostegno delle comunità.

« Con naturalezza, essi hanno operato una inculturazione riuscita che ha portato frutti meravigliosi ( cfr Mc 4,20 ).

Sono i catechisti che hanno permesso che la "luce risplenda davanti agli uomini" ( Mt 5,16 ), perché vedendo il bene che essi fanno, popolazioni intere hanno potuto rendere gloria al Nostro Padre che è nei cieli.

Sono Africani che hanno evangelizzato degli Africani ».177

Questo ruolo importante nel passato, rimane essenziale per il presente e per il futuro della Chiesa.

Li ringrazio per il loro amore alla Chiesa.

126. Esorto i Vescovi e i sacerdoti a prendersi cura della formazione umana, intellettuale, dottrinale, morale, spirituale e pastorale dei catechisti, prestando grande attenzione alle loro condizioni di vita per salvaguardare la loro dignità.

Non dimentichino i loro legittimi bisogni materiali,178 perché l'operaio fedele della vigna del Signore ha diritto ad una giusta retribuzione ( cfr Mt 20,1-16 ), in attesa di quella che il Signore darà in maniera equa, perché Lui solo è giusto e conosce i cuori.

127. Cari catechisti, ricordatevi che, per un gran numero di comunità, voi siete il volto concreto e immediato del discepolo zelante ed il modello della vita cristiana.

Vi incoraggio a proclamare, con l'esempio, che la vita familiare merita una grandissima considerazione, che l'educazione cristiana prepara i figli ad essere, nella società, onesti ed affidabili nei loro rapporti con gli altri.

Accogliete chiunque, senza discriminazione: poveri e ricchi, autoctoni e stranieri, cattolici e non cattolici ( cfr Gc 2,1 ).

Non fate preferenza di persone ( cfr At 10,34; Rm 2,11; Gal 2,6; Ef 6,9 ).

Assimilando voi stessi le Sacre Scritture e gli insegnamenti del Magistero, giungerete ad offrire una catechesi solida, ad animare gruppi di preghiera e a proporre la lectio divina alle comunità delle quali avete la cura.

La vostra azione diverrà allora coerente, perseverante e sorgente di ispirazione.

Evocando con riconoscenza il ricordo glorioso dei vostri predecessori, vi saluto e vi incoraggio ad operare oggi con la stessa abnegazione, lo stesso coraggio apostolico e la stessa fede.

Cercando di essere fedeli alla vostra missione, contribuirete non solo alla vostra santità personale, ma anche in modo efficace alla edificazione del Corpo Mistico di Cristo, la Chiesa.

VIII. LAICI

128. Tramite i suoi membri laici, la Chiesa si rende presente e attiva nella vita del mondo.

I laici hanno un grande ruolo da svolgere nella Chiesa e nella società.

Perché essi possano assumere bene questo ruolo, occorre che nelle diocesi siano organizzate scuole o centri di formazione biblica, spirituale, liturgica e pastorale.

Auspico con tutto il cuore che i laici che hanno responsabilità di ordine politico, economico e sociale, si dotino di una solida conoscenza della Dottrina sociale della Chiesa che offre dei principi di azione conformi al Vangelo.

I fedeli laici, infatti, sono « ambasciatori di Cristo » ( 2 Cor 5,20 ) nello spazio pubblico, nel cuore del mondo.179

La loro testimonianza cristiana sarà credibile solo se essi sono professionisti competenti ed onesti.

129. I laici, uomini e donne, sono chiamati anzitutto alla santità e a vivere questa santità nel mondo.

Cari fedeli, coltivate con cura la vostra vita interiore e la vostra relazione con Dio, così che lo Spirito Santo vi illumini in ogni circostanza.

Affinché la persona umana e il bene comune siano effettivamente al centro dell'azione umana, politica, economica o sociale, unitevi profondamente a Cristo per conoscerlo ed amarlo, consacrando tempo a Dio nella preghiera e accostandovi ai Sacramenti.

Lasciatevi illuminare e istruire da Dio e dalla sua Parola.

130. Vorrei tornare sulla particolarità della vita professionale del cristiano.

In breve, si tratta di testimoniare Cristo nel mondo mostrando, con l'esempio, che il lavoro può essere un luogo di realizzazione personale molto positivo, e che non è prima di tutto un mezzo di profitto.

Il lavoro vi permette di partecipare all'opera della creazione e di essere al servizio dei vostri fratelli e sorelle.

Agendo così, voi sarete « il sale della terra » e « la luce del mondo », come ci chiede il Signore.

Nella vostra vita quotidiana, praticate l'opzione preferenziale per i poveri, qualunque sia la vostra posizione nella società, secondo lo spirito delle Beatitudini ( cfr Mt 5,3-12 ), per vedere in essi il volto concreto di Gesù che vi chiama a servirlo ( cfr Mt 25,31-46 ).

131. Può essere utile organizzarsi in associazioni per continuare a formare la vostra coscienza cristiana e sostenervi vicendevolmente nella lotta per la giustizia e per la pace.

Le Communautés Ecclésiales Vivantes ( CEV ) o Small Christian Communities ( SCC ) e le « Comunità Nuove »180 sono strutture portanti per alimentare la fiamma viva del vostro Battesimo.

Portate anche le vostre competenze nell'animazione delle Università cattoliche, che non cessano di svilupparsi dopo le raccomandazioni dell'Esortazione apostolica Ecclesia in Africa.181

Vorrei anche incoraggiarvi ad avere una presenza attiva e coraggiosa nel mondo della politica, della cultura, delle arti, dei media e delle diverse associazioni.

Che questa presenza sia senza complessi o vergogna, fiera e consapevole del prezioso contributo che può apportare al bene comune!

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153 Cfr. Congregazione per i Vescovi, Direttorio per il Ministero pastorale dei Vescovi, Apostolorum successores ( 22 febbraio 2004 ), 33-48: Ench. Vat. 22, nn. 1650-1676
154 Epistula 33,1: PL 4,297
155 Benedetto XVI, Discorso ai Vescovi di Francia ( Lourdes, 14 settembre 2008 ): Insegnamenti IV/2 (2008), 321
156 Propositio 3
157 Cfr Propositio 4
158 Cfr Ibidem
159 Cfr Propositio 39
160 Cfr Messaggio finale, n. 20
161 Cfr Propositio 39
162 Cfr Benedetto XVI, Discorso alla Curia Romana ( 21 dicembre 2009 ): AAS 102 (2010), 35
163 Epistula 66,1: PL 4,398
164 S. Ignazio d'Antiochia, Ad Magnesios, III,2: ed. F.X. Funk, 233
165 Benedetto XVI. Esort. ap. postsinodale Sacramentum caritatis, 24 ( 22 febbraio 2007 )
166 Apologeticum, 50,13: PL 1,603
167 Cfr. Congregazione per l'Educazione Cattolica, Norme fondamentali per la formazione dei diaconi permanenti ( 22 febbraio 1998 ), 8: Ench. Vat. 17, n. 167;
Congregazione per il Clero, Direttorio per il ministero e la vita dei diaconi permanenti ( 22 febbraio 1998 ), 6, 8 e 48: Ench. Vat. 17, nn. 291.294-297.376-378
168 Cfr. Lineamenta, n. 89
169 Cfr Propositio 50
170 Cfr Propositio 41
171 Cfr Propositio 42
172 Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Lumen gentium, 46
173 Cfr Id., Decr. Ad gentes, 18
174 Cfr Propositio 40
175 Ibidem
176 Cfr Lettera ai seminaristi ( 18 ottobre 2010 ): L'Osservatore Romano ( 18-19 ottobre 2010 ), p. 12
177 Benedetto XVI, Discorso ai membri del Consiglio speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi ( Yaoundé, 19 marzo 2009 ): AAS 101 (2009), 311-312
178 Cfr Propositio 44;
Giovanni Paolo II, Esort. ap. postinodale Ecclesia in Africa, 91 ( 14 settembre 1995 )
179 Cfr Giovanni Paolo II, Esort. ap. postsinodale Christifideles laici, 15 ( 30 dicembre 1988 ), n .17
180 Propositio 37
181 N. 103