Lunedì, 29 febbraio 2016

La salvezza viene dal piccolo

La salvezza di Dio non viene dalle cose grandi, dal potere o dai soldi, dalle cordate clericali o politiche, ma dalle cose piccole e semplici che, alle volte, suscitano persino sdegno.

È la meditazione proposta da Francesco durante la messa celebrata lunedì mattina, 29 febbraio, nella cappella della Casa Santa Marta.

« La Chiesa ci prepara alla Pasqua e oggi ci fa riflettere sulla salvezza: come noi pensiamo che sia la salvezza, quella salvezza che tutti noi vogliamo » ha affermato Francesco.

E proprio la storia « della malattia di Naamàn », narrata dal secondo libro dei Re ( 2 Re 5,1-15 ), « ci avvicina al fatto della morte: e dopo? ».

Infatti « quando c'è la malattia, sempre ci rimanda a quel pensiero: la salvezza ».

Ma, si è chiesto il Pontefice, « come viene questa salvezza?

Qual è la strada per la salvezza?

Qual è la rivelazione di Dio a noi cristiani sulla salvezza? ».

Per il Papa « la parola chiave per capire il messaggio di oggi della Chiesa è sdegno ».

Quando « Naamàn, arrivato da Eliseo, chiede la guarigione, Eliseo manda il ragazzo a dirgli di bagnarsi sette volte nel Giordano.

Una cosa semplice ».

Forse proprio per questo « Naamàn si sdegnò » esclamando: « Ho fatto un viaggio così, con tanti doni … »: tutto invece si risolve con un semplice bagno nel fiume.

Oltretutto, rincara Naamàn, « noi abbiamo fiumi più belli di questo ».

Anche « gli abitanti di Nazareth - ha fatto notare Francesco riferendosi al passo evangelico di Luca ( Lc 4,24-30 ) - si sdegnarono dopo aver sentito la lettura del profeta Isaia, che ha fatto Gesù quel sabato in sinagoga dicendo "oggi è successo questo", che parla della liberazione, di come il popolo sarà liberato ».

E commentavano: « Ma questo cosa si crede?

Questo è uno di noi, l'abbiamo visto crescere da ragazzo, mai ha studiato ».

E « si sdegnarono » tanto che « volevano ucciderlo ».

Ancora, la proseguito il Papa, « più avanti Gesù ha sentito questo disprezzo da parte dei dirigenti, i dottori della legge che cercavano la salvezza nella casistica della morale - "questo si può fino a qui, fino a là …" - e così avevano non so quanti comandamenti e il povero popolo … ».

Proprio per questo la gente non aveva fiducia in loro.

Lo stesso capitava con « i sadducei, che cercavano la salvezza nei compromessi con i poteri del mondo, con l'impero: gli uni con le cordate clericali, gli altri con le cordate politiche cercavano la salvezza così ».

Ma « il popolo aveva fiuto e non credeva » in loro.

Invece « credeva a Gesù perché parlava con autorità ».

« Ma perché questo sdegno? » è la questione posta dal Pontefice.

« Perché - ha sottolineato - nel nostro immaginario la salvezza deve venire da qualcosa di grande, da qualcosa di maestoso: ci salvano solo i potenti, quelli che hanno forza, che hanno soldi, che hanno potere, questi possono salvarci ».

Invece « il piano di Dio è un altro ».

E così « si sdegnano perché non possono capire che la salvezza viene soltanto dal piccolo, dalla semplicità delle cose di Dio ».

E « quando Gesù fa la proposta della via di salvezza, mai parla di cose grandi », solo « di cose piccole ».

In questa prospettiva Francesco ha suggerito di rileggere le beatitudini evangeliche - « Tu sarai salvo se farai questo » - e il capitolo 25 di Matteo.

Sono « i due pilastri del Vangelo: "Vieni, vieni con me perché hai fatto questo" ».

E si tratta di « cose semplici: tu non hai cercato la salvezza o la tua speranza nel potere, nelle cordate, nei negoziati, no; hai fatto semplicemente questo ».

Ma proprio « questo sdegna tanti ».

« Come preparazione alla Pasqua - ha proposto il Papa - io vi invito, anche io lo farò, a leggere le beatitudini e a leggere Matteo 25, e pensare e vedere se qualcosa di questo mi sdegna, mi toglie la pace ».

Perché « lo sdegno è un lusso che possono permettersi soltanto i vanitosi, gli orgogliosi ».

Proprio « alla fine delle beatitudini - ha spiegato Francesco - Gesù dice una parola » forte: « Beato colui che non si scandalizza di me », cioè « che non ha sdegno di questo, che non sente sdegno ».

E riflettendo sulle ragioni di queste parole, il Papa ha ripetuto che « ci farà bene prendere un po' di tempo - oggi, domani - e leggere le beatitudini, leggere Matteo e stare attenti a cosa succede nel nostro cuore: se c'è qualcosa di sdegno ».

E « chiedere la grazia al Signore di capire che l'unica via della salvezza è la pazzia della croce, cioè l'annientamento del Figlio di Dio, del farsi piccolo ».

Nella liturgia di oggi, ha concluso, « il piccolo » è appunto « rappresentato dal bagno nel Giordano e dal piccolo villaggio di Nazareth ».