Martedì, 3 maggio 2016

Strada facendo

La « strada giusta » si chiama Gesù e per il cristiano il cammino della vita è fatto « un po' di croce e un po' di risurrezione ».

Ma sulla strada c'è chi si ferma come « una mummia spirituale », chi sbaglia direzione e si intestardisce, chi passa l'esistenza girando a vuoto e chi si fa sedurre dalle bellezze mondane: da questi atteggiamenti ha messo in guardia il Papa, invitando espressamente a un esame di coscienza per verificare la propria esperienza di fede, nella messa celebrata martedì 3 maggio nella cappella della Casa Santa Marta.

Il passo evangelico di Giovanni proposto dalla liturgia ( Gv 14,6-14 ) - ha spiegato Francesco - « è parte di quel lungo discorso di Gesù nella ultima cena, il discorso del congedo: lui si congeda prima di andare alla passione ».

E dice agli apostoli: « Io non vi lascerò orfani; io non vi lascerò soli; io vado a prepararvi un posto ».

Inoltre, ha fatto notare il Papa, nei « due versetti prima di questo passo che abbiamo ascoltato » si legge: « Dove io vado, voi conoscete la via ».

Così Tommaso risponde: « Ma, Signore, noi non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via? ».

A questo punto inizia il passo evangelico della liturgia del giorno, con Gesù che dice a Tommaso: « Io sono la via ».

È « la risposta all'angoscia, alla tristezza, alla tristezza dei discepoli per questo congedo di Gesù: loro non capivano tanto, ma erano tristi per questo ».

Per questo Gesù dice a Tommaso: « Io sono la via ».

Questa espressione di Gesù, ha affermato Francesco, « ci fa pensare alla vita cristiana », che « è un cammino: incominciamo col battesimo a camminare e cammino, cammino, cammino ».

Si può dire che la vita cristiana « è una strada e la strada giusta è Gesù ».

Tanto che lui stesso ha detto: « Io sono la via ».

Dunque, « per camminare bene nella vita cristiana la strada è Gesù ».

Ma, ha avvertito il Papa, « ci sono parecchi modi di camminare ».

C'è « prima di tutto quello che non cammina.

Un cristiano che non cammina, che non fa strada, è un cristiano "non cristiano", per così dire: è un cristiano un po' paganizzato, sta lì, sta fermo immobile, non va avanti nella vita cristiana, non fa fiorire le beatitudini nella sua vita, non fa le opere di misericordia, è fermo ».

Di più, ha aggiunto Francesco, « scusatemi la parola, ma è come fosse una "mummia", lì, una "mummia spirituale" ».

E « ci sono cristiani che sono "mummie spirituali", fermi lì: non fanno del male, ma non fanno del bene ».

Però questo modo di essere « non darà frutto: non è un cristiano fecondo perché non cammina ».

Poi, ha proseguito il Papa, ci sono alcuni che « camminano e sbagliano strada ».

Ma « anche noi tante volte sbagliamo strada ».

È « lo stesso Signore che viene e che ci aiuta, non è una tragedia sbagliare strada ».

Infatti « la tragedia è essere testardo e dire: "questa è la strada", e non lasciare che la voce del Signore ci dica: "Questa non è la strada, torna, torna indietro e riprendi la vera strada" ».

Bisogna « riprendere la strada quando ci accorgiamo degli errori, degli sbagli che noi facciamo » e « non essere testardi e andare sempre per la strada sbagliata, perché questo ci allontana da Gesù, perché lui è la strada e non la strada sbagliata ».

Ancora, ha spiegato Francesco, « ci sono altri che camminano ma non sanno dove vanno: sono erranti nella vita cristiana, vagabondi ».

Tanto che « la loro vita è girare, di qua e di là, e perdono così la bellezza di avvicinarsi a Gesù nella vita di Gesù ».

Insomma, « perdono la strada perché girano e tante volte questo girare, girare errante, li porta a una vita senza uscita: il girare troppo si trasforma in labirinto e poi non sanno come uscire ».

Così, alla fine, « quella chiamata di Gesù l'hanno persa, non hanno bussola per uscire e girano, girano, cercano ».

Poi, ha continuato il Papa, « ci sono altri che nel cammino vengono sedotti da una bellezza, da una cosa, e si fermano a metà strada, affascinati da quello che vedono, da quella idea, da quella proposta, da quel paesaggio, e si fermano ».

Ma « la vita cristiana non è un fascino: è una verità. È Gesù Cristo ».

E « santa Teresa d'Avila diceva, parlando di questo cammino: "Noi camminiamo per arrivare all'incontro con Gesù" »: proprio « come una persona che cammina per arrivare a un posto, non si ferma perché le piace quell'albergo, perché le piace il paesaggio, ma va avanti, avanti, avanti ».

Ma « nella vita cristiana » va bene « fermarsi, guardando le cose che mi piacciano, le bellezze - ci sono le bellezze e bisogna guardarle, perché le ha fatte Dio - ma non fermarsi ».

Si deve « continuare la vita cristiana ».

Perciò bisogna fare in modo « che una cosa bella, una cosa tranquilla, una vita tranquilla non mi affascini per fermarmi ».

E così, ha affermato il Papa, ci sono « tante modalità di non fare il giusto cammino », perché « il giusto cammino, la giusta via è Gesù ».

Nella prospettiva di questa riflessione, il Pontefice ha suggerito un esame di coscienza attraverso una serie di domande dirette: « Noi possiamo domandarci oggi, ognuno di noi: Il mio cammino cristiano, che ho iniziato nel battesimo, come va?

È fermo? Ha sbagliato strada?

Sono in giro continuamente e non so dove andare spiritualmente?

Mi fermo davanti alle cose che mi piacciono: la mondanità, la vanità - tante cose, no?

- o vado sempre avanti, facendo concrete le beatitudini e le opere di misericordia? ».

E, ha aggiunto, « fa bene domandarsi questo: è un vero esame di coscienza! ».

In sostanza: « Come cammino? Seguo Gesù? ».

E « come seguire Gesù - ha spiegato il Papa - ce lo ha detto Paolo nella prima lettura: "Ho trasmesso quello che anche io ho ricevuto, che è Gesù.

Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto, che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai dodici" ».

Ecco, ha spiegato Francesco, « seguire Gesù è essere convinto di questo, la via di Gesù è questa: sempre c'è un po' di croce e un po' di risurrezione ».

Ma « questa è la vita » e « quando Gesù dice a Tommaso: "Io sono la via", gli dice questo ».

Perciò, ha insistito il Pontefice, « questo è il cammino e questo è il cammino cristiano: la via di Gesù è tanto piena di consolazioni, di gloria e anche di croce, ma sempre con pace nell'anima ».

Tirando le conclusioni della sua riflessione, il Papa ha riaffermato che « non seguono totalmente Gesù quel cristiano che si ferma; quello che sbaglia strada; quello che passa la vita girando; quello che è affascinato e sedotto delle bellezze o delle cose che gli interessano e si ferma lì per guardare e ritarda il cammino ».

Prima di riprendere la celebrazione, Francesco ha invitato nuovamente all'esame di coscienza - almeno « cinque minutini » - per domandarsi: « Come sono io in questo cammino cristiano?

Fermo, sbagliato, in giro girando, fermandomi davanti alle cose che mi piacciono? ».

Oppure corrispondo a quello che dice Gesù: « Io sono la via »?

E, ha esortato, « chiediamo allo Spirito Santo che ci insegni a camminare bene, sempre, e quando ci stanchiamo » facciamo « un piccolo ristoro e avanti ».

Al Signore, ha concluso, « chiediamo questa grazia ».