Lunedì, 3 aprile 2017

Corruzione e misericordia

Nel crocevia profondamente umano tra « innocenza e peccato, corruzione e legge », Gesù chiede di guardare gli altri sempre con misericordia, senza ergersi a giudici del loro cuore: è il suggerimento che il Papa ha proposto nella messa celebrata lunedì 3 aprile a Santa Marta.

« La parola di Dio che la Chiesa oggi offre alla nostra meditazione - ha subito fatto presente Francesco - sembra essere su due donne sorprese in adulterio: un adulterio finto, fittizio; l'altro vero ».

Il riferimento è alla vicenda di Susanna, raccontata nel libro di Daniele ( Dn 13,1-9.15-17.19-30.33-62 ), e a quella della donna sorpresa in adulterio, narrata da Giovanni nel suo vangelo ( Gv 8,1-11 ).

Attraverso queste due donne, dunque, « il messaggio è profondo » in quanto, nelle due letture, « si danno appuntamento quattro persone, si incontrano quattro situazioni diverse ».

Ed è proprio « quello che la Chiesa vuole che noi oggi pensiamo, vediamo: si incontrano l'innocenza e il peccato, la corruzione e la legge ».

E infatti, ha insistito il Pontefice, dalla liturgia viene fuori « un incontro fra queste quattro cose: innocenza, peccato, corruzione e legge ».

Nella sua meditazione il Papa ha preso le mosse dall'« innocenza di questa donna, Susanna, accusata in falso da quei due giudici anziani: lei è costretta a scegliere: o fedeltà a Dio e alla legge o salvare la vita ».

Chissà, ha proseguito il Pontefice, « forse Susanna era una donna che aveva altri peccati, perché tutti siamo peccatori »

Infatti « l'unica donna che non ha peccato è la Madonna; tutti gli altri, tutti noi, ne abbiamo ».

Ma « Susanna era una donna con peccati lievi, non era un'adultera, era fedele al marito »; e questa è « l'innocenza » presentata dalla liturgia.

Poi ecco « il peccato: l'altra donna - racconta Giovanni nel Vangelo - è stata sorpresa in peccato, davvero aveva peccato, era un'adultera, era stata infedele al marito ».

Quindi arriva « la corruzione »: quella « che era nei giudici di ambedue i casi, sia con la Susanna sia con l'altra donna adultera », perché « in ambedue i casi i giudici erano corrotti ».

E infine c'è « la legge, la pienezza della legge: Gesù ».

Nella liturgia, dunque, « si incontrano » queste quattro realtà: « innocenza, peccato, corruzione e legge », ossia la « legge nella sua pienezza ».

Non è certo l'unico caso evangelico di « giudici diventati corrotti »: al capitolo 18 di Luca, infatti, « Gesù parla di un altro che non temeva Dio né si curava di nessuno ».

Del resto, ha osservato Francesco, « sempre ci sono stati nel mondo giudici corrotti » e « anche oggi in tutte le parti del mondo ce ne sono ».

La questione, ha detto, è « perché viene la corruzione in una persona ».

In realtà, ha spiegato il Papa, la corruzione è peggio del peccato, perchè io posso peccare, « scivolo, sono infedele a Dio, ma poi cerco di non fare di più o cerco di sistemarmi con il Signore o almeno so che non sta bene ».

Invece « la corruzione è quando il peccato entra, entra, entra, entra nella tua coscienza e non ti lascia posto neppure per l'aria, tutto diventa peccato: questo è corruzione ».

Da parte loro, i corrotti « credono che fanno bene le cose così, si credono con impunità », ha rimarcato Francesco.

Oltretutto, « nel caso di Susanna », i due anziani « persino confessano la loro corruzione » e « dicono la verità: erano corrotti dai vizi della lussuria ».

Essi si rivolgono così a Susanna: « Ecco, le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi bruciamo di passione per te; acconsenti e concediti a noi.

In caso contrario ti accuseremo; diremo che un giovane era con te e perciò hai fatto uscire le ancelle ».

Insomma, le dicono: « o fai questo o faremo una falsa testimonianza ».

« Non è il primo caso che nella Bibbia appaiono le false testimonianze » ha affermato il Papa.

« Pensiamo a Nabot, quando la regina Gezabele combina tutta quella falsa testimonianza; pensiamo a Gesù, che è condannato a morte con falsa testimonianza; pensiamo a santo Stefano ».

Ma, ha avvertito il Pontefice facendo riferimento al passo evangelico di Giovanni, « sono corrotti anche i dottori della legge che portano questa donna - scribi, alcuni farisei - e dicono a Gesù: "Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio.

Ora Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?" ».

Se quella contro Susanna « era una falsa testimonianza, questo è vero ».

E se Susanna « era innocente, questa era peccatrice ».

E « anche questi sono giudici ».

Gli anziani, con Susanna, « avevano perso la testa lasciando che la lussuria si impadronisse di loro ».

Costoro, invece, « avevano perso la testa facendo crescere in loro un'interpretazione della legge tanto rigida che non lasciava spazio allo Spirito Santo: corruzione di legalità, di legalismo, contro la grazia ».

« E poi c'è la quarta persona, Gesù: la pienezza della legge » ha spiegato Francesco.

E « lui si incontra come maestro della legge davanti a questi che sono maestri della legge: "Tu che ne dici?" gli domandano loro ».

Ai « falsi giudici che accusavano Susanna » Gesù risponde così « per bocca di Daniele: "Stirpe di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore!

Così facevate con le donne d'Israele ed esse per paura si univano a voi" ».

E « all'altro gli dice: "O uomo invecchiato nel male!

Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, quando davi sentenze ingiuste, opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi" ».

« Questa è la corruzione di questi giudici » ha proseguito il Pontefice in riferimento al passo dell'Antico testamento.

Invece « agli altri giudici Gesù dice poche cose: "Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei" ».

Poi si rivolge così alla peccatrice: "Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più" ».

E «questa - ha spiegato il Papa - è la pienezza della legge; non quella degli scribi e farisei che avevano corrotto la sua mente facendo tante leggi, tante leggi, senza lasciare spazio alla misericordia: Gesù è la pienezza della legge e Gesù giudica con misericordia ».

Così il Signore « lascia libera una donna innocente per mezzo del profeta del popolo » ha affermato ancora Francesco.

E « ai giudici corrotti dice - abbiamo sentito parole non belle per bocca del profeta - "invecchiati nei vizi" ».

Poi « ai giudici corrotti per un atteggiamento malvagio davanti alla legge dice: "Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra" ».

Quindi « Gesù, il totalmente innocente, all'innocente può dire "mamma", perché la sua madre è l'unica innocente ».

In conclusione il Papa ha invitato a pensare a « questa strada, alla malvagità con la quale i nostri vizi giudicano la gente », perché « anche noi giudichiamo nel cuore gli altri ».

Ed è opportuno domandarsi se « siamo corrotti o ancora no ».

Allora è bene fermarsi e guardare « Gesù che sempre giudica con misericordia: "Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più" ».